|
|
"Colmavo i miei di lagrime cerulee, come fiumi
nelle valli.
Ed ho incontrato occhi scuri, i tuoi occhi, infiniti essenici cristalli. Oasi impossibile, mistero soave, la corsa ho frenato su questa nave. Distante e presente come una boa nel mare, sei indomita luce che nessuno puo` amare. Ma nell'onirica passione che nei sogni travolge berrò il sale che tuo lamento che dall’imo insorge. Aggiusterò il dolore, lo farò mio. Assorberò il calore del tuo io. E disperderò in briciole il mio male Che con te sicuro non sarà più tale.” |
Così volò via il gabbiano felice, contento di aver trovato la sua compagna. Lei resto` un attimo ferma come a pensare, poi improvvisamente volò via nella stessa direzione.
|
|
|
|