Sidhe Forest, Oregon 1992 "Mamma, papà, dove siete?" La bambina camminava a passo veloce per la foresta cercando disperatamente i suoi genitori. Il sole era ormai calato, cominciava a fare buio e freddo. Le urla della piccola risuonavano nel silenzio della foresta, ma nessuno sembrava udirle. "Mammaaaaa, rispondi!!!! Ho paura a stare qui da sola!" La bambina cominciò a piangere e le grida si mischiarono ai singhiozzi. Il bosco si estendeva su parecchi ettari di terreno, era molto fitto e ci si poteva perdere facilmente se non lo si conosceva. Il sentiero principale era segnalato da vari cartelli, ma le numerosissime diramazioni rendevano difficile orientarsi. La bambina continuò a camminare gridando e piangendo incessantemente. Non sapeva neppure lei in quale direzione stesse andando, ma questo era il suo ultimo pensiero. Voleva ritrovare il suo papà e la sua mamma. La paura di dover passare la notte nella foresta la spaventava a morte, così si mise a correre con la speranza di trovare l'uscita, o quantomeno qualcuno che potesse aiutarla. Nella sua corsa inciampò più volte nelle radici e nelle pietre che sporgevano dal terreno. Cadde a terra rialzandosi immediatamente e ricominciando a correre. Le gambe le cedevano dalla stanchezza e il fiato cominciava a mancarle, ma non sembrava volersi fermare. Fu l'ennesima radice che la frenò. Cadde nuovamente a terra, ma questa volta non ebbe la forza di rialzarsi. Rimase lì, stesa sul terreno umido: i jeans e la maglietta degli Yankees imbrattati di terra e un rivolo di sangue che le scorreva lungo il viso. Piano piano cercò di muovere le varie parti del corpo per assicurarsi di non avere niente di rotto. A fatica riuscì a mettersi seduta e cominciò a ispezionare le ferite che si era procurata nelle varie cadute. Le braccia erano piene di graffi e le gambe cosparse di lividi. Riuscì comunque ad alzarsi, e zoppicando si avviò per l'ennesimo sentiero sconosciuto. Non fece in tempo a fare dieci passi che la gamba destra mancò l'appoggio facendola nuovamente finire a terra. Questa volta, trovandosi in discesa, rotolò anche per un tratto. Poi, finalmente ferma, si mise supina cercando di trovare una posizione in cui non provasse fitte di dolore. Dopo parecchi tentativi non andati a buon fine, chiuse gli occhi esausta, sdraiata tra i muschi e i cespugli. Poco dopo, una forte luce blu la costrinse a riaprirli. Era accecante, ma piano piano sembrava diminuire di intensità. Quando finalmente si spense, una bellissima ragazza con lunghi capelli rossi le si avvicinò e l'aiutò ad alzarsi. "Ciao" le disse sorridendo. "Ciao" rispose la bimba con una voce sottile. La donna sembrava aver intuito il suo timore. "Non aver paura, sono qui per aiutarti. Come ti chiami, piccola?" "Casey" "Che bel nome! Ti fidi di me, Casey?" La bambina annuì. "Allora vieni con me. Ti porto via da qui." La ragazza aiutò la bimba ad alzarsi, e insieme si allontanarono nella foresta. (sigla!) ** ** ** Dedicato a tutti i bambini, a Cassandra in particolare ^_^ ** ** ** La Principessa delle Fate di Francesca Bergamini 'Quando il primo bambino rise per la prima volta, la sua risata si infranse in mille e mille piccoli pezzi, che si dispersero scintillando per tutto il mondo: così nacquero le fate' (da Peter Pan) Delilah, Oregon 1999 ore 5.03 pm "Casey Anderson, scomparsa il 7 luglio 1992 nella Sidhe Forest all'età di 7 anni. E' stata ritrovata ieri da una guardia forestale nel medesimo bosco." disse Mulder passando un fascicolo alla collega, senza perdere di vista la strada. "Perché l'hai catalogato come un X-File?" "Guarda le foto, Scully" Dana aprì il fascicolo girando alcune pagine, finché non trovò le due foto che ritraevano una bambina sui 6-7 anni con capelli biondo cenere che le arrivavano sulle spalle e occhi blu scuro. "Non ci trovo niente di strano." "La prima è stata scattata nel 1992, pochi giorni prima della sua scomparsa, mentre la seconda risale a ieri." Scully guardò Mulder sbalordita. La bambina dimostrava sette anni in entrambe le foto. "Siamo sicuri che si tratti della stessa persona?" chiese Dana "Assolutamente. La bambina stessa ha confermato di chiamarsi Casey Anderson, e poi le foto non lasciano spazio ad alcun dubbio. Quella bambina dovrebbe avere 14 anni adesso. Il suo corpo avrebbe dovuto svilupparsi, crescere, mentre quella ritratta nella foto è una bambina ancora piccola. Ha perso 7 anni di vita e io vorrei tanto scoprire dove è stata e cosa le è successo!" "Non starai mica pensando ad un rapimento alieno?" Fox rimase in silenzio. "Mulder, esistono malattie capaci di rallentare il processo di sviluppo o di invecchiamento di un corpo umano, se non addirittura bloccarlo." "L'eterna giovinezza, il Santo Graal!" scherzò Mulder "I genitori della bambina sono stati avvisati del suo ritrovamento?" chiese Scully sfogliando il fascicolo "Li hanno chiamati, ma non erano in casa. Secondo il messaggio registrato sulla segreteria si sono presi una vacanza. Non hanno lasciato nessun recapito telefonico in caso di emergenza." Mulder