al momento della nascita: la vita. Uno dei modi migliori è donare agl'altri il sorriso. |
Alto e bianco è fermo
ed imponente.
Circonda la città e punisce chi tenta di scalarlo. E` liscio, scaltro e non conosce la pietà. E` lì da sempre, è l'Insegnante. Redige le regole, le regole del Muro bianco. Viviamo all'interno di questo muro, ci dicono che è giusto così, è sano! E` regolare!. Ma cosa è sano e giusto, non lo so. So che non è bello vivere nel Muro, accettare solo ciò che secondo lui è giusto. Però forse sarebbe meglio assecondarlo, seguire le regole, gridare solo quando ti fa gridare, gioire solo quando ti fa gioire, piangere solo quando… Ma è comodo sottostare e lasciare che il Muro circondi la tua vita. E passano i giorni, gli anni e ti chiedi cosa ci sarà oltre il muro. I sogni aiutano ad immaginarlo ed ognuno si disegna il suo "Aldilà del Muro". Ma il Muro non è invalicabile. |
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E` il Muro delle forme geometriche indistinte. Si muovono, si confondono, sono estroverse. Colorano il cielo di strane tinte. Il Muro bianco, astrusa somma di colori, schiaccia l'anima, ne toglie gli onori. Sento forte un pericoloso desiderio, prendo un maglio e scateno un putiferio…. |
vedo una distesa infinita, un prato verde e per cielo il mare. Ma tutto è trasparente di una bellezza che toglie il fiato. Colori mai visti che non hanno nome ed impossibili e magnifiche forme di vita: pesci con le mani che giocano con gli uccelli senza becco, strani quadrupedi che usano le zampe piumate per nuotare nel cielo. Capisco, assenza di regole, sensazione di gioia assoluta, infinita festa di emozioni. Che succederà ora? Penso. Ho visto aldilà del muro, sarò punito perché ho osato. Ma il Muro è invisibile, c'è solo per chi lo sente, di conseguenza nessuno si puo` accorgere della breccia. La breccia è solo mia, posso gestirla. Mi avvio furtivo all'interno, scopro un cerbiatto spaurito, solo dallo sguardo sicuro, duro, ma allo stesso tempo dolce e incredibilmente profondo. Lo seguo, dapprima incerto, poi sempre più sicuro e trepidante. Il cerbiatto soffre, ha una spina conficcata nello zoccolo. Mi chino e la estraggo piano, dolcemente. Il cerbiatto mi guarda, i suoi occhi dicono tutto, il suo musetto sorride, di un sorriso senza confini né età e dalle sue labbra esce una musica celestiale, impossibile non ascoltarla, non farsi rapire. Mi racconta e mi fa vedere cosa c'è oltre il Muro, ma è un cerbiatto saggio, anche se solo e mi confida il segreto per poter mantenere salda ed intatta la breccia, per fare in modo che viva come un paradosso all'interno delle regole del Muro stesso. In cambio vuole solo un nome, un nome per non essere più solo. Mi guardo, sono anch'io un cerbiatto smarrito ed allora capisco di avere incontrato un altro me stesso in un'altra dimensione dove un'altra breccia è stata aperta. |
Per non sentirti solo Un nome volevi Per spiccare il volo Quel nome ti ho dato Ed in cuor mio ho sperato Che l'avresti accettato Nei tuoi occhi ho visto Che felice sei stato Ed allora ho capito Che il nome giusto t'avevo dato. Un nome cercavi Per non sentirti solo Un nome volevi Per spiccare il volo. |
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