Un giorno ho aperto un vecchio cassetto, sotto un mucchio di carte giaceva
un libretto blu. La copertina riportava il titolo “Appunti di viaggio”.
Erano le cose che avevo scritto da ragazzo.
Ho deciso di riportarle in questo file perché fanno parte della
vita che ho vissuto.
20 ottobre 1976 Immagini
Un ruscello sulla luna, *
Un giardino in mezzo al sole, *
Un filo d’erba nel deserto,
Io e Te sulla terra.
(* tratto da un album delle ‘Orme’)
21 novembre 1976 Lei, cartellone pubblicitario
(canzone)
Solo lei,
sempre lei,
dappertutto lei,
apro gli occhi e vedo lei,
mi addormento e sogno lei,
ascolto ed è lei,
parlano di lei, scrivono di lei, disegnano lei,
bramano lei;
e lei non vede, lei non sente, lei non capisce.
Ed ancora lei da ingenua,
da stupida, da bella;
con gli occhi blu, i capelli biondi,
disegnata sul cartellone pubblicitario.
Estate 1977 Pazzo
Tu uomo sei degno di vivere questa vita?
Tu donna sei sicura di non aver sbagliato?
Non ti illudere se troverai la strada irta di spine,
non ti illudere se l’amore che troverai è soltanto falso.
Perché verrà il tuo momento.
Sì uomo, sì donna.
Ciò che vuoi un giorno lo troverai,
anche se non sarà perfetto, oppure
anche se sarà solo immaginario,
anche se quel che dici è falso,
anche se quel che dici non esiste.
Allora gli altri crederanno che sei pazzo!
Sì uomo, sì donna: pazzo!
E ti vedrai circondato da mura bianche da persone ipocrite,
e solo allora il tuo cervello cadrà definitivamente nell’infinito.
Estate 1977 Qualcosa
Scintillando correvo per i boschi in cerca di un qualcosa che non
trovavo;
correvo, cadevo, mi rialzavo.
E di nuovo quella voglia di conoscere “qualcosa” mi trascinava di
nascosto.
Non sapevo cosa stavo cercando, neanche lo immaginavo;
fin quando non giunsi davanti ad un portone grande, altissimo.
Di colpo lo spalancai ed una nube celestiale mi trasmise i suoi
colori.
Una nebbia turchina mi avvolse e mi trasportò dinanzi a Lui.
Capii ... e Gli chiesi: - Illuminami Maestro. -
Ed Egli rispose:
- Non ti sei accorto che hai vissuto per niente? -
Estate 1977 pomeriggio
Guardando
Il cielo color zucchero filato sembra un’aureola di vita
e le foglie stanche di star ferme sembrano spinte da una mano invisibile.
Il sole sfolgorante colora le vie di un gentile arcobaleno.
Tutto è bello.
Ma per quell’essere solitario disteso sul marciapiede non esiste
la felicità.
Egli pensa alla sua vita errabonda e chiedendo cento lire
invidia ogni passante che lo circonda.
Pensate o voi che ridete,
pensate o voi che scherzate,
pensate a coloro che non hanno luce nel cuore
e cercate di accenderla.
Estate 1977 Pensando
E’ notte,
disteso sul letto ascolto il rigolio dell’acqua che scende lungo
le rugginose grondaie.
Ed il mio pensiero corre per monti, mari e terra
fin quando non giunge a del mio cuor la stella.
Bella e soave
si forma nella mia mente l’immagine di quel fiore d’agosto
che scintillante traspare.
Ma ecco che di colpo si accende la luce ed il mio pensiero svanisce
nel nulla
come dal niente è venuto.
Ottobre 1977
Il paese dei sogni (canzone)
Trezzano sul Naviglio il paese dei sogni
ed ancora una luce intensa mi sveglia di soprassalto,
mi chiedo cosa succede ed è lei che è tornata.
Piangendo mi chiede perdono e il mio orgoglio grida NO!
Ma la guardo bene in viso e le dico sussurrando < sei ancora
la fine del mondo>,
Trezzano sul Naviglio il paese dei sogni.
Dicembre 1977 La realtà
Sentimenti, sensazioni, idee, cavalli bianchi che passano nel cervello,
che vengono, che vanno, che non si fermano mai.
Io li sento e la mia fantasia cavalcando il più bello, il
più bianco
mi porta nei mondi proibiti, nei mondi felici,
ma ad un certo punto c’è un burrone
che trascina tutte le mie fantasie,
che distrugge tutte le mie speranze,
che allontana tutti i miei sogni ...
Un burrone chiamato realtà.
