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IL TERRITORIO COMUNALE E LA POPOLAZIONE
CALLIANETTO
FRAZIONE STAZIONE
LA FAMIGLIA DE ROLANDIS
LA CHIESA PARROCCHIALE DI CALLIANETTO
LA CASA CANONICA
VARIE

 

 

Il territorio comunale - Il territorioil territorio comunale del comune si estende per circa 19,97 Km²; il terreno è coltivato a campi di cereali e prati nella pianura, mentre pochi vigneti sono ancora lavorati in collina; alcuni boschi rimangono nelle vicinanze di Callianetto e in regione Valle.
Castell'Alfero confina con i comuni di Asti, Calliano, Tonco, Frinco, Villa San Secondo e Cossombrato.

Un secolo e mezzo fa gli abitanti del paese erano costretti, causa la scarsa produzione locale a cercare lavoro altrove e specialmente verso l'autunno nelle risaie del vercellese, malgrado il pericolo di tornarsene ammalati di febbri malariche, oltre che debilitati dalla pellagra.
Ora il sorgere sul territorio comunale, soprattutto nella valle del Versa, di numerose piccole e medie industrie del settore metalmeccanico ed elettrico ha portato molta occupazione direttamente sotto casa, con conseguente aumento demografico.

La popolazione: al 31 luglio 1999 gli abitanti residenti erano 2709, di cui 1357 maschi e 1352 femmine; le famiglie erano in totale 1018.

 


 

Callianetto - Secondo il Decanis Callianetto fu forse costituito da abitanti di Calliano, i quali probabilmente negli anni in cui tumultuose vicende civili insanguinarono l'astigiano, si erano rifugiati in questa zona allora intricata e boscosa e che come provenienti da Calliano ne abbiano voluto conservare il nome diminuitivamente a ricordo della loro antica e primitiva residenza.
Nel fitto dei boschi di Callianetto si vedevano fino ad inizio '900, alcuni ruderi od avanzi di una torre dell'antico castello del Salice Verde, ove la tradizione dice che trovarono rifugio personaggi di altissima stirpe durante la pestilenza di Torino nel 1832.il Ciabot 'd Gianduja

A questa frazione il vanto di aver dato i natali alla simpatica e popolare maschera Gianduja e la località è perciò nota in tutto il Piemonte, essendo questa maschera il simbolo carnevalesco della regione. Per merito della "famja tourineisa" e di quella astigiana si continua a tenere viva la tradizione, ed anche con il "Ciabot 'd Gianduja", casa dove si conservano i cimeli della maschera.

E' rinomata l'arte culinaria di Callianetto che ha come piatto forte un apprezzato fritto misto.

 


 

Frazione Stazione - Ai piedi della collina su cui sorge il capoluogo, c'è la frazione Stazione, divenuta un polo commerciale ed industriale. Essa è posta all'incrocio delle strade provenienti da Casale e Chivasso, le quali, congiungendosi proprio in questa frazione, la uniscono poi con Asti, vi è inoltre la stazione ferroviaria.chiesa della Stazione
Nel 1949 è stata eretta, col concorso di tutti gli abitanti della zona, una Chiesa dedicata al Sacro Cuore Immacolato di Maria; per ricordare il giorno della consacrazione della Chiesa, ogni anno, nell'ultima domenica di agosto, si svolgono in essa solenni funzioni che si concludono con una fiaccolata notturna molto suggestiva.
Nel settembre 1995 è stato inaugurato un moderno edificio che ospita la
Scuola Media G.B. De Rolandis, presto affiancato da una attrezzata palestra. Questa scuola accoglie, oltre agli alunni di Castell'Alfero, anche quelli di la scuola media statale G.B. De RolandisCalliano, Frinco, Tonco.
La fornace di Castell'Alfero, sorta nel 1908 come azienda privata, è stata trasformata nel 1925 in Società Anonima; da allora ha avuto un notevole sviluppo, ma poi è subentrata la crisi edilizia che ha portato alla chiusura dello stabilimento pochi anni orsono.
Attualmente resta solo lo scheletro dell'edificio che ospitava più anticamente i forni, mentre le due ciminiere sono state abbattute.
Ora nella stessa sede vi è una moderna industria tessile.

 


 

La Famiglia De Rolandis - La famiglia De Rolandis, che ha le sue origini a Castell'Alfero, diede nel passato al Piemonte uomini profondamente versati nella scienza medica.
Verso il 1750 il medico Giuseppe De Rolandis era uno dei più stimati insegnanti di medicina nel collegio della provincia.
Il medico Giovanni Antonio, figlio di questi, fu dei primi ad introdurre l'uso del vaccino nell'astigiano e studiò l'insidiosa malattia allora abbastanza comune della pellagra e promosse l'uso delle acque solforose della Pirenta di Calliano.
Benemerito della medicina fu pure il figlio di questi, Giuseppe Maria, che fu uno dei migliori clinici della capitale piemontese e pubblicò varie memorie, specialmente intorno al morbo del colera quando nel 1832, in Francia e quindi in Piemonte, scoppiò questa epidemia; oltre a ricevere diverse ricompense fu fregiato dal re del collare di San Maurizio e nominato medico di corte per le sue cure durante la epidemia colerica.

