MEDITAZIONE 
Lezione 8

“Veramente la meta è un meraviglioso premio; è raggiungere la felicità,
perché l’essere umano non conosce la felicità; conosce momenti più o meno
piacevoli, però transitori perché la felicità corrisponde all’eternità e la
maggior felicità è quella di avere Dio nel cuore”. [Victor Emanuel Chavez
(amico e discepolo del M° Samael Aun Weor) – Conferenza di Milano - Novembre
1994].

Non c’è posto per Dio nel cuore se questo è già pieno di orribili aggregati
psicologici.
La contemporanea presenza di Dio e degli Ego non è compatibile con la
Liberazione.
Per fortuna l’essere umano è in grado di provare momenti di estasi, di
rapimento mistico, di reale collegamento con qualcosa di DIVERSO, che sente
diverso dalla realtà quotidiana, che infonde coraggio, serenità, amore. Ma
queste sensazioni sono caratterizzate da un brutto comune denominatore: la
transitorietà.
Così come ben sintetizzato da Victor Emanuel Chavez la vera felicità NON E’
transitoria; se quindi in noi c’è squilibrio, se possiamo passare
indifferentemente da momenti “felici” a momenti in cui ci trasformiamo
perché in noi si manifesta ad esempio crudeltà, intolleranza o superbia
oppure se viviamo periodi in cui ci sentiamo in contrasto con tutti e con
tutto, ecco che noi NON SIAMO felici; è come navigare perennemente o in un
mare in tempesta (dominati impietosamente dagli Ego), o in periodi di
bonaccia (relativa tranquillità, ma caratterizzati da completa assenza di
stimoli spirituali ed in preda all’entropia – vedi lezione n. 4); ogni tanto
può apparire un timido raggio di sole, ma accade regolarmente che questo sia
costretto a lasciare presto il posto a queste due infelici realtà.
Come uscire quindi da questa schiavitù? Come approdare al porto della vera
felicità?
Nell’unico modo possibile, lavorando sodo con l’introspezione e operando un
RADICALE e RIVOLUZIONARIO LAVORO SU NOI STESSI che ci consenta di
DISTRUGGERE i nostri difetti.

Nella scorsa lezione abbiamo analizzato la PRIMA FASE del lavoro
introspettivo: la retrospezione e la scelta di una scena.
Come è andata la pratica? Avete notato come molti particolari delle vostre
giornate, pur essendovi accaduti, non avevano lasciato cosciente traccia
nella vostra mente? Vi siete scoperti nell’aspetto meccanico-ripetitivo?
Avete avuto sentore di come il passare degli avvenimenti depositi nella
nostra mente “strati” di influenze sensoriali su altri strati di influenze
sensoriali precedentemente  raccolti e così via, giorno dopo giorno, finendo
per farci percepire il mondo solo attraverso una prospettiva materialistica?
Siete riusciti ad inquadrare uno specifico momento in cui vi siete
riconosciuti particolarmente “egoici”?
Se le risposte sono state sì, allora siete pronti per i passi successivi. Se
invece avete avuto delle difficoltà, riprendete la lezione 7 ed avvicinatevi
alla presente solo quando avrete ottenuto risultati ottimali.

