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IN AGGIORNAMENTO - 30/01/2011

Il Castello di Coderone
Un po' di storia

Forse penserete che la prendo un po' alla larga, ma credo che sia opportuno sapere che.....

950 Questa è la data della notizia più antica relativa alla pieve di Marinasco, dalla quale, pare, presero spunto tutte le pievi e parrocchie circostanti. Faceva parte di questa pieve anche il monte Parodi, che  sovrasta Biassa, e così pure il Verugoli, alle pendici del quale era l'originale insediamento biasseo.
1094 La pieve di Marinasco fu donata da Juditta e Oberto, che ne erano proprietari secondo la legge dei Longobardi (eccoli qua!), al monastero di Santa Maria del Tyro Maggiore, che ebbe il diritto di ricavarne le decime e tutto quanto ne seguiva. Ma forse c'è un po' di confusione, almeno sul nome. Perchè sul Tino c'è l'abbazia di San Venerio. Dunque Santa Maria è sul Tinetto o sulla Palmaria.
1125 Quindi, una riscossione di decime così datata, ci fa sapere che la pieve di Fabiano e Coregna, Sant'Andrea, sono state cedute all'abbazia di San Venerio. E di Biassa, che si dice? 
1154 E' certamente antecedente a questa data, la costruzione della chiesa di San Martino (noi biassei diciamo 'Vecchio'), come filiale di Santo Stefano di Marinasco. La citazione proviene nientemeno che dal Codice Pelavicino, sempre per via della riscossione delle decime, erroneamente indicata come San Martino di Fabiano, che invece, ormai si sa, è Sant'Andrea. Dunque il Verugoli e San Martino sono centro di aggregazione dei popoli di Biassa, Riomaggiore, Carpena, che ancora non sono proprio così ben definiti. E' sempre la documentazione proveniente dall'abbazia del Tino, che ci da una certa idea dei limiti di quest'ampia parrocchia, la cui chiesa avrebbe avuto addirittura tre porte di ingresso: una per la gente di Carpena, l'altra per la gente di Cacinagora (Monterosso), l'altra ancora per quelli Roccanera, ovvero Biassa. Dunque questo pare essere il nome originale del paese, o meglio, della località che identificava una serie di casali, assimilabile più o meno all'attuale Casavecchia. Ma ci ritorneremo sopra!
1161 Tadahh! C'è anche Tramonti. In quest'epoca, i monaci del Tino acquistano da alcuni signori di Vezzano nientemeno che l'Albana, situata alle spalle della Castellana, correttamente definita confinante con la 'Costa sanguinaria' (ci vuole poco per capire che sono le Rocce Rosse) e la 'Serra de Persico'. (a questo punto mi sono emozionato, giuro!).
Non scordiamo l'epoca storica, ovvero, Pisa e Genova, repubbliche marinare, sono in guerra tra di loro. I genovesi si accontentano di conquistare la costa, senza dotarsi di un retroterra sicuro, costringendo così le popolazioni dell'entroterra a fortificarsi e, a seconda di come tira il vento, stare con i pisani o i genovesi.
1165 E così Simone Doria, genovese, per chi non abbia capito, incazzatissimo con Carpena, che sta con i pisani (beh, la rocca di Carpena è un potente baluardo su quella strada che, dalla costiera scoscesa sul mare aperto, conduce direttamente nell'entroterra del golfo, senza passare davanti alla punta di Portovenere) sbarca a Vernazza. Seguendo proprio quella strada, che da Campiglia, lungo il crinale, conduce direttamente sul Verugoli, a San Martin Vecchio, prende praticamente alle spalle Carpena, la conquista e la brucia.
1171-72 Più o meno in questi anni, seguendo la già citata tattica, i genovesi acquistano Portovenere, proprietà, manco a dirlo, di alcuni signori di Vezzano. E così Carpena diventa il centro militare della parrocchia di San Martino.
1207
1209
1211
