DOMANDE DAI FANS



Andriy, ricordi il tuo primo campo di calcio?
"Come potrei dimenticarlo. Era quello del Lokomotiv Ucraina, vicino alla Stazione Centrale di Kiev. Ogni tanto ci ripasso quando torno a casa".
Quando giocasti la tua prima partita vera?
"A dieci anni, ma non ricordo esattamente il risultato. Mi pare fosse finita 3-1 o 4-1. Era la mia prima partita in un campionato vero, con un arbitro vero in divisa, con un pubblico vero sulle tribune. Mi tremavano le gambe ma poi ci presi subito gusto".
Chi era il tuo idolo?
"Ne ho avuti diversi, man mano che crescevo. Il primo è stato Oleg Blochin, l'attaccante della Dinamo che vinse il Pallone d'oro negli anni Settanta. Poi è stato il turno di Zavarov, primo giocatore sovietico a emigrare in Occidente e ad approdare nel campionato italiano (alla Juve, ndr). Mi piaceva anche Igor Belanov, Pallone d'oro e capocannoniere dei mondiali in Messico nell´86. Il nostro calcio ha sfornato tanti campioni, molti dei quali non hanno avuto fortuna. Ma la scuola sovietica è sempre molto florida. Anche oggi. Purtroppo è ancora un calcio inesplorato".
Quando eri bambino c'erano poster di calciatori nella tua camera?
"Poster no, semmai qualche foto autografata. Quando giocava la Dinamo facevo il raccattapalle allo stadio e conoscevo tutti i giocatori. E a fine partita li avvicinavo per chiedergli la maglia o la dedica sulla foto".
Quale era la tua squadra del cuore?
"La Dinamo Kiev, nella quale sono cresciuto e ho sempre giocato".
Qual è lo stadio e il pubblico che non dimentichi, o al quale sei particolarmente legato?
"Quello della mia città. In particolare in occasione dell'ultima partita che vi giocai la scorsa primavera. Non dimenticherò mai l'abbraccio della gente quando seppe che li avrei lasciati".
La partita più importante della tua carriera?
"Deve ancora arrivare, visto che non ho mai avuto la fortuna di giocare una finale, nè un campionato del mondo".
La più bella partita che hai giocato con il Milan.
"A Roma con la Lazio. Lì capii che sarei sopravvissuto al campionato italiano. Superai l'esame più difficile contro una delle difese più forti della serie A, segnando 2 gol su azione e uno su rigore. Una serata memorabile".
Qual è la vittoria che ricordi più volentieri?
"Ho vinto tante partite belle, sia in Champions League con la Dinamo che in Italia con il Milan. La vittoria più bella spero debba ancora arrivare".
Quali sono i novanta minuti da dimenticare?
"Con il Milan quelli di Istanbul, dove perdemmo un'occasione più unica che rara per restare in Champions League; in quattro minuti passammo dal Paradiso all'Inferno. Mi crollò il mondo addosso quella sera. In nazionale, invece, non dimenticherò mai la delusione per lo spareggio con la Slovenia che, sempre in autunno, ci impedì di andare agli Europei. Anche quella batosta non l'ho ancora digerita".
Qual è il più bel gol che hai fatto?
"Con il Bari a San Siro all'ultimo minuto". Per chi avesse la memoria corta, la cavalcata trionfale coast to coast che fece impazzire il popolo rossonero. E´ stato uno dei tanti che lo Zar segnerà con la maglia del Milan.
Qual è il viaggio più bello che hai fatto?
"L'anno scorso in Sardegna, prima del ritiro estivo. Era da tanto che non andavo al mare, lì ho trascorso giorni stupendi insieme ai miei nuovi compagni. Mi è servito molto per integrarmi nel nuovo gruppo".
Qual è la tua serata ideale?
"Stare in casa per rilassarmi e parlare coi miei genitori. Oppure una buona cena".
Il modo ideale per rilassarti.
"Sono tre: andare al cinema, giocare a tennis e fare shopping per le vie del centro".
Qual è la tua idea di felicità?
"Vincere".
Il tuo piatto preferito?
