Intermezzo(1?): Cavolo! Non credevo che sarei arrivata a scrivere così tanto! Mi rendo conto che c’è ancora qualche misteruccio non svelato, cioè: cosa diavolo avrà detto Maki quella sera ad Asuka? A lei almeno piace qualcuno, di tutti quelli lì, o non gliene frega niente? Beh, credo proprio che qualcuno le piaccia, o almeno le piacerà di più… Secondo voi chi è? Io non posso dirvelo per ora... Leggete fino alla fine!

Inoltre scusate se ho messo una parte un po’ pesantina nell’ultimo capitolo. Forse era per dare un tocco "realistico" (se no è sempre tutto perfetto). Appunto, mi rendo conto che il fatto che tanta bella gente sia innamorata di una sola ragazza è un po’ esageratino, del resto se ciò che scrivo fosse possibile sarebbe "da qualche parte là fuori", non sui vostri begli schermetti.

E poi mi chiederete: che fine hanno fatto tutti gli altri "attori" di Slam Dunk? Mitsui, per dire, che poi è uno dei miei personaggi preferiti... E io che ne so? Vi sarete pure accorti che lascio penzolare in giro anche i vari protagonisti, ripescandoli quando mi servono. Forse ripescherò anche questi altri, chissà.

Siate buoni con me!

Adesso sarà meglio che vada avanti, qualcosa m’inventerò. Non so ancora quale sarà la lunghezza finale di questa storia. Intanto eccovi il quinto capitolo!

Enjoy!

 

 

Capitolo V – Akira…

 

Asuka: "Hana, piantala di girare come un leone in gabbia: mi fai innervosire! Se proprio devi, vai in cucina! Sto cercando di guardare la TV!"

Sakuragi: "Parli bene tu! Con il casino che mi hai combinato! Sigh, Harukina mi evita!"

Asuka: "Questo è quello che ti sei messo in testa tu! È tutto psicologico! In realtà guardava te come tutti gli altri..."

Sakuragi: "Certo! Tutti tranne quella stupida volpe!"

Asuka: "Dici Rukawa? Beh, è un bel ragazzo... Però è un po’ freddino..." ["freddino"? In certi momenti lo butterei in un coktail!]

Sakuragi: "Freddino, dici? Quello non è neanche un essere umano!"

Asuka: "Di’ un po’, lo odi tanto perchè ha tutte le ragazze ai suoi piedi o solo perchè è tanto più bravo di te a giocare?"

Sakuragi: "Non è tanto più bravo di me!!!"

Asuka: "Mmh, comunque il migliore di tutti è Sendoh!"

Sakuragi: "Adesso ci metti anche quel porcospino!"

Asuka: "E poi il vostro numero quattordici è un grande! Ha segnato quei tre punti proprio prima dello scadere del tempo... Ed è anche carino!" [Visto che l’ho pescato?]

Sakuragi: "Mittchy... finalmente parli di qualcuno che non mi sta antipatico! Comunque era un teppista..."

Asuka: "Oh, sì, Ayako mi ha raccontato cos’è successo..."

Sakuragi: "Insomma, razza d’impicciona! Perchè non pensi un po’ alla tua pallavolo?"

Asuka: "Lo faccio, ma pare che i ragazzi fichi giochino tutti a basket..."

Sakuragi: "AAAAAAAAAARGH! Non provare a metterti anche tu dietro a Rukawa! O con quel porcospino di Sendoh, che quando ti guarda sbava! Per non parlare dell’altro nonno, con cui vai tanto d’accordo!"

Asuka: "Hana, ma che stai dicendo? Sbava? Non dire scemenze!"

Sakuragi: "Che diciamo poi di Koshino-cretino, che ti ha fatto un sorriso da un orecchio all’altro!"

Asuka: "Hana..."

Sakuragi: "E pure Mittchy ti ha fatto gli occhi dolci! Figuriamoci! Anche Gori ha detto che sei troppo bella per essere mia sorella! E che dire della faccia di quattrocchi? L’unico che si salva è Ryota, che guarda la sua "Ayakuccia", che poi non lo caga nemmeno..."

Asuka: "Ma guarda! Fa venire in mente qualcuno..."

Sakuragi: "Come osi...!"

