VITA PUBBLICA DI GESU' |
FRAMMENTI DI VANGELI PERDUTI 1. Vangelo degli Ebioniti [1] Nel loro (degli ebioniti) vangelo secondo Matteo -
che però non - genuino e completo, ma falsificato e mutilato -, e che
chiamano vangelo ebraico, - detto quanto segue: "Ci fu un uomo di nome Gesù, che all'età di circa
trent'anni ci scelse. E quando, andato a Cafarnao, entrò in casa di Simone,
soprannominato Pietro, aprì la bocca e disse: "Mentre passavo lungo il
lago di Tiberiade ho scelto Giovanni e Giacomo, figli di Zebedeo, e Simone,
Andrea, Taddeo, Simone, lo zelota, e Giuda Iscariota; ed ho chiamato pure
te, Matteo, che eri seduto al telonio, e tu mi hai seguito. Da voi dunque voglio che voi dodici apostoli siate una
testimonianza per Israele"" (EPIFANIO, Haeres., 30, 13, 2-3). [2] "Quando Giovanni battezzava, accorsero da lui i
farisei e furono battezzati e così tutta Gerusalemme. Giovanni aveva un
abito di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno ai fianchi. E,
dice, il suo cibo era miele selvatico, ed il gusto come quello della manna,
come uva schiacciata all'olio" (EPIFANIO, op. cit., 30, 13, 4). [3] L'inizio del loro vangelo suona così: "Nei giorni di Erode re di Giudea, sotto il sommo
sacerdote Caifa, uno di nome Giovanni andò sul fiume Giordano a battezzare
con il battesimo di penitenza. Di lui si diceva che fosse della stirpe del
sacerdote Aronne, figlio di Zaccaria e di Elisabetta. E tutti accorrevano da
lui" (EPIFANIO, op. cit., 30, 13, 6). [4] Narrate molte cose (il vangelo degli ebioniti), così
prosegue: "Mentre era battezzato il popolo, venne anche Gesù
e fu battezzato da Giovanni. E salito che fu dall'acqua, si aprirono i cieli
ed egli vide lo Spirito santo, in forma di colomba, che scese ed entrò in
lui. Ed una voce disse dal cielo: "Tu sei il mio figlio diletto. In te
mi sono compiaciuto". Ed ancora: "Oggi ti ho generato". E il
luogo fu subito irradiato da una grande luce". (Dice che) "Giovanni a questa vista gli abbia detto:
"Chi sei tu?". E di nuovo una voce dal cielo a lui (rivolta,
disse): "Questo - il mio figlio diletto nel quale mi sono
compiaciuto"". (Dice che) "allora Giovanni cadde ai suoi piedi e
disse: "Ti supplico, Signore, battezzami tu!". Ma lui l'impedì
dicendo: "Lascia! Conviene, infatti, che si adempia ogni
cosa"" (EPIFANIO, op. cit., 30, 13, 7-8). [5] La loro narrazione afferma che Gesù fu generato da
seme umano, e scelto poi da Dio: fu per questa elezione divina che fu
chiamato figlio di Dio, dal Cristo che entrò in lui dall'alto in forma di
colomba. Essi negano che sia stato generato da Dio Padre ma affermano che fu
creato come uno degli angeli... sebbene egli sia al di sopra degli angeli e
di tutte le creature dell'Onnipotente e sia venuto, come - riferito in quel
cosiddetto vangelo secondo gli Ebrei'': "Io sono venuto ad abolire i
sacrifici. E se non cesserete dall'offrire sacrifici, non desisterà da voi
l'ira" (EPIFANIO, op. cit., 30, 16, 4-5). [6] Abbandonando il vero ordine delle parole, alterano la
frase, sebbene sia chiara da tutto il contesto delle parole, e fanno dire ai
discepoli: "Dove vuoi che ti prepariamo da mangiare la
pasqua?". Al che egli rispose: "Forse che io ho desiderato mangiare carne con voi
in questa pasqua?" (EPIFANIO, op. cit., 30, 22, 4). [7] Essi inoltre non ammettono che egli fosse un uomo; e
ciò a motivo, chiaramente, di quanto rispose il Salvatore allorché gli fu
detto: "Ecco tua madre e i tuoi fratelli sono fuori" e cio-:
"Chi - mia madre e chi sono i miei fratelli?". E, stese le mani
sui suoi discepoli, disse: "I miei fratelli, mia madre e le mie sorelle
sono costoro che compiono la volontà del Padre mio" (EPIFANIO, op.
