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I Critici

<<Una profonda coerenza espressiva contraddistingue l'opera di Vito Locaputo, in cui, in dialettico, speculare e negativo rapporto con una alienante realtà pur sempre sottesamene Terra e Cielo, Sole e Luna, reale ed irreale, si fondono in una costante trasmutazione di forme, per divenire presente, essi stessi immagine di un mondo "altro e diverso">>.

(Maura Mastronardi)

<<Ma quale mondo è il mondo di Vito Locaputo? E' come un mondo in attesa, non ancora creato completamente. Infatti non c'è l'uomo nei paesaggi e nelle città di questi quadri, che sono perfetti soltanto perché vuoti, soltanto perché in questi sogni l'uomo non c'è ancora. Pertanto è come un mondo immaginato nel momento della sua genesi, lunghissima peraltro, e che prende tutta la storia: Dio in principio creò la terra e le acque, le tenebre e la luce, il sole e gli astri nel firmamento, gli animali e le piante, e soltanto alla fine - molto alla fine - l'uomo.>>

(Nicola Troiani)

<<Spesso i quadri di Locaputo sono immagini totalizzanti che traducono nei cieli, nei paesaggi, nei cerchi, nelle sinfonie dei colori l'intero arco di un giorno e di una vita, una sintesi pittorica dell'esistenza dove, però, dominano la libertà e l'ideale. Proprio in questo Locaputo rivela la virtù di un grande senso coreografico, di cui sono prove eloquenti l'impostazione, l'equilibrio, l'architettura del quadro. E' in questo gioco di costruzioni, di immagini, di figure a volte magiche, a volte misteriose, a volte sconcertanti, che si esprime tutta la capacità pittorica di un artista geloso della sua indipendenza e per niente disposto a farsi etichettare in concezioni e congregazioni artistiche e culturali di quest'epoca. Per lui quello che conta è dare libero sfogo alle sue esigenze di sognatore e di poeta della tavolozza; e anche questo è arte.>>

(Gustavo Delgado)

 

 

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