Asuka: "Adesso ti dico tre cose. Uno, tranquillo per Haruko: prima o poi crescerà e lascerà perdere Rukawa. Abbi pazienza! Due: hai detto un casino di stronzate! Se uno dice che sono carina non vuol dire che gli piaccio. [Teorie…] Tu hai le paranoie da fratello iper-protettivo! Terzo..."

Sakuragi [ma lasciala finire di parlare!]: "Altro che paranoie! Sono pure venuti a vederti giocare a pallavolo! Loro, che non gliene frega un cazz..."

Asuka: "Hana-kun!! [ehi, che fine ha fatto il traduttore? Idiota!] Non interrompermi! Sei sempre il solito! Terzo, dicevo, tu sei teso come una corda di violino perchè state per andare ai nazionali..."

Sakuragi: "E tu no, allora?"

Asuka: "Speriamo che almeno uno di noi vinca!... Ad ogni modo Shinichi, per esempio..."

Sakuragi: "Almeno chiamalo Maki!"

Asuka: "Vabbè, come vuoi. Dicevo che è venuto alla partita per parlarmi, perchè nella confusione dell’altra sera non ci è riuscito..." [Non l’ha chiamato Maki...]

Sakuragi: "Aaargh! E cosa doveva dirti?!"

Asuka: "Doveva solo ringraziarmi per un favore..."

Sakuragi: "E che favore???!!"

Asuka: "Calmati, non riguarda me! Lascia perdere, gli ho detto che non ne avrei parlato con nessuno! Ma stai tranquillo, non è proprio il mio tipo! Allora Rukawa, Koshino, Sendoh, il quattordici e l’altro... chi è? Il cinque..."

Sakuragi: "AAAAAH! Pure quattrocchi!"

Asuka: "Facevo solo per dire che sarebbero tutti meglio di Shinichi [e dagli!]..."

Sakuragi: "Che è? Fai per dire che preferisci quelli con i capelli scuri? Cos’è, ti piace pure Nobuscimmia?"

Asuka: "Piantala! Intanto non ho capito niente del documentario! E mandano pure la pubblicità!"

Sakuragi: "GRUNT!"

Asuka: "E dai! Ho detto che sono carini e basta, no? Il mondo è pieno di bella gente! Se proprio vuoi, anche tu sei carino..."

Sakuragi (con sorriso a faccione demenziale): "D-davvero? Magari lo pensasse pure Haruko! Però dimmi una cosa..."

Asuka: "Cosa?"

Sakuragi: "C’è qualcuno che ti piace veramente di quelli?"

Asuka: "Mmmh, non lo so. Sono tutti carini, però... Boh! Non gli piace la pallavolo!... Adesso di’ tu una cosa a me!"

Sakuragi: "Cosa?"

Asuka: "Come si chiamano davvero il cinque e il quattordici?"

Sakuragi: "Mmmph! Kogure Kiminobu e Mitsui Hisashi. Sono al terzo anno."

Asuka: "Ah, bene! Ero curiosa di saperlo... Ah! Ricomincia! Adesso sta’ zitto e fammi guardare in pace, eh? Ma guarda quanto sono teneri!"

Sakuragi: "Bah!... Un documentario sui felini!"

Finalmente ci fu un attimo di silenzio, in cui il televisore poteva dire la sua in santa pace. Hanamichi si era seduto accanto alla sorella e aveva guardato il programma con lei. Una volta finito, cambiarono canale, zappando finchè non trovarono il comune accordo di guardare la puntata di Hokuto no Ken, in cui il protagonista si batteva con Shin. L’avevano visto qualche centinaio di volte, ma era la loro passione di bambini. Da piccoli aspettavano sempre la puntata e si sedevano a guardarla eccitati. Era il momento più quieto di tutto il pomeriggio, per la loro povera madre. Del resto, tenere a bada due rossi! Certo, era rossa anche lei... Ad ogni modo ora erano nel silenzio sacro che li aveva sempre accompagnati in quei venti minuti quotidiani. Asuka si rilassò, felice di sentirsi tornare bambina. E, come spesso faceva allora, appoggiò la testa sulla spalla del fratello. Lui le carezzò dolcemente i capelli. Le voleva molto bene. Ormai loro due erano una famiglia. Passavano tutte le sere insieme. Da quando si era liberato del peso del "segreto del basket", il loro rapporto si era di nuovo sciolto. Erano aperti e sinceri. Parlavano di qualsiasi cosa. A volte discutevano animatamente, ma a lui piaceva anche questo. Inoltre era molto geloso: odiava l’idea che qualcuno toccasse la sua sorellina. Del resto sapeva che non poteva impedirlo, soprattutto se questo l’avrebbe resa felice. Poi gli venne in mente suo padre, che non sapeva quasi nulla di loro, siccome era sempre via. Quando tornava, inoltre, non s’informava un granchè. Cominciava ad essere convinto che avesse un rapporto con qualcuna a Tokyo, dove passava la maggior parte del tempo. Però non li aveva fatti trasferire, con la scusa che ormai loro erano abituati lì. Dovevano essere solo sciocchezze.