SECONDA FASE – Analisi della scena.
La scena che abbiamo scelto e che siamo riusciti ad inquadrare rappresenta
il nostro campo di battaglia. Il “nemico” è lì di fronte a noi. Ma prima di
attaccarlo e distruggerlo dobbiamo conoscerlo meglio, dobbiamo scoprire qual
è la sua forza e con quali armi può combatterci perché gli aspetti di esso
di cui non avremo piena conoscenza e comprensione rimarranno inviolati e non
riusciremo ad eliminarli così che essi continueranno a rappresentare per noi
un pericolo costante.
Per conoscerlo a fondo dobbiamo analizzare la scena con molta attenzione,
nulla deve sfuggirci; questa analisi non è più esclusivamente razionale come
nella prima fase, deve essere più profonda, riflessiva ed occorre
suddividerla su tre livelli:
1) il primo livello riguarda l’osservazione del proprio stato interiore
ANTERIORMENTE alla manifestazione dell’Ego; significa verificare in che
stato ci trovavamo prima; stavamo vivendo un normale stato di tranquillità o
eravamo già inquieti, agitati? Se eravamo alterati, perché? C’era quindi del
“terreno fertile” che potesse indurci più facilmente alla manifestazione
egoica?
2) il secondo livello riguarda l’analisi della manifestazione DURANTE il suo
svolgimento; per meglio intendere questa fase occorre ingerirsi in un’
interessante studio.
In una delle lezioni base del corso di Gnosi (“I cinque centri della
macchina umana”) si studiano cinque aspetti psico-fisiologici strettamente
legati alla nostra esistenza: tali aspetti (chiamati centri) sono: l’
emozionale, l’intellettuale, il motore, l’istintivo e il sessuale.
Ai fini di una corretta e profittevole riuscita della pratica che stiamo
studiando, occorre che assumiamo la conoscenza dei primi tre.
Quando un Ego si evidenzia in noi, per quanto appaia come un’unica
manifestazione, fa sentire la sua negativa influenza contemporaneamente in
tre centri: nell’emozionale (trasmettendoci molteplici sensazioni come ad
esempio agitazione, commozione ecc…), nell’intelletto (facendoci pensare
come meglio soddisfarlo), e, quasi sempre, nell’ambito puramente fisico, del
movimento, (attraverso l’azione fisica conseguente alla sua manifestazione).
Dobbiamo quindi analizzare dapprima - 2a  - come l’Ego si è manifestato nel
centro emozionale:
- Quale Io si è manifestato?
- Che desiderio voleva soddisfare?
- Con che sentimento?
- Quali sensazioni ci ha trasmesso?
Successivamente - 2b - l’analisi deve vertere nel centro intellettuale:
- Quali pensieri hanno accompagnato la scena?
- In che modo tali pensieri si sono formati per cercare di raggiungere lo
scopo voluto dall’Io?
- Ha cercato di autogiustificarsi?
- Se sì, cosa ha suggerito?
Ed infine dobbiamo verificare - 2c - come si è mosso l’Ego nel centro
motore:
- Quale azione abbiamo fisicamente intrapreso per soddisfarlo?
- Come abbiamo reagito?
3) Il terzo livello riguarda lo studio del proprio stato interiore DOPO la
manifestazione dell’Ego; significa verificare in che stato ci ha lasciato l’
Io dopo essersi soddisfatto; significa prendere consapevolezza del “sapore”
residuale susseguente l’esaurirsi della manifestazione egoica; siamo
frustrati? Soddisfatti? Svuotati? Stanchi ?

TERZA FASE – Comprensione dell’Ego e confronto con la virtù corrispondente.
L’approfondito studio sull’Io articolato sui tre livelli della seconda fase,
ci ha permesso di smascherarlo in ogni suo aspetto, dal più evidente, al più
nascosto. Pur tuttavia non è ancora sufficiente. Prima di distruggerlo
necessitiamo di applicare la terza fase del processo di introspezione:
dobbiamo “comprendere” l’Ego fino in fondo e confrontarlo con la sua virtù
corrispondente.
Dobbiamo cogliere, renderci conto, intuire, come la manifestazione dell’Ego
sia un ostacolo, come sia l’espressione della mancanza di noi stessi, come
sia il risultato dell’assenza di Coscienza.
E saremo facilitati in questo compito se confronteremo il nostro
atteggiamento con quello che avremmo assunto qualora invece dell’Io si fosse
espressa la Coscienza, qualora invece dell’Ego si fosse espressa la virtù
corrispondente.
Dedichiamoci per qualche minuto a questo per capire come tutto sarebbe stato
diverso e come le conseguenze del nostro atteggiamento sarebbero risultate
positive, o comunque neutre, anziché negative.
Per agevolare lo studio vediamo quali sono le virtù corrispondenti ai 7 vizi
capitali:
Superbia        ?       Umiltà
Ira             ?       Pazienza
Cupidigia       ?       Carità
Lussuria        ?       Castità
Gola            ?       Temperanza
Accidia ?       Diligenza
Invidia ?       Distacco dalle cose terrene

Con l’esaurirsi della terza fase dell’introspezione la lezione può terminare
qui. Essa è già abbastanza complessa. Ci dedicheremo allo studio della
quarta, ultima e fondamentale fase, la lezione prossima.
Concludo con le solite raccomandazioni sull’impegno da profondere nell’
applicazione delle pratiche. Rileggete ogni tanto le lezioni precedenti.
Quello che ho già scritto vi può aiutare sempre!

-TORNA-