parcheggiò l'auto in un grosso piazzale ai confini di un fitto bosco, quindi scese seguito da Scully. "C'è un altro particolare di cui non ti ho ancora parlato" , disse Fox incamminandosi in direzione della foresta. "Non mi sorprende" ironizzò Dana. Mulder non badò alla battuta di Scully e proseguì nel suo resoconto. "Ieri mattina, oltre alla bambina, è stato trovato il cadavere di un taglialegna. Pare sia morto a causa di un ramo cadutogli in testa." "Un taglialegna ucciso da un albero!" "Già… Dante non avrebbe trovato un contrappasso migliore." I due agenti si inoltrarono della foresta senza perder di vista il sentiero principale e contrassegnato. "Ecco, ci siamo quasi" disse Fox controllando la mappa del bosco fornitagli dalle autorità locali, "questo è il punto esatto dove è stato rinvenuto il corpo" affermò Mulder indicando la base di un abete secolare, a giudicare dalla circonferenza del tronco. Scully si avvicinò all'albero e si inginocchiò per esaminare il terreno: non c'era nessun segno visibile, e anche se ci fosse stato, la pioggia del giorno precedente l'avrebbe rimosso. "Poco più in là", aggiunse Fox "è stata trovata Casey." La mappa che Mulder aveva in mano recava due crocette rosse molto vicine, probabilmente i due luoghi di ritrovamento. "Credi che ci sia qualche collegamento tra la bambina e il taglialegna?" chiese Scully ancora alla ricerca di tracce. "Non lo so. Magari Casey è in grado di dirci qualcosa…" St. Cristopher Hospital ore 6.42 pm I due agenti salirono al secondo piano dell'ospedale e si diressero verso il reparto di pediatria, dove era stata ricoverata Casey Anderson. Non che ne avesse realmente bisogno, ma in assenza dei suoi genitori e dopo 7 anni in cui nessuno aveva avuto sue notizie, è sembrata la cosa migliore da fare. Mulder e Scully bussarono alla porta, quindi entrarono trovando la bambina intenta a leggere un fumetto della Disney. Era seduta sul letto, i piedi scalzi e le gambe incrociate. Indossava un pigiama viola, poco più in là, sulla poltrona, giacevano un paio di jeans strappati e una maglietta degli Yankees sporca di terra e erba. Aveva capelli biondo cenere legati in una coda di cavallo, e i grandi occhi blu lasciavano trapelare paura e disorientamento. "Ciao Casey, io mi chiamo Fox e lei è Dana. Vorremmo farti qualche domanda. Ne hai voglia?" La bambina annuì e chiuse il fumetto che stava leggendo. "Come ti senti, piccola?" le chiese Dana "Sto bene, voglio solo tornare a casa mia." "I tuoi genitori verranno a prenderti domattina." disse Fox saputa la notizia poco prima dall'agente di polizia di guardia alla camera. "Casey, sai in che anno siamo?" domandò Scully "Nel 1992, perché?" Dana guardò Mulder stupefatta, mentre l'uomo si avvicinò alla bambina senza manifestare la minima sorpresa. "Casey, siamo nel 1999. Sono passati 7 anni dalla tua scomparsa nella foresta. Qual è l'ultima cosa che ricordi?" "Ero nel bosco. Mi ero persa. Correvo per cercare mamma e papà, ma continuavo a inciampare nelle radici degli alberi. Poi mi ricordo di un signore con un grosso cappello marrone e gli stivali che mi chiedeva se stavo bene." "Probabilmente sarà stata la guardia forestale. Non ricordi nient'altro prima di quel signore?" La bambina scosse la testa. "E' come Navigator?!" sbottò la piccola. I due agenti si guardarono a vicenda con aria interrogativa non sapendo di cosa si trattasse. La bimba, accortasi della loro reazione, si spiegò. "Il film. Anche quel bambino stava via per tanto tempo. Lui volava sull'astronave per meno di un giorno, ma sulla Terra erano passati un bel po' di anni." "Anche tu sei stata su un'astronave?" domandò Mulder interessato. "No, io no. Ma David c'è stato. Poi però è tornato a casa sua… Nell'anno giusto." rispose Casey a malincuore. Scully fece cenno a Mulder di seguirla. I due si allontanarono di qualche passo dalla bambina per parlare in disparte. "Potrebbe trattarsi di una sorta di amnesia" suggerì Dana "Potrebbe…ma come te lo spieghi il fatto che dimostri 7 anni invece di 14?" "Te l'ho già detto. Ci sono malattie che…" "Andiamo Scully, quella bambina è in perfetta salute. Le malattie di cui parli sono evidenti, sia fisicamente che mentalmente. Casey, invece, appare e pensa come una qualsiasi bambina di 7 anni!" "Agente Mulder?" li interruppe la piccola. "Dimmi tutto, Casey" le sorrise Fox "Dove dormirò questa notte?" "Starai qui in ospedale, l'agente Cooper ti farà compagnia e domani mattina potrai riabbracciare i tuoi genitori" "No, non voglio stare qui anche stanotte! Vi prego." li scongiurò la piccola con degli occhioni dolci ai quali era difficile resistere. Mulder e Scully si consultarono per qualche istante, quindi presero la loro decisione. "D'accordo, per questa notte potrai venire al motel con noi. Ora vestiti però, che fuori fa freddo" le sorrise Mulder. "Evvivaaaa!!!! Grazie Mulder, grazie Dana." I due agenti non poterono trattenersi dal sorridere vedendola così felice. Mentre si vestiva Casey pensò a come ci si poteva chiamare Fox. Probabilmente preferiva essere