Sakuragi: "Asuka... Non te l’ho detto, ma mi sono sentito molto solo quando tu eri a Londra. Forse è per questo che non ti ho trattata benissimo quando sei tornata..."

Asuka: "Hana, anche tu mi sei mancato tanto..."

Sakuragi: "Prometti che non te ne vai più?"

Asuka (prendendo il mignolo del fratello): "Prometto!... Almeno se non mi chiamano in nazionale! Hi hi!"

Sakuragi: "Già, non mi stupirebbe. Tu sei brava! Non come me, quando gioco a basket...!"

Asuka: "Hana, non dire così! Tu hai un grande talento! Devi solo affinare la tecnica. In fondo la mamma ci ha trasmesso la sua "sportività"! Sapevo che prima o poi anche tu..."

Sakuragi: "Avrei dovuto cominciare prima, però. Tu invece stai già diventando una campionessa, come la mamma. E nel suo stesso sport, poi. Vedi: ha trasmesso a te, non a me..."

Asuka: "Hana, piantala con le stupidaggini! Ssssh! Adesso c’è la mia scena preferita: quando gli dice che Julia è morta..."

Sakuragi: "Ah! Come sei cinica!"

Asuka: "Zitto, Hana!"

Lui aveva ubbidito. Erano rimasti in silenzio a guardare la scena. Hanamichi poteva sentire sua sorella sospirare. Ricordava che la prima volta che vide quell’episodio, si mise a piangere per la tristezza. La strinse a sè, quasi per consolarla [gurdate che è solo un anime!]. Stettero così fino alla sigla finale. Poi lei tirò un profondo respiro e sorrise al fratello. Gli diede un bacio sulla guancia, per tornare ad accucciarsi fra le sue braccia, mentre lui, appropriatosi del telecomando, aveva cominciato a girare per vari canali. Fu allora che si sentì un tonfo sordo.

Sakuragi: "Hai sentito?"

Asuka: "Cosa?"

Sakuragi: "Sembrava la porta..."

? (alle loro spalle): "Salve ragazzi!"

Asuka/Sakuragi (sorpresi): "Papà! Sei tornato!"

Aveva le cuffiette nelle orecchie. Camminava, placido. Si fermò e si sedette. Negli ultimi giorni non aveva fatto che riascoltare quella canzone. L’adorava. Ora arrivava il pezzo che preferiva, così si mise a canticchiarlo pure lui. In fondo non gl’importava che cosa avrebbero pensato gli altri. Si sentiva in un’altra dimensione. Lì, su quella panchina, dove aveva abbandonato il suo cuore. Tornava continuamente in quel luogo, ma non riusciva a riprenderselo. Così il suo petto era ancora vuoto. Si passò una mando fra gli ispidi capelli, mentre i suoi occhi blu si chiudevano dolcemente.

Sendoh (canta): "I am everything you want, I am everything you need, I am everything inside of you, that you wished you could be, I say all the right things, and exactly the right time, but I mean nothing to you, and I don’t know why… And I don’t know why… why… I don’t know…" [adoro questa canzone!]

Era finita. La rimise dall’inizio. Adorava il suono degli accordi di chitarra in principio. La lasciò proseguire per un po’, ripetendone ogni tanto qualche frase.

Sendoh: "But you just sit tight, and watch it unwind…" [Ma Sendoh va bene in ingelse?]