Una formazione occasionale, una specie di alleanza contingente tra i signori del luogo, Ponzò e Corvara, già padroni di Vernazza, si sviluppa durante questi anni. E' infatti ancora Carpena a difendere l'interno del golfo, mentre Campiglia fa la sua parte sul crinale, direzione Portovenere. Ma Biassa, che c'incastra? Non viene specificatamente nominata, ma ancora si incontra il toponimo Roccanera. Gente dura, liguri autoctoni, che si schierano con i genovesi, com'è ovvio.
1251 E danno inizio alla costruzione del castello di Coderone, che, a quanto pare, è coevo di quello di San Giorgio. Infatti, pensandoci bene, in questo sistema difensivo, manca un pezzo importante: la strada che dal crinale scende giù, lungo la valle, a Pegazzano. Questa strada, e questo assetto millenario, basato proprio su tale sistema viario, viene buttato gambe all'aria dai genovesi e dalle loro mire espansionistiche. Un eccezionale documento in tale data, dà notizia di un conciliabolo avvenuto sul Verugoli tra tutte le popolazioni della zona. Cita le  vicinie: 'comunitas blaxie', ovvero comunità di Biassa, quelli che stanno negli immediati dintorni. Poi Carpena, che tramite il valico comunica con Montale, Debbio, Quaratica. Quindi gli abitanti delle propaggini alte di Bramapan (Montenero, Monterosso, Riomaggiore) e quelli di Coregna, Fabiano, Pegazzano alle pendici del Monte S. Croce.
Il gruppo che all'interno del golfo si appropria del nome Biassa, assorbe la parrocchia originariamente in comune tra tutti questi popoli. Ecco che torna in ballo Casavecchia, come sede primigena della comunità. Situata giusto a mezza strada tra il paese attuale e la chiesa, concentra su di se i ricordi leggendari che legano Biassa a Roccanera. Il nome Casavecla probabilmente risale al XII Sec. ed è predominante tra le vicinie. Roccanera fu quindi distrutta dai Longobardi, e i suoi abitanti fuggirono verso il mare, per farvi ritorno proprio nei tempi di cui stiamo parlando.
1290 ca Ecco che Carpena si separa da San Martino, per entrare a far parte della pieve di Marinasco. E', come si può intuire, un bel colpo al sitema difensivo basato proprio sulla centralità della chiesa di San Martin Vecchio. La spinta centrifuga aumenta.....
1340 E' di questo periodo la costruzione della chiesa di San Giovanni Battista a Riomaggiore, che segna l'addensarsi del paese.
1348 Così pure a Pegazzano, con la sua chiesa parrocchiale.
1412 Avviene la distruzione di Carpena, che ha come effetto lo spopolamento del territorio, non più protetto dalla rocca. E' in questo periodo che salta fuori la famiglia dei Biassa, signori di Coderone, con il paese che si addensa attorno al castello, vicino al quale si costruisce un'altra chiesa, quella di Santa Maria. E' evidente che il toponimo assume anche dignità di cognome e di casato. I Biassa furono davvero importanti, e servirono anche il Papa, incrociando parentele con i Doria e altre importanti casati dell'epoca. Ebbero un torto: quello di cercarsi una nobiltà in Francia, tra i Galli, creandosi ad hoc una discendenza dai Beaulse, tra i quali figura un certo Pagano (che sia un antenato del sindaco?)
1470 Già allora la sfiga colpiva i biassei: la tassa della cura era tra le più alte fra quelle imposte dal piviere di Marinasco
XVI sec. Baldassare Biassa aggiunge un pezzo a Coderone, che, da elemento portante di un sistema difensivo, è diventato un sottoprodotto del sistema daziario! Inoltre lo elegge a sua residenza.
XVII sec. Coderone viene abbandonato
XXI sec. Coderone viene ...... ristrutturato?

Grazie al prof. Formentini: da un suo studio ho ignobilmente ricavato queste notizie. E grazie pure a Don Rossi. Ha scritto un pregevole testo sulla pieve di Marinasco, che mi è servito per capirci qualcosa di più. Infine grazie anche all'Archivio di Stato della Spezia, a Graziano Tonelli (il direttore), a mia cugina (acquistata) Rosaria e a Cinzia (impiegate), che mi hanno fatto scoprire questi libri.
Cercherò altre notizie.

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