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Tutti sono chiamati allunit Lunit va costruita con chi ci accanto; e non sempre possibile operare una scelta. Questo principio generale vale anche in politica dove, anzi, esso acquista un peso ancora pi forte; in politica, infatti, i nostri interlocutori non sono vicini a noi per caso, ma sono il risultato di scelte sovrane degli elettori, o sono rappresentanti di esigenze storiche o di bisogni sociali. E queste scelte degli altri non possono venire respinte; laltro, in politica, va accettato sia come persona sia per ci che rappresenta: il primo passo verso lunit. La politica lo ha posto accanto a noi nel consiglio comunale, nella commissione parlamentare, nel partito. E lui il prossimo; con lui va cercata e costruita lunit personalmente e politicamente. Laltro, in politica, non pu mai essere considerato come un nemico, o anche solo come un estraneo, ma come un candidato allunit, proprio per poter raggiungere lo scopo della politica il bene di tutti , anche se egli ci pu apparire lontanissimo e in profondo disaccordo con noi. Tale lontananza non deve farcelo respingere ancora di pi, correndo il rischio di scivolare nellodio e nel disprezzo; al contrario, essa ci dice quanto sia lontana la soluzione del problema comune, e quanto sia profonda la difficolt: una ragione per abbracciare ancora pi decisamente la causa dellunit, e per porre tutte le energie nel cominciare a ridurre le distanze. Se, infatti, nella sfera privata posso pensare di raggiungere il mio bene personale anche senza interessarmi di chi mi estraneo, in politica ci non mi concesso, in quanto tutti gli attori della scena sono necessari al raggiungimento del bene comune. Il politico dellunit consapevole di non avere il diritto di accettare passivamente lincomprensione e lo scontro, come se fossero dati naturali: la scelta di fare politica gli chiede esattamente il contrario. Il politico dellunit conserva e alimenta in s la certezza che anche colui che in questo momento diviso e lontano ha una vocazione allunit, per il fatto stesso di essere in politica: ed il mio comportamento, fatto di rispetto per la persona, di ricerca del positivo contenuto nella sua posizione, che pu aiutarlo a scoprire questa vocazione. Unit e distinzione: un nuovo modello per la politica La meditazione spirituale che abbiamo appena ascoltato riferisce la scoperta dellunit, da parte di Chiara e delle prime focolarine, quale emerge attraverso le parole che Ges rivolge al Padre: perch tutti siano una sola cosa (Gv 17,21). Che cosa porta di nuovo questa idea di unit, rispetto al modo con il quale lunit nelle sue diverse applicazioni fra persone, fra gruppi, nella comunit politica - poteva essere pensata prima? A quelle parole Ges aggiunge: Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anchessi in noi una cosa sola (ivi). Ges parla di una cosa sola; eppure, come possiamo costatare dai racconti dei vangeli, il Padre e il Figlio sono ben distinti, ciascuno dei due se stesso e non si confonde con laltro. La logica antica, pre-cristiana, che si esprime nella logica ancora oggi comune, ci spiega che padre e figlio sono concetti correlativi; si chiamano cos quei concetti, tali che luno non pu essere definito senza riferimento allaltro: il padre, infatti, si definisce come colui che ha un figlio, e viceversa. Ed interessante notare che anche alcuni dei principali concetti politici sono correlativi: la maggioranza non pu essere definita senza la minoranza e viceversa, leletto senza lelettore e viceversa. La politica, interpretata secondo questa logica che gi Aristotele possedeva, ci d una certa spiegazione dellunit: il corpo sociale un tuttuno nel quale le parti sono correlate fra di loro, e hanno senso solo in funzione del tutto. E nel corso della storia, in effetti, abbiamo avuto varie concezioni politiche che hanno espresso questa logica; alcune, in particolare, spiegavano il rapporto fra il potere sovrano e il corpo della nazione come un rapporto fra padre e figlio. Ma questo modo di vedere pre-cristiano , pur contenendo numerosi elementi positivi che non devono andare perduti, non coglie lo specifico di quei passi del Vangelo, non coglie, cio, la logica trinitaria che Ges introduce; e non neppure capace di fornire un pieno fondamento alla logica della democrazia contemporanea. Nella logica trinitaria, infatti, i Tre sono lUnico Dio; ma ciascuno dei Tre Dio e agisce avendo dentro di S, per cos dire, gli Altri. Nella logica trinitaria lunit non elimina le distinzioni ma, addirittura, lunit tale che ciascuno la contiene in S. Il Vangelo come mette il luce lideale dellunit introduce nella cultura umana questo nuovo paradigma dellunit e delle relazioni, che un po alla volta arriva ad influenzare tutti gli aspetti