Smise di cantare per un attimo e sospirò. Poi rimise di nuovo il pezzo daccapo, ora ascoltandolo in silenzio. ‘Sono tutto ciò che vuoi, tutto ciò di cui hai bisogno, ma per te non significo nulla… Sarà poi vero? Secondo me sì! Sai a malapena che esisto. E poi, dopo che hai fatto quel complimento a Hiro, lui continua a fare il pavone e a lanciarmi frecciatine… Non si rende nemmeno conto…"

?: "Ciao, Akira! Come sei intonato! Hai una bella voce, lo sai? Che canzone era? Me la fai sentire?"

Sendoh: "Aaasuuukah!!!" [adesso provate a pronunciarlo…]

Asuka: "Woo! Nessuno aveva mai detto il mio nome in questo modo!"

Sendoh: "…"

Asuka: "Facciamo uno scambio? Io stavo ascoltando "Eyes on me", di Faye Wong. La conosci? È dolcissima… [vero! Provare per credere!] Adoro passeggiare per il parco mentre ascolto musica. Ma la cosa migliore che ho sentito è la tua voce!"

Era rimasto pietrificato a fissarla. Che bellissimo complimento aveva ricevuto! Lei era gioiosa come al solito. Ed era stupenda! Indossava una maglietta bianca attillata e una mini nera che le arrivava a metà coscia. Aveva la pelle molto chiara, due gambe ben delineate, non troppo magre, ma… perfette! E quel cuoricino che si disegnava blu sulla stoffa bianca, sopra la scritta "love blue", proprio al centro del suo petto! [che stilisa, eh?] Quel seno stupendo, morbidamente stretto da quel leggero e candido cotone, che lo delineava perfettamente. Sendoh non capiva più nulla. Gli sembrava che quelle due meravigliose sfere gli dicessero "afferrami", quelle vellutate gambe "accarezzami", quelle ridenti labbra "baciami". E, se non ci fossero stati tutti quei bimbi in giro, probabilmente l’avrebbe anche fatto. ‘Acc..! Akira, sei un bestia! Calmati, calmati!… E tu sta’ giù, idiota!’

Asuka: "Akira, sei ancora fra noi? Hi, hi! Come sei pensieroso! A che pensi, dimmi?"

Sendoh: "Ehm, cioccolato…"

Asuka: "??"

Sendoh: "No, lascia perdere! Uno scambio? Va bene…"

Lei aveva sorriso e si era seduta, mentre al nostro povero [ma dove?!] Akira cominciava a salire la pressione. Esattamente quella panchina, esattamente la stessa ora… Sembrava incredibile! Sentì un palpito quando, nello scambio di mini-dischi, la mano di Asuka sfiorò la sua. Ad ogni modo si impegnò moltissimo per non dare a vedere la sua terribile agitazione. Ma che gli stava succedendo? Era sempre così sciolto, di solito, nei contatti umani! Ma ora i suoi ormoni si stavano facendo un bel giretto per il suo corpo. Eppure era convinto di aver superato la fase peggiore della pubertà! Comunque, riusciva a gestire la situazione piuttosto bene.

Asuka: "Wow, che bella canzone! Dove l’hai presa?"

Sendoh: "Ehm, boh? L’ho trovata in internet, da qualche parte, con audiogalaxy, credo [mavvà! Pure io!]. È di certi "vertical horizon"…Anche la tua è molto bella…[Akira, parli della canzone?]"

Asuka: "Ti piace? Sai, ha qualche annetto. Credo l’abbiano usata nella colonna sonora di Final Fantasy VIII, mai io non ci ho mai giocato… [davvero? Io sì… Va bene, va bene, adesso sto zitta per almeno due righe!]"

Sendoh: "Mmmmh…?"

Asuka: "Akira, cos’hai? Mi sembri distratto…"

Sendoh: "Err… Sì, mè a percà… Cioà… Uff, volevo dire…"

Asuka: "…?"

Sendoh: "Dicevo, è perché… Sigh! Stavo guardando la tua maglietta… Anche a me piace il blu… [come no!… 4 righe…]"

Asuka (cogliendo il messaggio): "Ah, ecco… Ehm, incredibile che caldo fa oggi, vero?" [cosa farebbe l’umanità, senza la scusa della meteo?]

