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    Dacia Maraini, Anna Salvo, Silvia Vigezzi Finzi "Madri e figlie - ieri e oggi" Edizioni Laterza
    a cura di Maddalena Tulanti
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
      
    “In una domenica di settembre del 2002 Dacia Maraini, Anna Salvo e Silvia Vigezzi Finzi si ritrovano insieme a Trani nel castello svevo”, racconta nell’introduzione a “Madri e figlie – Ieri e oggi” Giuseppe Laterza, presentando la manifestazione “Dialoghi di Trani”, incontri tra scrittori, organizzata da “Presidi del libro”, associazione di lettori della libreria “Maria del Porto”, Regione Puglia, Comune di Trani e alcuni privati e finalizzata “alla costruzione della società civile oltre che alla diffusione del piacere di leggere”. 
    L’incontro tra la scrittrice Dacia Maraini, la psicoterapeuta Anna Salvo e la docente di Psicologia dinamica Silvia Vigezzi Finzi è coordinato dalla giornalista Maddalena Tulanti. Il tema della maternità e del rapporto tra madri e figlie è affrontato in una lunga chiacchierata tra le quattro donne, tocca temi importanti e profondi, filtrati dalle esperienze diverse, dai differenti rapporti con le madri e come madri, reali o mancate, dal mondo in cui si è cresciute e si vive. 
    Emerge la difficoltà in un rapporto che risente di fattori sociali e culturali pesanti: l’enorme costo dell’emancipazione femminile, la difficoltà della madre di porsi come modello in un mondo pensato al maschile, la facilità per la figlia di vedere nella madre una perdente di fronte alla figura vincente del padre, la società che tende a mettere in competizione e in conflitto madri e figlie, le rinunce e i rancori che ne derivano e che incrinano e rendono difficile il rapporto, il dramma delle madri che negano la violenza sessuale di famigliari e amici sulle proprie figlie per mantenere l’unità della famiglia. 
    Spesso, come sottolinea Maraini, sono proprio le madri a non dare fiducia alle proprie figlie, negandogli una crescita serena. Vigezzi Finzi vede nell’anoressia un rifiuto della maternità, del proprio corpo materno come rifiuto della madre. Anche perché viviamo in una società che riconosce soltanto la maternità biologica, che rifiuta forme di maternità spirituale, culturale, la madre come soggetto creativo e non solo riproduttivo. 
    D’altra parte, “abbiamo pochi decenni di emancipazione alle spalle”, sottolinea Anna Salvo e la nascita di una bambina è ancora vista spesso come una delusione o una sconfitta e la bambina crescerà sentendosi inadeguata alle aspettative della comunità, della società, della famiglia. 
    Madri e figlie lontane e vicine, che si amano e che si odiano, che riescono a capirsi e ad accettarsi o rimangono per sempre lontane: la responsabilità è anche di chi, fino a pochi anni fa, ha dato poca importanza a questo fondamentale rapporto. 
    La strada da percorrere è ancora lunga, le difficoltà saranno ancora molte ma è importante che se ne sia cominciato a parlare. 
    Un libro denso di pensieri e di ragionamenti che saranno letti in modi diversi, ognuna con la propria esperienza alle spalle ma che non può lasciare indifferenti, che smuove sentimenti profondi. 
      
    gabriella bona 
   
 
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