della vita, e dunque anche la politica. Secondo questo nuovo punto di vista, lunit della comunit umana tale da esprimersi in ogni singolo uomo: ogni uomo ha la potenzialit di comprendere e rappresentare tutti gli altri. Questo principio d un valore assoluto a ciascuno: nessuno pu venire abbandonato, o sfruttato, o insultato, perch vale quanto lintera umanit; ma ha tale valore perch inserito nellunit dellumanit: ci che si vuole esprimere col concetto di persona. Oltre lindividualismo e il collettivismo Il concetto di individuo non capace di rendere la profondit di questa relazione; per questo le politiche esclusivamente individualistiche finiscono per indebolire proprio il singolo, in quanto lo vedono come separato da quella relazione di unit con tutti gli altri che gli d il valore. Al contrario, le politiche esclusivamente collettivistiche non vedono che lunit dellinsieme sussiste solo se sussistono tutti i diversi soggetti che compongono lunit: non prendendoli in considerazione, il collettivismo indebolisce proprio quellunit che vorrebbe assicurare. Individuo e collettivo sono astrazioni, che dicono solo in parte la concretezza delle persone e delle comunit che esse formano: persona un concetto trinitario. Ma non va inteso come il fondamento di una terza forza fra individualismo e collettivismo, non va inteso come la piattaforma per un nuovo partito: la prospettiva dellunit pu entrare in tutte le diverse culture politiche per portare ciascuna ad una sua maggiore verit e, soprattutto, per aprirla al dialogo con le altre: lunit non un nuovo particolare, ma un ideale universale. La fraternit, che sta al centro del pensiero del Movimento politico per lunit, vuole esprimere politicamente, cio con tutte le necessarie mediazioni che la cultura politica esige, questa ispirazione trinitaria; la fraternit indica il rapporto concreto fra persone, ciascuna delle quali ha un valore assoluto, che si attua per solo nellunit fra tutti e come espressione di essa. Larcano della rappresentanza politica C da osservare che, su questi problemi che riguardano i fondamenti valoriali delle democrazie, come ha scritto Giovanni Sartori, siamo ancora fermi a dove erano i greci ventitr secoli fa. Ma il nuovo paradigma dellunit d luce per la ricerca di soluzioni. Facciamo un esempio. Un antico problema della politica, che si accentuato con lavvento delle democrazie, il seguente: come possibile che chi non stato votato da tutti, rappresenti tutti? La domanda vale per il singolo rappresentante politico, ma anche per un governo. E pone un problema concreto al politico: come posso interpretare e vivere lunit della mia citt o della mia nazione, se proprio per eleggermi i cittadini si sono divisi? In effetti, se ogni cittadino fosse semplicemente un individuo, la somma dei voti di tali individualit, anche se raggiungesse una larga maggioranza, non potrebbe mai giustificare lidea che leletto rappresenti tutti: rappresenterebbe solo coloro che lo hanno votato. Ma nella prospettiva dellunit, in realt ogni cittadino portatore della dimensione politica, cio dellinsieme, del tutto. Egli fatto cittadino dalla comunit politica; e dal momento che esiste la citt, il cittadino la porta in s, lidentit politica unitaria fa parte della sua identit di cittadino, che non pu mai essere considerata solo come individuale. Il voto individuale, ma ha valore perch colui che vota un cittadino unito agli altri. Per questo motivo, anche una componente parziale di cittadini (la maggioranza che vince le elezioni) pu stabilire ci che va bene per il tutto, pu eleggere il rappresentante della citt o della nazione. La parte pu generare il tutto, solo se lo ha gi in s. La democrazia introduce le regole affinch tale unit venga raggiunta, stabilendo che tale parte deve essere, quantitativamente, maggioritaria. Ecco perch leletto pu rappresentare lunit di tutti, anche se non tutti lo hanno votato: perch ogni cittadino dunque, anche il cittadino che viene eletto - portatore dellunit. Lunit lanima della rappresentanza democratica. Di conseguenza, il politico dellunit, in ogni suo atto, tende sempre a costruire lunit: anche in campagna elettorale, o durante il dibattito pi acceso si comporta, nei confronti di coloro che non la pensano come lui, come se egli fosse il loro rappresentante, chiedendosi non solo come far prevalere la propria idea, ma come lidea dellaltro possa trovare espressione. In conclusione, in politica usiamo strumenti imperfetti, e spesso imperfetta anche lintenzione dei singoli. Ma la politica unit. E attraverso la fraternit possiamo adeguare noi stessi e gli strumenti che abbiamo finora costruito, alla vera natura della politica.  Sartori G., Democrazia. Cosa , Rizzoli, Milano 1993, p. 114.     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