"Il boesh (la traduzione dal cirillico suona più o meno così). E´ un piatto tipico di Kiev".
Quale dote devono avere gli amici?
"Devono saper comunicare, starmi vicino quando occorre, darmi dei consigli. Questa è la vera amicizia; purché sia disinteressata".
Chi è il tuo migliore amico?
"La mia famiglia".
E una donna? Quali qualità deve possedere per piacerti?
"Non c'è un modello. Deve piacermi e basta".
Qual è l'angolo di Milano che apprezzi di più?
"Piazza Duomo e via Montenapoleone, dove mi piace camminare tra la gente".
Per i tifosi rossoneri sei diventato un idolo. Ti dà fastidio essere fermato per strada?
"Assolutamente no. E´ un grande piacere, ero abituato anche a Kiev essere fermato per la strada".
Come va con l'italiano? La tua padronanza della lingua è migliorata sensibilmente. "Frequento ancora qualche lezione, meno rispetto all'inizio. Credo di cavarmela bene, adesso".
Qual è la cosa che ti fa arrabbiare di più?
"I prepotenti, chi crede di essere più bravo e più forte".
Quale personaggio storico ti sarebbe piaciuto essere?
"Mi hanno sempre affascinato gli antichi romani, ma scelgo un mio connazionale, il poeta Taras Shevchenko, il più grande autore ucraino dell'Ottocento. Non mi sarebbe piaciuto affatto, invece, vivere nella sua epoca, che era molto triste e malinconica".
Hai una venerazione per lui, come pure hai spiegato tempo fa in un'intervista al magazine della Gazzetta dello Sport.
"Lui era il poeta dell'identità nazionale, era un artista unico che in esilio scriveva poesie d'amore per la sua terra, le passioni del nostro popolo, soprattutto della gente più povera. Tutti si riconoscevano in lui".
La colonna sonora della tua carriera.
"Scelgo una canzone ucraina, che non si può tradurre, che sentivo sempre cantare da mia madre".
Hai nostalgia del tuo paese?
Un po', ma non troppo, visto che la mia famiglia mi ha raggiunto a Milano. E spesso arrivano anche i miei amici da Kiev".
Non torni mai in Ucraina?
"Non ho tempo per andarci, devo fare scalo a Zurigo, e tra partite e allenamenti non c'è tempo. L'ultima volta che ci sono andato risale a prima di Natale".
I tuoi cantanti preferiti.
"Mi piacciono Madonna, Barry White, ma anche la musica italiana, in particolare Eros Ramazzotti".
Cosa farà Andriy Shevchenko fra vent'anni?
"Ogni tanto me lo chiedo anch'io, ma non sono ancora riuscito a darmi una risposta".
Ti piace la pizza?
"Sì, mi piace molto. Qualche volta la mangio e la pizza italiana è davvero la migliore del mondo".
Solo un ragazzo venuto dal freddo poteva riscaldare i nostri cuori!
"Beh, ma in Ucraina non fa proprio freddo, freddo...."
Il calore che ti danno i tifosi, ti aiuta a dare del tuo meglio in campo?
"Sì, mi fa molto piacere avere così tanti tifosi. Appena sono arrivato qui mi sono accorto che mi hanno voluto subito bene. E per me stato molto importante."
Come ti trovi qui a Milanello? Complimenti per la splendida stagione!
"Grazie per i complimenti. Io mi trovo bene a Milano e a Milanello. Ho trovato tanti amici. E poi ho segnato tanti gol e per questo devo ringraziare la squadra, l'allenatore e la società che mi hanno aiutato in questo."
Ho notato che porti sempre un polsino sul braccio sinistro. E' una cosa scaramantica? Ho notato anche che nella partita contro la Juve e il Parma avevi la maglietta con le maniche corte perché erano state tagliate. Le hai tagliate tu o te le ha tagliate qualcuno? Perché?
"Il polsino è un mio portafortuna. E' una cosa che metto sempre per la fortuna. Le maniche invece me le ha tagliate il mio fisioterapista perché a me piace giocare con le maniche corte. Mi sento meglio così."


 

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