Essicatoio per frutta e verdura.

Stefano Pozzo – 2009

Il forno solare che avevamo fatto qualche anno fa era stato realizzato in pochi minuti per dare risposta ad una esigenza immediata di essiccare dei fichi, ma aveva anche stimolato la necessità di costruire un vero essicatoio solare.
Ma il realizzarlo solare anzichè elettrico non ci bastava, volevamo fare di più, e abbiamo colto l'occasione per provare ad utilizzare qualche materiale riciclato. L'idea principale è stata quella di riutilizzare delle bottiglie di plastica di colore scuro (quelle del Chinotto) che abbiamo raccolto presso amici e parenti nell'arco di parecchi mesi. In totale ne abbiamo utilizzate 80.

L'essicatoio solare è composto da 3 parti: un collettore solare ad aria, una camera di essicazione, e una struttura di sostegno.

Il collettore solare è fatto, come abbiamo detto, da 80 bottiglie di plastica scura alle quali è stata tolta l'etichetta, con il taglierino gli è stato tolto il fondo e anche parte del collo, in modo che il bordo in alto rimanesse leggermente più stretto del bordo in fondo e si potessero quindi incastrare una sull'altra.
Le bottiglie sono quindi incastrate una sull'altra in 10 file di 8 bottiglie ciascuna. Le 10 file sono sistemate in una semplice struttura di listelli di legno alla quale sono fissate con del fil di ferro. Il tutto è inclinato di 45 gradi.
L'aria entra dal fondo aperto delle bottiglie, all'interno il sole la scalda e la fa salire verso l'alto dove lascia le bottiglie ed entra nella camera di essicazione.

La camera di essicazione è una struttura di listelli di legno chiusa con dei pannelli.
Nell'angolo in basso in avanti ha un'apertura inclinata di 45 gradi dalla quale entra l'aria calda del collettore solare. Sul lato superiore è chiusa con un tettuccio che può essere aperto in modo regolabile per permettere l'uscita dell'aria calda che porta via con sè l'umidità sottratta alle verdure da essiccare. Sul lato posteriore è apribile grazie a due portine.
Le pareti possono essere di qualsiasi materiale. Nel nostro caso i fianchi e il sotto sono realizzati con pannelli di legno. Il lato davanti, il sopra e le portine sul retro sono invece chiuse con plastica trasparente, ma questo non ha alcuna funzione specifica e volendo tenere bassi i costi si possono utilizzare anche qui i pannelli di legno.

All'interno della camera di essicazione i prodotti da essiccare vengono disposti sopra a delle griglie metalliche. Queste griglie sono montate su cornici di legno per poter essere inserite e rimosse comodamente. A loro volta queste appoggiano sopra dei listelli di legno fissati all'interno delle pareti laterali della camera di essicazione.

Ricapitolando: l'aria entra dalle aperture inferiori delle bottiglie, sale all'interno del collettore solare e esce dalle aperture superiori delle bottiglie, quindi sale all'interno della camera di essicazione attraversando le griglie con i prodotti da essiccare, ed infine esce dall'apertura superiore.
L'apertura superiore si regola alzando più o meno il bordo posteriore del tettuccio inclinabile. Questa regolazione permette di dosare la quantità di aria e la temperatura all'interno della camera di essicazione. Un'apertura più limitata frena il flusso d'aria e quindi consente una maggiore temperatura perchè l'aria rimane più a lungo nel collettore solare. Viceversa un'apertura più ampia consente un maggiore flusso ma ad una temperatura più bassa.
Regolando l'apertura superiore si può quindi cercare la migliore combinazione di flusso d'aria e temperatura al fine di ottenere l'essicazione più rapida.



Aggiornamento (2011)

Tempo fa ho ricevuto da Paolo C. la segnalazione del sito http://www.43zero58.com/bottiglie-di-plastica-se-esposte-al-calore-rilasciano-composti-tossici-159 nel quale si dice:

La borraccia da ciclismo e in generale le bottiglie di plastica non devono contenere liquidi ad elevata temperatura. La plastica, infatti, se viene a contatto con un liquido caldo o se supera una certa temperatura tende a rilasciare bisfenolo A, un composto simile agli estrogeni di cui mima l’azione. Lo ha dimostrato un gruppo di ricercatori della University of Cincinnati in un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista Toxicology Letters. Una buona prassi, dunque, per preservare la propria salute è quella di tenere le bottiglie di plastica lontane da fonti di calore e non esporle al sole.

Meglio ancora sarebbe, per la salute dell’uomo e del pianeta, cercare di usare la plastica il meno possibile e, se proprio si deve, fare la raccolta differenziata e riciclarla.

Si tende a pensare che le plastiche siano composti stabili, ma invece il legame chimico tra le molecole di bisfenolo A è altamente instabile, e quindi c’è un elevato rischio che la sostanza si diffonda nell’acqua, nelle bevande o nei cibi che sono a contatto con le materie plastiche nelle quali è contenuta. Le ricerche, condotte prevalentemente su modelli animali, hanno dimostrato che il policarbonato bisfenolo A può causare uno scorretto sviluppo cerebrale, aumentare il rischio di tumori al seno e agli organi genitali.


Ovviamente questa faccenda mi ha subito allarmato, visto che nel mio essicatoio le bottiglie di plastica scaldano l'aria che poi salendo va a contatto con gli alimenti da essiccare.
Ho cercato quindi di documentarmi meglio e ho trovato su wikipedia una esauriente spiegazione di cosa sia il Bisfenolo A (http://it.wikipedia.org/wiki/Bisfenolo_A) e l'elenco dei tipi di plastica che presentano il problema o invece ne sono esenti.

Fortunatamente la plastica scura con la quale sono fatte le bottiglie che ho utilizzato io è del tipo 1, PET, un materiale che non subisce il processo di polimerizzazione tramite l'uso di Bisfenolo A.

Quindi falso allarme! Comunque ringrazio Paolo C. per aver sollevato il problema perchè, se per caso si fosse trattato di un tipo di plastica che non andava bene, grazie alla sua segnalazione avrei subito sostituito le bottiglie del Chinotto con qualche altra cosa più adatta.




Stefano Pozzo – 2009

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