*** Mare Ionio, Italia 19 a.C. <> La porta si aprì e la ragazza entrò in punta di piedi. "Mi avete fatto chiamare? Avete bisogno?" L'uomo annuì. "Siediti, fanciulla." Le sorrise. "Mi ricordi tanto una ragazza che ho conosciuto quando ancora abitavo ad Andes. Mi riporti indietro a quell'epoca, Leuconoe. Te ne sono grato." Prese un profondo respiro. "Quanto manca a Brindisi?" "Un paio d'ore, non di più. La tempesta proviene da oriente, ci sta spingendo verso i nostri lidi." "Devo affidarti due importanti compiti." "A me?" chiese stupita la ragazza. Lui sorrise. "Chi più di una fanciulla dalla mente candida può ricevere l'assoluta conoscenza?" "Signore, io non credo di essere all'altezza di..." "Shhh... ora ascolta. Non manca molto alla mia dipartita verso un mondo che trascende questo." "Non parlate così, vi prego." Lui rise amaramente. "No, ormai è giunta la fine, lo sento." "Andrò a chiamare l'Imperatore Augusto, mi ha raccomandato di..." "No..." Lui mise una mano sulla sua. "Augusto non capisce niente, non ha mai capito niente. E' un condottiero, degno figlio di suo padre, perfetto alunno dei suoi maestri. Fermati ancora accanto a me, per qualche istante. Devo solo... parlarti." "Signore, io apprezzo la vostra poesia, la amo con tutto il mio cuore. Ma non mi diletto di filosofia, non capisco i vostri discorsi sulla sapienza." "Nemmeno io, fanciulla." Sorrise. Estrasse una catenella, da cui pendeva una pietra traslucida dalla forma circolare. "Questo... è il mio dono per quello che hai fatto per me..." "Io non ho fatto..." "Shhh... Riconosco in te la donna. Ti aprirà porte che ti condurranno a capire molte più cose di quante non potrei spiegartene io... Prendila... E tienila con te. Dàlla solo a una persona speciale... E ricordati che tu lo sei." Sospirò. "Ora chiama Augusto, ti prego." Chiuse gli occhi, ormai stanco. Lei si mise la catenina al collo, infilandola sotto la tunica. Si alzò e andò verso la porta, ma si fermò sulla soglia. "Il secondo compito, signore. Qual era?" L'uomo aprì gli occhi. "Quasi dimenticavo. Fa' distruggere l'Eneide. E' incompleta." <> *** Damasco, Siria 43 d.C. "Riconosco in te l'uomo." Che cosa voleva dire la vecchia con quelle parole? Il cavallo avanzava sulla strada sterrata, alzando leggere nuvole di polvere con gli zoccoli. "Riconosco in te l'uomo." Sorrise. "Sono un uomo, vecchia. E lo dimostro." Ma che diavolo era quella pietra che gli aveva dato? La estrasse dalla borsa, mentre con una mano teneva le redini. "Forse la catenina è d'oro, ne potrò ricavare un paio di monete..." sussurrò fra sé e sé. "Ma questo ciondolo è curioso. Potrebbe essere cristallo, non mi sembra un diamante, viste le sfumature azzurre. Potrebbe essere uno zaffiro." Lo alzò, per guardarlo controluce. "Cos'è quella..." Chiuse gli occhi, ritraendosi di scatto. Urlò, cadendo da cavallo. Restò immobile a terra per diverso tempo, senza avere il coraggio di alzarsi. Quindi lentamente aprì gli occhi. Il cavallo era fermo, come se lo stesse aspettando. Il cielo era ancora chiaro, chiazzato di leggere nuvole bianche. La pietra era a terra, accanto a lui. La raccolse. La osservò per qualche istante, stupefatto. Quindi se la mise al collo e si alzò in piedi. Andò verso il cavallo e appoggiò le mani sulla sella per montare. Poi alzò lo sguardo al cielo. Le parole ancora risuonavano nella sua mente: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" *** Monica M. Castiglioni Somniorum Materies (La Materia dei Sogni) X-3MC01030201 *** Questo racconto è dedicato a quattro miei professori delle scuole superiori: Antonio Carlisi, Delia Dagnino, Luigi Perrotta, Renzo Romano (in ordine alfabetico) E' grazie alla loro passione e severità nell'insegnare che io ho imparato a scrivere. E a insegnare. Il monologo iniziale di Virgilio è nato nel 1993, in seguito a un sogno che ho fatto dopo la richiesta della mia prof. di Latino, Dagnino, di scrivere un pensiero di Didone durante il periodo fantastico in cui abbiamo studiato Virgilio. Deve anche una buona parte a "La Morte di Virgilio" di Hermann Broch. Per questo devo ringraziare mia sorella Paola, per averlo letto e per avermene parlato. *** L'edificio senza fondamenta della mia visione Si dissolse nell'aria, nell'aria sottile Della stessa materia di cui son fatti i sogni. (E.A.Abbott, "Flatlandia") *** *** Fairfax, Virginia 1999, 2:13 a.m. La guardia era appena passata per il suo giro. Aveva dieci minuti buoni. Appiccicò la ventosa sul vetro, quindi fece roteare lentamente la punta di diamante. Gli diede un colpetto e il vetro cedette. Tirò la maniglia e aprì la porta. Si infilò nella casa camminando silenziosamente. Girò a destra, imboccando un corridoio scuro. Il raggio della torcia illuminò una porta chiusa. L'aprì senza fare rumore ed entrò. Eccolo. Si accovacciò accanto alla scrivania. Sapientemente aprì la serratura e tirò il cassetto. Estrasse il CD-ROM e se lo mise in tasca. Si alzò in piedi. Il raggio della torcia andò a colpire un oggetto lucido nella cristalliera davanti a lui. L'aprì e raccolse l'oggetto. Lo osservò per qualche istante. Assomigliava vagamente al CD che aveva appena rubato. Era molto bello... Stupendo, quasi ipnotico... Uno in più, uno in meno. Se lo mise in tasca e uscì rapidamente dalla casa. Salì in macchina e avviò il motore. La pietra gli bruciava nella tasca. C'era qualcosa di sbagliato, ancora peggio che sottrarre il CD... -Chris, che hai fatto?