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SEX 19

Orge letterarie. Dalla Francia una schiera di scrittori, Michel Houellebecq e Catherine Millet in testa, rilanciano il sesso plurimo. Sfida estrema o cinico calcolo mediatico?

Trasgressioni alla moda
Trent'anni di moglie nuda
"La vie sexuelle de Catherine M.": opinione dei lettori
"Le particelle elementari": opinione dei lettori
Tutti insieme appassionatamente
Maschio occidentale ribellati
BOL Erotismo: illustrati, fumetti e narrativa erotica
BOL Sessualità: c'è sempre qualcosa di nuovo da imparare




TRASGRESSIONI ALLA MODA
In Francia parlano già di una "nuova corrente letteraria" o "nuovo realismo" che fa del corpo il personaggio principale di una serie di romanzi. Opere scostumate al limite della pornografia.

Corpi orgasmici, corpi malati (aids e compagnia), corpi in vendita, corpi che cercano altri corpi per accoppiarsi liberamente in plastiche composizioni multiple. Alina Reyes e Almudena Grandes sono educande al cospetto di colleghi che si chiamano Catherine Breillat, Nelly Arcan, Alain Sevestre, Luc Lang... Nomi, però, che non dicono nulla al popolo italiano. E' invece già noto e apprezzato da noi Michel Houellebecq che tre anni fa, con
"Le particelle elementari", fece rimbalzare per la prima volta in un romanzo un argomento di piccante attualità generalmente appannaggio delle cronache di costume: quello dei luoghi deputati alle ammucchiate e agli scambi di coppia. Argomento trattato (qui la novità) dall'interno, con la tranquilla precisione di chi racconta pratiche comuni.
Adesso lo ha superato una signora di cinquantatre anni. Catherine Millet, personaggio piuttosto noto nell'ambiente artistico parigino e internazionale, visto che fa di professione il critico d'arte, dirige un'importante rivista, Art Press, e ha curato l'allestimento dei padiglioni francesi di due Biennali, a San Paolo nel 1989 e a Venezia nel '95. Fin qui aveva scritto seri testi sull'arte contemporanea. Ora è diventata popolarissima con un romanzo autobiografico, "La vie sexuelle de Catherine M." (Seuil) uscito in Italia da Mondadori il 2 ottobre scorso. Vi racconta la sua vita sessuale, che ha una caratteristica innovativa rispetto ad altre confessioni del genere: Catherine Millet adora essere al centro di partouze, vale a dire avere molti partner a ogni incontrom in genere sconosciuti. "Mi è capitato di avere fino a trenta uomini a notte" dice "uno dopo l'altro o due o tre nello stesso tempo... si può parlare di migliaia di uomini. Posso dare un nome solo a una cinquantina".
Il libro è scioccante, ma anche molto interessante, come ogni opera che apre un nuovo orizzonte nel dicibile. Millet trasferisce nel campo letterario una pratica che nell'arte è diffusa, quella di esporre il proprio corpo o quello altrui in un'installazione. Si tratta di un romanzo sicuramante pornografico, ma che insieme sposta in avanti i confini della pornografia. E' giustamente scandaloso, riesce a ferire sentimenti e pudori che una volta si sarebbero definiti borghesi. Demolisce definitivamente un cliché duro a morire, quello che le donne non possano disgiungere la sessualità dall'amore.
Si apre sulla tendenza collezionistica di una Catherine bambina e sull'iniziazione sessuale a diciott'anni avvenuta con tre ragazzi e un'altra ragazza contemporaneamente e si chiude con una zoomata sui suoi genitali davanti alla telecamera del marito (che però non ha mai partecipato alle sue partouze). In mezzo stanno duecento pagine ad alto tasso erotico, in cui l'autrice si dà al lettore con la stessa semplicità e noncuranza con cui partecipa ai suoi amori di gruppo. Non c'è, sorprendentemente, alcuna mistica del sesso in queste pagine, nessun compiacimento di perdizione o ipocriti pentimenti. Semmai, ogni tanto, Millet indulge a qualche smargiassata da regina della fellatio, da prima della classe delle fatiche amorose. Ma sono piccole cadute in un libro tutto giocato sulla osservazione fredda dell'oggetto "sesso", praticato da una donna attenta a ogni sensazione.
