Ieri mattina il cielo era terso
e l'aria profumata. Oggi "stacco" mi dico, prendo Veronica ed in bici andiamo
nel parco del ticino. Il bosco mi chiamava.
Cosi` feci, Vero era contentissima.
L'anno scorso questo posto mi ispiro` un pezzo che alcuni si ricordano
di sicuro: "Il
ponte di legno"
Ed ecco che giungiamo nel bosco.
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Ci fermiamo nel silenzio della natura, quel silenzio che e` pieno di rumori, di vita. Il sottobosco emanava quel profumo inconfondibile di mille movimenti nascosti. Il sole brillava, ma a fatica si faceva strada fra le fronde. |
In mezzo agli alberi pozze d'acqua sorgiva, chiamate rogge riflettono i colori del bosco. |
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Veronica era impaziente di scorrazzare tra i sentieri |
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Il ponte ci stava aspettando sempre li` immobile. Unico passaggio per arrivare al fiume azzurro. | |
Il bosco pare ghermire ed allo stesso tempo permettere il passaggio |
Mi ritrovo in mezzo ai sassi, il sole batteva forte, ma l'aria era
frizzante, sento il calore delle pietre, il profumo del fiume, la forza
dei raggi che mi arrivano diretti. Il mio corpo sente il bisogno di abbracciare
quella forza, tolgo la maglietta, allungo le braccia al cielo e lascio
che quella forza entri in me. Ho la pelle d'oca, i capezzoli turgidi volgo
il viso in alto per assaporare, per assorbire tutto."Papa`..." dice veronica,
"che fai? Cosi` ti scotti come al solito. Io la guardo negl'occhi, occhi
felici, occhi belli, occhi 'miei' e le rispondo:
"Come puo` il figlio aver paura di suo padre?"
Il FIUME AZZURRO
Sul sentiero di ritorno incontriamo un cespuglio di more e ci rifocilliamo gustando la dolcezza di quei frutti che mi ricordano i tempi antichi, quando da ragazzino non perdevo l'occasione per andare a raccoglierle sulle sponde del naviglio di Milano.
Magenta nel verde |
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