SQUARCIO D'AZZURRO

Come un fiume che vuole il suo pezzo d'azzurro,
   nasce ruscello da un rivolo.
   Come torrente comincia a scorrere, raccoglie acqua e s'ingrossa.
   Ed ecco diventare fiume vero ed iniziare la corsa verso il suo pezzo d'azzurro.
   Incontra salti, anse, scarichi di fogna e si sporca.
   Ci pensa l'amica pioggia a a ridare nuova energia e vita
ed il fiume riprendere verso l'azzurro la sua corsa.
   Passa il tempo, trascorre lo spazio ed ecco arrivare un lago, un'illusione:
è l'acqua che incontra se stessa.
   E incomincia a girare, gira, gira finchè finalmente trova un'uscita
e riprendere a correre verso il pezzo d'azzurro.
   Ma ecco una diga arrestare la sua corsa, spossarlo, devastarlo, sfruttare la sua forza e rinchiuderlo
   dentro un prigione fatta di cemento e di acqua stessa.
   Ma non è sufficente a fermarlo, da qualche parte una brecca e si apre ed ecco un nuovo rivolo
   nascere, crescere e diventare torrente.
   Iracondo incontra un altro torrente altrettanto impetuoso
ed a lui si unisce vivendo un amplesso meraviglioso e completo.
Dove i flutti increspandosi si compenetrano festosi regalando spruzzi
   d'argento, dove i mulinelli felici non sono altro che sinuosi movimenti di devastanti sensazioni,
dove un infinito mescolarsi di sublimi fusioni di piacere dona amore limpido e fresco,
senza limiti nè regole, dove nessun preconcetto si trova a negare sesso a vero amore
generando nuova acqua e nuova vita.


   Come si fa a non osservare la forza del cielo,
   la maestria con cui esso usa le nuvole cariche di pioggia per dipingere la sua volta.
   Come si fa a non pensare a quanto siamo piccoli, fragili, come steli d'erba nelle mani del vento.
   Come si fa a non desiderare di cavalcare quel raggio di sole che al mattino ci appare lieve, alla mezza
   forte e robusto e all'imbrunire docile mentre ci accompagna alla sera.
   E nel cielo in tempesta, tumultuoso, freddo e cupo, con il sole che lotta per bucare la coltre, come si
   fa a non provare gioia se all'improvviso un suono, una voce per qualche istante fa tornare il sereno?

   Di nuovo il fiume corre verso il suo pezzo d'azzurro, ma ecco un'ansa dove la corrente ormai cheta
   inizia a suscitare domande: ma dove si trova questo azzurro e di cosa è fatto?
   L'azzurro è un'unica sostanza, è l'unità di tutte le acque. E' il mare che accoglie tutti i fiumi e che
   tramite il suo naturale meccanismo da vita ai fiumi stessi.
   Ed ecco finalmente l'acqua incontrare la Madre di tutte le sorgenti ed il fiume si lascia andare, si
   disperde, confida di essere giunto alla meta e si mescola al mare.
   Ma l'azzurro è solo uno squarcio nel nero universo, un ennesimo sogno dentro il sogno il cui stesso
   universo è solo una parte del tutto, del Megaverso. Un tentativo di rivolta gestito male, un'illusione
   che vive di vita propria, sì, perchè è morte e genesi allo stesso tempo,
è madre e carnefice di tutte le acque, di tutti i fiumi, di tutte le vite.
   Ec il ciclo ricomincia; dalle profondità del mare l'acqua filtra, perde i sali. Le rocce le fanno da padre
   e la terra da balia nutrice, le sorgenti ritornano vive e di nuovo il rivolo nasce, immemore bambino
   pronto ad assorbire tutti i mali del mondo e tutto l'amore dei fiumi.
Ed infine diventare uomo
per poi un giorno ritornare al mare parte del tutto.

Home
E-M@il
Barzellette
LINKS