Gennaio 1978
Panico in rime
Un giorno camminando in mezzo al viale
scorsi dietro un albero un tale
che mentre allungavo il passo
mi tiro` dietro un sasso
cominciai a correre in mezzo a ruote, clacson e botti
e cosi` di seguito per due notti
Poi col cuore a pezzi e senza fiato
rallentando mi spostai su un lato
li lo attesi alla fine del mio viaggio
con la paura trasformata in coraggio
passarono i primi minuti bastone alla mano
fin quando non sopraggiunse un nano
alto poco più di tre barattoli
con in mano cinque o sei giocattoli
con lo sguardo allucinato
ormai del tutto spaesato
ripresi la mia strada
sicuro di non finire in una oscura rada
ma improvvisamente uno scoppio risuono` in quella piazza
e si avvicino` un uomo di grossa stazza
una rosa rossa sboccio` sul mio petto
e l'ultima cosa che vidi fu il lenzuolo nero di un letto.
Febbraio 1978
Discoteca
E mentre il fumo della sigaretta si alza leggero come il mio pensiero
ti osservo:
bionda, con i capelli sciolti sulle spalle, bella;
gli occhi azzurri come il cielo d’agosto, le labbra rosa, sensuali
come due gocce di rugiada sui petali di una rosa.
Un disco, un’atmosfera e lei che dice “ti amo”.
Nell’aria le note disegnano un coro di mille voci, un tavolino,
una bibita
e lei con lo sguardo innamorato che parla ad un altro.
Febbraio 1978
Onomatopeicando
Piove, che noia, lei non c’è,
lei non c’è mai stata.
Per me lei deve essere dolce, comprensiva, bella.
Ma una lei così non esiste,
io la cerco per monti, mari e terra
e non la trovo.
Forse è colpa mia,
non la cerco bene ed il tempo passa.
Ed io sono qui, in casa, in una strada ...
e penso a lei che non c’è,
che non c’è mai stata.
Marzo 1978
Esso
Esso svegliandosi si ritrovò immerso in un sistema mai visto;
si chiese dov’era, si chiese se era morto.
Si chiese cos’era quello che vedeva e forse sentiva un qualcosa
di estraneo.
Davanti a lui miriadi di oggetti enormi sfrecciavano, e lui non
capiva.
Esso provò a spostarsi e inciampò in un disco pesante
per lui.
Lo osservò e non saprà mai perché capì
che quel disco era la causa
di quello che vedeva.
Si spaventò e corse, corse fino ad un muro che scavalcò.
Si trovò davanti a dei giganti che tentavano di schiacciarlo.
Ed allora decise, tornò sulla sua astronave e mentre si allontanava
il computer gli riferì il nome di quell’orrendo caotico pianeta:
la Terra.
Giugno 1978
Solo la mia anima
Mentre io e il giorno camminiamo insieme
aspettando la notte
sento che lo sconforto insidia la mia anima,
quantuque ce l’abbia.
E solo, con una mano corrompo il mio istinto
e con l’altra gioco con la mente.
Con gli occhi ricordo, con la bocca grido
e poi piango e rido
mentre l’inconscio sprofonda piano nell’infinito.
Febbraio 1979
Un po’ egocentrico
Hey amico,
hai mai pensato cosa vuol dire “constatare di vivere”?
Pensa, essere vivi, vedere, toccare, sentire, ridere, piangere.
Qualche volta è brutto.
Ma pensa sei tu che vedi, che tocchi, che senti, che ridi, che piangi,
non un altro!
Forse la nostra vita ci appare come in un film,
ma io ti dico che il protagonista di quel film sei tu!
Quindi la tua vita è la cosa più importante che c’è!
Da ciò dipenderanno il tuo futuro, le tue scelte, i tuoi
sentimenti.
Pensa: è sempre un bel giorno per essere vivi!
Marzo 1979
Anagramma
A volte mi sento l’anagramma di me stesso.
Aprile 1979
Quella sera
La rugiada non era niente in confronto alla freschezza che
emanava la sua pelle;
in quella notte d’estate,
dove le stelle chiaccheravano con il mare blu, blu come i suoi occhi.
Le sue labbra più dolci del miele sussurravano gemiti di
piacere,
mentre i capelli lunghi e neri ondeggiavano a ritmo con le onde.
Quando l’alba solcò la prima ruga sulla fronte della notte
eravamo ancora abbracciati nell’estasi dell’amore.
Aprile 1979
Giocattoli
L’universo è un giocattolo nelle mani dell’ignoto,
il mondo è un giocattolo nelle mani dell’universo.
L’uomo è un giocattolo nelle mani del mondo,
e l’inconscio è la molla che talvolta si rompe.