Sendoh: "Sisi…"

Inutile negarlo, il nostro povero amico non riusciva proprio a concentrarsi, o meglio, deconcentrarsi. Bisognava creare un diversivo…

Sendoh: "Ehm, gelato?"

Asuka: "Certo, volentieri!" [Sì, ma niente cono, però, se no lo ammazzi! Va bene che tifi Shohoku…]

E così si alzarono e tornarono in quel bar dove erano stati "allora". E bisogna dire che, camminando, Sendoh riuscì finalmente a distendersi e riprendere il suo normale atteggiamento. E fu una buona cosa, perché i due ricominciarono a parlare. Parlarono, parlarono, per ore, senza rendersene conto. Era assoluamente perfetto. Entrambi si sentivano davvero molto bene.

Asuka: "E di’ un po’, il tuo amico Koshino come sta?"

Sendoh: "(Sigh, lo sapevo!) Oh, lui sta bene. Adesso sarà alle terme con i suoi. Ci vanno una volta al mese…"

Asuka: "Oh, capisco. Beh, era solo per sapere. Come diavolo hai fatto a trascinarlo a vedere la mia partita, poi, l’altro giorno? Ancora un po’ e si faceva un’endovena o una cala…"

Sendoh: "Beh, non lo so nemmeno io. (In realtà voleva solo vedere la tipa che mi piaceva, poi l’ho convinto a restare…)"

Asuka: "Mah, non importa. Tanto non è proprio il mio tipo: se non lo rivedo non muoio mica!"

Sendoh (allegro): "(EVVIVA!) Ehm, già. Comunque nemmeno tu sembri il suo tipo…"

Asuka: "Beh, e ce ne sono tanti molto più belli, e… a cui piace la pallavolo!"

Sendoh: "Oh, io, per esempio, l’adoro (da quando ti ho conosiuta)!"

Asuka: "Ah ah! Davvero? Beh, in fondo anch’io comincio ad aprezzare il basket…"

Sendoh: "Per via del tuo "fratellino"? O…"

Asuka: "Anche per quello…"

Sendoh: "…per via di Rukawa…?"

Asuka: "Rukawa? Che c’entra? Cosa credi? Non sono proprio il tipo da mettermi il gonnellino e urlare "ma che fico, mi ci ficco"! A uno che mi è venuto adosso in bici e non si è ancora scusato adesso, poi! È un po’ str… No, però in fondo è stato gentile a venire vedermi giocare…"

Sendoh: "Ah, non te la prendere. Sono felice che tu non faccia parte del "club Rukawa", devo dire… È uno che non vuole lasciarsi capire facilmente…"

Asuka: "Appunto, quindi non vedo perché dovrei provare a farlo. Ma vogliamo parlare del "club Sendoh", adesso?"

Era stata ironica. Sendoh arrossì un poco. In fondo le sue fan non erano paragonabili a quelle di Rukawa…

Asuka: "Ecco, bravo, non paragonarmi alle fan di Rukawa!"

Sendoh: "…!"

Asuka: "Di certo sei tu il miglior giocatore che io abbia mai visto…"

Incredibile! Si sentiva volare! Nemmeno Babidi [preferivate Gandalf? Era più attuale…] sarebbe riuscito a sollevarlo da terra più di così!

Poi Asuka sviò il discorso, ma senza che il rosso velo che era andato a tinteggiarle le gote passasse inosservato dal suo attento ammiratore.

