MEDITAZIONE
Lezione 5
Al di là di tutto ciò che rappresenta per noi la Fede, è importantissimo, almeno all’inizio, riuscire a “toccare con mano” i propri successi. Nulla vi è di più convincente che SPERIMENTARE DIRETTAMENTE la fondatezza di quello che vi viene spiegato. Se, come mi auguro, siete riusciti ad applicare le tecniche meditative anche nel vivere quotidiano così come spiegatovi nell’ultima lezione, il risultato non potrà non essere che un accrescimento delle vostre capacità cognitive e di ricezione che faranno da volano per altre nuove e sempre più interessanti esperienze. Dobbiamo continuare così. Dobbiamo di giorno in giorno verificare la validità della pratica della meditazione con costante impegno e volontà. Nessuno ci regalerà nulla. Come amano narrare i saggi: “il Maestro può condurvi sulla soglia della porta ma non attraversarla per voi”. Lo sforzo ed il sacrificio sono quindi indispensabili. Con questa lezione termineremo il ciclo dello studio sulla respirazione. Abbiamo visto e saggiato quanto essa sia importante per la nostra esistenza e come, opportunatamente usata, ci consenta di migliorare il nostro livello qualitativo di vita. C’è però un altro importantissimo uso che possiamo fare della stessa. Attraverso opportune pratiche possiamo trattenere ed accumulare il PRANA, cioè rinvigorirci notevolmente rendendoci molto più resistenti sia sul piano psichico che su quello fisico. Vediamo innanzitutto cos’è il Prana. Il Prana (dal sanscrito: “soffio vitale”) è l’energia pura, l’energia cosmica, la vita, la forza vitale che impregna tutto il corpo vivente dell’ uomo. Essa si trova in tutto, dal singolo atomo sino al Sole e quindi anche nell’aria, è energia pura, è la causa di tutto. Ebbene tale meravigliosa sostanza, sconosciuta ai più, si può trattenere ed accumulare. Ma in quale occasione e come? In meditazione e con un adeguato esercizio di respirazione, praticando cioè il PRANAYAMA; vi sono diversi tipi di Pranayama, noi ne studieremo uno in particolare, rivelatoci dal venerabile Maestro gnostico Samael Aun Weor: il PRANAYAMA EGIZIO. Per espletare compiutamente la tecnica del pranayama egizio occorre praticare l’uso di alcuni MANTRA. Vediamo anch’essi cosa sono. All’inizio del Vangelo di Giovanni si dice:”In principio era il verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”. Ci viene dunque insegnato che il Verbo, la parola, è alla base della creazione dell’universo e vista la sua capitale importanza, è SACRO. Un uso corretto del verbo deve stare alla base di chiunque voglia intraprendere un cammino esoterico tendente alla liberazione; è un presupposto imprescindibile; un uso corrotto della parola è incompatibile con la rivoluzione della coscienza. Ebbene usare i Mantra è fare un uso ESATTO della parola. I mantra sono la saggia combinazione fonetica di lettere il cui suono determina effetti spirituali, animici e anche fisici; sono parole particolari pronunciate per produrre un certo effetto di tipo fisiologico e psichico. Sono parole di POTERE appartenenti al linguaggio primigenio usato prima che fossero conosciute tutte le lingue oggi parlate. La Gnosi insegna mantra per ogni tipo di necessità. In questa lezione, come accennato, studieremo quelli correlati all’ assimilazione del Prana. Sono mantra da vocalizzare mentalmente (per un’ evidente incompatibilità con la respirazione) ma non per questo meno importanti e produttivi. LA PRATICA DEL PRANAYAMA EGIZIO. Al solito sarà necessario raggiungere un buono stato di rilassamento; la postura non richiede esigenze particolari (si può stare seduti come da vostra abitudine), se non per l’orientamento che deve essere rivolto con il viso verso Est. Con la schiena diritta e gli occhi chiusi dobbiamo usare contemporaneamente CONCENTRAZIONE, RESPIRAZIONE, IMMAGINAZIONE e VOCALIZZAZIONE INTERNA. L’iter della pratica sarà diverso a seconda che il praticante sia un uomo o una donna in