Ottobre 1940

1° ottobre
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2 ottobre
Hitler non ha ancora perduto la speranza di poter effettuare lo sbarco in Inghilterra (operazione “Leone Marino”) nonostante le sollecitazioni dei comandanti dell’esercito e della marina ad abbandonare il piano per evitare di esporre inutilmente alle incursioni dei bombardieri inglesi le unità che già sono state ammassate nei porti europei.
3 ottobre
Partono da Freetown, capitale della Sierra Leone, dove si erano rifugiate, le navi della “Forza M” che avevano partecipato tra il 23 e il 25 settembre all’azione contro Dakar: scortano le forze della Francia Libera di De Gaulle a Douala nel Camerun francese. Non fanno parte della squadra le corazzate Barham e Resolution che hanno preso la strada del Mediterraneo: la Resolution si fermerà a Gibilterra per riparare i danni subiti nel corso della battaglia di fronte a Dakar.
4 ottobre
lncontro Mussolìni-Hlitler al Brennero.Hitler raccomanda che non si intraprendano azioni che non siano “di assoluta utilità all’Asse”. Sono presenti i rispettivi ministri degli Esteri Ciano e Ribbentrop. Il Fuhrer offre la collaborazione delle sue truppe nella lotta in Africa settentrionale.Il Duce declina l’offerta.
5 ottobre
Cessano del tutto gli attacchi diurni degli aerei della Luftwaffe sull’Inghilterra: continuano invece, senza sosta, i bombardamenti notturni.
6 ottobre
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7 ottobre
Accogliendo una richiesta rivoltagli già dal principio di settembre da re Carol e rinnovatagli da Antonescu (la Romania si appoggia naturalmente alla Germania, poiché la rivale Ungheria ha nell’Italia la sua paladina tradizionale), Hitler invia forze in Romania, per riorganizzare l’esercito e presidiare i pozzi di Ploesti.

Cospicui rinforzi inglesi, australiani, neozelandesi, indiani sbarcati ad Alessandria sono subito fatti affluire verso Marsa Matruh.
8 ottobre
A causa della costituzione, avvenuta il 27 settembre, del Patto Tripartito, la Gran Bretagna non accede alla richiesta nipponica di chiudere la “strada della Birmania”, attraverso la quale i rifornimenti occidentali possono giungere all’esercito di Chiang Kai-shek.
9-11 ottobre
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12 ottobre
Hitler rinuncia all’attuazione dell’operazione “Seelòwe” contro l’Inghilterra, che viene definitivamente rinviata alla primavera dcl 1941.

Mussolini viene a sapere che Hitler ha occupato i pozzi petroliferi romeni “per proteggerli” (non si sa da chi). Il colpo di mano manda su tutte le furie il capo del fascismo che, stizzito, confida a Ciano: “Hitler mi mette sempre di fronte al fatto compiuto,ma questa volta lo pago con la stessa moneta: saprà dai giornali che ho occupato la Grecia, cosi l’equilibrio verrà ristabilito”.
13 ottobre
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14 ottobre
Il maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, capo di Stato Maggiore Generale italiano, fa sapere a Mussolini che per sconfiggere la Grecia gli occorrono non meno di 20 divisioni e tre mesi di tempo.
15 ottobre
Mussolini indice a Palazzo Venezia una riunione cui prendono parte il ministro degli Esteri Ciano, il capo di S.M.G. maresciallo Pietro Badoglio, il sottosegretario alla Guerra gen. Ubaldo Soddu, il sottocapo di S.M. dell’Esercito gen. Mario Roatta, il comandante delle truppe italiane in Albania gen. Sebastiano Visconti Prasca e il luogotenente del re in Albania Francesco Jacomoni di San Savino. Oggetto della riunione: l’occupazione della Grecia (per controbilanciare la penetrazione tedesca in Romania). Si parla di una campagna di due settimane, da iniziare il 26 ottobre (la data sarà poi spostata di due giorni). Ciano viene incaricato di provocare il “casus belli”.