Si va dal catalogo delle forme dell'organo sessuale maschile, con le diverse potenzialità del circonciso e di quello che circonciso non è, alla conta delle onde che montano nell'orgasmo femminile ("Il piacere viene da lontano, dal fondo profondo di questo lungo cunicolo dalle pareti bitorzolute e grigie, e si propaga fino all'apertura che si apre e si chiude come la mascella d'un pesce").
Tutto è descritto nel suo aspetto fisiologico e naturale, tanto che anche quando si tratta di valutare la voluttà che viene dal farlo in tre, l'autrice sinceramente dice: "Ci si divertiva nel formare un gruppo come... modelli all'Accademia, e ciò che attizza il piacere viene più dalla visione dei corpi così ben incastrati come pezzi del Meccano, che dal loro contatto. Presa in mezzo al sandwich, io però non vedevo granché".
Ciò che colpisce è la distanza innocente con cui l'autrice si racconta. Philippe Sollers è stato un suo convinto sostenitore e Josyane Savigneau, influente intellettuale francese che ha scritto fra l'altro una fondamentale biografia di Marguerite Yourcenar, ha parlato di "libro eccellente". Anche il guru del giornalismo culturale Bernard Pivot ha dato all'autrice la sua benedizione.
Accanto a questo coro entusiasta non sono mancati gli anatemi, che si possono riassumere nell'attacco di Christine Ferniot apparso sul mensile culturale Lire: "Catherine Millet è un'esibizionista che racconta nei dettagli come si fa prendere, da quanti uomini, dove e quando. Propone un libro tecnico e freddissimo nel quale il piacere è assente, mentre conta solo la necessità di partecipare alle orge... Se l'autrice non fosse una delle grandi sacerdotesse dell'arte contemporanea, nessun giornalista avrebbe dedicato una riga a un testo volontariamente ripetitivo... lontano da qualsiasi voluttà".
Che ci sia anche un cinico calcolo mediatico nell'esibizione che Millet fa della sua vita sessuale, è evidente. Soprattutto vista l'uscita incrociata del libro che suo marito, Jacques Henric, scrittore sperimentale e specialista del Surrealismo, ha dedicato al corpo nudo di sua moglie, frequentato per un trentennio. Nel libro di Catherine, l'unico uomo riconoscibile è proprio Jacques, pilastro accanto a Sollers della trasgressiva rivista letteraria Tel Quel, e che proprio all'amico Sollers avrebbe confessato dopo i primi incontri con Catherine alla fine degli anni 60: "Uff, mi sto innamorando di una che va a letto con tutti!". Eppure, questa coppia stravagante e libertaria ha retto nel tempo nel reciproco rispetto.
"Conoscendo sia lui che lei" commenta con simpatia Jacqueline Risset, scrittrice e critico letterario che vive tra Francia e Italia, "penso che abbiano voluto fare con i loro libri un gesto trasgressivo com'è tipico dell'arte che amano e frequentano". Risset, che ha apprezzato il romanzo di Millet, la descrive come "una delle persone più serie che io abbia incontrato. Ha grinta e rigore. Ed è anche un tipo riservato, con un aspetto da ragazzina perbene. Penso che anche nel modo con cui ha fatto questo romanzo non ci sia esibizionismo, ma serietà".



TRENT'ANNI DI MOGLIE NUDA
Testo sofisticato e fotografie da erotismo casalingo.