cit., 30, 14, 5). 2. Vangelo degli Ebrei e nazarei [1] Come pure sta scritto nel vangelo secondo gli Ebrei:
"Chi si stupisce regnerà. E chi regnerà si riposerà" (CLEMENTE
ALESS., Strom., 2, 9). [2] Parole che equivalgono a queste: "Chi cerca non smette fino a tanto che abbia
trovato; quando avrà trovato si stupirà, ed essendosi stupito, regnerà;
ed avendo raggiunto il regno si riposerà" (CLEMENTE ALESS., Strom., 5,
14). [3] Nel vangelo degli Ebrei sta scritto che quando Cristo
volle venire sulla terra, dagli uomini, Dio Padre chiamò nei cieli una
validissima forza di nome Michele e affidò Cristo alla sua cura. La forza
venne giù nel mondo e fu chiamata Maria e per sette mesi Cristo restò nel
suo seno. Dopo la nascita, crebbe in statura, scelse gli apostoli... Dopo
che fu innalzato sulla croce, il Padre lo prese in cielo con sé. Cirillo domandò: "Dove, nei quattro vangeli, -
detto che la santa vergine Maria madre di Dio - una forza?". Il monaco
rispose: "Nel vangelo degli Ebrei". Allora Cirillo domandò:
"Sono forse cinque i vangeli? Qual - il quinto?". Il monaco
rispose: "E' il vangelo che fu scritto per gli Ebrei". (E.A.W. BUDGE, Miscellaneous Coptic Texts, London 1915
[60], 637). [4] Se uno accetta il vangelo secondo gli Ebrei, resterà
perplesso, giacché qui lo stesso Salvatore afferma: "Poco fa mia madre, lo Spirito santo, mi prese per
uno dei miei capelli e mi trasportò sul grande monte Tabor" (ORIGENE,
In Johan., 2, 6 e In Jerem., 15, 4). [5] In un certo vangelo secondo gli Ebrei, se uno vuole
accettarlo non come un'autorità, ma come delucidazione della presente
questione, sta scritto: "Un altro ricco gli domandò: "Che cosa
debbo fare di bene per vivere?". Gli rispose: "Uomo, pratica la
Legge e i Profeti". Gli rispose: "L'ho fatto!". Gli disse:
"Va', vendi tutto quanto possiedi, distribuiscilo ai poveri, poi vieni
e seguimi". Ma il ricco iniziò a grattarsi la testa. Non gli andava!
Il Signore gli disse: "Come puoi dire di avere praticato la Legge e i
Profeti? Nella Legge sta scritto: Amerai il tuo prossimo come te stesso. E
molti tuoi fratelli, figli di Abramo, sono coperti di cenci e muoiono di
fame, mentre la tua casa - piena di molti beni: non ne esce proprio nulla
per quelli!". E rivolto al suo discepolo Simone, che sedeva presso di
lui, disse: "Simone, figlio di Giovanni, - più facile che un cammello
entri per la cruna di un ago che un ricco nel regno dei cieli"" (ORIGENE,
In Math., 15, 14, solo testo lat.). [6] Dato che il vangelo scritto in caratteri ebraici,
pervenuto nelle nostre mani, commina il castigo non contro colui che ha
nascosto (il talento), ma contro colui che ha condotto una vita licenziosa -
aveva, infatti, tre servi: uno ha sperperato le sostanze del suo signore con
le prostitute e donne di piacere, l'altro le fece fruttificare, ed il terzo
nascose il talento; di questi, uno fu lodato, un altro rimproverato e il
terzo messo in prigione -, mi sorge dunque la domanda se il castigo, che
secondo Matteo sembra comminato contro colui che non ha fatto nulla, non sia
da riferire a costui bensì, secondo la regola del regresso, a quello che ha
mangiato e bevuto con gli ubriaconi (EUSEBIO DI CES., Theoph., 4, 12). [7] Egli (Gesù C.) stesso ha insegnato quale sia, nelle
famiglie, il motivo del formarsi delle divisioni tra le anime, come abbiamo
trovato in qualche parte del vangelo (diffuso) tra gli Ebrei in lingua
ebraica, ove - detto: "Mi sono scelto i migliori. I migliori sono coloro
che mi ha dato il Padre mio che - nei cieli" (EUSEBIO DI CES., Theoph.,
4, 12). [8] Come leggiamo pure nel vangelo ebraico, il Signore
disse ai discepoli: "Non siate mai lieti, se non quando guardate con
amore il vostro fratello" (GEROLAMO, In Eph., 5, 4). [9] Ma chi legge il Cantico dei cantici e comprende che