Maggio 1979
L’uccello
Mi piacerebbe essere un uccello per vibrarmi nell’aria
e sentire l’ebbrezza del vento entrarmi nelle ossa.
Per dimenticare in quell’oasi azzurra le amarezze, le delusioni,
di una vita vuota
e volare,
volare in picchiata dentro l’infinito spazio della vita.
Giugno 1979
Lo scoglio
Hai mai osservato l’onda del mare abbattersi su uno scoglio?
Ecco, è come la vita:
la prima onda sale e ne bagna la punta per poi tornare,
lasciando mille rigagnoli;
e così è la vita:
quando ti sembra di raggiungere l’apice c’è sempre qualcosa
che ti riporta al punto di partenza,
lasciando indietro mille speranze perdute.
Settembre 1979
Tra l’istinto e il vivo
Non sottoposto al controllo della ragione è l’essere umano
...
Ma non esiste un ricordo di Nobiltà?
Anche nel più profondo dell’animo?
Perché l’uomo continua la sua assurda corsa
verso una irraggiungibile e falsa felicità ?
Si, ma a cosa serve scrivere rimproveri e speranze
se anche me stesso si trova tra l’istinto e il vivo,
un’esistenza imprigionata da astratte catene,
l’istinto e il vivo,
due parole che racchiudono in se stesse il cammino della vita.
Settembre 1979
Come una biro rotta
Oggi ho scoperto cosa vuol dire essere vivi, dover scegliere, ma
cosa?
Si parla tanto di maturità, ma cos’è in fondo?
E’ forse prender coscienza di essere vivi?
Allora io sono maturo come una biro rotta.
Eppure sento ancora dentro di me la stessa voglia di giocare, ridere
e scherzare,
ma fino ad un certo punto, rispettando precise regole.
Ma allora a questa benedetta maturità ci si arriva da soli
o ce la impongono gli altri?
Libertà è veramente fare tutto ciò che si vuole
senza far del male agli altri?
Cioè autolimitarsi?
Quante domande, quanti problemi mi frullano in testa... e ce ne
sono mille altri.
Non ho voglia di chiedermi più niente ... e poi ... ci sarà
qualcuno in grado di spiegarmeli?
9 ottobre 1979
Sono inciampato in un bacio
Due anni,
due giorni,
due ore,
due secondi,
bastano per decidere una vita?
Ma chi può dire quanto tempo occorre per capire se domani
sarà diverso ...
Ridere, scherzare senza pensare,
senza parlare con falsi idiomi,
udito ... senza essere ascoltato.
Ma allora cosa vivi a fare!
Morire per ritornare in una vita migliore.
Sarà vero? Sarà giusto?
Pazzo!!
E chi può dirlo?
Forse un tizio con la barba chiamato dottore?
No!!
Nessuno può dirlo!
Sono inciampato in un bacio, e allora?
Scrivi, racconta cosa hai provato.
Anche se non serve a niente,
forse non è impossibile, forse l’hai veramente trovato.
E come lo chiamerai?
Amore? No! Si!
Ma cos’è l’amore, è forse un’oasi abitata dalla felicità
dove due cuori si incontrano e camminano tenendosi mano?
Dove due ali di colomba solcano il cielo azzurro come il mare?
Quel mare dove tutti i desideri si avverano,
quel mare colorato dalle infinite sfumature dell’amore.
Ma esiste veramente quest’oasi?
Cercala, forse un giorno la troverai
e quel giorno ricorda:
fammi un fischio ed insieme ci chiederemo:
due anni,
due giorni,
due ore,
due secondi,
bastano per decidere una vita?
Ottobre 1979
Cercare
Cercare qualcosa che ti tiri su il morale, cercare la forza di tirare
avanti,
cercare la spinta giusta per guardare in faccia il domani.
Cercare di non pensare, cercare la speranza di dormire.
Non serve a niente ubriacarsi, fumare l’erba.
Non serve a niente girovagare per le strade senza meta.
Non serve cercare in altri posti quello che non trovi vicino a te.
Sfogati, piangi, grida ... tanto nessuno ti ascolta, nessuno ti
sente,
nessuno ti tende una mano.
Cosa serve scrivere, sognare, giocare con la propria mente.
Ascolta la voce che viene da dentro. Dai sorridi, perché
sei giù?
Dai, abbi il coraggio di scrivere ciò che pensi veramente.
E tu che forse un giorno leggerai queste righe devi ridere di questo
povero sciocco.
Ma rifletti, cosa fai tu quando sei in crisi?
Io scrivo, sarà inutile, infantile non so, ma io scrivo e
continuerò a scrivere
fino a che l’età non approfondirà la ragione.