Una perfetta zuppa francese il romanzo "Légendes de Catherine M." di Jacques Henric, che di Catherine Millet è marito da trent'anni. Uscito da Denoel nel giugno scorso, è un libro in cui l'autore canta l'amore per l'oggetto Catherine, fotografata nuda lungo l'intero trentennio (e le foto sono puntualmente seminate fra le pagine). Foto da erotismo casalingo, di quelle che compaiono in certe riviste care agli scambisti. Mentre il testo è molto sofisticato. Per questo, "zuppa francese": doverose citazioni di Bataille, molte elucubrazioni sul sesso e sull'attitudine a darsi in giro a ripetizione e in incontri multipli della fenomenale Catherine; cinismo travestito da cultura, furbizia in veste di nevrosi, compiacimenti pornografici in salsa filosofica. Sul tutto una spruzzata di psicoanalisi.
Non c'è limite all'esibizionismo umano. Il romanzo dell'innamoratissimo marito, che si stupisce di quanto poco il corpo della moglie sia cambiato negli anni, è infatti uscito a distanza di poche settimane da quello di Millet. Risultato: scandalo raddoppiato, moltiplicato come negli specchi cari ai voyeur.
Probabile che Jacques e Catherine, che appartengono entrambi all'ambiente dell'arte, stravagante per definizione, ritengano di aver compiuto con le loro performance erotico-letterarie un atto artistico senza precedenti. Sul "senza precedenti" hanno senz'altro ragione.



"LA VIE SEXUELLE DE CATHERINE M.": OPINIONE DEI LETTORI
"La vita sessuale di Catherine M." - di Catherine Millet - Mondadori, pag. 216.



Nota:
Una donna libera si guarda, si rivela, si espone. E racconta con chiarezza sconvolgente la sua vita sessuale dall'adolescenza in poi, una vita fatta di promiscuità, sesso di gruppo con uomini senza nome e senza volto. Il bisogno di eros di Catherine M. non è diverso dal bisogno di mangiare e di dormire, e si esplica in ogni luogo (in club privati come al Bois de Boulogne, nel retro di un furgone o sul bordo di un'autostrada, nell'androne di un palazzo o in museo) e con le più diverse compagnie.
Libro scandalo che ha scatenato furiose polemiche in Francia, "La vita sessuale di Catherine M." è il frutto di un prodigioso sguardo su di sé che non provoca né vergogna né imbarazzo, e si impone per la "leggerezza", la precisione e l'eleganza con cui è scritto. Un libro di riappropriazione dell'eros che rompe vecchi stereotipi sulla donna e colpisce per la serenità con cui Catherine Millet si racconta, fino a svelarci senza pudori quel che c'è di più intimo, le sue fantasie e i suoi fantasmi sessuali, superando di gran lunga tutto ciò che una donna ha mai scritto sull'argomento.

Opinione dei lettori:
1 - Che noia! Assolutamente ingiustificato il successo di questo libro. Secondo me, una volta lette le prime dieci pagine lo si può riporre. Anzi, meglio, buttare. Un elenco infinito di accoppiamenti "gang bang" uno uguale all'altro, salve poche varianti. La Millet indubbiamente ha giocato sullo scandalo dell'uscire allo scoperto e gridare al mondo le proprie perversioni. Chissenefrega? Io no, soprattutto se nel libro - come in questo caso - non si parla, se non di passaggio, delle implicazioni di psicologia femminile che potevano essere l'unica cosa interessnte. Per il resto, secondo me è più sincero Rocco Siffredi.
2 - Un libro da non comprare. Tenendo fede al titolo, il libro, racconta della vita sessuale di questa donna. Nel titolo e' pero' omesso ogni riferimento a quanto questa possa essere noiosa e triste: una sequela di coiti raccontati in modo sciatto e spesso chiaramente scritti per compiacere un pubblico esclusivamente maschile. La malcelata intenzione dell'autrice di esibire la sua apertura in materia di sesso la porta ad uno stile narrativo sempre sopra le righe, inducendo nel lettore la sensazione opposta, di una visione del sesso scialba e nevrotica, ispirata piu' da ambizioni numeriche (quanti, per quante volte, in quanti posti, quanto a lungo ecc.) che non da credibili sentimenti di passione ed eccitazione erotica.
3 - Tanto rumore per nulla. Un elenco noioso di amplessi di vario genere fatti con l'entusiasmo e il sentimento di un centro di riproduzione animale. Senza desiderio, senza poesia. Scritto pure male. Leggetevi piuttosto la bella autobiografia di Giovanni Rovai, Memorie di un gigolò, oppure i libri di quell'intrigante Piero Chiara, specialmente Il bombardino del signor Camillo. Capirete cos'è il vero erotismo.