lo sposo dell'anima - il Verbo di Dio, e ha fiducia nel vangelo secondo gli
Ebrei, che recentemente ho tradotto, non avrà difficoltà a riconoscere che
il Verbo di Dio procede dallo Spirito e che l'anima, sposa del Verbo, ha una
suocera, cio- lo Spirito santo che presso gli Ebrei - di genere femminile,
ruah; là, infatti, il Salvatore dice di sé: "Poco fa mia madre, lo Spirito santo, mi ha preso
per uno dei miei capelli" (GEROLAMO, In Mich., 7, 6). [10] Dopo la risurrezione del Salvatore, anche il vangelo
detto secondo gli Ebrei, recentemente tradotto da me in lingua greca e
latina e del quale fa spesso uso Origene, afferma: "Dopo aver dato il sudario al servo del sacerdote,
il Signore andò da Giacomo e gli apparve". Giacomo infatti aveva assicurato che, dal momento in cui
aveva bevuto al calice del Signore, non avrebbe più preso cibo fino a
quando non l'avesse visto risorto dai dormienti. E poco dopo (prosegue): "Portate la tavola e il
cibo" dice il Signore. E subito - detto: "Prese il pane, lo
benedisse, lo spezzò e diede a Giacomo il Giusto, dicendo: "Fratello
mio, mangia il tuo pane, poiché il figlio dell'uomo - risorto dai
dormienti"" (GEROLAMO, De viris ill., 2), [11] Ignazio... scrivendo... ai cittadini di Smirne,
propriamente a Policarpo, adduce sulla persona di Cristo, una testimonianza
che si trova nel vangelo da me recentemente tradotto. Dice: "Io l'ho visto in carne dopo la risurrezione e sono
convinto che vive. E quando venne da Pietro e da quelli che si trovavano con
Pietro, disse loro: "Ecco, toccate e vedete che non sono un demone
incorporeo". Essi subito toccarono e credettero" (GEROLAMO, De
viris ill., 16). [12] Nel vangelo usato dai nazarei ed ebioniti, che
recentemente ho tradotto dalla lingua ebraica in greco e che da molti -
detto l'autentico (vangelo) di Matteo, quest'uomo dalla mano secca - detto
muratore e prega con queste parole: "Ero muratore e mi procuravo il cibo con le mani. Ti
prego Gesù, di restituirmi la salute affinché non debba mendicare
vergognosamente il cibo" (GEROLAMO, In Math., 12, 13). [13] Ma nel vangelo secondo gli Ebrei, scritto in ebraico
e letto dai nazarei (- detto): "Discenderà su di lui tutta la fonte dello Spirito
santo". Il Signore -, infatti, Spirito e dove c'- lo Spirito di Dio
quivi c'- libertà... Dunque nel vangelo da me sopra menzionato, trovo
scritto: "Avvenne che quando il Signore salì dall'acqua,
discese e si posò su di lui tutta la fonte dello Spirito santo, e gli
disse: "Figlio mio, in tutti i profeti aspettavo che tu venissi per
riposarmi in te. Tu sei, infatti, il mio riposo, tu sei il mio figlio
primogenito che regna per sempre"" (GEROLAMO, In Is., 11, 2). [14] Nel vangelo secondo gli Ebrei scritto in lettere
ebraiche ma in lingua caldea e siriaca del quale a tutt'oggi si servono i
nazarei, che molti ritengono (sia) secondo gli apostoli, altri secondo
Matteo ed - conservato nella biblioteca di Cesarea, - detto: "Ecco, la madre del Signore e i suoi fratelli gli
dicevano: "Giovanni Battista battezza per la remissione dei peccati,
andiamo a farci battezzare da lui". Ma rispose loro: "Che peccati
ho fatto io per andarmi a fare battezzare da lui? A meno che quanto ho detto
sia ignoranza"" (GEROLAMO, Contra Pelag., 3, 2). [15] Nella stessa opera (vangelo secondo gli Ebrei), si
legge: "Se tuo fratello con la parola ha peccato contro di te e poi ti
avrà dato soddisfazione, accoglilo sette volte al giorno. Simone, suo
discepolo, gli domandò: "Sette volte al giorno?". Il Signore
rispose e gli disse: "Sì, ti dico fino a settanta volte sette. E,
infatti, anche nei profeti, dopo che erano stati unti dallo Spirito santo,
si trovò qualcosa di peccaminoso"". (GEROLAMO, Contra Pelag., 3,
2). [16] Nel vangelo secondo gli Ebrei che sogliono leggere i
nazarei, tra i più grandi peccati c'-: "Affliggere lo spirito del proprio fratello" (GEROLAMO,