- si chiese. Continuò a guidare. Arrivato al luogo dell'appuntamento, vide che loro erano già presenti. Scese lentamente dalla macchina. "Ha il CD?" Chris annuì. Infilò la mano nella tasca e, sfiorando la pietra, prese il disco. "Cosa c'è di così importante?" "Niente che la riguardi." rispose uno dei quattro. "Be', i soldi?" Un altro uomo gli passò una spessa busta. "Ci sono tutti?" "Può contarli." Estrasse una pistola. "Ma non le servirà." Sparò. Chris cadde a terra, senza riuscire a urlare. Sentì gli uomini allontanarsi in automobile, quindi silenzio. -Sto morendo?- si chiese, sentendo il sangue scivolare tra le sue dita. Il silenzio non era ancora assoluto. Poteva sentire il proprio cuore battere, le auto passare in lontananza, troppo distanti da lui per poterlo salvare. Cercò di premere sulla ferita, ma le forze lo stavano abbandonando. Sentì qualcosa di duro e lentamente riuscì ad estrarre la pietra dalla tasca. La osservò alla luce fioca dei lampioni del vicolo. E a quel punto trovò la forza di urlare. *** FBI - Quartier Generale di Washington Dieci giorni dopo, 12:30 p.m. Scully si fermò davanti alla porta dell'ufficio degli X-Files, sentendo una voce sconosciuta provenire dall'interno. Era una bella voce di donna. Abbassò la maniglia ed entrò nell'ufficio, individuando subito l'intrusa seduta davanti alla scrivania di un Mulder sorridente. "Non è ancora detta l'ultima parola." stava dicendo lui. Quindi alzò lo sguardo verso la collega. "Oh, Scully." Dana fece un accenno di sorriso, lanciandogli il suo miglior sguardo interrogativo: 'Chi è la bionda?' La donna si alzò in piedi e si girò, rivelandosi poco più bassa di Mulder. "Salve." disse, con voce cordiale. "Lei è la mia collega, l'agente Scully." fece lui, arrivandole accanto. "Scully, lei è Adhara Abbott, lavora come ricercatrice alla MSD, l'istituto di ricerca genetica." Scully le strinse la mano. "Piacere, agente Scully." la donna sorrise. "Adhara è qui per il furto di un importante CD avvenuto dieci giorni fa." riprese Mulder. "Skinner ci ha affidato il caso, ha richiesto massima discrezione." "Cosa conteneva il CD?" chiese Scully, girando intorno alla scrivania. Adhara lanciò uno sguardo preoccupato a Mulder. "I dati sono riservati. Adhara sta sviluppando una ricerca per la MSD, che ha richiesto la maggior riservatezza possibile." "Capisco." fece Scully. "Anche se sarà un problema senza avere nemmeno una vaga idea di quali interessi possano esserci a riguardo." La donna annuì e rispose: "Lo so, purtroppo i miei superiori si sono raccomandati che non ci fossero fughe di notizie e... sapete com'è." Scully alzò un sopracciglio, ma proseguì: "Era l'unica copia che avevate?" "L'unica aggiornata, sì. Non teniamo nulla su disco rigido, per timore degli hacker." Abbott sospirò. "C'è anche un'altra cosa: il CD è stato rubato dal mio studio privato, nella mia casa. L'avevo chiuso in un cassetto e visto che è stato scassinato solo quello, ho motivo di pensare che chiunque se ne sia impadronito sapesse bene dove cercare. Mi è stato sottratto anche questo." Passò a Mulder una fotografia che ritraeva un uomo con in braccio una bambina bionda. In una mano teneva un ciondolo rotondo, fatto di pietra o vetro chiaro. "Apparteneva a mio padre." "Era assicurato?" chiese Dana. La donna scosse la testa. "A dire la verità non ho mai pensato che qualcuno potesse rubarmelo. Ha le rifiniture in oro, ma non è una pietra preziosa. E' vetro o qualche altro tipo di materiale non prezioso... non glielo so dire, non l'abbiamo mai fatto esaminare. Ma è un ricordo di famiglia. Mio padre lo comprò in un mercatino a Calcutta. E naturalmente mi chiedo come mai sia sparito insieme al CD." Mulder lanciò un'occhiata all'orologio. "Be', perché non andiamo a parlarne a pranzo? Comincio ad avere fame." *** Ospedale di Circolo di Washington Un settimana prima, 12:43 p.m. Chris sollevò una mano, andando a toccare un punto dolente del petto. "Salve." una voce allegra lo salutò. Lui sobbalzò sul letto, pensando a una via di fuga, ma poi si accorse che la donna che l'aveva appena salutato era un medico. "Dove sono?" chiese con voce roca. "Come si sente? E' all'ospedale. Qualcuno ieri le ha sparato. Ricorda l'aggressore?" Lui scosse la testa. "Credo che... volesse il mio... portafoglio..." "OK. Deve riposare, ora..." "A-aspetti... c'era... un... ciondolo...?" "Non ne ho idea..." "Può... controllare... per me? E' importante..." "Sì, d'accordo, lo farò. Ma ora lei riposi. E' un miracolo che si sia rimesso così in fretta. Ed è una fortuna che sia riuscito ad urlare!" La donna sorrise ed uscì. Chris respirò a fondo, sentendo i tessuti forati stirarsi intorno alle suture. "Non può essere vero..." sussurrò. *** Ristorante Stella Una settimana dopo, 1:12 p.m. Scully stava finendo il pesce senza alcun interesse per il cibo, né per la conversazione. Aveva la nausea e i nervi a fiori di pelle, anche se, naturalmente, dava tutta l'impressione di avere il pieno controllo di sé. Mulder e Abbott non avevano nemmeno per un momento sfiorato l'argomento del caso. Erano stati compagni alle scuole superiori. Abbott era riuscita ad entrare alla MSD, un importante centro di ricerca scientifica sulla genetica. E a tavola, fino a quel momento, non avevano fatto altro che ricordare i 'bei vecchi tempi'. Scully cominciava a non poterne più. Aveva cercato di tirare il discorso sul caso, ma i suoi sforzi erano stati vani. Ingoiò l'ultimo boccone di pesce, quindi lanciò uno sguardo indagatore verso la donna. Non era bionda naturale, ma probabilmente le era bastato poco per sembrarlo. Era alta e aveva occhi azzurri chiarissimi, labbra perfette e un modo di fare elegante e provocante allo stesso tempo. Scully chiuse gli occhi per un istante, quindi sentì Mulder ridere. Cercò di riportare l'attenzione sul discorso, ma la situazione era quasi surreale. -Dio, quanto vi odio tutti e due.