"LE PARTICELLE ELEMENTARI": OPINIONE DEI LETTORI
"Le particelle elementari" - di Michel Houellebecq - Bompiani, pag. 316.



Nota:
Le particelle elementari sono i costituenti più semplici della materia: ed è in esse che Michel Djerzinski, biologo molecolare vicino al Nobel, cerca il significato di una vita che gli sfugge. Ha quarant'anni, è figlio di una hippie che l'aveva abbandonato per fuggire in California, ed è un asceta della scienza, refrattario a qualunque emozione. Il suo sogno è clonare gli esseri umani per assicurare loro un asettico futuro di immortalità e perfezione. Michel ha un fratellastro, Bruno, il cui destino non potrebbe essere più diverso: insegnante di lettere razzista, ossessionato dal sesso. Due vite parallele destinate a incontrarsi.

Opinione dei lettori:
1 - Senza morale. Le particelle elementari è un libro che infastidisce. Non è un libro che si legge e non lascia il segno o, comunque, uno di quei libri che quando si terminano ci fanno sentire un pò più buoni. No. Si parla di uomini. E alla fine si scopre che si parla di noi. Due aspetti, due patologie, diametralmente opposte, che vivono in due fratellastri. E noi man mano che continuiamo a leggere il libro ci scopriamo un pò in uno e un pò nell'altro. Ci scopriamo un mix di aspetti che, anche se non si manifestano in forma patologica, ci proiettano in un mondo difettato. Il principio sul quale si basa il fondamento di tale teoria, in questo libro, è il rapporto sessuale e la sua utilità come sfogo animale e come germoglio per la procreazione. L'epilogo del libro è stato, dal mio punto di vista, stravolgente in termini di contenuto e di prestazione letteraria. Se il libro, prima della fine, non voleva assolutamente dettare nessun moralismo, ma voleva fotografare la realtà, la fine, lascia l'amaro in bocca per quanto meravigliosa e impossibile sia.



TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE
Il sesso libero e multiplo? E' un eden "socialdemocratico". Parola di Houellebecq.

E' uscito in Francia un suo nuovo romanzo sul turismo sessuale in Thailandia, in cui Michel Houellebecq fa l'elogio della prostituzione,
"Plateforme" (Flammarion, in Italia da Bompiani), ed è ancora una volta scandalo.
Tahar Ben Jelloun sulla Repubblica ne ha stigmatizzato i contenuti razzisti contro i musulmani e ha parlato di "romanzo abietto". Houellebecq non può fare a meno di essere un provocatore che, sempre secondo Ben Jelloun, "cerca di scrivere come Céline" senza averne la statura. Indubbiamente, nei suoi libri come nelle interviste, lo scrittore francese ha spesso tirate deliranti, indulge all'oscenità e all'offesa frontale, ma è fra i pochi capaci di parlare della vita sessuale contemporanea cogliendovi i sintomi della generale demotivazione a stare al mondo dell'umanità contemporanea.
Con "Le particelle elementari" descriveva con grande realismo ed efficacia gli eden del sesso libero, che considera luoghi "socialdemocratici" in cui anche i poco dotati sono accettati e ammessi al piacere. Sono i paradisi degli scambisti, club privé, campeggi new age, spiagge tardohippy. Si entra in una vasca, si accede a un salotto e tutti sono disponibili per tutti gli altri. Chi ama solo guardare può farlo. Non c'è bisogno di essere scelti, basta aggregarsi. Sono luoghi dove regna la gentilezza, la pazienza e il rispetto reciproco. Luoghi dove, sessualmente, tutto è permesso se non ci si fa del male fisico (il sadomaso è un capitolo a parte, sottogruppo per chi ama il genere liberamente scelto).
Nel film di Stanley Kubrick, "Eyes wide shut", l'amore di gruppo è rappresentato ancora secondo un'ottica ottocentasca. Non per nulla la pellicola è ispirata a "Doppio sogno" di Arthur Schnitzler del 1926.
Nei libri di Houellebecq e di Catherine Millet, l'ottica è moderna e antisentimentale, e la partouze diventa il simbolo, o il sintomo, della crisi dei valori su cui si basa la coppia tradizionale, la fedeltà prima di tutto.