In Ez., 18, 7) [17] Nel vangelo ebraico secondo Matteo, così si legge:
"Dacci oggi il nostro pane di domani" e cio- dacci oggi quel pane
che ci darai nel tuo regno (GEROLAMO, Tract. in Ps., 135). [18] Nel vangelo che spesso ho menzionato, leggiamo che
(non il velo del tempio) ma "l'architrave del tempio, d'infinita
grandezza, si spezzò e divise" (GEROLAMO, In Math., 27, 51) [19] Nel vangelo scritto in lettere ebraiche leggiamo che
non - il velo del tempio che s'- stracciato ma che fu: "l'architrave del tempio a cadere, ch'era di una
grandezza straordinaria" (GEROLAMO, Epist., 120, 8). [20] Questi otto giorni dopo la pasqua, nella quale
risorse il Figlio di Dio, sono sul tipo degli otto giorni dopo il ritorno
della festa, quando sarà suscitata la discendenza di Adamo, come - detto
nel vangelo degli Ebrei. Credono dunque i dotti che il giorno del giudizio
avverrà nella pasqua poiché in quel giorno Cristo - risorto, affinché
nello stesso giorno risorgano anche i santi (Dal cod. Vaticano Regin. lat.,
49). [21] Il vangelo secondo gli Ebrei dice, infatti: "Giuseppe drizzò i suoi occhi e vide una folla in
cammino diretta verso la grotta, e disse: "Mi alzo e le vado
incontro". Ma non appena Giuseppe era uscito, disse a Simone:
"Mi pare che questi che vengono siano degli indovini. Osserva con quale
sguardo mirano in cielo, come si consultano e parlano l'un l'altro. Ma
sembra pure che siano degli stranieri: il loro aspetto - diverso dal nostro;
i loro vestiti sono molto ricchi; il loro colorito - molto scuro; le loro
gambe hanno i calzoni. Guarda, si sono fermati e guardano verso di me; ora
si sono messi nuovamente in movimento e stanno venendo qui"". Da queste parole si deduce chiaramente che non si
trattava solo di tre uomini, ma di una folla di viandanti che si recava dal
Signore, sebbene, secondo alcuni, tre fossero le guide più nobili, cio-
Melco, Caspare e Fadizarda (SEDULIUS SCOTUS, citato in "Sacris erudiri",
6 [1954], 203-204). [22] (Padre perdona loro perché non sanno quello che
fanno)... Come - detto nel vangelo dei nazarei, a queste parole del
Signore si convertirono molte migliaia di Ebrei che stavano attorno alla
croce (HAIMO DI AUXERRE, nel Comm. a Is 53, 12: PL 116, 994). [23] (Padre perdona loro...). Osserva che nel vangelo dei nazarei si legge che a queste
pie parole di Cristo, si convertirono più tardi ottomila persone: tremila
il giorno di Pentecoste, come - detto negli Atti degli apostoli, e
cinquemila più tardi, dei quali pure parlano gli Atti degli apostoli (Da
Historia passionis Domini, fol. 55 r.). [24] Nei libri dei vangeli usati dai nazarei si legge: "Dai suoi occhi si sprigionavano raggi dai quali
furono spaventati e fuggirono" (Da Bibbia Aurora di Petrus de Riga). [25] Il vangelo dei nazarei riferisce come l'angelo abbia
incoraggiato Cristo nella preghiera dell'agonia...: "Sii costante, Signore, ora - infatti giunto il
tempo nel quale, per mezzo delle tue sofferenze, il genere umano, che in
Adamo era stato venduto, sarà riscattato" (Da Historia passionis
Domini, fol. 32 r.). [26] Nel vangelo dei nazarei - spiegato perché Giovanni
era conosciuto dal sommo sacerdote: "Figlio del povero pescatore Zebedeo, spesso aveva
portato il pesce nel palazzo di Anna e Caifa. Giovanni andò dalla portinaia
e da lei ottenne che fosse lasciato entrare il suo compagno Pietro, che
stava piangendo forte davanti al portone" (Da Historia passionis
Domini, fol. 35 r.). [27] Nel vangelo ebraico si legge così: "Se voi che, pure siete sul mio petto, non eseguite
la volontà del Padre mio che - in cielo, io vi scaccerò dal mio
petto" (Variante dal vangelo ebreo, in Mt 7, 5). [28] Colui che ha inventato questo battesimo adultero, o
meglio letale, -... soprattutto quel libro intitolato Predicazione di Paolo.