Mi viene voglia di scappare, di piantare tutto e tutti. Ma dove
vado:
tutto il mondo è paese. Anche là incontrerò
le stesse delusioni, le stesse amarezze.
Chissà se un giorno un disco volante mi verrà a prendere
e mi porterà nel mondo
da me immaginato.
Ma perché non restare qua e cercare di lottare per avere
quel poco che chiedo:
lealtà e amore.
Ma eccomi di nuovo in crisi, crisi di religione, crisi di morale.
Ma esiste Dio? Forse devo cercare in Lui la pace del mio spirito?
In questo momento mi sento sdoppiato, ecco mi vedo: seduto che scrivo.
Ma chi vive dentro quel debole corpo? Io o ciò che è
stato costruito,
ciò che è cresciuto e vissuto incontrando dei duri
ostacoli, ma chi non cade
almeno una volta nella vita?
La psiche da colpa all’età, il travaglio spirituale è
frequente negli esseri pensanti!
Mi sento come una marionetta guidata dalle mani del destino, il
terribile burattinaio
che comanda tutto e tutti.
Sono stanco, sono stufo, sono distrutto. Perché non riesco
a fermare quella trottola
che è il mio carattere? Però è sempre un carattere
...!
... E continuerò a cercare quel qualcosa che mi aiuti a vivere,
perché io vivo.
Forse è proprio questo “cercare” che da la spinta all’uomo
per vivere e noi viviamo
in un modo o nell’altro viviamo e l’importante è questo.
Novembre 1979
Amica notte
Salve o notte pia,
salve.
Tu che rivesti la città di un manto incantato;
tu che nascondi il bene e il male;
tu amica o nemica ma sempre affascinante;
tu accogli il derelitto come il felice,
e la gente ti diffida, non perché tu diffidi la gente,
bensì è la gente che si serve di te.
Ma io mi trovo bene sotto la tua coltre, mentre con vocine discrete
le tue amiche stelle chiaccherano con sorella luna che intanto
fa capolino nell’immensità celeste.
Ciao misteriosa amica,
ritorna domani.
Novembre 1979
Continuerò la mia battaglia contro l’ipocrisia e la falsità,
anche se finora ho
rimediato solo delusioni. Continuerò a cercare la vera amicizia
anche se sarò solo, sperduto tra migliaia di persone.
Questo è il mio obiettivo.
Continuerò a viaggiare tra mille illusione perché
sono sicuro che un giorno
mi fermerò. Non so dove né quando, ma è certo
quel giorno mi fermerò ed
allora le campane suoneranno a festa perché qualcuno ha capito
e non sarò
più solo a cercare la lealtà. Da quel giorno non ci
saranno più guerre e la pace
regnerà sovrana, chissà se questo accadrà veramente
oppure se arriverà prima
l’autodistruzione.
11 settembre 1979
Droga
Correte!
Correte!
Tanto non capite.
Ridete!
Ridete!
Finche ci riuscite
Si, parlo conte,
con te, che corri incontro alla tua fine,
con te, che cerchi la felicità in una dose.
Puoi ancora liberarti dal gioco, se osi.
Perché morire così atrocemente?
Si, perché aiuti i tuoi assassini?
Lo so, non ci puoi fare niente,
hai bisogno di miracoli divini.
Come hai iniziato?
Per provare qualcosa di diverso,
prima leggero è stato, poi sempre più pesante, estroverso.
Fino a sentirne il bisogno per vivere.
Troppe delusioni hai provato,
troppi rimorsi, troppe lacrime hai versato
ed allora ti sei buttato
nel più lurido, marcio, falso ghetto,
il ghetto della droga, che hai fatto!
Capisci che non ne puoi più fare a meno,
intanto ti sfruttano e succhiano il tuo seno.
Sai che sei solo una marionetta nelle loro mani,
intanto che te ne importa del domani?
Basta una dose e sei fuori di testa,
felice in mille mondi in festa.
Abbi un po’ di buon senso e di coraggio,
esci da questo lurido rodaggio.
Renditi conto dei veri valori dell’esistenza,
non nutrire i tuoi assassini,
ricomincia una vera vita senza,
e manda in galera quei porci cretini!
14 dicembre 1979 Il flipper
La vita è come un’interminabile partita a flipper:
quando la pallina entra non ti devi preoccupare
è quando viene il tilt che ci devi pensare.
Ma ricorda, se metti altre cento lire la partita ricomincia.
6 maggio 1980
E ...
E guardare e sognare,
e così ridere e piangere,
e ripensare, e ricordare
senza mai dover ritrattare.
Vivere, vivere. E ...
Vivere il giorno e la notte.
