di Nicola Chiavari
Napoli sempre più alla ribalta nella
scena musicale italiana. Dopo
Almamegretta e 99 Posse, ma soltanto in
ordine cronologico, è il momento dei
Nevrotype che si presentano al grande
pubblico con l'uscita di 'Visionetics'
by Cinenova Records (distribuzione White&Black).
Il progetto poggia sulle
spalle di Franky B, Woby and Ambrò
e si compone di 11 tracce audio e una
traccia video; le tracce audio spaziano
tra diversi generi dell'underground
elettronico alternando d'n'b, garage e
breakbeat. Facili sono i riferimenti
[e le citazioni?!?] ad altri grandi artisti
del settore: Dj Shadow, Aphex
Twin, Portishead, Ed Rush & Optical,
Basement Jaxx, Chemical Brothers sono
solo alcuni dei nomi più conosciuti
che vengono in mente.
Particolarità del lavoro è
quella di spaziare tra sonorità e ambienti assai
distanti tra loro, partendo da Napoli
[vd. 'Napoli Anthem' e 'Neuromakia'
potenti rap su base d'n'b in napoletano]
si attraversa il 'Gange' e si
arriva in Giappone, per incontrare gli
Otaku [smanettoni/patiti] del
giradischi. Non si parla a caso del giradischi,
perchè Franki B è membro del
Men-in-Skratch [4° al DMC World Championship
tenutosi quest'anno a Londra] e
porta la sua esperienza all'interno del
progetto, dimostrando come il
turntablism sia una realtà sempre
più presente anche nelle produzioni di
studio e non solo nei djset.
Chiave di lettura del cd è il continuo
intrecciarsi di opposti che si
completano: da un lato la tecnologia,
l'avanguardia e la modernità che si
esprimono attraverso la forma e i ritmi
caratteristici degli ultimi anni;
dall'altro le tradizioni, le radici e
il legame con la propria terra che
traspaiono dalle scelte linguistiche,
dalle citazioni e dalla location del
video, appunto girato a Napoli. Anche
il video allegato alle tracce audio [è
quello di "Napoli Anthem", elaborazione
e produzione a cura del team
milanese Assemble], rispecchia le tematiche
e le problematiche espresse
attraverso le 11 tracce: si gioca continuamente
sul tema delle
contrapposizioni alternando la moderna
architettura di alcuni edifici
napoletani con l'ambiente dei vicoli,
saltando da moderni 'passi' di
break-dance a movenze tipiche delle arti
marziali.
Una sola pecca per questo lavoro: se fosse
uscito qualche anno fa, saremmo
qui a parlare di un gruppo di mostri piuttosto
che di grandi otaku!