breve
storia
di Castell'Alfero
Il paese di
CastellAlfero sorge su una collina del versante destro
della vallata percorsa dal torrente Versa; il concentrico è
riunito in un compatto gruppo di caseggiati attorno alla parte
più alta della collina dove sorge il castello, e l'abitato si
prolunga verso sud con numerosi gruppi di case sul crinale della
collina in regione Serra Perno mentre, a sud-ovest, nel fondo
valle si trova la frazione Callianetto; la frazione Stazione,
sede ferroviaria, in questi ultimi cento anni si è molto
ampliata nel piano della valle Versa.
Il punto più elevato del concentrico è circondato da un alto
recinto murato al quale si accede da due antiche porte; qui
sorgeva lantico castello andato distrutto in epoca non
precisata, sostituito dall'attuale che è piuttosto un grande
palazzo, la cui costruzione si deve alla famiglia Amico; gli alti
e robusti muraglioni sono la testimonianza della robusta e ampia
fortificazione che proteggeva il nucleo centrale dell'abitato.
La storia di Castell'Alfero non è legata esclusivamente a quella del suo maniero, ma inizia secoli prima.
La zona nella Valle Versa
era attraversata dall'antica strada romana che collegava Hasta
(Asti) a Rigomagus (Trino Vercellese) e sicuramente già abitata
a quell'epoca, fatto confermato dal ritrovamento di reperti
archeologici nei pressi del confine col comune di Tonco, vicino
alla Cascina Sangona.
La strada romana era chiamata "via levata" e si pensa
che seguisse il torrente Versa sino in prossimità dell'attuale
Ponte della Paglia per poi seguire il rio Viazza (il cui nome è
di origine romana), passando sotto l'attuale Perrona e dirigersi
verso Penango, come fa oggigiorno il percorso della linea
ferroviaria Asti-Casale.
Di sicura origine romana è il nome del bricco Pogliano, rimasto
dal nome di una costruzione sorta ai lati della importante strada
che collegava la Pianura Padana e Vercelli alle grandi vie
"Aemilia Scauri" e "Postumia" provenienti dal
mare ligure.
Località oggi scomparse,
ma che sorgevano sul territorio comunale di Castell'Alfero,
compaiono in vari documenti del periodo dei Franchi (X - XII
secolo); queste sono:
Masio, villa viteres (vicinanze Valmaggiore),
Vallescaria (tra Castell'Alfero e Callianetto) dove vi erano una
chiesa ed un castello
Valle di S.Pietro (la valle del versa nel tratto dalla frazione
Stazione a Frinco) in cui sorgeva l'abitato di S.Pietro di
Guadarobio
Viale (località prossima alla chiesa Madonna della Neve che ne
era l'edificio di culto)
Il torrente Versa fungeva
da confine fra i territori del libero Comune di Asti e del
Marchesato del Monferrato.
Nel 1159 l'imperatore Barbarossa confermò sotto la giurisdizione
di Asti le ville di Barche e Cassano, oggi scomparse ma
identificabili con due cascine del territorio di Castell'Alfero
che ne hanno conservato il nome.
Le due postazioni, che già esistevano nel XI secolo, vista la
loro posizione esposta a scorrerie dei Monferrini, erano dotate
di fortificazioni come risulta da documenti del '300.
Su di una collina prossima
alle due sopraindicate "ville" esisteva già una
roccaforte, indicata in più documenti come "castrum
Alferii", cioè il castello di Alferio; l'edificio era di
origine antica, ma non è accertata l'epoca precisa in cui sorse;
passò sotto il dominio di Asti fra il 1159 ed il 1189,
probabilmente fu conquistato con le armi e gli abitanti
forzatamente trasferiti a valle.
Il Codice Astese con parecchi documenti (dal 747 al 753) dimostra
che Castell'Alfero era sotto il potere di Asti nel 1189. E'
provato non solo dai documenti accennati ma anche da un atto del
1191 riportante una convenzione tra gli astigiani ed il marchese
di Monferrato concluso il 25 agosto di quell'anno nel territorio
di Castell'Alfero nei pressi del torrente Versa.
Si potrebbe ritenere che la denominazione di "Castrum Alferii" citata nel Codice Astese, riguardasse l'abitato di fondo valle, anch'esso fortificato come testimonia lesistenza di una vecchia torre scomparsa oltre un secolo fa e che era situata presso la odierna cascina Boana, un abitato indicato come San Pietro di Guadarobio.
Dunque l'abitato era posto
nella piana della Versa ed è certo che l'attuale Castell'Alfero
ebbe origine dagli stessi abitanti che vivevano nella valle, i
quali si trasferirono nuovamente in collina ripristinando e
migliorando le fortificazioni del vecchio castrum, sotto la
protezione del Comune di Asti, dopo la distruzione delle proprie
case avvenuta nel 1290 ad opera dei Monferrini.
In quell'anno gli astigiani, in guerra contro il marchese
Guglielmo di Monferrato, aiutati dal conte Amedeo di Savoia si
erano portati nelle vicinanze di Tonco e lì avvenne una
battaglia nella quale furono sconfitti ed inseguiti fin presso la
città di Asti; fu durante questo inseguimento lungo la valle
Versa che il borgo di San Pietro di Guadarobio fu incendiato e
completamente distrutto e gli abitanti furono costretti a
rifugiarsi in Asti.
Castell'Alfero aveva dunque la protezione degli astigiani, inoltre il 3 agosto del 1333 fu emanata una solenne dichiarazione in base alla quale i suoi abitanti furono messi alla pari dei cittadini di Asti e proclamati liberi da qualsiasi dipendenza, tranne quella di Asti di cui facevano parte integrante.