chiamato per cognome. Dana invece le piaceva. Sì, avrebbe continuato a chiamarla così. Goodnight Moon Motel ore 10.13 pm I tergicristalli, attivati alla massima velocità a causa del forte temporale, si muovevano rapidamente da destra a sinistra, riuscendo a mantenere il vetro pulito solo per pochi istanti. La pioggia che batteva incessantemente sul parabrezza e la strada poco illuminata obbligarono i due agenti a fermarsi al primo motel sulla strada. Casey stava dormendo sul sedile posteriore, ma appena la macchina sì fermò nel parcheggio, la bambina aprì gli occhi con aria assonnata. "Ehi Casey, siamo arrivati." le disse Mulder, quindi scesero dall'auto e si diressero di corsa verso la reception. "Buonasera, avete delle camere libere?" chiese Fox all'uomo dietro il bancone. "Siete fortunati, ho ancora una stanza disponibile. C'è solo un letto matrimoniale, ma il divano-letto dovrebbe essere abbastanza grande per la bambina." "Veramente" specificò Scully mostrando il tesserino "siamo agenti federali e avremmo bisogno di due camere." "Scusate, vi avevo scambiati per una famiglia. Mi spiace, ma è rimasta solo una camera disponibile. Prendere o lasciare. Se posso darvi un consiglio vi suggerirei di fermarvi qui. Il tempo si sta mettendo piuttosto male e non è molto consigliabile percorrere questa strada con una pioggia del genere." I due agenti si scambiarono uno sguardo, quindi decisero di seguire il consiglio dell'uomo. La stanza era piccola, ma per la notte era più che sufficiente. Casey si impadronì del letto a due piazze, addormentandosi poco dopo. Mulder invece si sedette comodamente sul divano e Scully sul letto, vicino alla piccola, studiando la cartina del posto. "Ci troviamo proprio ai confini della Sidhe Forest" esordì Dana. "Benone. Così domattina ci facciamo un salto." "Ci siamo già stati ed è risultato essere un buco nell'acqua. Cosa speri di trovare domani?!" "Non lo so, ma è l'unica pista che abbiamo. Tutto è cominciato da lì." Scully si girò in direzione della bambina, e vedendola addormentata, la infilò delicatamente sotto le coperte, facendo attenzione a non svegliarla. Poco dopo anche i due agenti andarono a dormire. ore 3.12 am Un colpo di vento più forte dei precedenti fece svegliare Dana. La pioggia continuava a scendere battendo rumorosamente sul selciato e di tanto in tanto qualche tuono si faceva sentire. Scully si voltò dall'altra parte e si accorse che il letto era vuoto, allungò più volte il braccio per esserne sicura, quindi accese la luce e ne ebbe la conferma. "Mulder!" lo svegliò Dana. "Che c'è?" "Casey è sparita!" disse Scully che nel frattempo si era già alzata a controllare il bagno. "Non è a letto e neanche in bagno!" disse con voce visibilmente preoccupata. Un colpo di vento fece sbattere la porta facendoli sussultare. La porta era aperta. Scully si catapultò immediatamente fuori e trovò la bambina seduta su un muretto sotto il porticato. "Ehi, che ci fai qui fuori al freddo?" "Parlo con quella signora." disse la piccola indicando un punto indefinito nei pressi della foresta. "Quale signora?" "Ora se ne è andata. Era molto simpatica." Scully riaccompagnò la bimba nella stanza e, dopo essersi guardata intorno e non aver visto nessuno, si richiuse la porta alle spalle. "Tutto bene?" chiese Mulder avvicinandosi a Casey. La bambina annuì sorridendo. "Avanti, torna a letto" le disse Scully, facendo altrettanto. "Dana, ho freddo." Scully, che si era appena coricata, si rialzò e andò a cercare una coperta. Non fece in tempo ad aprire l'armadio che un pezzo di trave si staccò dal soffitto cadendo in direzione del letto, e una forte luce illuminò per un istante la camera. Mulder e Scully accorsero dalla bambina per assicurarsi che non si fosse fatta male. "Tutto a posto Casey?" le chiese dolcemente Fox. "Sì, sto bene. Non mi ha neanche sfiorato." Il pezzo di legno giaceva sul lenzuolo bianco occupando quasi tutta la superficie vuota. "Scully, hai visto anche tu quella luce?" "Sì, probabilmente sarà stato un lampo. Con questo temporale non c'è da stupirsi" spiegò Dana ancora incredula per l'accaduto. "Certo che se fossi stata a letto…" "…Mi avrebbe preso in pieno…" concluse la donna osservando la trave staccatasi dal soffitto. Da qualche parte nella Sidhe Forest "Sorelle, vi ho riunite quest'oggi che parlarvi di alcuni spiacevoli eventi che si sono verificati in questi giorni. Mi sento in dovere di informarvi che il popolo dei Troll ha riaperto la guerra con gli umani." A queste parole si scatenò un brusio generale. Tutte cominciarono a consultarsi e a dire la loro senza rendersi conto del chiasso che stavano facendo. "Silenzio! Non è questo il modo per risolvere il problema! Fatemi prima concludere il discorso. Poi vi lascerò la parola. Purtroppo i contrasti si stanno facendo sempre più aspri: un mortale è stato ucciso senza che si potesse fare niente. Era un nemico della natura, un assassino di alberi e, come ben sapete, la nostra magia non ha effetto alcuno su gente di questo genere. Noi ci limitiamo a ignorarla, ma il popolo dei Troll ha preso provvedimenti drastici. La loro rabbia sta crescendo e potrebbe spingerli a commettere atti ben peggiori e assolutamente intollerabili. Il loro odio si sta allargando a tutto il genere umano, molti innocenti potrebbero morire se noi non interveniamo. Credo di aver individuato le prossime vittime. Per il momento dovrebbero essere al sicuro, ma dobbiamo ugualmente tenere gli occhi aperti e impegnare ogni nostra energia nella salvaguardia della loro vita e dell'equilibrio della foresta." Goodnight Moon Motel ore 9.14 am - 'Inventore, Quattrocchi dove siete stati, cominciavo a preoccuparmi!' 