In esso, contro tutte le scritture, troverai Cristo che confessa il proprio
peccato - lui che non ne ha mai commesso! - e che quasi a malincuore e solo
perché spinto da sua madre Maria va a ricevere il battesimo di Giovanni;
che mentre era battezzato, sopra l'acqua fu visto del fuoco - il che non -
scritto in alcun vangelo -; ed ancora che Pietro e Paolo dopo la
predicazione del vangelo a Gerusalemme, dopo essersi scambiate le idee, dopo
avere litigato e trattato la linea da seguire, finalmente, dopo tanto tempo,
si incontrarono nell'Urbe come se fosse la prima volta che si vedevano; in
questo libro troverai queste ed altre cose riunite in maniera assurda e
ignominiosa (PS.-CIPRIANO, De rebaptis., 17). [29] Varianti testuali del vangelo ebreo Il vangelo ebreo non ha "nella città santa" ma
"in Gerusalemme" (in Mt 4, 5). (Bariona). Nel vangelo ebreo c'- "figlio di
Giovanni" (in Mt 16, 17) Nel vangelo ebreo si legge: "egli negò, giurò e
maledisse" (in Mt 27, 65) In alcuni codici non si trova la parola eikh ("senza
motivo") e così neppure nel vangelo ebreo (in Mt 7, 22). Il vangelo ebreo ha (prudenti) "più dei
serpenti" (in Mt 10, 16). Il vangelo ebreo ha (il regno dei cieli) - rubato (in Mt
11, 12). Il vangelo ebreo (invece di "ti glorifico" o
"ti benedico") ha "ti ringrazio" (in Mt 11, 25). Il vangelo ebreo non ha tre (giorni e tre notti) (in Mt
12, 40). Il vangelo ebreo ha: "ciò che dovreste avere da noi
- korban" (in Mt 15, 1). Il vangelo ebreo ha: "e diede loro degli uomini
armati che si ponessero davanti alla grotta montando la guardia giorno e
notte" (in Mt 27,65). [30] Varianti da san Gerolamo "In Betlemme di Giudea" - un errore di copisti.
Pensiamo, infatti, che, come si legge nel vangelo degli Ebrei,
dall'evangelista sia stato scritto "di Giuda" (in Mt 2, 5). Nel vangelo di cui si servono i nazarei invece di
"figlio di Barachia" troviamo scritto "figlio di Joiada"
(in Mt 23, 35) Questo (Barabba) nel vangelo che - scritto secondo gli
Ebrei - interpretato "figlio del loro maestro" (in Mt 27, 16). [31] Varianti dai commenti irlandesi pubblicati dal
Bischoff Il nome dell'emorroissa era "Mariosa" (Mt 9,
20). L'uomo dalla mano secca "si chiamava Malco ed era
muratore" (Mt 12, 10). La regina del Mezzogiorno, "cio- dell'Etiopia",
si chiamava "Meroe" (Mt 12, 42). La figlia unica "- la sinagoga, di nome Mariossa"
(Lc 8, 42). La regina del Mezzogiorno "si chiamava Merue" (Lc
11, 31). [32] Come - detto nel vangelo dei nazarei: "egli ha
baciato i piedi di ognuno" (Da Historia passionis Domini, fol. 25 v.). 3. Vangelo degli Egiziani [1] Alla domanda di Salome: "Fino a quando avrà potere la morte?", il
Signore rispose: "Fino a quando voi donne partorirete!". E questo non perché la vita sia qualcosa di cattivo e la
creazione perversa, bensì perché la corruzione segue il normale corso
della natura (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 6). [2] Anche coloro che sono contrari alla creazione di Dio
a causa della malfamata astinenza citano le parole rivolte a Salome, da noi
sopra riferite. A quanto credo, si trovano nel vangelo degli Egiziani. Essi
dicono, infatti: "Lo stesso Salvatore disse: "Io sono venuto per distruggere le opere
femminee""; opere femminee, cio- della concupiscenza; queste opere
sono la generazione e la corruzione (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 9). [3] Quando il discorso verteva sull'ultimo compimento,
bene disse Salome: "Fino a quando moriranno gli uomini?". Ora la Scrittura parla degli uomini in due sensi: ciò
che appare, e l'anima; ciò che - in uno stato di salvezza e ciò che non lo
-; la morte dell'anima - detta peccato. Saggia, dunque, fu la risposta del
Salvatore: "Fino a quando le donne partoriranno", cio-
