ZONE ARCHEOLOGICHE
aree perimetrate dalla competente Soprintendenza (art. 107 L.R. 25/93) ove già sono stati effettuati scavi archeologici
1- La Montagnola VIII-VII sec. A. C.

AREE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO
Aree in cui le testimonianza di insediamenti umani
è attestata esclusivamente da resti di superficie ...-
1- Pizzo Chiarastella neolitico VI-III mill. A. C.
2- Pizzo Nicolosi VIII sec. A. C.
3- Pizzo di Casa VII sec. A. C.
4- Cozzo Sant' Angelo VI sec. a.c.
5- Montagna Rossella VI sec. A. C.
6- Rocca fiori V-IV sec. A. C.
7- Quadarella V-IV sec. A. C.
8- Serra Capezzana V-IV sec. A.C.

FATTORIE
1- Cozzo Montagnola II sec. A.C.
2- Strasatto II sec. A.C.
3- Case Nicolosi II sec. A.C.
4- Castellaccio II sec. D.C.
5- Mandrazza III-V sec. D.C.
6- Bifarera di sopra e Bifarera di sotto V sec. D.C.
7- Quattro Finaite V sec. D.C.
8- Bagni di Cefalà Diana V sec. D.C.
9- Case Scarpulla V sec: D.C.
10-Sant'Agata V sec. D.C.

 

CASALI ARABI
1- Risalaimi
2- Ducki ( Masseria Duccotto )
3- Al Gidran ( Godrano )
4- Menz el Salah (Salardino)
5- Buchinene ( Bicchinello - Casale di sopra e Masseria Casale)
6- Manzil Jusuf (Mezzojuso)
7- Fitalia
8- Guddemi
9- Maraus ( Marosa )
FORTEZZE ARABE
1- Corleone (Castello soprano)
2- Al Kazan
 

AREE ARCHEOLOGICHE

Se si eccettua il caso della Montagnola di Marineo ove sono stati già avviati scavi a cura del competente organo preposto, per cui sono noti (anche se parzialmente) origine e stratificazione di un importante centro abitato preistorico, per tutti gli altri luoghi, delineati come aree di interesse archeologico, la presenza di insediamenti umani è attestabile solo da resti di superficie. In generale questi siti presentano le caratteristiche fisiche proprie dei luoghi scelti dalle popolazioni indigene per gli insediamenti stabili dell' VIII - VII sec. A. C.: alture a dominio delle vallate fluviali (principali vie di comunicazione tra costa ed entroterra) e di difficile accesso; ciò al fine di assolvere la duplice funzione di luogo difendibile e posto a controllo dei traffici commerciali interni. In tali insediamenti in genere la vita si è protratta, con o senza soluzione di continuità, sino al XIII-XIV sec. D.C. e ruoli e funzioni assolti dai singoli centri nel corso dei secoli sono solo supposti dagli esperti. Diventa difficile definire quale è stata in origine la reale costruzione del paesaggio antropico nell'entroterra, fino a quando supposizioni fatte fino ad ora non troveranno conferma attraverso una sistematica campagna di scavi.

LA MONTAGNOLA
La collina, posizionata al centro di una fertile vallata, presenta versanti costituiti da pendii ripidissimi alla cui sommità si accede agevolmente solo dal lato est, dall'attuale centro abitato di Marineo, seguendo la strada che porta al cimitero.La montagnoladomina verso N-E il mare, verso N-O la bassa valle dell'Eleuterio e verso sud il vasto territorio del Cappelliere fino a Rocca Busambra. Gli scavi archeologici fin qui condotti confermano la presenza di un insediamento esistente già nell'VIII sec. A. C.. Per la sua particolare configurazione il sito si presta ad ospitare un insediamento stabile e sicuro, grazie anche alle generali condizioni del territorio circostante: terreni agrari adatti alla cerealicoltura, ricchezza di acqua, presenza di un esteso bosco che garantisce legname, pascolo, cacciagione e frutti. L'insediamento della Montagnola, di cui ancora non si conosce il nome originario, divenne presto il più importante fra i centri sorti lungo la valle dell'Eleuterio …controllava l'unica, rilevantissima, strada in cui transitavano i traffici che provenivano dal Mediterraneo (dai porti di Selinunte e di Agrigento), dai centri del Belice e dell'Eleuterio…poteva bloccare le merci che provenivano dal Tirreno dirette all'interno: questa posizione privilegiata rendeva la Montagnola arbitra della viabilità di un ampio territorio interno…. ( I. Tamburello).
Lo splendore e l'importanza di questo insediamento vanno quindi ricercate nel ruolo di cerniera che esso svolgeva tra costa ed entroterra. La sua potenza politica ed economica resiste ininterrottamente fino al XV sec. D.C.