- pensò. Sapeva bene che non era vero, ma ora si sentiva un po' meglio. Quando, mezz'ora dopo, esaurito ogni argomento, Abbott propose di andare a vedere il suo ufficio. Mulder acconsentì entusiasta, -Fin troppo- si disse Scully. Usciti dal ristorante, Dana si avvicinò al collega. "Mulder... avrei quell'appuntamento in ospedale e non credo di fare in tempo a venire sul luogo..." "Oh, già..." replicò lui. "Dimenticavo. Be', non c'è problema. Posso andare io. Ti farò sapere." Detto ciò, si allontanò con Adhara, che salutò Dana cordialmente con un sorriso. Lei li guardò allontanarsi in auto per qualche istante e solo quando furono fuori dalla sua visuale, si rese conto di essere rimasta a piedi. *** Spoleto, Italia 1205 d.C. L'odore di candele profumava l'aria calda e febbricitante. Si scostò le coperte, accaldato, ma poi le dovette a fatica riprendere, dato il freddo che il sudore gli lasciava addosso. "Francesco?" "Che volete, vecchio?" chiese, osservando la figura appena apparsa nella stanza. "Sono malato, non vedete? Sto per morire." "Stai delirando." "Sto male, andatevene." "No. Io riconosco in te l'uomo, Francesco." "Vi prego, lasciatemi morire da solo. E' il frutto della guerra, ora sto per lasciare questo mondo." L'anziano si abbassò accanto alla branda dell'uomo ed estrasse una pietra da una tasca. "Questa è per te, Francesco." "Portatela a mio padre, vi prego..." "No. E' per te. Tu sei destinato a grandi cose." Il giovane scoppiò in una risata interrotta da colpi di tosse. "Delirate più di me, vecchio pazzo. Ma lo accetto, se ci tenete. E vi ringrazio. Almeno, con la vostra ostinazione avete portato risa in questo corpo morente." Il vecchio sorrise e scosse la testa. "Non morirai, Francesco." Detto ciò, si alzò e uscì. Il giovane chiuse gli occhi per qualche istante, poi li riaprì. Sentiva di nuovo caldo e freddo assieme. Prese in mano la pietra che gli era appena stata donata. Non era particolarmente bella, ma aveva qualcosa di strano. La fissò per alcuni istanti, poi si mise a sedere. Quindi si alzò in piedi e uscì di corsa dalla tenda: "Vecchio!" chiamò. "Sono guarito. Vi prego, tornate con me ad Assisi." *** Ospedale di Circolo di Washington 1999, 4:04 p.m. La dottoressa Kate Jenskins si sedette alla scrivania. "Gli esami vanno bene, Dana." disse. "Ma questo lo saprai già." Scully annuì. "Sì. E' tutto ok." Fece per alzarsi, ma Jenskins la fermò. "Aspetta. Siediti." "Kate, devo andare." "Al lavoro? Dana, siediti." Scully sospirò leggermente. "Cosa c'è?" "Sei stressata. Lo vedo lontano un miglio." Dana si mosse a disagio sulla sedia. "Cosa ti succede?" "Niente, sono... solo stanca di questi esami." "Sei un medico, Dana..." "Ok, adesso devo andare. Ho un sacco di lavoro da fare ed è urgente." Si alzò e uscì dall'ufficio prima che Jenskins potesse dir altro. Camminò speditamente fino all'ascensore, quindi estrasse dalla tasca gli esiti degli esami. Mentre cercava di concentrarsi sulle scritte, non poteva fare altro che pensare a Adhara Abbott... assieme a Mulder. Si morse un labbro e uscì con le altre persone dall'ascensore. Camminò lungo il corridoio e solo alla fine si accorse di essere scesa solo fino al secondo piano. Con un gesto nervoso infilò i fogli nella tasca interna del cappotto, quindi tornò indietro. Girò l'angolo e si scontrò con un uomo. "Oh, mi scusi." disse. "Oh... colpa mia." replicò lui. "Lei è un medico?" Scully alzò lo sguardo sul volto dell'uomo. Aveva capelli neri e occhi scuri che la guardavano con un intensità incredibile. "S-sì..." sussurrò lei. "Ah, grazie a Dio. Vorrei uscire di qui... ormai sto bene." "Oh... Mi... mi spiace... io non lavoro qui. Ma... posso trovarle qualcuno." L'uomo annuì. "Grazie." disse. Scully sorrise leggermente e si allontanò per cercare un medico. Lui rientrò nella stanza e raccolse le sue ultime cose. La ferita ancora gli faceva male, ma ormai era guarito. Ora doveva scappare. Sarebbe andato lontano, non sapeva dove, forse in Europa. "Signore?" La voce della donna che era andata a sbattergli contro poco prima lo chiamò dalla porta. "Un medico sta arrivando per dimetterla." Prese in mano la giacca e le sorrise. "Grazie. E' stata molto gentile." "Non c'è di che." replicò lei. "Posso... offrirle un caffè o... qualcosa da bere?" Scully aprì la bocca per declinare l'offerta, ma ne uscì solo: "Volentieri." Un medico si infilò nella stanza: "Allora, è certo di star bene?" Dana sorrise all'uomo e uscì. *** Casa di Adhara Abbott 5:25 p.m. "Fox?" Mulder