Catullo: il vino affoga la delusione d'amore, ma ravviva anche un'amicizia

 

Ragazzo, se versi un vino vecchio

riempine i calici del più amaro,

come vuole Postumia, la nostra regina

ubriaca più di un acino ubriaco.

E l’acqua se ne vada dove le pare

a rovinare il vino, lontano,

fra gli astemi: questo è vino puro.

 

Ieri, Licinio, per passare il tempo

ci siamo divertiti a improvvisare

sui miei quaderni in delizioso accordo.

Scrivendo versi abbiamo perso l'anima

a misurarci su questo o quel metro,

uno dopo l'altro, nell'allegria del vino.

E me ne sono andato di là incantato,

Licinio, dalla grazia del tuo spirito,

così stranito da scordarmi di cenare,

da non riuscire nemmeno a chiudere occhio:

vinto dall'emozione mi son rivoltato

dentro il letto smaniando che facesse giorno

per poterti parlare, per stare con te.

Ma ora che morto di stanchezza, il mio corpo

senza più forze sul letto ha trovato pace,

ho scritto per te, amico mio, questi versi,

perché tu potessi capire la mia pena.

Non essere sprezzante, non respingere

di grazia, occhi miei, le mie preghiere:

provocheresti il castigo di Nemesi.

È una dea terribile, non offenderla.

 

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