Aprì gli occhi di scatto. Era tutto sudato, e quasi ansimava. Perché quello splendido sogno aveva dovuto interrompersi proprio in quel momento? [Scusa, cos’hai sognato? °_°] Guardò l’orologio. Erano le cinque del mattino. ‘Nnngh, è prestooo!!’. Si rigirò per un paio di volte fra le calde coperte. Erano profumate di lavanda. Sua madre le aveva cambiate quella sera. Niente, non riusciva a dormire. Continuava a pensarci. Dopo il precedente, lungo ma brevissimo pomeriggio, tutto gli era sembrato stupendo, persino le notizie di cronaca nera del tg! In realtà avrebbe voluto andare a pescare, poi aveva cambiato idea, ed era molto soddisfatto di averlo fatto. Ma poi era stato preso dall’angoscia di essere ritratto a terra da qualche nuova improvvisa rivelazione. Ma cosa, in fondo? Non aveva il ragazzo, gli aveva detto che le piaceva vederlo giocare… E non era scappata via, ma gli aveva adirittura lasciato il numero di telefono (e gli aveva prestato il mini-disco, che lui aveva riascoltato almeno dieci volte, prima di smettere per non farlo sciogliere dal surriscaldamento). Poi pensò di nuovo ai suoi abiti, al suo corpo, che tanto chiaramente si delineava sotto di essi. Non l’aveva mai vista tanto sensuale. La prima volta che l’aveva incontrata non era una giornata caldissima… ‘Forse le piaccio… E se fosse vero? In fondo, la prima volta che eravamo insieme, si è pure truccata! E poi è arrossita, quando mi ha detto che sono un gran giocatore… E le piace la mia voce! Ah, Asuka! Sei stupenda! Il tuo viso, il tuo seno, il tuo sedere… Vorrei toccarli, accarezzarli, baciarli! Vorrei farti fremere di piacere e farti sentire tutta la mia passione! E poi ti bacerei dolcemente e ti cullerei fra le mie braccia, per trasmetterti tutto il mio amore! Sei assolutamente perfetta! E abbiamo così tante cose in comune! [Che cosa?] Asuka, amore!’ Era quasi in estasi. Continuava a immaginarsela, pensando a cosa le avrebbe volentieri fatto… Poi scivolò la mano lungo il tronco, alla ricerca della sua virilità eccitata. Sentiva un grandissimo desiderio dentro di sè. Si carezzò dolcemente, chiudendo gli occhi e sospirando. Poi sempre più insistentemente e con vigore, gemendo di tanto in tanto a bassa voce. Sussurrava il nome dell’amata, oggetto dei suoi desideri più intensi e segreti, mentre cercava di lenirne la mancanza tramite il piacere. E intanto stringeva un lembo di coperta con l’altra mano, sempre più, mentre la sua passione aumentava. La vedeva davanti a sé, docile, che ansava mentre lui la toccava dolcemente, mentre l’amava con delicatezza, muovendosi dentro il suo corpo lentamente, poi sempre più in fretta... E teneva ben saldo il proprio fallo, mentre ne accarezzava con il palmo e le dita chiuse a pugno tutta la superficie, velocemente.

Sendoh (sussurrando): "Mmmgh! Anf!… Aaanf!…Aaasuk…aaaaaaah!"

Aveva raggiunto il massimo picco, e ora respirava profondamente, mentre ancora stimoli di piacere si rincorrevano dispersamente in ogni angolo del suo corpo. Poi gli scese una lacrima. Il suo orgasmo era stato tanto intenso da scuoterlo completamente. E voleva piangere, perché lei non c’era. Oh, quanto avrebbe voluto abracciarla in quel momento! E quanto le sue labbra pizzicavano, ricercando un tocco insperato, assente! Sospirò, lasciando che quelle goccie stillate dai suoi occhi gli rigassero le gote e scendessero verso le orecchie, per poi precipitare con un tonfo smorzato sul cuscino. Poi serrò le palpebre: sarebbe stato meglio cercare di dormire ancora un poco. ‘Ti amo, Asuka Sakuragi!’ fu il suo ultimo pensiero, prima che il rinnovato sonno prendesse il sopravvento.

