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intervista a jollymusic
publicata sulla webzine aktivirus

Un album dance dagli orizzonti davvero ampi quello dei romani Jollymusic (al secolo Francesco De Bellis e Mario Pierro, pure nei Mat 101), pieno com'è di campioni e rimandi ai generi più disparati. Il filo conduttore è l'amore per il vinile, porta aperta su suggestivi paesaggi lounge e analogici, tra synth, funk e ricordi disco. All'estero - New Musical Express in testa - si sono innamorati di loro, e pure in casa l'interesse sta crescendo. Abbiamo fatto loro qualche domanda su Jollybar (Nature/Wide), senza dubbio uno degli album italiani dell'anno. Al di là dei generi.

Prima di tutto, una domanda forse scontata ma doverosa: come avete accolto i numerosi consensi della stampa specializzata estera, e fino a che punto ve li aspettavate?
La nostra musica e' sempre stata apprezzata piu' all'estero che in Italia.... siamo stati molto contenti dei buoni giudizi degli inglesi, che di solito sono piuttosto diffidenti verso prodotti italiani sperimentali. Ci ha davvero sorpreso l'accoglienza italiana! non eravamo abituati ad essere recensiti e intervistati in patria cosi' tanto...

Si parla spesso di "elettronica umana", voi vi siete addirittura divertiti ad usare , in due occasioni, uno "Human Beatbox" e una "Human Cuica". Un modo divertente per ribadire questo concetto?
In Jollymusic abbiamo inserito le piu' diverse fonti sonore.... allora se un amico passa in studio davanti al microfono e "suona" una bella ritmica con la bocca, perché non includerla?... e se suona una bella cuica?.. :)

Direi che è un buon momento per la scena elettronica romana, che ne pensate?
Finalmente arrivano i frutti di tanti anni di lavoro, e si può uscire un po' dall'underground che aveva caratterizzato tutte le produzioni degli anni precedenti.... comunque l'apprezzamento è arrivato prima dall'estero e poi dall'Italia... La "scena romana" comunque, è in realtà frammentata in tante realtà diverse e indipendenti l'una dall'altra... all'interno della Nature-Plasmek-Final Frontier sono stati pubblicati recentemente molti buoni dischi (Passarani, Monomorph, etc...) che hanno avuto una buona accoglienza...

Jollymusic è una vacanza da Mat 101, o viceversa? Oppure non c'è una priorità?
Sono due progetti paralleli e indipendenti, ognuno con la sua sonorità... Preferiamo lavorare su tutti e due senza alcuna priorità, poiché ci permettono di esprimerci in modi diversi senza limitarci.

Al di là di quella utilizzata nei campionamenti, qual'è la musica che più vi ha ispirato in fase di composizione?
Le colonne sonore e i dischi di sonorizzazioni italiani (Stelvio Cipriani, Franco Micalizzi, Jimmi Fitzka, ...) , il funk psichedelico anni 70 di Herbie Hancock, Parliament...

C'è qualcun altro che si muove nella vostra direzione al momento in Italia?
Non conosciamo per il momento altri italiani che facciano musica simile...

In alcuni momenti, in alcuni stacchi, i processi utilizzati nelle vostre composizioni fanno venire in mente gruppi come Mouse On Mars. Immagino che l'equilibrio tra sperimentazione (pur se divertente e ludica) e fruibilità sia molto importante nella vostra musica.
Certamente e' molto importante l'ironia, che secondo noi quando viene mescolata insieme a tecniche "nuove" da i migliori risultati nella composizione. Più che di "fruibilità" parleremmo di "emozionalità", nel senso che la sperimentazione non dovrebbe portare a risultati freddi e puramente tecnici, ma conservare l'espressività originale in una nuova forma.

Les Figalles è uno degli episodi più divertenti, e anche uno dei momenti in cui, dal punto di vista della manipolazione sonora, siete intervenuti di meno, ha un significato particolare?
In tutti i "cut" del disco, la manipolazione del suono e' stata fatta solo con piastre e giradischi... Questo deriva dal programma che abbiamo fatto in radio per molti anni, e gli accostamenti di suono assumono un significato "narrativo" e "umoristico" non presente nel disco originale... Les Figalles non è una eccezione rispetto agli altri, è stato improvvisato, registrato e inserito direttamente dalla cassetta sulla quale era stato registrato.

E gli inserti vocali davvero curiosi, che sembrerebbero tratti in gran parte da pellicole (all'inizio di Daddy, ad esempio), che origine hanno?
Non sono presi da pellicole..... nel caso di Daddy, ad esempio, abbiamo utilizzato per la base un nastro contenente una improvvisazione con dischi e chitarre effettuata in radio due anni prima....

Ci sono parecchie chitarre, credo in gran parte suonate, e in una recente intervista parlavate di eventuali e più estese interazioni tra elementi acustici ed elettronici. Avete già in mente qualcosa di preciso?
Il concetto è più che altro quello di avere una stanza piena zeppa di strumenti di qualsiasi tipo, e di utilizzarli tutti sfruttando le potenzialità espressive di ognuno, estendendole tramite qualsiasi tipo di manipolazione digitale e non.

State preparando nuova musica? Quali sono i piani dell'immediato e remoto futuro?
Stiamo lavorando al nuovo album di Mat 101, a una collaborazione con Marco Passarani, e ai futuri pezzi di Jolly....
 

Alessandro Besselva