Il pianto del gabbiano
h 5:30  in spiaggia, osservavo il volo dei gabbiani all’alba, improvvisamente uno si staccò dallo stormo e planò sul bagnasciuga. Un altro gabbiano l’aspettava. Nascosto e immobile, osservai la danza del primo. Poi si fermò.
Si guardarono negli occhi  ed io immaginai che il primo diceva:


"Colmavo i miei di lagrime cerulee, come fiumi nelle valli. 
Ed ho incontrato occhi scuri, i tuoi occhi, infiniti essenici cristalli. 
Oasi impossibile, mistero soave,
la corsa ho frenato su questa nave.
Distante e presente come una boa nel mare, 
sei indomita luce che nessuno puo` amare.
Ma nell'onirica passione che nei sogni travolge 
berrò il sale che tuo lamento che dall’imo insorge. 
Aggiusterò il dolore, lo farò mio.
Assorberò il calore del tuo io. 
E disperderò  in briciole il mio male
Che con te sicuro non sarà più tale.”

Così volò via  il gabbiano felice, contento di aver trovato la sua compagna. Lei resto` un attimo ferma come a pensare, poi improvvisamente volò via nella stessa direzione.

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