sospirò e si districò da sotto la scrivania. "Allora? Che ne pensi?" L'agente scosse la testa: "Il lavoro è stato fatto da un professionista, Adhara. Non ha lasciato in giro tracce di alcun tipo." Si alzò in piedi davanti a lei. "Allora, che c'è sotto? Un lavoretto del genere, fatto così bene, non lo mettono in atto per un pezzo di vetro e un paio di MP3. Che cosa c'è su quel disco?" Abbott abbassò lo sguardo e rimase in silenzio per qualche istante. "Fox, sto lavorando per la CIA. Ricerche sull'eugenetica." "Adhara..." "Lo sai che è sempre stata la mia passione..." "Adhara, su che cosa stai lavorando?" "Fox, ti prego..." Alzò lo sguardo, i suoi occhi erano pieni di lacrime. "Non posso dirtelo..." Allungò una mano verso il suo volto. "Non posso, mi dispiace..." "C'è sempre stata questa distanza tra di noi..." La donna gli accarezzò una guancia. "Ho solo il mio lavoro, Fox... Se perderò anche quello... non avrò più niente..." *** PCTools bar 7:07 p.m. Quella donna era ipnotica. Non era semplicemente bella... aveva qualcosa di particolare. Il modo in cui camminava, come beveva la sua tazza di caffè. Il suo fare timido ma sicuro. Quel caratteristico gesto di tirarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Spero che si sia rimesso bene." disse Scully, appoggiando la tazza sul piattino. "Sì... sì, grazie. Perfettamente." sorrise. "Non mi sono presentato... Chris Drake." "Dana Scully." sorrise lei, allungando una mano. L'uomo gliela strinse e in quel momento capì. La fissò a lungo e solo quando Dana si alzò e lo ringraziò per il caffè, riuscì a sussurrare: "Riconosco in te la donna." "Come?" chiese Scully. "Oh... grazie dell'aiuto e... della compagnia." Scully sorrise. "Grazie a lei del caffè." Chris la vide allontanarsi. Quindi sorrise. Per fortuna era un professionista. Sorridendo, alzò tra le dita il distintivo di Scully. *** Appartamento di Dana Scully 3:21 a.m. Scully si svegliò di soprassalto, ritrovandosi in un lago di sudore. "Oh mio Dio..." sussurrò. Accese la luce e si mise a sedere. Si passò la lingua sulle labbra. -Oh Dio, Dana, a cosa stai pensando?- Si alzò in piedi e andò in bagno. Si sciacquò il volto con l'acqua fredda, cercando di scacciare le visioni del sogno. Si asciugò e si guardò nello specchio. Aveva il pigiama sbottonato e il suo volto era arrossato. I suoi capelli erano scompigliati in onde disperse e sensuali. Chiuse gli occhi per rivivere ancora per qualche istante il sogno con Chris. Un sogno erotico con uno sconosciuto. Da dove veniva? Scully scosse la testa e tornò a letto. Era colpa di Mulder. Di Mulder e di Abbott. Scully chiuse gli occhi. C'era qualcosa che non andava. Era stata in compagnia di quell'uomo per non più di mezz'ora e adesso... Dana si girò nel letto e strinse le coperte. -Smetti di pensare e dormi.- *** FBI - Quartier Generale di Washington 8:27 a.m. "Agente Scully?" Dana si sentì chiamare e si fermò poco prima di entrare. Si girò e riconobbe l'uomo della sera precedente. Sentì il cuore iniziare a battere di colpo più forte. "Salve." sorrise, lanciandogli uno sguardo interrogativo. Come sapeva che era un'agente e come mai era lì? "Mi scusi se... se la disturbo..." disse lui ed estrasse il distintivo. "Ha lasciato questo al bar ieri sera..." "Oh... Grazie." Scully sorrise. "E' venuto fin qui solo per questo?" Chris le passò il distintivo e fece in modo di sfiorarle la mano. "Ero già nei paraggi... glielo avrei riportato ieri sera, ma ho trovato un amico al bar e siamo stati a parlare fino a tardi... l'ho trovato alle dieci, non mi sembrava opportuno cercarla a quell'ora." Scully annuì. "Grazie... è stato davvero gentile." "Buon lavoro, allora." "Altrettanto." Dana si obbligò a girarsi per andarsene, allontanarsi, forse per sempre, dalla vista di Chris. Ma lui la richiamò. "Agente Scully?" Dana si voltò quasi di scatto: "Sì?" "Non vorrei sembrare... hm... invadente... ma le andrebbe di uscire a cena, questa sera?" -No. No. No. No, mi spiace. Devo uscire con...- "Sì, sarebbe bello." Drake sorrise. "Bene... allora... dove... dove vuole che andiamo?" -No, mi spiace, mi viene in mente ora che ho un appuntamento...- "Dove preferisce..." "Mi dica lei..." -Non lo so, no, non posso, non credo sia una buona idea...- "Il Ristorante Stella... è un posto molto carino." "Va bene alle sette?" -No, troppo tardi, troppo presto, troppo... no, non posso.- "Sì, perfetto." Lo guardò allontanarsi, quindi si diresse verso i sotterranei. "Allora," esordì entrando in ufficio. "hai trovato qualche cosa di interessante ieri?" Mulder annuì. "Ho qualche ipotesi. Di certo chiunque abbia preso il CD e la pietra è un professionista dello scasso. Il vetro era tagliato a regola d'arte, l'antifurto messo fuori uso e la serratura è stata aperta senza essere rovinata." "Che cosa contiene il CD?" "Non ne ho idea, Adhara si rifiuta di dirmelo, la MSD non ne ha messo al corrente nemmeno Skinner." "Qualche sospetto?" "Spionaggio, almeno così crediamo." -Crediamo... Tu e Abbott?!