quanto i canali gangliari metafisici IDA e PINGALA (canali collocati lungo il percorso della colonna vertebrale che convogliano l’energia sessuale dalla zona degli organi sessuali sino al cervello ed il cui sfruttamento è fondamentale in questa pratica) sono invertiti nella donna rispetto all’uomo. Quindi con la mente ben concentrata nella pratica: UOMO: chiude la fossa nasale sinistra con il dito indice della mano destra, vocalizza il mantra TOM mentalmente (TOOOOOOOMMMMMM) mentre lentamente inspira il Prana dalla narice destra. Allo stesso tempo stringe gli sfinteri ed immagina che l’energia sessuale sale come una scintilla dalla zona degli organi sessuali lungo IDA e PINGALA fino a raggiungere il cervello e da qui alla zona dell’intracciglio (terzo occhio). Quindi trattiene il respiro per alcuni secondi chiudendo anche la fossa nasale destra con il pollice e pronuncia mentalmente il mantra SA (SSSSSSSSAAAAAAA) immaginando che l’ energia accumulata si trasmetta dal terzo occhio alla ghiandola pituitaria (al centro ed all’interno del cervello). Quindi rilascia gli sfinteri e l’ indice della mano destra liberando la narice sinistra (mentre trattiene chiusa la narice destra) ed espira lentamente l’aria trattenuta vocalizzando mentalmente il mantra HAM aspirando l’H (HHHHAAAAAAAAMMMMMMM). DONNA: tutto uguale ma a narici invertite. Inizia infatti chiudendo la narice destra con il pollice della mano destra, vocalizza, stringe gli sfinteri ed immagina la salita dell’energia sessuale; chiude la narice sinistra, trattiene, vocalizza, libera gli sfinteri, libera la narice destra ed espira vocalizzando sempre mentalmente. UOMO: terminato di espirare dalla narice sinistra ricomincia inspirando dalla stessa narice e compie lo stesso procedimento a narici invertite sostituendo solo il mantra SA con il mantra RA (RRRRRRRRRRRRAAAAAAAAAAAAAAAAAA con la R arrotata) . DONNA: terminato di espirare dalla narice destra ricomincia inspirando dalla stessa narice e compie tutto il procedimento a narici invertite sostituendo solo il mantra SA con il mantra RA. A questo punto il praticante ha eseguito un pranayama completo. Per la nostra pratica bisognerà eseguire SETTE di questi cicli. Una volta ultimati i cicli ci si inginocchierà sempre verso Est e appoggiando la fronte sulle mani aperte unite per i pollici con le palme appoggiate al suolo, si pronuncerà FISICAMENTE il mantra RA per sette volte. La pratica termina qui. Sicuramente non vi sarà sfuggito che in essa viene introdotto il concetto non solo dell’energia sessuale ma anche di un uso particolare di essa. Un uso non tradizionale ma trasmutato, ascendente e centripeto invece che discendente e centrifugo. Questo ciclo di lezioni non è la sede per trattare più diffusamente di quello che può essere definito un uso illuminato dell’energia sessuale; essa va spiegata e compresa non in una M.L. ma in una Scuola esoterica vera e propria; è giusto però che sappiate che c’è un uso diverso che si può fare di essa e che la Scuola Gnostica considera tale uso imprescindibile ai fini della riuscita nello sforzo di ritorno verso il Padre e quindi ai fini della liberazione dal ciclo di nascite e morti. Voi siete chiamati sinora a cogliere dal Pranayama egizio (che io ho ritenuto di spiegarvi integralmente per non mutilarlo arbitrariamente) quello che la vostra conoscenza può attualmente cogliere e cioè l’aspetto estremamente valido nel controllo della respirazione e della mente, nell’ aumento della concentrazione, della vitalità e della vigoria. E’ utilissimo. Se eseguito all’alba, rivolti al sorgere del sole, è fantastico per l’energia e la carica che conferisce. In ogni caso rinvigorisce sempre e prepara la mente per il Samadhi, lo stadio più elevato della meditazione, il vuoto illuminante, l’unione totale con il Divino. Avete un’altra settimana per fare in concreto quello che spiegavo all’inizio di questa lezione: SPERIMENTARE.