'Scusaci Grande Puffo, siamo andati a puffare delle puffragole' 'Io odio le puffragole' – Casey era seduta per terra, appoggiata allo schienale del letto. Stava facendo colazione guardando i cartoni animati, mentre Mulder e Scully parlavano con una guardia forestale. "Potrebbe trattarsi di termiti?" chiese Mulder all'uomo, osservando ripetutamente il pezzo di trave. "E' poco probabile, le termiti vivono in posti caldi e l'Oregon sicuramente non è una delle loro mete preferite", scherzò la guardia forestale. "Tarli?" suggerì Dana "Tenderei ad escluderli. Sono sì in grado di minare la stabilità di un soffitto, ma lasciano tracce ben visibili: mucchietti di segatura, grossi buchi e un effetto 'sughero' nel legno. Inoltre la consistenza cambia il peso diminuisce." "Capito. In ogni caso ne sapremo di più dopo un'accurata analisi. Spedisco un campione alla scientifica di Portland per esaminarlo." La discussione fu interrotta dal suono di un cellulare, Fox si scusò quindi rispose alla chiamata. "Mulder." "Agente Mulder, sono il sergente Cooper: i genitori della bambina sono arrivati. La aspettano all'ospedale." "Grazie. Arriviamo subito." Mulder si avvicinò a Casey, ancora intenta a guardare la televisione, e le annunciò l'arrivo dei suoi genitori. La bambina scattò immediatamente in piedi, abbandonando i biscotti e il succo di frutta ancora da finire sul pavimento. Delilah, Oregon ore 11.37 am Avevano da poco lasciato il motel, il tragitto per arrivare all'ospedale era abbastanza breve. Non avrebbero impiegato più di dieci minuti. Casey, seduta sul sedile posteriore, guardava fuori dal finestrino con aria assente. Era una bella giornata di sole, il cielo era di un azzurro intenso e le poche nuvole sembravano batuffoli di cotone. Osservava gli alberi passare velocemente davanti ai suoi occhi, giocando ad indovinare il colore delle macchine che viaggiavano sull'altra corsia. Indossava un paio di jeans e una felpa bianca di due taglie più grande, che l'ospedale le aveva dato al momento del suo ritrovamento. I capelli biondo cenere erano legati sulla nuca e qualche ciocca, sfuggita al fermaglio, le cadeva sulle spalle. La bambina smise di fissare fuori dal finestrino e rivolse gli occhi sulla strada davanti a sé, tra i due sedili anteriori, incrociando lo sguardo di Mulder che di tanto in tanto la osservava dallo specchietto retrovisore. La vista non era niente di speciale, così cominciò a giocherellare con un braccialetto togliendoselo e rinfilandoselo in continuazione, quindi tornò a guardare fuori dal finestrino non sapendo cos'altro fare per ingannare il tempo. Anche Scully ogni tanto la controllava con la coda dell'occhio, come ad assicurarsi che fosse sempre al suo posto. "C'è qualcosa lassù", disse la piccola. Scully la osservò seguendo il suo sguardo, che portava ad una parete rocciosa sul lato sinistro della strada. Dana si abbassò per poter vedere la sommità del muro dal finestrino di Mulder, osservando una serie di pietre che rotolavano giù sempre più veloci. Ben presto sarebbero arrivate sulla strada. "Mulder, sta franando tutto!", gridò Scully. L'agente schiacciò sull'acceleratore senza pensare se fosse quella la scelta migliore, di sicuro era la più immediata dato che la retromarcia avrebbe richiesto molto più tempo. Fortunatamente, trovandosi in rettilineo, e per di più senza macchine davanti, poté accelerare, superando di gran lunga il limite di velocità. Il rumore si faceva sempre più forte, Dana e Casey fissavano fuori dal finestrino, mentre Mulder, stringendo saldamente il volante con entrambe le mani, cercava di pensare solamente alla strada davanti a sé. Una galleria, erano in prossimità di una galleria, pochi metri e l'avrebbero imboccata garantendosi la salvezza. Fu in quell'istante che una luce accecante li abbagliò, impedendo loro di vedere la strada. D'istinto si portarono una mano davanti agli occhi e quando la luce scomparve, questione di qualche secondo, li accolse un'altra luce, quella dei fari della galleria. Mulder accostò, quindi si voltò in direzione del lunotto posteriore, Scully fece altrettanto. Casey era in ginocchio sul sedile e guardava le rocce che stazionavano sulla strada a pochi metri dalla macchina. "L'abbiamo scampata per un pelo!", sbottò Mulder. Scully si girò e, appoggiandosi allo schienale, tirò un sospiro di sollievo, quindi si rassicurò delle condizioni della piccola. Casey non sembrava