PIZZO CHIARASTELLA
Chiarastella è un rilievo calcareo la cui massima quota raggiunge i 668 m. s.l.m., incuneato tra il torrente Bagni ed il vallone Buffa, entrambi affluenti del Fiume Milicia. I versanti nord ed est presentano pendii molto ripidi e strapiombi, in modo da risultare facilmente accessibile solo dai lati sud e sud- ovest; proprio nei versanti più ripidi esistono delle cavità naturali, idonee ad ospitare l'uomo preistorico, la cui presenza è confermata dai reperti neolitici provenienti da questo luogo esposti al Museo Geologico ed al Museo Nazionale di Palermo. Se si considera che il territorio circostante è ricoperto da bosco fino a tempi relativamente recenti come testimoniano alcuni toponimi (C.da Suvarita, C.zo Suvareddi, C.da Ilice) e che la vallata sottostante è tra le più fertili della zona, si spiega come Chiarastella sia stato luogo abitato, probabilmente in modo continuo, dalla preistoria sino al medioevo.
Dalle esplorazioni di superficie sono stati identificati almeno tre villaggi appartenenti ad epoche diverse, mentre sulla sommità rimangono evidenti i resti di un'imponente struttura in pietra, probabilmente un castello medievale documentato da fonti archivistiche del 1121. La testimonianza più importante rimane l'edificio dei Bagni di Cefalà che sorge proprio ai piedi del rilievo, e che non può non aver avuto relazione con l'insediamento (o insediamenti) sovrastante; si ritiene quindi che il nome Cefalà sia solo stato trasferito all'attuale Cefalà Diana dal villaggio bizantino- arabo che sorgeva sul monte Chiarastella .

PIZZO NICOLOSI
Estrema propaggine ovest del massiccio di Rocca Busambra, ad una quota di 937 m., Pizzo Nicolosi domina l'intera vallata del fiumeFrattina (Belice Sinistro), nonché l'intero manto boschivo che si estende ai piedi di Busambra. La notevole presenza di acqua ed i ripidi versanti dell'altura, assicurano quelle condizioni necessarie agli insediamenti delle popolazioni Sicane; a questo periodo riportano infatti i resti raccolti in superficie. L'insediamento sorto su Pizzo Nicolosi, contemporaneo a quello della Montagnola, rappresenta una formidabile postazione di controllo sugli intensi traffici che avevano luogo a partire dall'Eleuterio e attraverso il Belice Sinistro sfruttavano questa via di penetrazione proseguendo verso la parte più interna dell'Isola. Al contrario della Montagnola, questo luogo è stato abbandonato ai tempi della conquista romana per scomparire del tutto in età tardo imperiale.

PIZZO DI CASA
Sito privilegiato per il controllo di una vasta porzione di territorio, con i suoi 1211 m. d'altezza, Pizzo di Casa domina verso nord-est l'intera piana di Vicari segnata dal corso del Fiume Azzirolo e verso sud-est la vallata del Fiume Mendola, entrambi affluenti del San Leonardo in cui confluiscono proprio sotto l'attuale Vicari. Il luogo presenta le caratteristiche fisiche tipiche degli insediamenti dell'VIII sec. A.C. ed i frammenti di superficie confermano la presenza di popolazioni indigene in questo periodo. Più consistenti i resti risalenti all'età greca che fanno supporre l'esistenza di un vasto villaggio scomparso durante la dominazione dei Romani ,i quali prediligevano luoghi aperti e collinari per gli insediamenti stabili. Pizzo di Casa è stato identificato come il sito del Casale medievale di Hasù, descritto dal geografo Idrisi come un pacifico luogo abitato da uomini le cui attività principali erano sostanzialmente legate all' agricoltura e all'allevamento; ma indubbiamente per la sua posizione strategica, il Casale era pronto a trasformarsi in una fortezza in caso di necessità. Secondo alcune fonti, Hasù avrebbe costituito una formidabile roccaforte per i ribelli musulmani al tempo delle rivolte e della resistenza saracena. La definitiva scomparsa dell'insediamento, con tutta probabilità, va ascritta alle vicende di questa guerra.

COZZO SANT'ANGELO
Solcata dai torrenti che vanno ad ingrossare i due affluenti del Fiume Milicia, Bagni e Cefalà, la collina rappresenta il rilievo più elevato dell'intera vallata; Cozzo Sant'Angelo presenta le caratteristiche del sito ben difendibile: tre lati con pendii molto ripidi e strapiombi, un lato in leggero pendio dal quale si accede agevolmente al sito. I frammenti raccolti alle pendici dell'altura, riportano all'esistenza di un villaggio contemporaneo a quello della Montagnola, di modeste dimensioni che sfrutta la fertilissima valle circostante. Questo luogo non è stato abitato costantemente nel corso dei secoli, si suppone che durante la dominazione romana sia solo stato frequentato, vista la sua posizione mediana tra la strada che in epoca romana collega la costa tirrenica con la parte più interna della corleonese-agrigentina. L'esistenza di una masseria medievale ben fortificata, è documentata dai resti di superficie. La vita sulla collina non sembra protrarsi oltre il XIII sec. Non sopravvisse al pari di altri casali medievali alla crisi che al crollo della dinastia Sveva… investì i piccoli insediamenti rurali nella Sicilia. (A. Scarpulla)


