Antonio Smareglia
Pola il 5 maggio1854 - Grado 15 aprile 1929

 

 

Nato a Pola le sue origini affondano però nell'Istria minore ma non per questo meno vera e nobile. Da parte paterna infatti le sue origini si rifanno a Dignano, città dell'Istria Meridionale dell'area linguistica istriota; mentre da parte materna  (Giulia Stiglic) ad Ica, piccola borgata di Laurana d’Istria più vicina all'altra radice storica dell'Istria, quella slava. Dal padre Francesco, che suonava il flicorno basso nella banda cittadina, e come vedremo in seguito dalla madre, erediterà la passione per la musica. Tale radici costituiranno l'humus da cui si nutrirà la sua musica che sarà in grado di fornire una sua originalità ricca sia della musicalità italiana, che degli impasti sinfonici di area mittle-europea oltre a rielaborare con sapienza gli echi folclorici sia del lato romanzo che slavo che gli provenivano dai suoi genitori, dalla cultura ricca e diversificata dell'Istria.

Antonio iniziò a frequentare le scuole elementari a Fiume poi a Capodistria ed infine a Pisino ove terminò la quarta elementare, dopo di che frequentò a Gorizia le scuole reali inferiori. Espulso da questa scuola per indisciplina venne mandato dal padre a studiare alle reali superiori del  Politecnico di Vienna. Bocciato all’ultima classe delle reali superiori di Vienna, fu mandato a Graz e iscritto a quel Politecnico come uditore, mentre nello stesso tempo avrebbe dovuto prepararsi per superare gli esami dell’ultimo corso delle Reali.

Come si vede da queste tormentato percorso scolastico il Nostro fu uno studente vivace che poco si applicava allo studio ed anche a Vienna e Graz, più che la scuola, lo attrasse il Teatro dell’opera e la Sala dei Concerti visto che la sua naturale indole lo portava a seguire l'estro musicale forse in questo, anche se involontariamente, contagiato dal padre, e così alla fine dell’anno scolastico se ne ritornò da Graz, ove aveva iniziato a studiare il piano, senza alcun attestato scolastico.

Nel 1871 si recò a Milano ove frequentò le lezioni private del maestro Franco Faccio che lo iniziò allo studio della Composizione. L’anno seguente si  iscrisse al Conservatorio e scrisse un lavoro in un atto, sotto il consiglio del maestro Faccio, La Caccia Lontana, composizione per voce e orchestra su libretto di Giovanni Pozza. Dopo 4 anni di Conservatorio, nel 1876, scrisse la sua prima opera Preziosa.  L’opera venne eseguita tre anni dopo al teatro Dal Verme di Milano, nell’autunno del 1879 ed  il successo fu così clamoroso da far decidere la Casa Editrice Lucca (oggi Ricordi) di acquistarla e stipulare con l’Autore un contratto.

Nel 1882 uscì la sua seconda opera Bianca da Cervia la cui prima esecuzione ebbe luogo al Teatro alla Scala di Milano e fu un grande successo di  pubblico tanto che ebbe ben 22 repliche.

Nel 1882 Smareglia a Pola sposa Maria Jetti Polla, nota per la sua bellezza, tanto da essere sopranominata la ‘stella dell’Istria‘, e che sarà la compagna fedele della sua vita.

La sua terza opera giovanile Re Nala fu rappresentata per la prima volta alla Fenice di Venezia nel 1887  non ottenendo però un particolare successo di pubblico. In queste sue prime opere Smareglia era rimasto nell'ambito della tradizione operistica italiana, con la sua successiva opera, il Vassallo di Szigeth, inizia il suo percorso musicale più personale accogliendo i nuovi spunti che la  musica di Mendelssonn, Schumann, Weber e Wagner diffondevano in Europa..

Il Vassallo, scritto inizialmente su libretto di Luigi Illica e G. Pozzo, venne  rappresentato con successo in lingua tedesca al Teatro Imperiale dell’Opera di Vienna, nel 1889 oltre che al prestigioso Metropolitan di New York.

Nel 1893, a Praga, in lingua ceca,  viene inoltre rappresentato il Cornill Schut su libretto di L. Illica, rifatto poi con il titolo di Pittori Fiamminghi.