particolarmente sconvolta dall'accaduto, quantomeno non come ci si poteva immaginare da una bambina di 7 anni. "L'hai vista quella luce, Scully?" le chiese Fox. "Sì. Immagino si sia trattato del riverbero del sole." "Già…lo penso anch'io" soggiunse Mulder non molto convinto. St. Cristopher Hospital ore 12.03 am Un frenetico via vai di dottori e infermiere li accolse all'entrata dell'ospedale. C'era chi correva lungo i corridoi per un'emergenza e chi più semplicemente si stava assentando per la pausa pranzo. I due agenti imboccarono le scale che conducevano al piano superiore e raggiunsero il reparto di pediatria, dove i genitori di Casey aspettavano impazienti il loro arrivo. Giunti nella camera dove, fino al giorno precedente, aveva dormito la piccola, incontrarono Meredith e Richard Anderson. La bambina, appena li vide, corse loro incontro abbracciandoli, e loro, ancora sbalorditi dalla situazione, ricambiarono calorosamente. "Mamma, papà!" "Ca…Casey…oh mio dio. Sei tornata!" gridò la signora Anderson con le lacrime agli occhi, senza smettere di abbracciare e baciare la figlia. Mulder e Scully rimasero in disparte ad osservare la scena, finché il padre non li raggiunse con l'intento di porre loro alcune domande sul caso. "Sono…sono senza parole. Ormai non ci speravamo più. E' un miracolo!" "Un miracolo che ha perso sette anni!" ribatté Mulder "L'importante è riaverla con noi." "Ma non le interessa sapere cosa le è successo? Dove è stata per tutto questo tempo, e soprattutto perché non è cresciuta?" "Agente…" "Mulder" "Agente Mulder, mia moglie ed io abbiamo sognato questo momento per anni interi. Dal giorno in cui Casey è scomparsa abbiamo pregato il Signore affinché ce la riportasse. Quando la polizia ha archiviato il caso, interrompendo le ricerche, noi non ci siamo arresi. Abbiamo distribuito migliaia di volantini, pubblicato annunci, girato per mezzo mondo alla ricerca di un indizio, senza neanche sapere cosa cercare. Poi, stanchi, frustrati, senza più nessuna speranza, anche noi abbiamo abbandonato le ricerche. Finché ieri la polizia ci ha chiamato e ci ha dato la notizia del ritrovamento. All'inizio pensammo si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto, ma come si può vedere non è così. E' vero: Casey è identica a quando è scomparsa, non sappiamo nulla di lei in questi sette anni, ma è qui, è tornata. I desideri e le preghiere di tutti questi anni si sono finalmente avverati. Poterla riabbracciare è l'unica cosa che conta per noi. I come e i perché non ci interessano." "Capisco. Spero non le dispiaccia se noi continuiamo ad indagare…" "Fate pure. E ora scusatemi, ma non vedo l'ora di tornare a fare il papà." L'uomo li ringraziò di essersi presi cura della bambina, quindi tornò dalla figlia. Casey salutò Mulder e Scully con un sorriso così grande da farla sembrare la bimba più felice del mondo, per poi abbandonarsi alle coccole dei genitori. "Hai davvero intenzione di continuare le indagini?" chiese Scully, pur intuendo la risposta del collega. "Perché? Tu vorresti arrenderti proprio adesso?" "Proprio adesso?! Mulder, non abbiamo nulla in mano. Nessun indizio, nessuna pista da seguire. Niente di niente! I rilievi eseguiti nella foresta si sono dimostrati completamente inutili, e dagli esami ai quali Casey è stata sottoposta non è venuto fuori un accidente." "Ma non sei curiosa di sapere cosa le è successo? Se non come agente federale, come medico!" "Sai già come la penso al riguardo. Ammetto che la perfetta salute della bambina sia in contraddizione con questo genere di malattia, ma non per questo deve essere esclusa. Non so…l'esposizione a certi agenti patogeni, funghi, droghe potrebbe aver causato il blocco della crescita. Ci sono sostanze che dopo un certo periodo di tempo si dissolvono nel sangue senza lasciare tracce. Questo spiegherebbe perché dagli esami non risulta niente di anormale." "D'accordo. Se ritieni questo caso una perdita di tempo fai pure, ma lasciami tentare un'ultima strada. Se si rivelerà un buco nell'acqua, domattina torneremo a Washington", concluse Mulder aprendo la portiera dell'auto. Goodnight Moon Motel ore 10.20 pm Tre colpi alla porta destarono Mulder dalla lettura. "E' aperto" urlò da dentro. La porta si aprì e Scully entrò nella stanza. Abbandonò il cappotto sulla poltrona all'entrata, quindi si sedette sul bordo del letto per poi distendersi completamente. "Giornata pesante?" "Ho passato l'intero pomeriggio all'ospedale: ho assistito all'autopsia del taglialegna, esaminato i campioni prelevati, ritirato i referti, infine ho dovuto aspettare quasi due ore all'accettazione per ottenere le analisi di Casey. E per concludere in bellezza la giornata sono rimasta imbottigliata nel traffico a causa di un incidente." "Hai scoperto qualcosa?" chiese Mulder masticando un pezzo di hamburger. "Assolutamente niente. Il taglialegna è deceduto, come previsto, a causa del tronco cadutogli addosso. Nessuna anomalia riscontrata negli esami. La morte è stata classificata come accidentale. Le analisi di