E guardare e sognare,
e così ridere e piangere.
Per ore e ore rincorrere quell’amaro amore,
mentre di lacrime si scioglie il cuore.
E gioire e sentire la fredda voce del dolore.
E ripensare, e ricordare
senza mai dover ritrattare.
Vivere, vivere. E ...
E perdere e vincere.
E riperdere e rivincere;
cosa? Qualsiasi cosa.
E dormire e salire
e di nuovo scendere
e vedere, ponderare,
così da ricominciare ...
Ma è arrivata la sera
giudice supremo
e riprendi a ripensare, ricordare
tentando di ritrattare,
tentando di pentire
sperando di rimanere ancora un pochino,
ma ornai lo sai il traguardo è ormai vicino.
Fine 1980
Sul filo del rasoio
... e quando il io grida mentre la tua mente ti sfugge
ricordati che sei vivo.
E non ti scordare che un giorno,
quando la sera busserà alla tua porta,
dovrai rispondere e rassegnarti.
Inizio 1981
Così
Corolle di voci che scherzano con l’eco,
sorgenti di vita ormai placate.
Cornici d’avorio su quadri d’argento,
cristalli di cera su nuvole d’amianto.
Navi da guerra vestite a fiori,
sfere d’acciaio colorate di dolore.
Caramelle fatali su gemme di pino,
castighi burlati lanciati da streghe maldestre.
Fette di neve con orchidee appassite.
Tuorli d’uovo mischiati a grafite.
Continenti argillosi rimpiangono il mare,
feroci conigli rincorrono timidi leoni.
Ginestre ghiacciate in timide giornate,
segnali di fumo gentilmente regolati.
Fragole stufe vanno dall’estetista,
che combinazione, ci sono anche i fichi d’india.
E’ nevicato il sole d’agosto,
a novembre soleggiate di brina.
E’ strano che il tacchino sia più grosso del tacco.
Inizio 1981
A Francesca
Un giorno dopo aver lasciato questa terra,
ritorneremo:
tu sarai vento, io sarò uccello, foglia e stella.
All’alba mi trasporterai al mare,
io uccello tu vento.
Al tramonto felice mi cullerai a stento,
io foglia, tu vento.
E la notte giocherai con i miei raggi,
tu vento, io stella,
e sarai sempre e dovunque la più bella.
Un giorno dopo aver lasciato questa terra,
ritorneremo:
tu sarai vento, io sarò uccello, foglia e stella.
5 aprile 1981
Tutti son nessuno, ma in ognuno c’è un universo.
15 Luglio 1981
Con una punta d’emozione
Ho assaggiato lacrime d’argento sulle tue gote
per sentire il sapore di falso e di vero
ed ho cercato nella verde iride dei tuoi occhi la
verità sul tuo grande mondo.
Ho provato a guardare se nel profondo della tua voce
ti tradiva l’emozione ed ho scandagliato il tuo io
in mille fragili goccioline.
E finalmente giunse luce.
In questo assurdo e affascinato gioco c’è solo un vincitore:
l’ultimo.
E quello sarò io.
Come è machiavellico il sentimento,
profondo come una stella marina,
ma sempre splendente e fantasticamente alto
come una stella celeste.
L’universo del sentimento,
infuocato di quella dolcezza talvolta amara,
ma sempre orgogliosamente stupenda;
quella dolcezza che ti avvolge, ti opprime,
ti rende triste poi sereno infine felice.
E che riempie quello spazio vuoto dentro il pensiero,
vuoto finche un’altra persona lo ricopre.
4 aprile 1982 Tibiludio
Esistenzialmente la comparatitudine dell’incoerenza si appropinqua
all’illazionismo proprio del soliloquio.
Questa palingenesi si oblitera nell’io cosciente può dipendere
da una futura metempsicosi in una sistematica psico-preparazione.
Però in secondo luogo bisogna considerare anche il possibile
dualismo della personalità
che induce l’individuo a rispondere col sub_cosciente.
In tempi antichi, ma anche odiernamente gli spiritualisti hanno
affermato l’esistenza della coscienza che frenerebbe accondisceratamente,
quanto interviene in tempo, l’azione malvagia e provocherebbe il così
detto rimorso in modo contrario.
Una cosa è certa quando un uomo giunge a fare un discorso
con se stesso ne esce sicuramente migliore.
Quindi è incoerente parlare di incoerenza nei soliloqui:
tibiludio.
Fine?
Questo viaggio si interrompe qui, sono passati molti anni, nel frattempo ho vissuto, forse non molto bene però, infatti ho ripreso a scrivere.
Mandatemi i vostri commenti E-M@il
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