Capitolo 4

 

" eccomi … scusa per il ritardo! "

" non ti preoccupare … andiamo? "

" ok … ma dove? "

" … "

" DOVE? "

" alla stazione! "

" perché, vuoi passare il pomeriggio alla stazione? "

" no! "

" e allora cosa ci andiamo a fare? "

" a prendere il treno?! "

" ah! … per dove? "

" ti ricordi quel paesino sul mare dove siamo andati in ritiro qualche tempo fa? "

" no! "

" dove per poco non ti sei rotto una gamba cadendo dalla finestra dell’albergo! … per fortuna che eri solo al primo piano … l’allenatore ha perso dieci anni di vita quella volta! "

" oh, adesso mi ricordo! "

@@@ @@@

non mi piace viaggiare in treno … è noioso e non sai mai cosa fare e poi, se sei fortunato, ti trovi sempre un rompiscatole seduto di fronte che comincia a parlottare di te a quello vicino o addirittura cerca di instaurare una conversazione sul tempo o qualsiasi altra cosa … se invece ti va male non trovi nemmeno posto per sederti e devi stare in piedi tutto il viaggio, magari appiccicato a qualche uomo di mezz’età tutto sudaticcio che non fa altro che venirti addosso …

per fortuna che oggi c’è anche Maki, così posso parlare un po’ con lui e poi il vagone è praticamente vuoto.

Dopo circa un ora scendiamo dal treno e usciamo dalla stazione. Ci fermiamo appena fuori, per decidere cosa fare. Ho una fame terribile e il mio stomaco continua a brontolare.

" beh forse è meglio se andiamo a mangiare qualcosa, prima di farti morire di fame! "

deve aver sentito le lamentele del mio stomaco … beh dopotutto era un po’ difficile non accorgersene. Così almeno posso mettere qualcosa sotto i denti.

Entriamo in un fast food dove prendo un Hamburger gigante e circa una tonnellata di patatine fritte … per non parlare della quantità di coca-cola.

Ci sediamo ad un tavolino e mi accorgo che un po’ scioccato guarda il mio vassoi traboccante di cibo e poi dice:

" ma hai intenzione di mangiare tutta quella roba? "

annuisco semplicemente, mentre mangio una patatina … io adoro le patatine fritte … oddio, adoro tutto quello fatto con le patate … potrei vivere solo di quelle.

" mi chiedo come fai ad avere un corpo simile con tutto quello che mangi! "

non so nemmeno perché arrossisco.

scuote leggermente la testa e comincia anche lui a mangiare.

Ho praticamente divorato le patatine a tempo di record e mi appresto a fare lo stesso col panino, peccato che al primo morso tutta la maionese che c’era dentro schizza fuori e mi sporco tutte le mani e per fortuna sotto il panino ho il vassoio altrimenti mi sarei macchiato tutti i vestiti … questa volta sono stato fortunato … rispetto al solito.

Maki mi guarda con uno sguardo a metà tra il disappunto e il divertimento poi parla e io mi sento morire.

" sei proprio un disastro … è possibile che tu faccia sempre danni?! "

evidentemente si è accorto che ci sono rimasto male, perché subito dopo mi chiede scusa.

" non ti preoccupare … me lo dicono tutti che sono imbranato e faccio casino! Ma sti cavolo di hamburger proprio non li riesco a mangiare senza macchiarmi "

non riesco a evitare di sorridere quando lo vedo scuotere la testa divertito e allungare la mano verso di me. Con la punta del dito raccoglie una goccia di salsa che si è depositata sulla mia guancia. A quel gesto mi sento avvampare senza, però, che il mio sorriso scompaia. Mi ritrova a desiderare ardentemente di leccare via dalla sua pelle calda quella gocciolina di ketchup. Lo sto per fare quando, fortunatamente, il mio cervello ricomincia a funzionare e mi fermo. Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo dito e da quella macchiettino rossa che qualche istante dopo scompare leccata via dalla sua lingua. Credo non si sia nemmeno reso conto di quanto fosse sexy in quel momento.

Il mio vassoio è ormai vuoto al contrario del suo, devo dire mangia più piano di una lumaca … beh forse io mangio anche troppo velocemente però …

" posso rubarti una patatina? "

" certo "

la sto giusto prendendo quando arriva una ragazza al nostro tavolo. È un’inserviente del locale che ci chiede se desideriamo ancora qualcosa … beh veramente l’ha chiesto a Maki, dato che non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo, mentre praticamente si è seduta in braccio a lui … come si permette. Solo perché ha delle curve che potrebbero far resuscitare un morto, crede di poter venire qui e fare quello che vuole con lui … se lo può anche scordare.

Un po’ seccato ritraggo il braccio, tenendo in mano la patatina. Senza accorgermene, però, rovescio il mio bicchiere e la coca-cola cade tutta addosso a quella ragazza che si volta verso di me e mi incenerisce con lo sguardo … ma io non sono da meno. Seccata prende e se ne va … per fortuna. Non l’ho fatto apposta ma devo dire che non mi è per niente dispiaciuto, anzi.