MASCHIO OCCIDENTALE RIBELLATI
"Piattaforma. Nel centro del mondo" - di Michel Houellebecq - Bompiani, pag. 295.

Arriva circondato da un'aria di scandalo, un pò per le insistite scene erotiche, un pò perchè descrive i musulmani dediti a commerci carnali con i cammelli (ma ce n'è anche per i cinesi, secondo Houellebecq sporchi da non credere). Arriva accompagnato dal viatico di Philippe Sollers, che celebra "Piattaforma" come miglior libro dell'anno. Arriva con l'etichetta di scrittore céliniano, che in Francia è la pietra di paragone per tutti quelli che infrangono le regole della correttezza politica. Arriva in Italia dopo l'11 settembre, quando le pagine sull'attentato dei fondamentalisti al villaggio turistico suonano come una profezia.
Leggere "Piattaforma" come un romanzo e basta risulta difficile. Forse non è neanche quel che vorrebbe lo scrittore, abilissimo nel costruirsi addosso un personaggio scostante a colpi di querele, polemiche e risse. Quando scrisse
"Le particelle elementari", ambientato in un camping di scambisti, fu denunciato dall'offesissimo gestore di un locale. E scatenò le ire dei sessantottini. Perchè, secondo lui, tutti i guai tra maschi e femmine dervano dalla liberazione sessuale.
Al centro di "Piattaforma" troviamo il quarantenne Michel: solitario, piuttosto depresso, fa il contabile al ministero della Cultura. La morte del padre e la conseguente eredità lo spingono a distrarsi in Thailandia, dove ha una serie di incontri con le prostitute locali. Lì incontra anche la donna della sua vita, la bella Valérie, manager nel settore del turismo: non lagnosa, generosissima di sé, insuperabile sotto le lenzuola, gli strappa l'ammissione che "la felicità esiste".
Non è una trama particolarmente avvincente, infatti Houellebecq trasforma subito "Piattaforma" in un romanzo di idee. Michel non è solo Michel, ma il maschio occidentale: privo di passioni, incapace di amare, prigioniero del consumismo e vessato da femmine egoiste e insopportabili. Un pò di decadentismo fin-de-siècle e un tocco di sociologia completano il ritratto. Finché arriva il colpo di scena. Lo stanco Occidente può ritrovare qualche brivido frequentando i paesi poveri, dove le donne sanno ancora donarsi.
Il luogo deputato sono i villaggi turistici, da trasformare in bordelli perchè il trekking ormai non interessa a nessuno. Tanto sesso e una spietata descrizione dei vacanzieri intruppati non riescono però a cancellare l'idea di fondo: stiamo leggendo un romanzo impegnato, che preferisce la denuncia al racconto.



Nota:
Michel, quarant'anni, parigino, è un funzionario ministeriale spento e apatico, annoiato da tutto, incapace di emozioni. Appena colpito dalla morte del padre, ha deciso di partire: una vacanza in Thailandia, l'oblio, l'immersione in un paradiso di piacere. Nell'oasi del turismo sessuale, Michel vive un incontro di imprevista intensità: quello con Valérie, una dirigente di "Nouvelles Frontières". Nell'umanità ordinaria e insensata che da anni circonda Michel, Valérie è un'eccezione: è capace di piacere, sa vivere i suoi desideri, non insegue fantasmi. Tornato a Parigi, conquistato dalla vitalità di Valérie, Michel intraprende, con lei e un suo collega, un'avventura finanziaria: creare una rete mondiale di villaggi turistici in cui il sesso sia libero, i desideri in vendita, la prostituzione autorizzata. Il successo dell'iniziativa è immediato. Il precipitare in tragedia altrettanto. Vite annoiate, piaceri degenerati, occidentali disillusi, integralisti di ogni sorta - sullo sfondo di un amore autentico, assoluto. Un romanzo che, raccontando il cinismo erotico del mondo consumistico, ha immediatamente sconvolto la Francia. Lo sguardo raggelato delle "Particelle elementari", il grigio soffocante dell'"Estensione del dominio della lotta", l'ironia feroce e stralunata di chi sa cogliere, impietosamente, il non-senso ordinario degli umani commerci.