- "Probabilmente qualcuno che cerca di usare le scoperte di Adhara." "Che scoperte sono?" Mulder scrollò le spalle. "Non lo so. Comunque, è più interessante questa pietra." Le passò la foto. "Si dice sia appartenuto a grandi personaggi della storia umana." "Chi lo dice? Adhara Abbott? Pensavo fosse una biologa, non una s torica." Mulder strizzò un sorrisetto: "Ti sento scettica." "E' una novità?" *** 1555 d.C. Avila, Spagna "Fermati dove sei." La ragazza si bloccò davanti alla porta e si girò. "Stavo solo andando a chiedere a Sorella Teresa di darmi qualche indicazione sulle preghiere." La donna che l'aveva richiamata giunse fino a lei. "Sorella Teresa non può essere disturbata ora." "Che cos'ha, non sta bene?" La donna scosse la testa e mise un braccio sulle spalle della preoccupata novizia. "No. E' in stretta comunicazione con Dio. E' in estasi mistica. Potrai chiederle ciò che desideri domattina." Teresa, nella sua camera, aprì gli occhi lentamente. Respirò a fondo per diversi minuti, quindi sorrise. Strinse al petto la pietra, accarezzandone la superficie liscia. *** FBI - Quartier Generale di Washington 1999, 5:25 p.m. "Scully, vorrei che dessi anche tu un'occhiata all'ufficio di Adhara." -Cosa?! Dopo un'intera giornata passata qui dentro a parlare di lei vuoi pure portarmi a casa sua?!- Scully guardò l'orologio. "Domani?" "Be', pensavo di andare da lei stasera." -Ah, sì?!- Scully si alzò in piedi e raccolse la sua borsa. "Allora io potrò dare un'occhiata domani." Si infilò il cappotto sotto gli occhi stupiti di Mulder. "Non riusciamo ad andarci assieme stasera?" "No, ho un appuntamento." disse, senza alzare gli occhi, ma provando una certa soddisfazione. "Questa sera?" fece Mulder, con tono incredulo. "Non pensavo t'interessasse." replicò lei, lasciando l'ufficio con una sensazione di rivincita. Mulder rimase a fissare la porta chiusa con uno sguardo vacuo e interrogativo. -Cos'ho fatto?- *** Ristorante Stella 7:07 p.m. Scully entrò nell'atrio. Si sentiva agitata come se fosse il suo primo appuntamento... e in un certo senso lo era: la prima volta che usciva da anni. Aveva scelto un vestito abbastanza elegante da non sembrare trasandata, ma allo stesso tempo semplice per non essere completamente fuori luogo. Vide subito Chris e gli sorrise. "Mi scusi per il ritardo." "Non è in ritardo." replicò lui, spostandole la sedia perché si potesse sedere. Lei sorrise, imbarazzata da tanta cavalleria. Chris si sedette e le passò il menù perché ordinasse per prima. Quand'ebbero finito entrambi, lui iniziò a parlare: "Allora... possiamo darci del tu? Naturalmente se non le dispiace." "No... certamente." "Credo che se non ti avessi trovato, in ospedale, adesso sarei ancora là dentro." Dana sorrise. "Cosa ti era successo?" "Mi hanno sparato. Scippatori. Ma niente di grave." "Ti sei rimesso completamente?" Lui annuì. "E tu? Non so se la domanda giusta sia: cosa ci faceva un'agente dell'FBI in ospedale o cosa ci fa un medico all'FBI." Scully rise. "Esami di routine per la prima, passione per la seconda." "Interessante. Su cosa stai lavorando?... Sempre che non sia niente di top secret." "No, al momento lavoro su... un furto. Niente di interessante, anzi a dire la verità non ci sto nemmeno lavorando io, solo il mio... hm... alcuni dei miei colleghi." *** Appartamento di Fox Mulder 8:07 p.m. "Avanti, Scully, rispondi..." Mulder camminava avanti e indietro per la stanza, attendendo che la collega sollevasse il ricevitore. "Su, Scully!" Spense il cordless e si buttò sul letto a riguardare di nuovo il libro di storia dell'arte: su una pagina, un dipinto che ritraeva la pietra di Adhara, accanto una didascalia che illustrava la storia del gioiello. Avrebbe voluto parlarne con Dana, chiederle se andava tutto bene e cosa ne pensava. Il campanello suonò. Mulder saltò in piedi e andò ad aprire. "Fox." Adhara gli sorrise. "Ah..." Mulder accantonò la sorpresa e la fece entrare. "Come mai qui?" *** Ristorante Stella 10:13 p.m. "Posso riaccompagnarti a casa?" disse Drake. Scully lo guardò leggermente stupita. "Oh, Chris... grazie, ma non è necessario. La mia auto è qui vicina e..." Chris annuì. Si fermarono all'entrata, dove un cameriere portò loro i soprabiti. Drake l'aiutò a infilarselo e le scostò i capelli perché restassero fuori dal bavero. "Grazie." sorrise Dana. "Riconosco in te la donna." disse lui. "Come?" "Oh... niente... scusa... E' una frase strana che non so come mi sia venuta in mente... ma volevo dirti che... sei fantastica." Scully sorrise leggermente, abbassando lo sguardo. "Chris, io... credo che stiamo affrettando un po' i tempi..." "Oh... sì, scusa... io mi trovo così bene con te, che non mi rendo quasi conto di quello che dico." Rise, imbarazzato. "Per cui... se dico qualche scemenza... non farci caso, ok?" Le aprì la porta e uscirono dal ristorante. "Ehi, non era così buio quando siamo entrati, vero?" "Già..." Scully annuì. "Permettimi almeno di accompagnarti alla macchina." Dana scosse la testa. "Chris, sul serio, non ce n'è bisogno." Lui annuì. "Scusa... dimenticavo che... sei un'agente dell'FBI." "Grazie della bellissima serata..." "Grazie a te, Dana." Sorridendo, Chris si allontanò da lei. *** Appartamento di Fox Mulder 10:13 p.m. Mulder si passò una mano sugli occhi. "Adhara, ti rendi conto di quello che hai fatto?" "Avevo bisogno di soldi, Fox, e quel CD era l'unica cosa che poteva procurarmeli." "Hai mentito. Hai venduto segreti di stato a chissà chi!" "Ma io non l'ho fatto per... per avidità!" "Non importa, Adhara! E' comunque