Utilizzando la china, la "cenere delle tante cicche", il "dito". Al fine di creare un sottile gioco di sfumature e ombre, si scosta dagli schemi dell'arte del disegno e dalla tecnica del retinato (tecnica ufficiale per l'ottenimento di ombre e sfumature).

Presto stanco dell'uniformità e del piano, opta per un discorso più "tridimensionale". Da cui scaturisce la produzione artistica odierna.

"Soggetto molto estroso, con una grande forza dentro", (come ama definirsi egli stesso). Deve le sue capacità espressive ad una sensibilità pittorica e umana fuori dal comune.

Le sue tele, quasi sempre supporti lignei, infatti, riflettono " le poetiche visive dell'uomo al di qua del quadro e ricreano suggestioni cromatiche collegate a un "sentire originario, terrigno e cosmologico vedi: Einstein, il pensiero", pregno di genuinità e quasi sempre tendente al blu.