Cottura della ceramica in "forno nero"

Stefano Pozzo




Dany sta seguendo un corso di ceramica e ha portato a casa un blocco di argilla fresca. Io, da parte mia, è tanto che ho in mente di costruire un forno per cuocere la ceramica, e così mi sono messo a fare un po' di ricerche in internet per cercare di capire come fare. La costruzione di un forno è un affare abbastanza complesso, però durante le mie ricerche mi sono imbattuto anche in un metodo di cottura della ceramica molto semplice, che era usato nell'antichità dai Vichinghi, dagli Indiani d'America, dagli Etruschi, e ancora oggi è usato in realtà rurali dell'Africa e in India per cuocere piccole cose. È un metodo che ben si adatta al bricolage, e il risultato è una ceramica di colore nero, da cui il termine di "cottura in forno nero".




Per provare questo metodo di cottura avevo ovviamente bisogno di qualcosa da cuocere, e così ho preso un pochino di argilla e ho modellato delle perline e dei ciondoli, così che se la cottura fosse andata a buon fine ne avrei potuto fare una collanina.




La prima cosa che si impara quando si parla di cottura della ceramica è che l'oggetto da cuocere deve essere assolutamente ben asciutto. L'argilla è un materiale pastoso molto umido e quindi, una volta modellato, deve essere lasciato asciugare per un lungo periodo, per essere certi che anche all'interno sia ben asciutto. Se venisse messo in forno con delle parti interne ancora umide il calore farebbe evaporare il contenuto di acqua che, espandendosi in vapore, romperebbe l'oggetto. Ovviamente più l'oggetto è spesso e più tempo ci vuole affinchè anche le parti più interne si asciughino alla perfezione. I miei pezzi erano abbastanza sottili e io li ho lasciati asciugare per due settimane.




Terminata l'attesa per l'asciugatura, finalmente è arrivato il momento di provare la cottura! Le informazioni trovate in internet dicono di utilizzare come "forno" una pentola di terracotta oppure, come facevano i Vichinghi, una buca scavata nel terreno. Io ho trovato una vecchia pentola arrugginita e ho provato ad utilizzare quella. In realtà ho poi scoperto che, essendo di metallo, non è perfettamente adatta, dopo vedremo il perchè...




Per prima cosa si stende sul fondo della pentola uno strato di carbonella.




Quindi si stende uno strato di segatura.




Sopra allo strato di segatura di dispongono i pezzi da cuocere, posizionandoli in centro e avendo cura che non si tocchino tra di loro.




Sopra ai pezzi da cuocere si mette un altro strato di segatura.




E infine ancora uno strato di carbonella.




Si posiziona la pentola in un posto riparato dal vento e gli si accende sopra un fuoco di legna.




Si aggiunge man mano altra legna e si lascia bruciare a fiamma vivace per un po'. Il calore del fuoco accende la combustione degli strati di carbonella e segatura che stanno sotto, la cui combustione avviene in un ambiente scarso di ossigeno. È un processo abbastanza lungo, bisogna essere sicuri che il calore sia arrivato bene fin dentro l'argilla. Nel mio caso ho alimentato il fuoco per quasi due ore.




Al termine, lasciando che la legna si consumi e la fiamma si spenga, si può notare che, sotto, la brace è accesa rosso viva. Lì la temperatura è molto alta e l'argilla subisce la sua trasformazione in ceramica.




A questo punto si deve lasciar raffreddare molto lentamente il tutto. Qualcuno consiglia di coprire per mantenere il calore il più a lungo possibile. Io gli ho messo sopra un paio di vecchie tegole anche perchè c'era il rischio che nella notte potesse piovere. Ho lasciato quindi tutto a raffreddarsi fino al giorno seguente.




Il giorno dopo ho rimosso con cautela la cenere e gli avanzi della combustione.




E man mano, tra la cenere, ecco i miei pezzi di ceramica, cotti, di un bel colore nero. Il nero non è dato dalla fuliggine della cottura, ma è il colore che assume l'argilla quando viene cotta in ambiente con scarsità di ossigeno.




Come dicevo all'inizio, la pentola di ferro non è il contenitore ideale perchè le sue pareti disperdono troppo il calore. Una pentola di terracotta lo trattiene invece meglio e consente la completa combustione degli strati inferiori di carbonella e segatura, cosa che nel mio caso non è avvenuta bene sui bordi, come si vede dalla foto. Fortunatamente i miei pezzi di argilla erano posizionati bene in centro, dove la combustione è avvenuta in modo completo, e quindi la loro cottura è andata a buon fine.




Quando, qualche tempo dopo, ho fatto una seconda prova di cottura, ho ammucchiato della terra contro la pentola e questa ha trattenuto meglio il calore, e la combustione all'interno della pentola ha avuto luogo in modo completo anche sui bordi.




Comunque anche nel primo caso la cottura della ceramica è andata bene e, quando si è completamente raffreddata, l'ho lavata sotto acqua corrente e asciugata.




Visto l'esito positivo della cottura, e visto che tutto sommato l'aspetto di queste perline è abbastanza gradevole, le ho portate in un negozio di bigiotteria e le ho fatte infilare su un cordoncino per farne una collanina per Dany.