Si direbbe che sto avendo una crisi di gelosia per lui, che idea assurda!! idea assurda? … forse non è così impossibile …

Finito di mangiare usciamo.

L’aria aperta mi infonde una grande energia e vivacità e voglio correre e gridare … sentirmi vivo … al resto del mondo può sembrare il mio normale comportamento, ma adesso è diverso … in questo momento è diverso … mi sento veramente vivo … accanto a lui.

Lo sfido … voglio correre fino a non avere più fiato per respirare, fino a sentire le mie gambe cedere per la stanchezza e voglio farlo adesso … una gara di corsa … non mi interessa il risultato.

Lui mi guarda un po’ stupito e poi accetta con un lieve sorriso.

" fino alla spiaggia? "

è un sacco di strada … bene, proprio quello di cui avevo bisogno.

Corriamo … corro … sento ogni mio muscolo tendersi … il mio cuore battere veloce … sento ogni mia preoccupazione svanire, perdersi nel vento … ogni pensiero razionale dissolversi … solo correre veloce … più veloce. Alla gente dobbiamo sembrare due matti … beh un po’ forse lo sono, ma credo che tutti abbiano un po’ di follia dentro di loro.

Quando raggiungiamo la spiaggia non ho più fiato e ho perso … Non mi importa nulla … sono felice … forse sono un stupido … essere felice per una semplice corsa? … si, io lo sono … ho le gambe che fremono per lo sforzo, il respiro affannato … anche se respiro mi sembra di soffocare … sono sudato e molto probabilmente puzzo, ma sono contento.

Accidenti a me … non dovevo correre appena mangiato, considerando il fatto che quel panino non è il massimo della digeribilità. Ci mancava solo il mal di pancia … sono proprio un disastro!

" cos’hai?? Hai un’espressione orribile "

" niente, comunque grazie per il complimento! "

" prego. … … ma cos’è successo? "

com’è insistente! Se gli dico che sto male, comincerà sicuramente a rimproverarmi dicendo che sono un incosciente e cose simili … meglio non dirgli nulla

" non te lo dico!"

" perché?? "

"perché di no! "

" e se io ti costringessi? "

" e sentiamo come hai intenzione di fare? "

" con il solletico, ovvio, lo so quanto lo soffri! Non resisterai due minuti! "

cavolo! Ha ragione lui. Devo evitarlo assolutamente. Mi devo alzare, così posso sfuggirgli. Si certo farò così, non ci sono problemi!

Troppo tardi, è già a cavalcioni su di me. Pronto a farmi il solletico.

No ti prego!

" allora? Me lo dici? "

meglio il solletico o la sua ramanzina?? Meglio cento volte il solletico, così almeno starà, ancora un po’, così vicino a me … ma che cavolo di pensieri faccio?

" no! "

ahahahahahah no ti pregooo smettila.

Mi sto contorcendo peggio di un anguilla sotto di lui … ma non cederò! Forse …

Appena smette con il solletico mi chiede ancora se glielo dico e so benissimo che appena gli dirò di no, ricomincerà a torturarmi … ma dopotutto non si può nemmeno definire una tortura.

E poi è diventata più una sfida tra di noi per vedere chi cede prima … so benissimo che non gli interessa, veramente, così tanto quello che avevo e a me non importa più di tanto quello che potrebbe dire. È una sfida e io non voglio perdere!

" NO! Non te lo dirò mai! Ed è inutile che continui a guardarmi così cercando di scorgerlo nei miei occhi … sono impenetrabile! "

mi guarda con un sorriso malizioso e avvicinando la bocca al mio orecchio mi sussurra

" ne sei sicuro? se vuoi posso provarci io! "

solo ora mi accorgo del doppio senso delle mie parole e senza nemmeno rendermene conto, la mia immaginazione vola veloce … troppo veloce e in un punto ben preciso.

Arrossisco, un po’ per i miei pensieri e un po’ per le parole sfacciate di Maki. Mi volto e mi rannicchio in posizione fetale sotto di lui cercando di celare il rossore del mio viso.

Ancora una voce, la sua, delle parole, rivolte a me

" dai non dirmi che ti sei arrabbiato?? Oppure lo vorresti veramente? "

vai al diavolo! Non prenderti gioco di me! Anche se, si! Hai perfettamente ragione, per un istante, avrei voluto che mi sbattessi, qui, in spiaggia. E questo pensiero mi confonde così tanto che preferisco scacciarlo nell’angolo più remoto del mio cervello … ma è stato solo un istante, nulla di più, solo una mia debolezza momentanea.

Mi volto verso di lui e gli faccio una linguaccia. direi che è l’unico modo per uscire decorosamente da questa situazione. Un gesto che fa pensare che mi sia scherzosamente arrabbiato … per celare ancora una volta quello che provo realmente.