Casey, come le precedenti, risultano normali: esami del sangue, elettroliti, radiografie…tutto regolare." Dana si strofinò gli occhi, quindi si sollevò rimanendo seduta sul bordo del letto. "Cos'è quella mostruosità?!" esplose alla vista del panino del collega. "Intendi questo? E' un triplo hamburger con insalata, maionaise, ketchup e senape. Vuoi un pezzo?" "Non ci penso neanche!" rispose Dana disgustata. "Immaginavo…tieni, ti ho preso un'insalata mista" disse Fox porgendole la cena. Scully lo ringraziò, quindi prese la confezione e le posate di plastica e cominciò a mangiare. "Tu hai qualche novità?" chiese Dana tra una forchettata e l'altra. "Speravo che tu me lo chiedessi." La donna chiuse gli occhi e buttò la testa all'indietro, maledicendosi per la domanda e, allo stesso tempo, preparandosi spiritualmente alle strampalate teorie del collega. "Mentre tu ti trovavi in ospedale, io ho girato un po' per la biblioteca del paese alla ricerca di qualche supporto alle mie teorie. Ero sul punto di andarmene, quando…" "Mulder, potresti cortesemente arrivare al punto?" "Ci stavo arrivando…ho trovato un libro che potrebbe rivelarsi la chiave della soluzione di questo caso. Credo che Casey abbia qualche dono particolare." "Ovvero?" "L'altra sera al motel, per esempio: il trave si è staccato dal soffitto e ti avrebbe colpito se non ti fossi alzata. E come mai non eri a letto? Perché…" "…Casey aveva freddo e le serviva una coperta in più", concluse Scully. "Esatto! In pratica ti ha salvato la vita facendoti alzare!" "E' stato un caso, una coincidenza…" "Non ho ancora finito. Questa mattina, mentre andavamo all'ospedale, chi ci ha avvisati della frana?" "Casey", rispose Dana senza molta convinzione. "Un'altra coincidenza? E cosa mi dici dei lampi di luce?" "Col temporale di ieri sera, un fulmine mi sembra la soluzione più probabile, mentre questa mattina è facile che si sia tratto del riverbero del sole!" "D'accordo, ipotizziamo che i lampi di luce siano spiegabili con fenomeni naturali, resta il fatto che Casey ci ha salvato ben due volte da un possibile incidente!" "Vorresti dire che la bambina, in realtà, è un angelo custode o qualcosa di simile?" "Fuochino", Mulder prese un libro dalla scrivania e lo porse a Scully. "Una fata?!" sbottò Dana. "Proprio così. Secondo alcune leggende questo bosco è popolato dai cosiddetti 'spiriti della foresta'. Pensa che il nome stesso, Sidhe, significa 'popolo delle colline', ovvero le fate. Si narra che questi esseri siano in grado di interagire nella vita degli umani portando loro fortuna. Esistono anche spiriti malvagi, come i Troll, i quali, secondo una tradizione norvegese, sono in perenne lotta col genere umano e amano prendersene gioco. 'Il sole fa esplodere i Troll e li trasforma in pietre' diceva uno dei cavalieri della tavola rotonda. Le fate, al contrario, sono donne bellissime e buone, che spesso aiutano l'uomo nelle sue imprese. La loro comparsa e le loro magie vengono immediatamente seguite da lampi di luce colorati e di grande intensità. Si tramanda che quando un mortale incontra una fata, questa lo porti con sé nel suo mondo incantato. Queste persone spariscono dalla faccia della terra per anni, che dal loro punto di vista equivalgono a non più di dieci minuti. Ovviamente non ricordano nulla della loro esperienza, e il più delle volte vengono ritrovati esattamente come erano in partenza, sia fisicamente che psicologicamente. Questo ti ricorda qualcosa, Scully?" "Mulder, si tratta di leggende, pura fantasia. Le fate e gli elfi non sono altro che figure mitologiche, protagonisti di bellissime fiabe per bambini, ma niente di più. Non hanno nessuna corrispondenza nella realtà!" "Come vuoi, ma le coincidenze cominciano ad essere troppe. Dobbiamo andare più a fondo." "Dobbiamo? Mulder, credi davvero che un libro intitolato 'fate e folletti' possa avere qualche rilievo nelle indagini? Non puoi fondare la tua teoria su un libro di favole! Non…" Il suono di un cellulare interruppe Scully. Fox recuperò il portatile abbandonato sotto una pila di fogli, quindi rispose. "Hanno trovato un altro taglialegna nella foresta", annunciò. Sidhe Forest ore 11.47 pm Attraversare la foresta a quell'ora di notte non era un'impresa semplice e neppure prudente. Le torce dei due agenti emanavano un fascio di luce appena sufficiente a permettere loro di vedere dove mettevano i piedi. Si muovevano con cautela lungo il sentiero e sempre attenti a eventuali indicazioni lungo il cammino. Il cielo era un manto nero senza stelle, solo una mezza luna forniva un barlume di luce, mentre l'insegna luminosa del motel si faceva sempre più lontana. Le torce erano l'unico mezzo su cui potevano fare affidamento. Finalmente, dopo più di venti minuti di cammino, raggiunsero gli agenti di polizia che avevano circondato la zona e piazzato alcuni fari per poter operare più comodamente. Il taglialegna giaceva a terra, la testa insanguinata a causa del colpo. Poco più in là, un albero crollato a terra sbarrava il passaggio. "L'abete l'ha preso in