un reato." "Sto studiando la genetica da anni per salvare Jake... Non riuscirò a portare avanti la ricerca, senza quei soldi. Jake è mio marito... non posso lasciarlo morire..." Mulder scosse la testa. "Ci deve pur essere un altro modo, Adhara." *** Parcheggio del Ristorante Stella 10:28 p.m. "Entra in auto." Scully si girò di scatto, trovandosi una pistola puntata in fronte. Spostò l'attenzione al di là della canna. "Chris?" "Entra in auto senza fare storie. Ce ne andiamo di qui." "Chris, che cosa...?" L'uomo la prese per un braccio e la spinse in auto, quindi si sedette al posto di guida. "Hai le manette, vero?" "Chris...?" L'uomo le puntò la pistola in faccia: "Prendi le manette..." La sua voce tremava come la sua mano. "...subito... e andiamo. O... o rischio di fare una sciocchezza e... io non voglio farla..." Scully estrasse lentamente le manette e se le mise, senza però staccare gli occhi dal volto dell'uomo. -Tradita anche da lui...- *** Appartamento di Fox Mulder 10:28 p.m. Segreteria telefonica e cellulare spento. -Scully, dove sei finita?- Appoggiò la cornetta e si girò. "Non trovo Scully." disse ad Abbott. La donna non rispose. Continuava a fissare il pavimento. -Se solo avessi chiesto a Scully con chi usciva...- "Dovrai dirlo?" Mulder le lanciò uno sguardo duro. "Fox..." Mulder si alzò in piedi, prese la giacca e uscì di casa. Abbott scoppiò a piangere, sola sul divano. *** Luogo sconosciuto 11:29 p.m. "Perché non dormi un po'?" "Chris... devi lasciarmi andare." Lui scosse la testa. "Non posso. Dana... ho responsabilità verso l'umanità... Io devo... mantenere il segreto e..." "Che segreto, Chris?" Lui scosse la testa. "Non... non posso dirtelo. Non ora... No, no no... no no no no... ma perché proprio tu, Dana?" Chris si sedette accanto a lei sul letto. "Non poteva essere qualcun altro? Quei bastardi... o... qualcun altro... perché tu, Dana?" "Non so di cosa stai parlando, Chris..." fece lei, sottovoce. "E lo so... lo so... Non posso dirtelo..." Si alzò in piedi e andò in bagno. Tornò poco dopo, con un bicchiere d'acqua in mano. Glielo porse, ma Dana scosse la testa: "Non ho sete. Ho passato... una serata bellissima, Chris... perché questo, ora?" "Per... quella... menzogna... che deve rimanere tale." Le mise il bicchiere in mano ed estrasse la pietra dalla tasca. "Oh mio Dio." sussurrò Dana. "Quello è... è la pietra di Adhara Abbott..." "La... la conosci?" "Sì... Io..." "Che coincidenza... Ma... non è questo il punto. Bevi, adesso." Dana si portò il bicchiere alle labbra e bevve un sorso. Ma subito Drake glielo strappò dalla mano. "Non posso... Non posso!" Scagliò il bicchiere contro il muro, quindi si mise le mani sul volto e scosse violentemente la testa. Dana lo guardò. "Valium." Chris annuì. "Dormi, adesso. Non ti farò del male, mentre dormi." Uscì dalla stanza senza dire altro. *** Appartamento di Dana Scully 11:29 p.m. "Scully? Lo so che è tardi... Avanti, Scully, aprimi! Scully? Senti... devo parlarti... aprimi per favore." Mulder estrasse le chiavi ed entrò. "Scully?" Camminò fino alla stanza da letto, bussando leggermente sulla porta. "Scully, non rispondevi al telefono... devo parlarti di una cosa importante..." Spinse la porta ed entrò in camera, solo per scoprire che la collega non c'era. Sospirò. Poi gli tornò in mente che quella sera gli aveva detto di aver un appuntamento. Non era opportuno rimanere lì... anche se ne aveva la tentazione. Uscì dall'appartamento, rassegnandosi a rimandare al giorno seguente il momento in cui avrebbe potuto parlarle. *** Luogo sconosciuto 8:09 a.m. Scully si svegliò di soprassalto. Si strofinò gli occhi e trasalì quando si ricordò di dove fosse. Si girò e vide Drake seduto a poca distanza da lei, con la pietra in mano. "Da quanto tempo sei lì a guardarmi?" fece lei, mettendosi a sedere. "Non ne ho idea. Ho perso la cognizione del tempo." "Hai bisogno di aiuto, Chris. Hai bisogno..." Lui scosse la testa, interrompendola. "No... no, io non ho bisogno di uno psichiatra." Si alzò in piedi. Lasciò la pietra sulla sedia e raccolse un coltello. "Tu... sei tu quella che hai bisogno di aprire gli occhi." Indicò la croce che Scully portava al collo. "Tutte illusioni. Ma... io non credo... che siano negative." "Chris..." Lui rise. "No, tu non sai la verità, il problema è questo." "Qual è la verità, Chris?" Lui scosse la testa. "No... se io te lo dicessi... non ci crederesti... dovresti vederlo coi tuoi stessi occhi... Ma... Dana..." Si avvicinò a lei. "E' orrendo... non è piacevole, Dana... Io non vorrei fartelo vedere... ma dovrai vederlo... così che... tutto possa rimanere come è ora..." "Non ti capisco." "Mi capirai." Drake si mise davanti a lei. Alzò il coltello e deglutì rumorosamente. "Chris, abbassa quel coltello. Ti prego..." Lui scosse la testa. "Sta' zitta, Dana, sta' zitta..." La sua mano tremava vistosamente. Cercò di abbassare l'arma su Scully, ma si bloccò e la lasciò cadere. "Non è possibile. Non ci riesco, Dana... non riesco a ucciderti..." "Chris, lasciami andare... risolveremo tutto, te lo prometto." L'uomo non rispose. Uscì dalla stanza senza dire altro. *** FBI - Quartier Generale di Washington 12:30 p.m. "Ho capito che è sparita da meno di ventiquattro ore!" stava urlando Mulder al telefono. "No! L'hanno