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Antonio Inoki tai Hulk Hogan !!!

2 giugno 1983, a Tokyo è il giorno della finalissima del torneo che stabilirà l’IWGP Heavyweight Champion. In lizza per il titolo c’erano 10 tra i migliori wrestlers del globo, ognuno in rappresentanza di una nazione diversa: Antonio Inoki, Andre the Giant, Big John Studd, Hulk Hogan, Otto Wanz, Akira Maeda, Canek, Enruque Vera, Killer Khan e Rusher Kimura. Il torneo iniziò i primi di maggio e tutti i wrestlers si affrontarono tra di loro in un girone all’italiana dove, il primo classificato avrebbe vinto il torneo. Al termine degli incontri, però, la classifica vedeva due wrestlers primi con 37 punti: erano Antonio Inoki ed Hulk Hogan. C’era bisogno di uno spareggio. Il match si svolse regolarmente e tutti sappiamo come andò a finire: Antonio Inoki doveva vincere il match ma si infortunò ad un ginocchio fuori dal ring e non riuscì più a tornare sul quadrato permettendo così al mitico Hogan di aggiudicarsi il titolo. E se Inoki non si fosse infortunato? Cosa sarebbe successo? E’ proprio su questa utopia che si basa la nostra Grande Sfida. Ma Andiamo con ordine. Hulk Hogan butta fuori dal ring Antonio Inoki che avverte un dolore al ginocchio, zoppica leggeremente ma riesce lo stesso a tornare sul ring. Il pubblico applaude lo stoicismo del giapponese che riprende il match come se niente fosse. Hogan cerca di approfittare dell’infortunio e sottopone Inoki ad una lunga figura a 4. Il grande Antonio sembra sul punto di mollare, ma finalmente trova la forza per reagire, esce dalla morsa, stende l’avversario con un belly to belly suplex ed esegue la Ground Cobra Twist. Hogan cede ed Inoki fa suo il titolo mondiale. Hulk Hogan incassa la sconfitta e se ne torna in America dove da lì a poco lo attenderà un faraonico contratto con la WWF.

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Il 23 gennaio 1984 The Hulkster sconfigge The Iron Sheik al Madison Square Garden e diventa il nuovo campione del mondo accolto dal tripudio della folla. Nasce così l’Eroe Americano, il campione dei campiono. Ma può il numero uno del wrestling mondiale avere sulla coscienza una sconfitta per mano di wrestler giapponese? La risposta è ovviamente no, quella macchia andava cancellata al più presto. Vince McMahon si mette quindi una mano sul cuore e l’altra sul portafoglio, e, a suon di dollari, ingaggia Antonio Inoki. Il nippo-brasiliano fa il suo esordio con una serie di interviste dove minaccia Hogan e sostiene l’illegittimità del titolo WWF che dovrebbe essere nelle sue mani vista la vittoria ottenuta a Tokyo. Immediatamente gli viene affiancato come manager Mr.Fuji e affibiata l’etichetta di monster heel: l’invasore giapponese che minaccia l’America.
Il campione di Yokohama sconfigge ad uno ad uno tutti gli alleati di Hogan, Jimmy Snuka, Ricky Steambot e perfino Andre the Giant. La sfida tra i due eroi è ormai inevitabile e non c’è ambientazione migliore della prima edizione di WrestleMania. C’è da dire che, in questo caso, se i fatti fossero andati realmente così, la storia di WM ne avrebbe sicuramente guadagnato, volete paragonare il fascino di un match con Hogan e Inoki con un tag team insieme a Mr.T?
Fatto sta che il 31 marzo 1985 Hulk Hogan ed Antonio Inoki si ritrovano faccia a faccia su un ring a quasi tre anni di distanza dall’ultima volta. In questa occasione tutto il pubblico sta dalla parte dell’Hulkster che, però, si trova parecchio in difficoltà di fronte ad un wrestler dotato di una tecnica superiore come Inoki. Il match sembra completamente in mano del giapponese che riesce persino a sottomettere Hogan con una Cobra Twist, mossa che gli fu già fatale in passato. In parte è un film già visto mille volte, proprio quando appare sul punto di cedere, Hogan reagisce, si libera della morsa, si gasa aiutato dal pubblico e con un big foot ed un leg drop si aggiudica l’incontro. Inoki se ne torna immediatamente in Giappone, mentre l’Hulkster si gode il successo, la sconfitta del 1982 è stata vendicata. Ecco come sarebbero potute andare le cose se Antonio Inoki non si fosse infortunato in quella storica finale. Probabilmente alcuni puristi del puroresu sono rabbrividiti all’idea di un Inoki nella WWF degli anni 80 e da una parte anche io sono contento che ciò non sia accaduto, entrambi i wrestlers saranno ricordati in eterno, Inoki divinizzato in Giappone e Hogan padre del wrestling moderno negli States.

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Questa fanta-sfida si è conclusa dunque con il trionfo di Hulk Hogan davanti al suo pubblico, se volete anche un’analisi sotto l’aspetto tecnico, io non sono la persona più adatta a farla. La mia enorme passione per l’Hulkster mi renderebbe imparziale, inoltre, purtroppo non ho mai visto un match di Inoki precedente al 1983, quindi non so come combattesse negli anni della gioventù. Gli incontri che ho visto dell’83 e dell’84 non mi hanno entusiasmato più di tanto, quello che ricorderò maggiormente è proprio la finale dell’IWGP tournament del 1984 dove Inoki vinse in circostanza dubbiose. Secondo me in quell’occasione fu proprio Hulk Hogan a dare un grande spettacolo sul ring, mentre Inoki si limitò ad un combattimento nella norma. Vista questa mancanza di dati sul campione giapponese e dato il fatto che ci troviamo di fronte a due icone che meritano il massimo rispetto, questa Grande Sfida si conclude in parità, proprio come spesso si concludevano i match tra Antonio Inoki ed Hulk Hogan.

Ivan Filannino

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