Bard e il Borgo

Storia

Pervenni alle chiuse di Bard, ove natura ed arte piantò le tenaglie che addentano ed immorsano quelle aspre gole, alle quali non si perviene che per vie scalpellate dall'audacia Romana nel vivo fianco dei macigni.
                                                                            (Bresciani "Lionello" 18..)
La Preistoria
Alle pendici del colle sul quale è situato attualmente il Forte di Bard si adagiano delle rocce arrotondate e levigate, raggruppate come greggi di ovini. Sono la conseguenza del processo di modellamento dovuto all'azione meccanica del movimento di ghiacciai che durante un grande periodo di freddo polare arrivarono fino alla pianura Padana. Si pensa che nel periodo glaciale, il ghiaccio coprisse tutto il territorio valdostano fino ad arrivare all'attuale Ivrea.

I processi corrosivi glaciali hanno pure lasciato sul posto striature, solchi e grossi massi erratici, facilmente riconoscibili perché di natura petrografica diversa da quella della roccia su cui poggiano.
I fenomeni più interessanti lasciati dai passaggi dei ghiacciai sono le cosidette "Marmitte dei giganti" o comunemente chiamate "buche" nel gergo di tutti i giorni : cavità emisferiche scavate nella roccia viva dalla potenza delle acque dei torrenti subglaciali.

               

In queste due immagini: nella prima s'intravede la "Marmitta dei giganti" e nell'altra viene visualizzata la collina levigata dai ghiacci vicino al forte.
La più grande di queste marmitte misura un diametro di 4 metri ed una profondità di 7 metri.
E' detta "Olle des Sarracins" e pare che i primi abitanti della Valle d'Aosta, i Salassi, la utilizzassero come silos per conservarvi il grano.