Anno 1 Numero 10 Mercoledì 12.06.02 ore 00.05 

  

Direttore Responsabile Guido Donati
 

Questione di metodo

di Dante Romanò

Il sistema di masticazione è composto da: denti, muscoli, articolazioni.
Ogni volta che il dentista si accinge ad intervenire sui denti, per cure, protesi, ortodonzia, dovrebbe per prima cosa esaminare il sistema in toto, evidenziando eventuali anomalie del sistema stesso, perché con il suo lavoro può migliorarne l'armonia o peggiorarla al punto tale da rendere molto difficile la vita di relazione al paziente stesso.
La cosiddetta sindrome di Costen o sindrome algico disfunzionale dell'articolazione temporo-mandibolare può essere la conseguenza di un approccio sbagliato da parte dello specialista; sbagliato nel senso che il suo intervento è stato effettuato senza tener conto dell'armonia del sistema che, in quanto tale, deve essere considerato come un unicum lavorativo.
In altre parole è impensabile credere che noi,l avorando sui denti, non riusciamo ad influenzare le altre componenti del sistema. 
I denti e l'occlusione sono perfettamente paragonabili ai

 

 

 

 

piedi e alla deambulazione. Sono gli unici due momenti in cui si chiudono le catene cinetiche, gli unici due momenti in cui il movimento di una parte del corpo si può trasferire ad altre parti. 
Ecco perché a volte si può fare un lavoro magari esteticamente ineccepibile (parlo di protesi e di ortodonzia) ma, non essendo compatibile con la realtà funzionale di tutto il sistema, può creare dei seri problemi al paziente. Danni che vanno da cefalee muscolo tensive, vertigini, dolori diffusi alla colonna cervicale, alle spalle, ipoacusia,  nistagmo, difficoltà alla deglutizione, dolore irradiato sino all'orecchio ed altro.
Bel quadro eh? Anche perché la diagnosi molte volte è ritardata dal fatto che il paziente di volta in volta si rivolge a specialisti diversi: otorino, reumatologo, neurologo, ortopedico........ e alla fine psichiatra.
Si perché alla fine si finisce con il pensare che tutti questi sintomi facciano parte di una sorte di nevrosi, se non di psicosi del paziente stesso.
Ma questo, invece, è o non è la conseguenza di un metodo di lavoro sbagliato? 

 

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