portata via, ne sono certo!" Sbatté il telefono sulla base, sbuffando. Avrebbe dovuto sapere dove si era recata Scully la sera prima, ma purtroppo non ne aveva la minima idea. Stava per alzarsi e uscire, quando qualcuno bussò alla porta. Entrò una giovane segretaria, portando con sé una busta trasparente. "Agente Mulder? Dove posso trovare l'agente Scully?" "Lo vorrei sapere anch'io." replicò lui. "Perché?" La giovane alzò la busta e gliela porse. "E' stato ritrovato il suo distintivo, credo l'abbia pe..." "Dove?!" esclamò lui. "Ho... ho scritto i dati del ragazzo che l'ha trovato sulla busta..." balbettò lei. *** Luogo sconosciuto 1:12 p.m. Scully mangiò lentamente il suo sandwich, rinchiusa da sola nella stanza. Poteva vedere la pietra, appoggiata sul tavolo, ma era troppo lontana perché lei riuscisse a raggiungerla, con un polso legato al letto. Avrebbe voluto vederla da vicino, per capire cosa potesse avere di così speciale. La sua mente volava sulle cause che potevano aver portato Drake a quella follia. Poteva essere radioattiva, o recare tracce di qualche allucinogeno. Oppure Drake era semplicemente soggetto a follia e la pietra era solo una scusa. Ma in qualche modo, Dana sentiva che nessuna di quelle ipotesi era quella giusta. Chiuse gli occhi per un istante, sperando che qualcuno avesse trovato il distintivo che era riuscita a lasciar cadere nel parcheggio. *** Parcheggio dietro al Ristorante Stella 1:12 p.m. Se esisteva un destino, di certo aveva un senso dell'umorismo pessimo. Solo ora ricordava di aver piantato Scully davanti a quel ristorante, e la conversazione avvenuta a tavola, di cui Adhara era stata la protagonista indiscussa. -No- pensò Mulder. -Scully non è il tipo da notare certe cose... però...- Sospirò. "Verso che ora è arrivata ieri sera?" chiese al cameriere che aveva trovato il distintivo. "Verso le sette." replicò il ragazzo. "Ed è andata via dopo le dieci." Mulder gli lanciò uno sguardo interrogativo. Il giovane si affrettò a spiegare: "E'-è una donna mo-molto bella... non ho potuto fare a me-meno di notarla." "Era in compagnia di qualcuno?" "Sì... un uomo alto, capelli scuri. Credo che avesse più o meno quarant'anni... forse di meno." Mulder guardò a terra dove era stato trovato il distintivo. "Come si comportava?" "Era molto cortese. Sono stati al tavolo per un po' di tempo. Poi sono usciti." "Assieme?" Il cameriere annuì. "Sono arrivati qui nello stesso momento?" "No. Lui è arrivato prima." "Era in auto?" Il giovane scrollò le spalle: "Non ne ho idea..." "Avete una telecamera di sicurezza?" "All'interno." Dieci minuti dopo, Mulder aveva finalmente trovato il volto del misterioso uomo. *** Luogo sconosciuto 4:04 p.m. Chris fissava la porta. Avrebbe dovuto entrare e farla finita. Prese la tazza di caffè e lo sorseggiò per qualche istante. Aveva già tentato di avvelenarla e di accoltellarla. E non c'era riuscito. Non poteva farlo. Lui l'amava, ma sapeva anche che la sua vita doveva finire, per il bene dell'umanità. Doveva trovare un altro modo. -Non posso certo soffocarla...- pensò. -E' troppo brutto... No... non la mia Dana. E poi lei deve vedere.- Sorseggiò il caffè. Osservò la pistola appoggiata sul tavolo davanti a lui. Scosse la testa e si alzò in piedi. Non era mai stato così indeciso. Aveva passato anni a compiere furti perfetti per il Governo, la CIA e chiunque altro glielo chiedesse. Mai un'incertezza, mai un fallimento. Nessuno lo aveva mai preso, né visto, né aveva sospettato di lui. Era il ladro perfetto. -Maledetta quella pietra.- *** Quitelife, Virginia 7:07 p.m. Chris aprì la porta e guardò verso il letto. Scully non c'era. Le manette erano aperte e Drake notò una piccola linea ramata sul lenzuolo bianco: una molletta per capelli che era stata piegata per aprire la serratura. "Dana?" chiamò. "Dana, tesoro, dove sei?" La porta si richiuse di scatto, andando a sbattergli in faccia. Chris cadde indietro, urlando per il dolore. Scully lo scavalcò e corse fuori dalla stanza. Aprì la porta d'entrata con le mani che tremavano, quindi riprese a correre. La casetta era al centro di un grande spiazzo in mezzo a una foresta. Dana sentì l'urlo di Drake provenire dall'interno della casa: "Nooo! Dana, nooo!" *** Quitelife, Virginia 7:11 p.m. Mulder premette più forte sull'acceleratore. Qualcosa nel profondo della mente gli diceva che doveva arrivare il più presto possibile a destinazione. Continuava a ripetere 'Resisti Scully, arrivo...', sperando di arrivare sul posto e sentirsi dire che doveva farsi gli affari propri. *** Quitelife, Virginia 7:11 p.m. Drake uscì dalla casa di corsa, stringendo la pistola nella mano. Scully era pochi metri avanti a lui, non doveva lasciarla scappare o l'umanità intera avrebbe saputo. Si passò la mano sotto al naso, pulendosi dal sangue. Alzò la pistola e mirò. "Dana, amore mio, perdonami... non posso lasciare che questo accada." Quindi sparò. Scully cadde a terra, sentendo un forte bruciore allo stomaco. Cercò di rialzarsi, ma il bruciore venne sostituito da un dolore troppo intenso per muoversi e dovette rimanere ferma, stesa su un fianco. Drake arrivò da lei poco dopo. Le si inginocchiò accanto e le scostò i capelli dal volto. "Perdonami, Dana. Lo facciamo per l'umanità... nient'altro..." Estrasse