Ritornato infine in Istria si stabilì a Dignano dal 1894 e fu lì che grazie ad Illica prese forma il libretto di quella che sarà la sua opera più famosa, Le Nozze Istriane. I due amici infatti avevano preso a vagabondare insieme per Dignano, Gallesano e dintorni avendo modo di conoscerne gli originali costumi nuziali, le usanze, le canzoni e la vivace e pittoresca parlata di quelle zone ove, insieme con Rovigno, era ancora vivo l'antico idioma istrioto.
 

L'opera ebbe la sua prima esecuzione al Teatro Verdi a Trieste nel 1895, poi  a Praga e Vienna, nel 1905 a Venezia alla Fenice, presente un entusiasta Puccini, ma le edizioni continueranno sino ai giorni nostri e sempre con un grande favore di pubblico.

Nel 1895  Smareglia si stabilì a Trieste e l'anno dopo, su parole di Silvio Benco, scrisse un Inno per banda e coro in occasione dello scoprimento, a Pirano, del monumento al grande violinista e compositore istriano Giuseppe Tartini.

La sua nuova opera, la Falena venne rappresentata a Vienna nel 1897 e a Trieste nel 1899, ottenendo un caloroso successo attirando sul'autore l'attenzione dello stesso Verdi.

All'apice del successo, mentre a Milano si accingeva a comporre  l’opera Oceana, venne colpito da cecità. Malattia che non gli impedì comunque di terminare l'opera che venne rappresentata nel 1903 alla Scala di Milano sotto la direzione del grande Maestro Arturo Toscanini.

A Trieste, nel 1906, iniziò a comporre la sua ultima opera, l'Abisso, su libretto di Silvio Benco, che completò nell'autunno del 1911 nell'isolamento di Dignano. L’opera, dedicata ad Arturo Toscanini, fu rappresentata alla Scala di Milano nel 1914 sotto la mirabile direzione di Tullio Serafin.

A Trieste dopo la perdita dell'amata moglie, avvenuta nel 1918, si dedicò alla composizione di musica sacra. Risalgono a tale periodo di amarezza e sconforto una Salveregina, un Pater Noster ed una Ave Maria.

Ormai  vecchio e stanco si ritirò a passare gli ultimi suoi giorni nella quiete di Grado ove ritrovò un pò di serenità come traspare anche in due sue piccole e graziose composizioni, quelle Canzoni  Gradesi, musicate sui liquidi versi di Biagio Marin, il grande poeta dialettale di Grado.

Nell'ambito di questa amicizia-collaborazione Biagio Marin chiese al Maestro in quale dei due ambienti culturali da lui frequentati negli anni della sua giovinezza e della maturità artistica, quello di Milano o quello viennese, lui avrebbe preferito vivere avendo dal compositore istriano questa significativa risposta:  "Io non avrei voluto  calarmi  né  di qua né di là, perchè vede, Marin, siamo di questa terra, così  commista  di genti  diverse,  e  ad  essa  appartengo: dove avrei dovuto veramente calarmi?"

Così  del  resto sono emblematiche queste sincere parole del Maestro quando racconta del tributo che deve la sua musica alla sua origine istriana ed alla madre slava: "Da  bambino io ho imparato da lei tante belle canzoni croate. Mia madre aveva una dolcissima voce, e quando me le cantava io restavo affascinato: mi prendeva tutto in quell'onda così calda, così melodiosa e io sono  rimasto con le radici dell'anima in quel canto... Forse non ci si è resi conto quanto di mia madre c'è nelle Nozze Istriane. Questo è il mio dono all'Istria, alla mia terra, alla mia gente, in tutti i suoi limiti."

E fù a Grado, il 15 aprile 1929, che in faccia ad una laguna ancora percossa da qualche brivido invernale la morte lo liberò dalle sue sofferenze fisiche e morali. Sarebbe  opera  meritoria riscoprire  la  musica  imperitura del grande maestro istriano  che,  come  il  Tommaseo  per  la Dalmazia,  univa in sè le due anime profonde dell'Istria, quella slava e quella italiana, onorandole ambedue al meglio visto che nel suo caso hanno unito la loro ricchezza culturale invece di dividersi in sterili nazionalismi.