Stringeva ancora quel bigliettino fra le mani. Continuava a rileggere quel numero. Ormai l’aveva imparato a memoria. "Eyes on me" risuonava ancora nelle sue orecchie. Di solito non ascoltava musica mentre pescava. Ma oggi non riusciva a rilassarsi. E poi non abboccavano proprio. Teneva la canna da pesca nella mano destra, rilasciata. Se un pesce un po’ grosso avesse abboccato, certamente gliel’avrebbe portata via. Ma che importava? In fondo c’era quel bellissimo negozio di pesca, da cui stava uscendo nel momento in cui una ragazza dai capelli rossi, urlando "brutto bastardo!" nel bel mezzo della strada, lo sfiorò distrattamente nella sua corsa. Era stato fin troppo evidente cosa stesse accadendo. Non sapeva perché si fosse messo a correre pure lui. Solitamente non se la scaldava per nulla. Ma aveva sentito come una voce dentro di sé, che gli aveva detto "corri, Akira!". Correre dove? Forse incontro al destino. E intanto tornava a guardare quel pezzo di carta, tutto stropicciato. L’aveva scritto lei, e perfino questo era diventato un oggetto del suo culto personale. Erano quattro giorni che non faceva che guardarlo. Aveva alzato almeno cinquanta volte la cornetta del telefono, componendo le prime quattro cifre. Poi la riabassava. In fondo che diavolo avrebbe potuto dirle? Ciao, sono pazzo di te, vuoi essere mia per sempre? No, non andava [Mah, a me sembra una cosa carina…]. E non riusciva a trovare neppure una scusa per invitarla fuori. Cinema? Ma non c’era nulla di troppo interessante al momento. E poi era troppo banale, troppo evidente. Non voleva ancora che lei capisse. Non prima che capisse lui.

‘Uffa, che palle! Adesso bast… Ehi! Un pesce! Ha abboccato!’. Tirò con forza e riuscì a catturare la sua preda. Ah, fosse stato tanto facile anche con lei! Ma ora era davvero stufo di stare lì. Era strano, perché la pesca non lo stufava mai. Eppure anche per il basket negli ultimi giorni non aveva provato più quella grande passione. Certamente, giocava come sempre, ma… E poi Uozumi se n’era andato a fare il cuoco, lasciandogli la squadra sulle spalle. Ributtò il povero animale boccheggiante fra le onde, "salvandogli la vita" per un pelo. ‘Oggi non mi va di ammazzare pesci…’. E poi l’allenamento era cominciato. Ma che importava? Tanto non aveva proprio voglia di andarci. E non era la prima volta che lo saltava. Quindi nulla. Era meglio farsi una bella passeggiata.

Doveva aver percorso almeno tre chilometri sul lungomare. Continuava a guardare l’acqua increspata, l’asfalto sotto di sé, e quel bigliettino. Poi frugò istintivamente nelle tasche e vi trovò qualcosa che non ricordava di avreci messo. Di nuovo! Ma come diavolo facevano ad infilargliele nella giacca senza che lui se ne accorgesse? ‘Mah, tanto vale leggerla…’ pensò, spiegando in foglio. ‘Dunque… Caro Akira, ogni volta che ti vedo giocare, sento il cuore palpitare… Uffa, che roba monotona! Sempre le stesse cose, sempre la stessa struttura! Eppure le calligrafie sono sempre diverse… Beh, vediamo cosa ci ha scritto questa, nell’"angolo complimenti". …I tuoi occhi blu… I tuoi capelli… La tua statura? Questa è bella! Ancora un complimento così non l’avevo ricevuto! Eppure nessuna parla della mia voce… Solo l’unica persona da cui vorrei sentire tutto questo l’ha fatto. E forse è perché questa è l’unica cosa che ho di buono!’. Poi una raffica gli strappò quel foglio dalle mani, facendolo volare in mare. Ma che importava? L’avrebbe buttato comunque. Ma no! Non era possibile! Dov’era il biglietto con il numero di telefono? Era volato via pure quello!! Lo vedeva ancora galleggiare sull’acqua salata.

Sendoh: "NO!"

Fulmineamente, si levò le scarpe e si tuffò in mare. Era un salto di quattro metri. Che importava, però? Non poteva perderlo! Si rigirò nell’acqua parecchie volte, ma non lo vedeva più. S’immerse perfino, ma il sale gli bruciava gli occhi, quindi non poteva cercarlo con lo sguardo. ‘Oddio, l’ho perso!’. Che idiota era stato! Tutto per colpa di quella stupida lettera! E intanto rimaneva lì, a mollo, senza fare troppo caso alla temperatura dell’acqua. Poi sentì una voce maschile che lo chiamava dal parapetto, chiedendogli se andasse tutto bene. Alzò lo sguardo. Non era possibile! Cosa ci faceva lui, lì? Era accavallato alla fedele bicicletta e lo fissava con aria perplessa.