Il maresciallo Hermann Gòring emana una direttiva nella quale vengono specificati gli obiettivi principali della guerra-lampo aerea tedesca sull’Inghilterra: essi saranno, nell’ordine: Londra, le fabbriche aeronautiche, la zona industriale Birmingham-Coventry e le basi dei caccia.
16 ottobre
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17-20 ottobre
8 U-Boote attaccano successivamente i convogli SC 7 e HX 79 affondando 31 navi per 152.000 t.
21 ottobre
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22 ottobre
Re Boris III di Bulgaria, invitato a partecipare alla prossima impresa contro la Grecia, respinge l’invito di Mussolini.
23 ottobre
Hitler incontra a Hendaye, cittadina francese nel dipartimento dei Bassi Pirenei, il capo dello stato spagnolo gen. Francisco Franco, cui chiede l’intervento nel conflitto al fianco delle potenze dell’Asse: in cambio Hitler promette al suo interlocutore l’annessione del territorio di Gibilterra alla Spagna.
24-25 ottobre
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26 ottobre
È pronto l’ultimatum alla Grecia, che il ministro italiano ad Atene Emanuele Grazzi dovrà consegnare alle ore 3 del 28 ottobre. Nel documento si accusa la Grecia di atteggiamento non neutrale nei confronti dell’Italia e si intima al governo greco di consentire alle forze italiane di occupare, a garanzia della neutralità greca e per la durata del presente conflitto con l’inghilterra, alcuni punti strategici in territorio greco... Ove le truppe italiane dovessero incontrare resistenza, tali resistenze saranno piegate con le armi e il governo greco si assumerebbe la responsabilità delle conseguenze”.
27 ottobre
Hitler è informato della decisione di Mussolini di attaccare la Grecia.
28 ottobre
Alle ore 3, secondo le istruzioni, Grazzi presenta al primo ministro greco Metaxas l’ultimatum italiano. Metaxas lo prende per quello che è, ossia una vera e propria dichiarazione di guerra; perciò d’accordo col re lo respinge e afferma che la Grecia resisterà con tutte le sue forze. All’alba, le truppe italiane dislocate in Albania (complessivamente 105.000 uomini comprendenti un “Gruppo litorale” e le divisioni Siena, Ferrara, Piemonte, Parma, Venezia, Arezzo, la divisione corazzata Centauro e la divisione alpina Julia) “varcano la frontiera greca e penetrano per vari punti in territorio nemico”. Le divisioni Ferrara, Centauro e Siena avanzano lungo il litorale puntando alla conca di Giànnina (Ioannina) superando il fiume Kalamas. Alla loro sinistra la divisione Julia punta sul passo di Metsovo per tagliare i collegamenti dei greci tra l’Epiro e la Macedonia. Piu' a nord, la Parma e la Piemonte si attestano a difesa della conca di Corcia (alb. Korcè). Le condizioni atmosferiche, pessime, favoriscono i difensori.
Alle ore 11, Mussolini e Hitler si incontrano a Firenze, alla stazione di Santa Maria Novella. Hitler ha appreso a Bologna, “dai giornali”, come voleva Mussolini, dell’azione italiana in Grecia. Ma sa nascondere assai bene la propria irritazione; mette anzi a disposizione dell’alleato le divisioni paracadutiste che potrebbero rendersi necessarie per l’occupazione dell’isola di Creta.I due dittatori esaminano la situazione generale; Hitler afferma che non firmerà alcun trattato di pace con la Francia se questa non acconsentirà a soddisfare le rivendicazioni italiane(giudicate “assai modeste”); circa la Spagna, gli sembra che sia in preda a un grande disordine e che le sue richieste di materiali siano troppo gravose per l’Asse. Quanto alla Russia, Hitler afferma: “La mia diffidenza verso Stalin è pari alla diffidenza di Stalin verso di me”. Esistono tuttavia accordi che “immobilizzano” la Russia, e a garanzia di tale immobilità stanno 180 divisioni tedesche pronte a entrare in azione. Conta di piegare la resistenza dell‘Inghilterra con i bombardamenti aerei; ringrazia Mussolini per l’aiuto dato dai sommergibili italiani alla guerra.
23-30 ottobre
Proseguono le operazioni degli italiani contro i greci.
31 ottobre
Il bollettino di guerra 146 del Comando Supremo italiano annunzia: “Le nostre unità proseguendo l’avanzata nell’Epiro hanno raggiunto il fiume Kalamas in vari punti. Le sfavorevoli condizioni atmosferiche e le interruzioni create dal nemico in ritirata non rallentano il movimento delle nostre truppe. La nostra aviazione ha bombardato il porto di Patrasso colpendo piroscafi nemici carichi di truppe, la base di Lepanto, baraccamenti di truppe greche al passo Metsovo e importanti apprestamenti e nodi stradali nella valle del Kalamas”. Ma in realtà l’offensiva italiana, condotta senza convinzione, si va già esaurendo.

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