di Romano Rigamonti
La ricerca di equilibri tra una fruibilità
pop ed i sound elettrici ed elettronici è la coordinata guida del
primo album dei Soundabout, Polvo.
Quattro giovani fiorentini con la passione
per la musica rappresentano l’anima dei Soundabout, un gruppo che si è
formato nel 1999 dall’unione di due formazioni precedenti, una dedita all’hiphop
e l’altra all’electro bossa; i loro mezzi espressivi possono contare sulla
chitarra di Jeppe Catalano, le tastiere e le drum machine di Gionni Dall’Orto
e Francesco Cipriani e sulla voce di Angelo Teardo.
Dopo un’esperienza maturata specialmente
durante le serate nei club a suonare dal vivo, i Soundabout, con i dieci
brani di Polvo, riassumono e danno ordine alle loro coordinate stilistiche,
mostrando l’evidente desiderio di adagiare il loro sound su tutte le influenze
e le tendenze dell’oggi, facendo attenzione a non incorrere in incomprensibili
cerebralismi.
Libertà di pensare alla musica
come ad un insieme unico al cui interno generi e stili si mischiano di
continuo è la prima sensazione che si prova di fronte alle dieci
canzoni di questo album, dove solo il desiderio di fare musica dei Soundabout
può fare l’ordine necessario, tracciando un’originale linea artistica.
Il groove che guida i Soundabout appare
evidente nella ricerca di equilibri tra le atmosfere scure, i ritmi electro
e breakbeat, il suono analogico della chitarra classica, o elettrica e
la voce di Angelo, che si staglia sugli sfondi musicali pronta a rivendicare
un’essenza pop del sound elettronico, che ricorda a volte l’electro pop
degli anni ottanta, come lo testimoniano i brani Onde, Nuvola e Anni 80
per Sempre.
I Soundabout iniziano il loro cammino
dalla polvere, Polvo per l’appunto, un pulviscolo elettronico molto persistente
che desideriamo rincontrare presto.