Quel folletto dispettoso

nascosto nelle case salentine

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Il "laurieddhu", spiritello di antiche origini, è una figura fantastica ma ben radicata nella tradizione popolare. Con nomi diversi, con caratteristiche simili ma con predilezioni particolari, a secondo del territorio dove esplica il suo incredibile e spesso inspiegabile mandato, lo spiritello che è ben vivo nella realtà agreste meridionale e salentina ha una storia che è quella dell'intero genere umano.

C'è sempre stato, insomma, un quid legato al mistero, all'incapacità dell'uomo di dominare per intero la Natura che, anzi, si prende licenza e si fa beffe delle abitudini e delle richieste più tradizionali della gente comune.

Ed è singolare che cambi il nome con molta frequenza, quasi a voler confondere le idee, quasi a voler sottolineare le mille sfaccettature del suo misterioso incedere, senza fissa dimora, ma sempre collocato nelle abitazioni umane.

Tanto che, nel leccese, è denominato Lauru o Laurieddhu, rifacendosi così in maniera esplicita ai protettori per eccellenza della sacralità della casa, i Lares di latina memoria.

Un po' più a sud diventa Monacieddhu e, anche in questo caso, l'origine è vicina alla denominazione greca, del monastero bizantino (laura) proprio in terre che hanno visto numerose presenze di monaci bizantini. Sempre a sud è anche presente come Scazzamurieddhu, dizione più complessa ma sempre di origini comuni e squisitamente salentine.

Singolare è poi come viene chiamato in Basilicata "monachicchio" e come la sua raffigurazzione sia praticamente la stessa: piccolissimo, allegro, chiacchierone, malizioso, non sa pronunciare la "r" ed è molto affezionato al suo cappuccio, grande e di colore rosso.

Ed è proprio questo il suo punto debole: se si riesce a rubarglielo, farà di tutto per riottenerlo, disposto a far scaturire monete e gioielli dal sottosuolo e, soprattutto a realizzare positivamente gli sforzi per il ritrovamento dell'acchiatura, ovvero del tesoro nascosto ed introvabile per tutti, per il fortunato che avrà le indicazioni giuste dal dispettoso folletto. Perché dispettoso ad oltranza è questo piccolo, fantastico essere: perseguita volentieri le giovane donne, dedica la sua attenzione a combinare disastri di piccolo cabotaggio, localizzati sempre nelle mura della casa che elegge a propria dimora. Ed ha un debole per i crini e le code degli animali che ama intrecciare inestricabilmente.

Burloni di notevole spessore, ecco a cosa si dedicano i nostri spiritelli, secondo quanto scrive Carlo Levi: " fanno il solletico sotto i piedi agli uomini addormentati, tirano via le lenzuola dei letti, buttano sabbia negli occhi, rovesciano bicchieri pieni di vino,  si nascondono nelle correnti d'aria e fanno volare le carte e cadere i panni stesi in modo che si insudicino, tolgono le sedie di sotto alle donne sedute, nascondono gli oggetti nei luoghi più impensati, fanno cagliare il latte, danno pizzicotti, tirano i capelli, pungono e fischiano come zanzare".

La loro origine, la nascita e provenienza sono misteriosi: c'è chi afferma che sono gli spiriti dei bambini morti senza battesimo, chi parla di angeli giunti in ritardo alle porte del paradiso e condannati a vagare senza requie.

Nel barese c'è una romantica evoluzione che costringe l'ombra di una persona ad essere murata in una casa. E proprio quest'ombra, cercando di liberarsi, causa guai a non finire: il legame con i lares è sempre molto vivido. Ma le tradizioni, squisitamente salentina, vuole che laurieddhu ponga ai più fortunati con i quali ha uno scambio di parole, un facile quesito: tampagni, sordi; sordi, tampagni, ovvero soldi o coperchi. Naturalmente offrendo coperchi a chi sceglie di essere ricco, riservando i soldi per coloro (pochissimi, crediamo…)che scelgono i tampagni….

Il laurieddhu è, dunque, tra le più genuine figure della tradizione popolare salentina.

E ha antenati illustri, di gran fama: dal Farfarello dantesco ai folletti Ariele e Berbino di shakespeariana memoria.

Dalle creature magiche di Ibsen e Dickens  a quelle meno conosciute ma altrettanto affascinanti, dei racconti delle nostre nonne.

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