la famiglia Amico

 

lo stemma degli Amico, divenuto lo stemma del Comune di Castell'Alfero

Lo stemma araldico della Famiglia Amico è uno scudo argenteo con tre uccelli neri, sovrastato da un'anello di fede in campo azzurro; il motto USQUE AD CINERES significa l'amicizia sino alla morte.lo stemma Amico sulla facciata del castello

Il Comune di Castell'Alfero ha conservato lo stesso stemma, il quale sovrasta la nicchia della parte centrale della facciata del castello.

La Famiglia Amico ha origini astigiane non nobili, il primo membro che nobilitò la casata fu Alessandro.

Alessandro Amico (1599 - 1648), che era il Controllore delle finanze della casa Sabauda, acquistò dal conte Germonio il feudo di Castell'Alfero il 18 aprile 1640; fu investito dello stesso feudo e dei feudi di Quarto e di Portacomaro nell'anno 1643.

Nel 1677 fu investito del feudo castellalferese Bartolomeo Amico, figlio di Alessandro, che però morì due anni più tardi, il 29 maggio 1679. Questi era referendario di stato e sposò in prime nozze Angela Scarampi di Roccaverano ed successivamente Vittoria Margherita Solaro della Margherita, dalla quale ebbe sette figli.

Il 10 marzo 1699 vi fu l'investitura di Alessandro Ignazio Francesco, figlio primogenito di Bartolomeo nato nel 1670, che resse il feudo sino alla morte avvenuta nel 1734. Fu durante la sua signoria che il castello fu profondamente modificato e prese l'attuale forma, attorno al 1730 su disegno di Benedetto Alfieri. Egli si sposò con Barbara Amedea Birago di Vische.

Nel 1741 il feudo passò a Bartolomeo Giuseppe Antonio, figlio di Alessandro Ignazio; questi prese in sposa Clara Maria Francesca Fornaca di Sessant e poi, in seconde nozze, Felicita Saluzzo di Paesana. Bartolomeo morì nel 1782.

Il 2 agosto 1783 vi fu l'investitura dell'ultimo conte Amico, Paolo Gioachino Carlo Luigi, figlio di Bartolomeo Giuseppe. Egli sposò Paola Gabriella Perrone San Martino.
Questi nacque a Castell'Alfero il 4 luglio 1758 e frequentò come studente l'Accademia reale. Nel 1786 fu nominato ministro plenipotenziario a Napoli, successivamente lo divenne anche a Vienna nel 1794 ed infine a Berlino nel 1799.
All'inizio dell'ottocento, durante l'era napoleonica, fu ciambellano di corte di Paolina Borghese, sorella di Napoleone Bonaparte; il 13 maggio 1813 fu nominato Cavaliere dell'Impero.
Nel periodo post-napoleonico della Restaurazione venne nuovamente nominato ministro a Berlino; nel 1818 diventò ministro di stato a Vienna e l'anno successivo fu trasferito a Firenze sempre con l'incarico di ministro.
Il 17 maggio 1832 il conte morì nella stessa Firenze senza discendenti, purtroppo l'unico suo figlio Germano era deceduto in giovane età nel 1787; venne tumulato nella chiesa di San Marco dove ancor'oggi una lapide lo ricorda:

Carlo Luigi di Castellalfero da Asti
per virtù e amore patrio
caro al cielo, agli uomini e al suo Principe
del quale rappresentò il potere
con invincibile dignità
presso le Corti
di Napoli, Vienna, Berlino,
meritò l'onore
di Ministro di Stato e grande di Corona.
Poveri,
piangendo pregate pace
al vostro benefattore.
Visse anni 75, servì la Patria anni 48
Morì il XVII - V - MDCCCXXXII

Lo stesso Carlo Luigi scrisse "Idea di una confederazione delle potenze d'Italia" nel 1790, opera in cui egli voleva la riunione di tutti i vari staterelli italiani con scopi difensivi.

Gli Amico di Castell'Alfero si estinsero definitivamente nel 1866 con due diplomatici, uno a Napoli ed uno a Firenze.

Il castello passò successivamente alla Famiglia degli Arborio Mella, dopo lunghissime battaglie legali, nel 1896.

Durante la loro dinastia gli Amico siglarono varie alleanze, sugellate spesso da matrimoni, con molte famiglie nobili, fra cui gli Scarampi, i Biraghi, gli Avogadro, i Saluzzo ed i Perrone.

Alcuni membri della famiglia Amico, anch'essi di origini astigiane, diedero vita alla dinastia degli Amico di Cherasco, che si divise poi in due rami distinti:
- Conti di Torre Bormida (Cuneo), estinti, con capostipite l'avvocato Ignazio, investito del feudo nel 1783
- Conti di Meana (Torino), viventi, con capostipite nobile Tomaso che nel 1791 fu investito del feudo di Meana con San Bartolomeo. Questa linea prosegue attualmente con Franz Tomaso (nato nel 1908 a Firenze), ufficiale di cavalleria ed i suoi figli Giovanni, Maria Antonietta e Carla Maria.

 


Bibliografia:
- MALFATTO Venanzio - Asti, antiche e nobili casate - (da cui è tratto il disegno dello stemma)
- VERGANO Lodovico - Paesi del Monferrato cenni storici, volume 2°
- VERGANO Lodovico - Tra castelli e torri nella provincia di Asti - 1962
- foto di GAMBA Franco

Ultimo aggiornamento: lunedì 01 novembre 1999

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