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p.01" (cd autoproduzione 2001)

di Mauro Carassai
 

Magnetismi calibrati:

"p.01" è la dimostrazione di come nell'elettronica di
frontiera, e nella deep music in genere, sia del tutto
possibile sfuggire a sonorità furbe (di solito offerte
già bell'e pronte dalle odierne risorse tecnologiche)
o a proposte strategicamente pretenziose nel loro
finto radicalismo. Il nuovo progetto musicale a nome
Kar [nato dalla collaborazione tra alcune delle menti
dei disciolti Goah (gruppo elettroartpop romano autore
di due CD autoprodotti degni di nota) e
l'immaginazione sonica di Adriano Scerna con
contributo grafico di Marco Puppini], si impone
all'attenzione di chi ascolta principalmente per la
precisione con la quale disegna percorsi uditivi
anomali ma mai difficilmente praticabili. Non sembra
necessario, in questo caso, essere feticisti del sound
postindustriale o essere reduci da lunghi training in
territori isolazionisti. La musica dei Kar invita ad
aggirarsi tra loop parzialmente concentrici ed
echeggianti rumori di fondo con incredibile agilità;
poco importa se i primi riferimenti che vengono in
mente riconducono a esperimenti elettronici radicali
come quelli di Main, Cranioclast o Zoviet France. La
stimolazione auricolare per quanto intensa non risulta
mai provante e questo grazie a strutture fluide ed
evanescenti sapientemente assemblate.
Gli sferragliamenti (in "+") e il soffice tribalismo
metallico (in "lascia" ad esempio) di Scerna flirtano
perfettamente con i drones e i respiri elettronici
innescati in ogni dove dai pulsanti di Carcasi senza
mai scuotere l'ascolto, così come le nenie vocali
sinteticamente rimescolare di Tiziana Lo Conte (ex
voce Goah e Gronge) evocano stati di ansia
immediatamente rifluenti, in un gioco ininterrotto di
sintomi provocati solo per essere di colpo nuovamente
anestetizzati. Sensazioni 'ex machina' probabilmente
sperimentate ad entrambi i capi della linea
compositore-ascoltatore.
Se la presenza umana appare soltanto gradualmente (in
veste di sprazzi vocali parcamente disseminati o di
clangori percussivi delicatamente ritmati) in un
tragitto fatto per lo più di ambienze aliene, è
ugualmente solo nell'ultimo brano "izba" che si
riprende in qualche modo familiarità col termine
"musica" grazie ad un cullante suono di basso
elettrico in grado di farci salpare per un ondeggiante
traversata al cui orizzonte sembra forse di scorgere i
porti indistinti di Mogwai e Piano Magic.
Nonostante l'apprezzabile micro-eterogeneità delle
atmosfere (che seppur avvertibile non è mai scomposta)
comunque, il filo rosso che unisce le sette tracce
presenti in p.01 è proprio il non affievolirsi mai per
un solo istante dello stato tensivo in cui
l'ascoltatore viene mantenuto all'incedere dei brani.
Se dovessi descrivere la musica dei Kar con una
metafora, vi consiglierei di immaginarla come un
materassino anti-decubito dove adagiare i vostri
padiglioni senza alcuna paura circa possibilità di
atrofizzazione. Vi consiglio caldamente quindi di
portarvi in casa un simile tappeto sonoro dato che il
suo dispiegamento è oltretutto a costo zero. Il CD
infatti è reperibile gratuitamente contattando
l'indirizzo mail: mailto:grahgreen@yahoo.it. Vi costerà
soltanto alcune righe di commento una volta gustato
l'ascolto. Corrispettivo, questo, sul piano
dell'intelligenza promozionale, dell'attenzione che i
Kar riservano ai loro ascoltatori sul piano del
coinvolgimento uditivo.

"Profondo, evocativo, non solo per androidi."

tracklist:

01. +
02. lascia
03. 0+
04. alle prime luci
05. ora
06. tra 49 e 50
07. izba