In ogni caso il mio gesto, seguito subito dopo da una broncio volutamente molto infantile, sortisce il suo effetto. Lui ride … una risata allegra e profonda, ma soprattutto contagiosa … il mio broncio si trasforma velocemente in un sorriso accennato, per poi diventare una risata liberatoria … mi chiedo cosa ci sia da ridere dato che la mia situazione è pressoché drammatica, ma rido ugualmente fino a farmi venire le lacrime … che strano essere sono.

Si sdraia sulla sabbia accanto a me mentre sul volto ha ancora le ultime tracce del riso. Allungo le braccia e incontro, involontariamente, la sua mano, gliela sfioro con le dita, un contatto appena accennato ma che basta per farmi venire i brividi. Lui risponde al mio tocco e la punta delle nostre dita continua a sfiorarsi per poi lasciarsi e riavvicinarsi di nuovo, con movimenti lenti. Rimaniamo così per non so nemmeno quanto tempo, contemplando il cielo azzurro, ascoltando il rumore calmo e incessante delle onde, sfiorandoci appena.

Il sole ha cominciato il suo declino verso l’orizzonte quando decidiamo di lasciare la spiaggia … peccato stavo proprio bene, me la sarei fatta volentieri una dormitina sulla spiaggia.

Camminiamo un po’ per le strade del paesino, chiacchierando come vecchia amici, ridendo, scherzando e facendo talmente tanto casino che tutti si girano al nostro passaggio … beh in realtà sono io a fare molto rumore. lui si limita a interrompere, di tanto in tanto, con la sua voce bassa e profonda, il fiume incessante delle mie parole.

Quando raggiungiamo la stazione è ormai il tramonto. Aspettiamo l’arrivo del treno seduti su una panchina, sono un po’ stanco, sembra strano a dirsi ma è vero, comunque di parlare non sono affatto stanco, anzi, non ho mai avuto così tanta voglia di esprimere i miei pensieri come con lui.

Il treno finalmente arriva e riusciamo a trovare due posti per miracolo, anche se abbiamo litigato per mezzora su chi dovesse sedersi vicino al finestrino, ha vinto lui, come sempre, uffa io adoro il sedile accanto al finestrino perché posso perdermi nei miei pensieri, guardando il paesaggio che passa via veloce.

Il treno tuttavia si svuota fermata dopo fermata, per fortuna. Io sono distrutto, così, dopo un po’ mi addormento.

@@@ @@@

una signora piuttosto anziana, accompagnata da un ragazzo, si sedette di fronte ai due giocatori del Kainan. Dopo averli osservati a lungo disse, rivolgendosi al più grande

" ha proprio una bella ragazza … è fortunato! "

Maki all’inizio non comprese quelle parole ma ben presto capì che si stava riferendo a Nobunaga che dormiva beatamente appoggiato alla sua spalla. Evidentemente lo aveva scambiato per una ragazza vedendo il lunghi capelli neri che gli nascondevano il viso. Il giocatore non ebbe il tempo per ribattere nulla che il giovane insieme alla donna disse

" nonna guarda che è un ragazzo! "

la donna lo guardò con più attenzione e poi, sorridendogli, disse

" beh allora ha proprio un bel ragazzo! "

Maki, un po’ stupito per le larghe vedute della signora, sorrise e rispose affermativamente. Girò il capo verso Nobunaga per guardarlo. Con quel gesto gli sfiorò, involontariamente, la fronte dove depositò un leggero bacio, nascosto dalla massa di capelli neri.

Erano arrivati alla loro fermata. Il capitano lo svegliò e gli disse che dovevano scendere. Ancora un po’ assonnato, lo guardò, confuso, ma ugualmente gli regalò un sorriso prima d’alzarsi per dirigersi al uscita.

Davanti alla stazione si salutarono, anche se Maki aveva insistito per accompagnarlo a casa anche quella volta.

" beh ci vediamo domani agli allenamenti allora … "

disse un po’ titubante Nobunaga, anche se, in realtà, erano altre le parole che voleva dirgli.

Quando ormai stava per andarsene trovò, però, il coraggio

" Capitano … grazie! … è stato uno splendido pomeriggio! "

" mi sono divertito anch’io e poi finalmente sono riuscito a farti sorridere e a vederti felice! "

" perché? sorrido spesso "

.bugia.

" tu ridi e fai casino … ma non sorridi mai! "

" beh comunque non vuol dire che io non sia felice … "

.bugia.

" … lo dimostra li fatto che rido sempre "

" non sempre chi ride è felice … può farlo solo per nascondere la sofferenza … "

.verità.

" se la risata è sincera può essere segnale di felicità! "

" ma tu sei sincero? "

si

.bugia.

no

.verità.

" … "

 

Capitolo 05

Torna a Slam Dunk

Torna all’indice delle Fanfiction