MONTAGNA ROSSELLA
Anche Monte Rossella come gli altri siti della zona presenta pendii molto ripidi per tre lati, mentre solo il versante est risulta più agevole per una via di accesso alla sua sommità. Visivamente è collegato alla Montagnola di Marineo, a Pizzo Nicolosi ed al più distante Pizzo di Casa; sulla spianata sommitale, ad una quota di 1029 m., almeno nel V sec. A.C. doveva sorgere un centro abitato con eguale funzione di controllo sui traffici commerciali come i centri contemporanei. Numerosa ceramica di superficie è del tipo ritrovata sulla Montagnola e su Pizzo Nicolosi risalente al V-IV sec. A.C. e l'insediamento di Rossella ad essi doveva essere collegato come avamposto per il controllo del territorio. L'insediamento non ebbe continuità di esistenza nel corso dei secoli, probabilmente venne semplicemente utilizzato come riparo temporaneo dagli abitanti dei villaggi vicini durante la dominazione romana e rioccupato come centro stabile durante il periodo bizantino; l'esistenza di un casale arabo-normanno, ormai del tutto scomparso, è documentata da fonti medievali .

ROCCA FIORI
Situata alle pendici orientali di Montagna Rossella, Rocca di Fiori è stata identificata come il sito del casale arabo- normanno descritto dal geografo Idrisi con il nome di Quganah; i numerosi fittili in superficie e le diverse strutture murarie affioranti su tutta la collina testimoniano l'importanza di quest'insediamento durante il periodo medievale. La presenza di altri resti di superficie d'età più antica fa supporre la presenza di un insediamento di età ellenistica abitato fino al periodo romano e bizantino. Raggiunto il massimo splendore in età normanna scompare del tutto durante la dominazione sveva seguendo le sorti dei centri coevi.

QUADARELLA
Località situata all'interno del Parco Vecchio lungo l'importante asse viario dell'alta valle dell'Eleuterio; su un vasto pianoro alla quota di circa 500 m sgorga una sorgente di notevole portata attorno alla quale si sviluppò un villaggio ellenistico, formato probabilmente da un piccolo numero di abitazioni impiantate per meglio sfruttare i terreni collinari della zona. Le numerose tombe a fossa, saccheggiate da tempo, ed i cumuli di pietrame esistenti in superficie confermano l'abbandono del sito durante i secoli successivi, rioccupato in periodo arabo e definitivamente scomparso nella seconda metà del XIII sec.

SERRA CAPEZZANA
E' una particolare formazione rocciosa costituita da affioramenti di gessi; il versante meridionale è composto da scoscese pareti verticali, mentre a nord il rilievo degrada attraverso una serie di colline solcate da numerosi torrenti affluenti del fiume Milicia.
Serra Capezzana fa da spartiacque principale ai bacini del San Leonardo e della Milicia; dalla sommità la cui quota massima raggiunge i 768 m., si dominano entrambe le vallate. Sulla spianata sommitale rimangono numerosi fittili che testimoniano l'esistenza di un centro indigeno risalente al V-IV sec. A.C. abbandonato come molti altri durante la dominazione romana e rioccupato nel periodo arabo-normanno per scomparire del tutto durante la dominazione sveva. Di particolare interesse archeologico sono i loculi funerari scavati nella tenera roccia di un piccolo rilievo che domina l'area dei frammenti; le tombe di forma rettangolare presentano i lati corti leggermente curvi ed hanno dimensioni varie. Accanto ad alcune di esse si trovano delle lastre di gesso che chiudevano le tombe stesse prima di essere state profanate e saccheggiate.

FATTORIE
Come per le aree di interesse archeologico anche i siti identificati per gli insediamenti risalenti al periodo della conquista romana, vengono attestati esclusivamente dai resti di superficie, in genere da quantità notevoli di frammenti di ceramiche e terrecotte o da affioramenti di tombe a fossa da tempo manomesse e saccheggiate. Si tratta di nuclei agricoli sorti in zone pianeggianti o collinari per meglio sfruttare i nuovi terreni fertili posti a coltura; molti di questi siti sono stati rioccupati nei secoli successivi da casali o masserie spesso ricostruite sui resti delle precedenti strutture. In mancanza di testimonianze certe che confermino se si tratti di semplici fattorie od insediamenti più complessi, i siti archeologici la cui origine è compresa tra i secoli II A.C. e V D.C. vengono tutti raggruppati come fattorie. Le date di origine riportate sono quelle supposte dagli esperti sulla base dei ritrovamenti effettuati.


CASALI E FORTEZZE ARABI
Sui casali e le fortezze di origine araba esiste una notevole documentazione scritta ma quasi nulla resta a testimoniare la loro esistenza. Da tempo esperti e storici locali tentano di individuare i siti dei casali descritti da geografi d'altri tempi. Molti sono stati identificati, altri solo supposti ed altri ancora rimangono celati.
Vengono identificati quei siti ove è accertata la presenza di insediamenti risalenti al X-XI sec. e che hanno avuto continuità per tutto il periodo normanno anche se la corrispondenza dei nomi non è del tutto certa.