di Romano Rigamonti
Eclettismo stilistico ed
ironia sono i due principali elementi del nuovo album Undo degli italici
Technogod.
Giunti a quello che loro
definiscono come il “nostro terzo political dance record”, i Technogod
con questo Undo si incamminano lungo tutte le strade stilistiche conosciute,
al solo fine di trovare il proprio groove fondamentale.
Undo è un calderone
elettronico entro cui bolle irrequieto un minestrone dai gusti variegati:
dall’acido al funk, dal breakbeat alla hardcore, alla techno fino al puro
gusto del semplice voler stupire, con accostamenti di testi e suoni quanto
mai temerari.
Piacevole, anche se discontinuo,
il sound di Undo si muove a scatti stilistici nei sedici brani che lo compongono,
tra cui compaiono anche due cover, Spara Jurij dei CCCP e Rock and Roll
all Nite dei Kiss, entrando in sintonia specialmente con la parte fisica
e materiale del nostro essere e proponendo momenti in cui, pur mantenendosi
gelidi, è assolutamente impossibile non lasciarsi andare almeno
ad un dondolio ritmico del cranio.
Questo album non è
solo un pout pourri stilistico, ma è anche un contenitore di testi
ironici e dissacranti che colpiscono a trecentosessanta gradi, urtando
i centri di potere e di ideologia tanto nel vecchio continente quanto nel
nuovo, i brani Brankaleo, Junior Bush Killa e Heavy Rotation ne sono un
buon esempio.
Undo è il solido
segnale della raggiunta maturità stilistica di una bella creatura
musicale tutta italiana, che risponde al nome di Technogod.