pieno, colpendolo alla testa. Ci abbiamo messo quasi un'ora a tirarlo fuori", disse un agente riferendosi al corpo. Scully si avvicinò al cadavere per poterlo vedere meglio. Non c'era dubbio: la causa della morte era più che ovvia. "E con questo siamo a quota due", esclamò Dana voltando il cranio in direzione della luce. "Già. Però non riesco ancora a trovare il collegamento con il nostro caso." "Forse perché non c'è il minimo collegamento, Mulder" "Dimentichi Casey: era presente anche sul luogo dell'incidente precedente, ma non saprei comunque come ricondurla alla morte del taglialegna." "Non credo che abbia qualcosa a che fare con l'incidente. E' solo una bambina!" "Una bambina ricomparsa dal nulla dopo 7 anni e che…Scully, laggiù, dietro quei cespugli. C'è qualcuno che si sta nascondendo." Mulder accese la torcia e, di corsa, raggiunse i cespugli che aveva visto muovere. Non vide nulla, ma uno scricchiolio di rami secchi dalla parte opposta confermò la sua sensazione. Illuminò con la pila la zona dalla quale sembrava provenire il rumore, e intravide una sagoma umana che, accortasi di essere stata scoperta, si dileguò nella foresta. Mulder si lanciò all'inseguimento e Scully, giunta sul posto con un po' di ritardo, fece altrettanto. "FBI, sono armato!" gridò Mulder. Non ebbe risposta, solamente un continuo calpestio di rami secchi, segno che non aveva intenzione di fermarsi. Fox continuò a correre. Riusciva a scorgere un'esile figura, che a tratti scompariva dietro qualche albero. Decise allora di ritentare intimandole di fermarsi, ma non riuscì più a scorgerla. Puntò la torcia facendo una breve panoramica attorno a sé, ma senza nessun risultato. Stava per arrendersi e tornare indietro, quando udì un leggero lamento, poi dei singhiozzi. Volse la luce in direzione del rumore e intravide una sagoma rannicchiata vicino ad un albero. Le si avvicinò e la riconobbe. "Casey, che ci fai qui?" La bambina, che aveva trattenuto le lacrime fino a quel momento, scoppiò a piangere. "Ehi…cosa c'è?" le chiese Mulder con dolcezza. La piccola non accennava a calmarsi. Fox la aiutò ad alzarsi, controllò che non fosse ferita, quindi le accarezzò i capelli rassicurandola che era tutto a posto, che l'avrebbe riaccompagnata a casa dai suoi genitori e tutto si sarebbe risolto. "I-io so-no s-scappata", disse Casey tra un singhiozzo e l'altro. Mulder si inginocchiò davanti a lei e le asciugò le lacrime che continuavano a scenderle lungo le guance. "Perché sei scappata, Casey?" le domandò Mulder cercando di nascondere la sua preoccupazione. "Io non lo so…non mi ricordo niente. E-ero a letto a dormire e…e poi mi sono ritrovata qui nel bosco." "Non ricordi nient'altro?" la bambina fece segno di no. "Ok, non fa niente. L'importante è che tu stia bene." Mulder controllò nuovamente se avesse qualche ferita, si soffermò soprattutto sulla testa. Niente. Quantomeno niente che si riuscisse a vedere con una torcia. Prese per mano la bambina e insieme si avviarono lungo il sentiero che portava alla radura illuminata. "A-agente Mulder" disse Casey in un sussurro appena udibile. "Dimmi tutto tesoro." "Ho freddo." Fox si tolse la giacca di pelle nera, si inginocchiò davanti alla bambina e la coprì, "Non è esattamente della tua taglia…", Mulder sorrise vedendo la piccola con la sua giacca che le arrivava fin sotto le ginocchia, "ma almeno stai al caldo." Non fecero in tempo a riprendere il cammino che una quercia crollò a pochi metri da loro bloccando la strada. Un lampo di luce illuminò il bosco in coincidenza con la caduta dell'albero. Una luce così abbagliante da accecarli. Un millesimo di secondo che avrebbe potuto essere fatale, se non si fossero fermati. Dopo un primo momento di confusione, Mulder realizzò ciò che era appena successo e si girò in direzione della bimba per assicurarsi che stesse bene. Lei però non c'era. Scomparsa. Volatilizzata. "Mulder, finalmente. Sono 20 minuti che ti sto cercando. Cos'è successo? Ho visto un lampo di luce…" disse Scully sbucando da un sentiero laterale. "L'hai vista?" "Chi? Di chi stai parlando?" "Casey." "Casey? E cosa c'entra Casey?" "Era lei!" "Lei chi?… Mulder non ci sto capendo niente. Potresti essere un po' più chiaro, per favore?!" "Quell'ombra che ho visto scappare nella foresta, ricordi? Quando tu stavi esaminando il cadavere del taglialegna… ecco, quell'ombra era Casey. Le sono corso dietro per un po', finché non l'ho scorta rannicchiata, che piangeva, vicino ad un albero. Era qui con me fino ad un attimo fa ed è sparita con il lampo" riassunse Mulder camminando avanti e indietro e aguzzando lo sguardo alla ricerca della piccola. "Casey!!! Casey!!! Casey, mi senti?!" gridò d'un tratto Fox. "Mulder!" Scully lo raggiunse tenendo in una mano la giacca di pelle nera, appena trovata dietro ad un cespuglio. Fox l'afferrò e la indossò. "Aveva freddo, così gliel'ho messa sulle spalle…" Cominciarono a setacciare la foresta alla ricerca della bimba. Si incamminarono in direzioni opposte con la speranza di trovarla prima. Mulder seguì il