Nel 1364 Castell'Alfero, che era passato per un breve tempo sotto il dominio dei Monferrini, ritornò ad Asti per mediazione di papa Urbano V nelle dispute fra Galeazzo Visconti e Giovanni II di Monferrato.
Il paese nel 1386 fu, insieme ad altre terre, assegnata in dote a Valentina Visconti, andata a sposa a Carlo d'Orleans; dal documento stipulato per la dote risulta che Castell'Alfero era una terra popolata e chiusa da mura e che formava parte della provincia di Asti; inoltre è scritto che il paese aveva la sua amministrazione comunale, cioè un consiglio particolare, prerogativa di cui non godevano tutte le terre Astigiane che dipendevano invece nella quasi totalità da un feudatario o dal Vescovo.
Ciò nonostante questo comune ebbe varie divergenze con la città di Asti; nellarchivio di questa citta si conservano alcuni documenti che riguardano i litigi insorti fra gli abitanti del paese e quelli della città; questi dissidi furono definiti con una transazione del 20 giugno 1482, nella quale si stabilirono norme per più eque imposte, ed un arbitrato del 19 dicembre 1561 col quale si determinava di nuovo che Asti e Castell'Alfero fossero un corpo unico, in modo che ogni abitante del villaggio godesse gli stessi privilegi del cittadino e tutti si chiamassero cittadini di Asti.
Il 30 novembre 1616 durante la guerra di successione del Monferrato, Castell'Alfero venne saccheggiato e bruciato dai soldati del duca di Mantova che era in guerra coi Savoia.
Asti era passato con tutto il contado alla dipendenza del duca di Savoia sulla fine del secolo XVI; Carlo Emanuele I nel 1619, non tenendo conto dei precedenti accordi stipulati fra Asti e Castell'Alfero, dava il paese in feudo a Gerolamo Germonio, dei marchesi di Ceva e dei signori di Sale in cambio del feudo di Peveragno.
Pochi anni dopo i
Germonio, il 18 aprile 1640 vendettero il feudo al borghese
Alessandro Amico (1599-1648) che venne investito del feudo nel
1643.
Alessandro era il controllore delle finanze dei Savoia e fu il
capostipite della famiglia Amico che fece del castello la propria
residenza; ultimo conte invece fu Paolo Gioachino Carlo Luigi
Amico, ministro di Stato, che morì senza prole nel 1832.
Fu durante la signoria degli Amico che il castello fu
profondamente modificato e prese l'attuale forma, attorno al
1730.
Nel 1643 gli Amico ottennero anche i feudi di Quarto e di Portacomaro
Nel 1705 durante la guerra di successione di Spagna un reggimento di cavalleria francese occupò il paese; nel maggio dello stesso anno le truppe piemontesi mossero verso Castell'Alfero e con un attacco improvviso sorpresero i francesi, ma non riuscirono a scacciarli dal paese. Nel successivo mese di settembre i volontari piemontesi tentarono ancora di cacciare francesi, senza però riuscirvi. Il conte di Robella mandò alcuni parlamentari per invitare il comandante francese alla resa, ma questi rifiutò. Il 13 ottobre seguente cinquecento monferrini ripeterono l'attacco contro i francesi, e dopo aspro combattimento riuscirono ad averne ragione obbligando i francesi ad abbandonare il paese e allontanarsi.
Nella guerra di successione d'Austria, nel settembre 1745 l'abitato fu di nuovo occupato da un reparto francese, proveniente dal castello di Moncalvo; questi ne fecero il loro campo invernale, obbligando gli abitanti alla loro sussistenza. Nel marzo dell'anno successivo alcune compagnie di volontari piemontesi diedero l'assalto ed espugnarono il castello dopo avere appiccato il fuoco alla porta detta del Viale (una delle due porte di accesso); i francesi sorpresi dalla improvvisa irruzione e dalle fiamme che minacciavano il castello in cui erano accasermati, furono costretti a capitolare.
Il paese dovette sopportare le gravi imposizioni del regime durante l'epoca dell'occupazione francese, seguita all'armistizio di Cherasco del 1796, che travagliarono tutta la regione piemontese sino al principio del XIX secolo.
In tal periodo corse pericolo di essere incendiato il palazzo Amico: nel luglio 1800 i contadini Castell'Alferesi, spinti dalla fame e dalla miseria, si ribellarono sanguinosamente agli odiati Francesi, ma furono costretti dai transalpini, meglio armati e più numerosi, a rifugiarsi nel castello. I Francesi assaltarono il castello e posero fine alla rivolta rinchiudendo i capo-sommossa nelle carceri di Asti.
Durante l'impero di Napoleone l'ultimo conte Amico divenne ciambellano di corte della principessa Paolina Borghese, sorella di Napoleone, ed ottenne il cavalierato imperiale.
Estintesi nel 1832 gli Amico, il Castello passa, contrariamente alle disposizioni testamentari che lo volevano ceduto al conte Alessandro Casanova, nelle mani degli Arborio Mella nel 1896 dopo lunghe battaglie legali e successivamente alla famiglia Ottolenghi di Asti.
Nel 1905 il comune acquista il castello per 64.000 lire, per farne la propria sede Municipale.
Bibliografia:
- DEZZANI Gen. Edoardo - La valle del Torrente Versa ed i suoi
castelli -1959
- testo dattiloscritto di DE ROLANDIS Ito
- SETTIA Aldo - Strade romane e antiche pievi fra Tanaro e Po
- VERGANO Lodovico - Tra castelli e torri nella provincia di Asti
- 1962
- BORDONE Renato - Andar per castelli da Asti tutt'intorno
- BORDONE Renato - Città e territorio nell'alto medioevo - 1980
Ultimo aggiornamento: lunedì 01 novembre 1999