Sendoh: "Sì, bene, ma adesso come faccio a tornare su?"

Il ragazzo sopra di lui si strinse le spalle, poi vide la canna da pesca e la raccolse, sollevandola per mostrargliela.

Sendoh: "Mi vuoi pescare? Non so se regga il peso…"

Che cretino, ma come faceva a fare battutacce in quella posizione? Il ragazzo allungò la canna (era ritraibile), si sporse e cercò di raggiungere Sendoh, che l’afferrò con le sue lunghe braccia, e riuscì finalmente ad issarsi. Ma che fatica, per entrambi!

Sendoh: "Sbuff… Grazie, Rukawa!"

Rukawa: "…Le fai spesso queste cose?"

Sendoh: "Mah, solo quando mi annoio e intuisco che tu stai per passare di qui…"

Rukawa: "…"

Rimasero in silenzio per un attimo, poi il giovane rookie aprì la borsa e gli porse un telo di spugna mezzo fradicio.

Rukawa: "Dovrai accontentarti…"

Sendoh: "Grazie! … Mmmh, ho fatto una sciocchezza inutile! E adesso dovrò anche ricomprarmi la canna! Guarda qui che roba!"

Rukawa: "Sì, ma… hai fatto… che cosa?"

Sendoh: "Lascia perdere! Se te lo dicessi mi prenderesti per un idiota! Ma tanto sono un idiota…"

Rukawa: "Beh, contento tu! Almeno le scarpe sono asciutte… Senti, se stai lontano da qui ti accompagno, se no finisce che ti ammali…"

Incredibile! Rukawa tanto gentile! Non riusciva a credere alle proprie orecchie! Del resto non lo conosceva quasi per niente. Annuì, salendo sulla bicicletta. Il numero undici lo lasciò accomodare, poi sfrecciò via, chiedendogli indicazioni sulla sua abitazione.

Rukawa: "Meglio darci una mossa: se ci beccano in due su una bici ci fanno un culo così!" disse, aumentando ancora la velocità.

Sendoh: "Ehm, Rukawa… Frenaaaaaaaaa!"

BAM! Sendoh era volato in avanti, atterrando proprio sul suo accompagnatore, che lo aveva preceduto.

Rukawa: "Stupidi freni! Questo mese è la terza volta che si scassano!"

Sendoh: "Mmmgh!"

La super-matricola era sdraiata sulla pancia, mentre il capitano del Ryonan era appoggiato sopra di lui, mezzo intontito, fradicio e ammaccato. Sfidare un muro era stata una pessima idea! In compenso erano a due metri dall’abitazione del numero sette, e sua madre era uscita sentendo i rumori.

Sig.a. Sendoh: "Aaah! Akira! Ma che hai fatto? Stai bene?"

Era corsa verso i due ragazzi e aveva aiutato il figlio a sollevarsi. Sendoh annuì, ancora mezzo rimbecillito, mentre Rukawa, finalmente liberato da quel peso, si rialzò con calma. La madre dell’altro lo fissò un momento.

Sig.a. Sendoh: "Ah, ma tu non sei Hiroaki! Effettivamente lui non gira in bicicletta… Gasp! Ma la tua fronte sanguina! Vieni subito in casa!"

Senza lasciargli il tempo di replicare, lo tirò per un braccio e rientrò velocemente. Il figlio li seguì, con un sorriso di circostanza, ma non poco divertito.

>Continua...

Intramezzo(2!): Scusate se ci ho messo un casino di commentini, stavolta. Spero mi vorrete perdonare… Piaciuta la particina "Sendoh molto privatamente"? In fondo è un ragazzo in carne e ossa, no? No, effettivamente è un disegno. Ma facciamo finta… Beh, mi sono resa conto che lui è stato quello che ha ricevuto maggiori attenzioni da parte mia, finora. Questo forse vi dà un indizio su chi sia il mio personaggio preferito? Dite la verità, non si capiva leggendo il primo capitolo! Beh, grazie per essermi stati fedeli fin qui! Spero proprio di non deludervi/avervi delusi! Bacione a tuttiiiiiiiiiii!

Sheera

P.S.: se volete inviarmi i vostri commenti sulla mia storiella fatelo a: sheeratuel@hotmail.com

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