la pietra da una tasca e la mise davanti agli occhi di lei. "Non vorrei farti vedere questo... vorrei che tu morissi senza sapere... ma è per l'umanità, Dana..." Scully socchiuse gli occhi e guardò nel vetro traslucido della pietra. "Capisci, Dana?" La voce di Drake era lontana, ovattata. Scully non vi fece caso. La sua attenzione era completamente catturata dalla pietra. Sorrise leggermente, poi chiuse gli occhi. "Dio non esiste." disse Drake. Poi si alzò in piedi. Lasciò cadere la pietra a terra, quindi sparò due volte verso l'oggetto, che andò in frantumi e polvere. Schizzi di schegge azzurre volarono nell'aria assieme al boato. Poi Drake guardò Dana, immobile. Si mise la pistola sotto il mento e sparò. *** Quitelife, Virginia 7:11 p.m. Mulder inchiodò e scese dalla macchina senza badare a nulla. Corse verso il corpo immobile della collega e le si inginocchiò accanto. "Scully?" la chiamò. "Scully, rispondimi..." Delicatamente la girò sulla schiena. Fu allora che la vide. "No!" Mise una mano sopra la ferita, cercando di fermare l'emorragia. Scully emise un gemito di dolore, aprendo leggermente gli occhi. "Sono qui, Scully." disse, mentre estraeva il cellulare e chiamava un'ambulanza. "Stai tranquilla, sono qui. Andrà tutto bene." Lasciò cadere il cellulare quand'ebbe finito e sollevò Scully da sotto le spalle. "Hai perso poco sangue, arriverà presto l'ambulanza..." Dana alzò una mano verso il suo volto. Mulder si chinò su di lei per sentire quello che stava cercando di dirgli. "Sii felice con lei." sussurrò Scully. Poi sorrise. "Dio esiste." La sua mano perse ogni forza e cadde. Le sue palpebre, diventate troppo pesanti, si chiusero. "Scully." Mulder le strinse la mano. "Scully? Scully!!!!!" *** Ospedale Madre Teresa di Calcutta, Virginia 10:13 p.m. "Agente Mulder." Skinner arrivò accanto a lui e guardò la sua agente attraverso la vetrata. "Come sta?" "I medici hanno detto che le prossime ore saranno decisive, ma che ha buone probabilità di rimettersi." Il monotono suono dei monitor giungeva loro ovattato e Mulder si chiese se a Scully non desse fastidio. "Scoperto qualcosa di nuovo su Drake?" Skinner annuì. "Creava siti Internet, ma non guadagnava molto con quello. Pare fosse finanziato da uno zio che vivrebbe in Australia, ma del quale non si è trovata traccia. In casa sua abbiamo trovato diversi attrezzi che farebbero pensare che avesse una seconda professione, quella di ladro." Mulder annuì. "E' così che ha avuto la pietra di Adhara. Lei ha proposto a qualcuno, chissà chi, di rubare il CD, e questo qualcuno ha pagato Drake, il quale, già che c'era, ha anche preso il gioiello. Ora Abbott è scomparsa e Drake è morto..." "Hanno cercato i pezzi della pietra, ma ormai è distrutta per sempre." disse Skinner. "Che cosa abbia portato Drake a cercare di uccidere Scully, potrà dircelo solo lei." Mulder annuì. "Mi ha detto che Dio esiste." sussurrò. "Mi chiedo se sia vero, perché ora lei è qui. E perché me l'ha detto in quel momento." Skinner tardò qualche istante a rispondere. "Forse ha visto qualcosa, in quel momento in cui era così vicina alla morte." Mulder si girò per la prima volta a guardare il superiore. Skinner stava fissando Scully al di là del vetro. Rimasero in silenzio per qualche istante, infine, prima di andarsene, Skinner disse: "Si riposi, Mulder." *** Ospedale Madre Teresa di Calcutta, Virginia Il giorno dopo, 8:09 a.m. "Ehi." -Oh, Scully, se potessi sentire i tuoi pensieri, ora...- "Ehi..." -Sarebbe bello, poter essere qui, questa volta, quando apri gli occhi...- "Mulder?" -Potrei finalmente trovare il coraggio e dirti che...- "Mulder!" Fox si mise a sedere di scatto sulla sedia, rendendosi conto di essersi addormentato. "Stai lì a far niente per un'altra ora o mi dai una mano a bere?" Mulder sorrise e versò un po' d'acqua in un bicchiere di carta. Si avvicinò a Scully e glielo porse. "Come ti senti?" "Come se mi avessero sparato allo stomaco." "Infatti è così. Cosa ricordi?" "Chris Drake." sussurrò. "Perché ti ha sparato?" Scully cercò di schiarirsi le idee. "Parlava di una menzogna che doveva rimanere tale, per il bene dell'umanità. Penso si riferisse a Dio..." "Credo di aver trovato la pietra nella storia. Dev'essere appartenuta a diversi uomini e donne che hanno avuto rivelazioni. San Paolo, San Francesco d'Assisi, Santa Teresa d'Avila..." "Drake ha scoperto che Dio non esiste, perché?" "Forse... perché non era destinato a lui. Lui l'ha rubato." "E Adhara Abbott? Anche lei l'aveva." "Non credo abbia mai visto nulla. Suo padre l'ha acquistato, lei l'ha ereditato. Non era la donna giusta. Solo alcuni possono vedere la verità." Scully annuì e rimase in silenzio per qualche istante. "Vorrei rivederlo... per sapere... cosa ho visto... e... sapere se è vero, o l'ho visto solo perché stavo per morire..." Mulder sospirò: "Non è possibile. Purtroppo Drake l'ha distrutto sparandogli." Scully annuì: "Probabilmente l'umanità è destinata a credere... e non a sapere." FINE *** Il feedback è benvenuto all'indirizzo xmcarter@email.it (o xmcarter@libero.it) Rispondo sempre e apprezzo qualsiasi commento. Un profondo ringraziamento ai miei amici della IVS e extra-IVS, in particolare alla mia migliore amica, che ha la fortuna di non credere, ma di sapere.