sentiero principale verso nord, e ogni tanto se ne staccava per esplorare meglio la parte centrale del bosco. Passavano le ore, l'alba si avvicinava e con il giorno sarebbero stati raggiunti dalle guardie forestali e da qualche elicottero. La notte, invece, nessuno accennava a muoversi perché era ritenuta una perdita di tempo: si vedeva a malapena ad un metro di distanza ed era assurdo cominciare una ricerca, per di più in una fitta foresta! Mulder camminava senza fermarsi, era stanco ma doveva trovarla. Ad un tratto una zona più luminosa delle altre lo attrasse. Si trattava di un ellisse blu sospeso a mezz'aria. I bordi tendevano al giallo ed emanavano una gran luce. L'ellisse cominciò ad abbassarsi fino a toccare il terreno, o almeno era ciò che sembrava. Fox rimase immobile, gli occhi fissi verso quello spettacolo. La meraviglia lo immobilizzò ancora di più quando intravide un'ombra umana riflettersi in quell'alone luminoso. Era una bambina! Sì, quella sagoma era sicuramente di una bambina… di Casey! Non riuscì nemmeno a gridare il suo nome, la guardò semplicemente attraversare quel cerchio e svanire nel nulla un attimo dopo. Mulder rimase ancora fermo immobile a fissare l'infinito. Sì, la sua teoria sulla natura di Casey era stata appena convalidata. "Mulder, cosa stai guardando? L'hai trovata?" chiese Scully col fiatone per la corsa. "Sì, l'ho trovata… e l'ho lasciata andare." "Lasciata andare?" "E' tornata nel suo mondo, Scully" sorrise Mulder incamminandosi verso la radura da cui tutto era cominciato. Scully volse lo sguardo verso l'orizzonte, nel punto che prima fissava Mulder. Il sole stava sorgendo. Washington D.C. Ufficio degli X-Files ore 8.37 am Mulder sedeva alla scrivania. Il fascicolo del caso appena concluso aperto sul tavolo. Stava osservando le due foto che aveva mostrato a Scully all'inizio del caso: una bambina sorridente con capelli biondo cenere che le arrivavano sulle spalle e occhi blu scuro. Dana varcò la soglia dell'ufficio con un altro fascicolo nelle mani: l'autopsia del secondo taglialegna. Fox la salutò, quindi si alzò, prese il rapporto denominato 'Anderson, Casey' e seguito da una sfilza di numeri identificativi, e lo ripose nel grosso schedario metallico. "Ho appena ritirato il rapporto autoptico del taglialegna rinvenuto del bosco: morto per cause naturali, proprio come l'altro." Fox annuì lentamente per niente meravigliato dalla notizia. Seguì un attimo di silenzio, in cui Scully poté notare lo sguardo del suo collega perso nel vuoto. Uno sguardo che tornava all'Oregon, alla Sidhe Forest… a Casey. "E' parecchio che mi sto chiedendo perché noi sì e loro no!?" sbottò Mulder di colpo. Scully lo guardò senza capire. "Perché noi siamo stati salvati ben tre volte, mentre i due taglialegna sono morti. Eppure Casey era vicino ad entrambi. Non trovo la logica…" "Mulder, niente in questa storia è logico! Ah, dimenticavo… le ricerche della piccola continuano. La protezione civile sta setacciando la foresta 24 ore su 24." "E' inutile, non la troveranno. Lei è la Principessa delle Fate" disse Mulder sorridendo. Da qualche parte nella Sidhe Forest "Brava Casey, hai fatto un buon lavoro. Siamo fiere di te! Hai protetto e salvato due mortali. Non tutti riescono in un impresa del genere, ma tu ce l'hai fatta." Hahasiah, fata dai lunghi capelli rossi, la prese per mano e la invitò ad unirsi alle danze. 'Is é mo laoch, mo ghile mear Is é mo shaesar ghile mear Nì fhuaras féin aon tsuan ar sèan O chuaigh ì gcéin mo ghile mear' Casey ballava e ballava. La musica la inebriava e pian piano tutti i ricordi della sua vita da mortale venivano cancellati da quelle note melodiche. 'Addio, addio e un bicchiere levato al cielo d'Irlanda e alle nuvole gonfie. Un nodo alla gola ed un ultimo sguardo alla vecchia Anna Liffey e alle strade del porto. Un sorso di birra per le verdi brughiere e un altro ai mocciosi coperti di fango, E un brindisi anche agli gnomi e alle fate, ai folletti che corrono sulle tue strade.' (Modena City Ramblers – In un Giorno di Pioggia) **************************** FINE *********************************** Note: Solo alcuni particolari riguardanti questo racconto. Non me ne vogliano gli amanti degli 'Spiriti delle Foreste', ma gran parte dei dettagli che li riguardano me li sono inventati di sana pianta J Ho girato e girato per siti dedicati a fate e folletti, ma non sono riuscita a trovare tutte le informazioni che mi servivano per lo sviluppo di questa fanfic. Ciò che non ho trovato l'ho inventato. Mi scuso, quindi, se alcuni particolari vanno a scontrarsi con la mitologia classica. Quei versi 'un po' intraducibili' (come direbbe Limiti ;) ), che trovate nell'ultimo paragrafo, sono presi da 'In un Giorno di Pioggia', una canzone dei Modena City Ramblers (citata anche poco dopo, questa volta in italiano). La lingua è il gaelico, un dialetto irlandese, e questa è la traduzione italiana: 'Lui è il mio eroe, il mio amore Lui è il mio cesare, il mio amore Non ho trovato felicità o riposo Da quando il mio amore è partito.'