A questa famiglia appartiene pure Giovanni Battista Gaetano De Rolandis, che per le sue idee liberali e patriottiche fu il primo martire del Risorgimento Italiano, condannato a morte tramite impiccagione a Bologna il 23 aprile 1796.
A lui si deve l'ideazione con il bolognese Luigi Zamboni della coccarda tricolore che diverrà poi la bandiera italiana; questa coccarda è gelosamente conservata dalla famiglia De Rolandis.
Una lapide onoraria è posta a ricordo del suo sacrificio sulla sua casa natale in via De Rolandis a Castell'Alfero.

 

 


 

La Chiesa Parrocchiale di Callianetto - La Chiesa di S.Maria dell'Annunziata di questa frazione è gia nominata nella prima visita del Monsignor Della Rovere nel 1570, ma non era ancora Parrocchia e solo Cappellania.
Nel 1585 dal Vescovo Monsignor Peruzio fu trovata in buone condizioni;
contro la volontà di quegli abitanti, i quali volevano che il loro Cappellano fosse autonomo il Vescovo decretò che dipendesse dalla Parrocchia di S.Pietro di Cassano.
Ma gli abitanti, che mal soffrivano la dipendenza dal Parroco di Castell'Alfero, insistettero affinchè la loro Chiesa diventasse Parrocchia; furono presto esauditi perchè nel 1627 alla visita di Monsignor Broglia, troviamo che la
Chiesa è già nominata Parrocchia e vi è Rettore don Bartolomeo Bellino.
Nel 1663 la Chiesa era male in arnese e minacciava rovina e il Vescovo ne ordinò l'immediata restaurazione, interdicendola fino a lavoro compiuto.
Nel 1749 Monsignor Todone la trovò in discrete condizioni pur essendo piccola bassa e di vecchia costruzione; aveva due sepolcri, uno per gli adulti e l'altro per gli infanti ed il Cimitero poco distante; in tale visita per la prima volta questa Chiesa ha il titolo di Pievania, che poi conservò per l'avvenire.
Attualmente è in buone condizioni per struttura, decorazioni e dipinti pregevoli del Morgari; senza aver trovato notizie in proposito si arguisce che essa fu completamente rifatta nel secolo scorso e da allora ne fu sempre curata la manutenzione.

 


 

La Casa Canonica di Castell'Alfero - Poiché fino al 1700 vi furono due Parroci vi erano altresì due Case Canoniche, ma erano vecchie e nel 1585 ambedue rovinate; le condizioni economiche erano tristi e non si provvedeva perciò al riattamento; solo dopo il 1600 una di esse fu restaurata mentre l'altra era sempre pericolante ed uno dei Parroci abitava nel palazzo del conte Amico. Nel 1696 erano nuovamente ambedue inabitabili e solo dopo alcuni anni una di esse fu riattata e nel 1710 serviva al viceCurato che coadiuvava il Parroco don Giovanni Tommaso De Rolandis. Questi nel 1730 con danaro lasciatogli dal suo omonimo predecessore, dopo aver ottenuto la unificazione delle Parrocchie, fece acquisto di una piccola casa vicina che incorporò alla vecchia Canonica e con opportuni lavori ottenne una dimora sufficientemente ampia e decorosa; ma anche questa non resistette molto e circa cento anni dopo, verso il 1830, essa fu completamente ricostruita a spese del comune.

 


 

Varie - Castell'Alfero fu un giorno testimone di un fenomeno raro che si produsse nel secolo XVIII; i cultori di idrologia riferiscono che nei profondissimi pozzi delle case Pastrone e De Rolandis, situate nel concentrico e fra loro vicine, le acque potabili divennero improvvisamente sulfuree come quelle della Pirenta di Calliano e ciò avvenne all'epoca del terremoto di Lisbona nel 1765; il pozzo dei De Rolandis riacquistò poi la sua primitiva acqua dopo il terremoto del 1807, mentre il pozzo dei Pastrone si era nel frattempo prosciugato. Lo strano fenomeno viene attribuito all'apertura di qualche filone provocata dalla mossa tellurica, comunicante con la sorgente di Calliano.

Su fondo valle esistevano anticamente tre mulini per cereali nel territorio del comune ed azionati dalle acque del torrente Versa.

i giardini ovest del castello di notteNel concentrico esiste un asilo infantile privato fondato dall'Arciprete don Giuseppe Molino.

I giardini del Castello, ricchi di alberi secolari, sono sempre stati curati e formano un bel parco dove gli abitanti di Castell'Alfero ed i turisti che vi vengono a soggiornare trascorrono piacevoli giornate respirando aria pura ed ammirando l'incantevole cornice delle colline del Monferrato.

 


Bibliografia:
- DEZZANI Gen. Edoardo - La valle del Torrente Versa ed i suoi castelli -1959
- testo dattiloscritto di DE ROLANDIS Ito
- foto di GAMBA Franco

Ultimo aggiornamento: giovedì 28 ottobre 1999

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