Proprio  a questa riscoperta si sta dedicando con passione ed amore il maestro Luigi Donorà che sta curando l'edizione dell'Opera Omnia del maestro di Pola. Un significativo frutto di tale opera è l'edizione in cui in un unico CD, accompagnata al piano dal maestro Luigi Donorà, la soprano Wally Salio ci propone tutta la produzione cameristica di Antonio Smareglia nel 60^ della  morte: LIRICHE. Opera ancor più meritoria perchè tali opere erano del tutto inedite:

Lato A: Quattro Canti (1875); Nell'onde chiare - Ruba ai fior - Una mesta sospirando (ballata) - Deh! Spegni o Dio; Ruhelos (Senza pace!) (1896)  su versi di Felix Falzari -adatt. it. di L. Donorà; Barcaroila per pianoforte (1884);

Lato B: Tre canti Sacri: Salve Regina (1919 - postuma 1930) - Pater noster (1928) - Ave Maria (1929); Due canzoni gradesi (1928) su versi di Biagio Marin: Per le strae solesae - Co sarè morto.
 
 

Gianclaudio de Angelini

 
 
Pola, casa natale di Antonio Smareglia
Targa commemorativa bilingue

 
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Opere
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1876 - CACCIA LONTANA, composizione per voce e orchestra, su libretto di Giovanni Pozza, sotto la guida del suo maestro Franco Faccio. 
1876 - LEONORA, poema sinfonico, ispirato alla nota ballata del Bürger, eseguto all'esposizione di Parigi. 
1879 - PREZIOSA, opera su libretto tolto dall’omonimo di Longfellow, eseguita al Dal Verme di Milano; 
1882 - BIANCA DA CERVIA, opera, prima esecuzione al Teatro alla Scala di Milano; 
1887 - RE NALA, opera, prima esecuzione alla Fenice di Venezia; 
1889 - VASSALLO DI SZIGETH, opera, prima esecuzione in lingua tedesca al Teatro Imperiale dell’ Opera di Vienna;. 
1893 - CORNILL SCHUT, rifatto sotto il titolo PITTORI FIAMMINGHI, opera, prima esecuzione a Praga in lingua ceca; 
1895 - NOZZE ISTRIANE, opera su libretto di L. Illica, prima esecuzione al Teatro Verdi di Trieste; 
1897 - FALENA, opera, prima esecuzione a Vienna; 
1903 - OCEANA, opera, prima esecuzione alla Scala di Milano; 
1911 - ABISSO, opera, prima esecuzione alla Scala di Milano, 1914. 
1918/29 - SALVE REGINA, PATER NOSTER, AVE MARIA, CANZONI GRADESI su versi di Biagio Marin. 

 
Bibliografia
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1. LUCIA PALENA, L'opera di Antonio Smareglia  L. 5.000 - Mario Adda Editore,Bari. 

2. CHERSICLA BRUNO, E' Tornato Joyce. Iconografia triestina per Zois. Con  una  prefazione di G.C. Vigorelli e un commentario di Stelio Crise. Milano, Nuova  Rivista  Europea,  1982. In 8°, carton. edit., sovrac., pp. 132. Esemplare stampato  in  1200  copie  di  cui  350  per  il Comitato per l'Anno di Joyce di Trieste.  2  febbraio 1982, centesimo anniversario della nascita di James Joyce. Con 31 ill. b/n e col. dell'A. ritraenti personaggi del periodotriestino di J.J. e motivi della sua opera. Di questi personaggi e motivi tratta il commentario di S. Crise (fra gli altri: Svevo, "Anna Livia Plurabelle" [Livia Svevo Veneziani], Mario Tripcovich, Leopoldo e Amalia Popper, F.T. Marinetti, Pasquale Revoltella,  S.  Benco,  N. Vidacovich, A. Smareglia, T. Mayer, G. Sinico, Almidano Artifoni, Lucia,  Stanislaus e Giorgio Joyce, Nora Barnacle Joyce). £ 50.000 

3. GIANNI  GORIAntonio Smareglia: dal verismo contro il versismo, in Umberto Giordano e il verismo, Milano 1989, pp. 93-95.,  Antonio Smareglia: dal verismo contro il versismo, in Umberto Giordano e il verismo, Milano 1989, pp. 93-95. 


Bibliografia in Internet

1. AA.VV, : Miscellanea di spunti biografici su Antonio Smareglia;

2. FABIO VIDALI, "Gli ulissidi istriani della civiltà musicale: Tartini, Smareglia, Dallapiccola";

3. STELVIO MESTROVICH, "Tra Tartini e Dallapiccola: Antonio Smareglia, il piccolo genio istriano;
 


 
 
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