fino a quando le passioni saranno forti (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 9). [4] E perché costoro - che seguono tutto quanto non
corrisponde alla verità delle norme dei vangeli - non proseguono ora la
citazione delle parole date in risposta a Salome? Giacché allorché lei
disse: "Dunque ho fatto bene a non partorire!", quasi
che il partorire fosse una cosa di cui non vale la pena occuparsi, il
Salvatore rispose: "Mangia di ogni pianta, ma non mangiare di quelle
che hanno amarezza" (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 9). [5] Quando Salome interrogò sul tempo in cui le cose da
lei domandate sarebbero state rese note, il Signore rispose: "Quando calpesterete l'abito della vergogna, quando
i due saranno uno e il maschio con la femmina non sarà né maschile né
femminile". Ma, in primo luogo, questa frase non l'abbiamo nei
quattro vangeli che ci sono stati tramandati, bensì si trova nel vangelo
degli Egiziani. In secondo luogo, mi sembra di capire che nell'impulso
maschile si abbia da intendere l'ira e in quello femminile la passione
(CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 13). [6] Ogni momento attendiamo, nell'amore e nella
giustizia, il regno di Dio, giacché non sappiamo quando sarà il giorno
della sua apparizione. Una volta che lo interrogarono quando sarebbe giunto
il suo regno, lo stesso Signore rispose: "Quando i due saranno uno, e l'esterno come
l'interno, e il maschio e la femmina non sarà né maschile né
femminile" (2 Clem., 12, 1-2). [7] Vanno (i naasseni) alla ricerca di che cos'- l'anima,
donde viene, quale sia la natura... Ma la loro ricerca non - fatta nella
Scrittura, ma in dottrine esoteriche. Asseriscono che - difficile trovare e
percepire, in quanto non ha sempre le stesse qualità, lo stesso aspetto o
la stessa natura, di modo che non si può né descrivere né comprendere
nella sua essenza. Questi molteplici mutamenti (dell'anima) essi li trovano
tratteggiati nel vangelo che - detto secondo gli Egiziani (IPPOLITO ROM.,
Philos., 5, 7). [8] Attingono (i sabelliani) tutto il loro errore e la
forza del loro errore dagli apocrifi e specialmente dal cosiddetto vangelo
degli Egiziani, come alcuni lo chiamano. Poiché in esso sono attribuite al
Salvatore molte di tali cose misteriose e in modo esoterico: quasi che abbia
rivelato ai suoi discepoli che egli - la stessa persona del Padre, del
Figlio e dello Spirito (EPIFANIO, Haeres., 62, 2). 4. Tradizioni di Mattia [1] L'inizio (della conoscenza della verità) - lo
stupore delle cose, come afferma Platone nel Teeteto e Mattia nelle
Tradizioni, ammonendo: "Ammira le cose presenti", ponendo questo come
il primo grado di una ulteriore conoscenza (CLEMENTE ALESS., Strom., 2, 9). [2] Dicono (gli gnostici) che Mattia ha insegnato così: "Combattere la carne e abusarne senza offrirle
alcuno sregolato piacere, ma accrescere l'anima con la fede e la
conoscenza" (CLEMENTE ALESS., Strom., 3, 4). [3] Nelle tradizioni di Mattia - detto che l'apostolo
soleva dire in ogni occasione: "Se pecca il vicino di un eletto, l'eletto ha
peccato. Giacché se si fosse comportato come prescrive la Parola, il suo
vicino avrebbe sentito tanta vergogna per il proprio comportamento che non
sarebbe giunto a peccare" (CLEMENTE ALESS., Strom., 7, 13). [4] Sulle dottrine che Basilide ed Isidoro, suo figlio,
asserivano derivate da Mattia, al quale erano state affidate con parole
segrete da Gesù, si conoscono questi due testi. Le correnti che vanno sotto il nome di una persona, per
es. Valentino, Marcione, Basilide, sono ereticali, anche se si vantano di
esibire l'insegnamento di Mattia; poiché come uno solo - l'insegnamento di
tutti gli apostoli, così una sola - pure la tradizione (CLEMENTE ALESS.,
Strom., 7, 17). Basilide ed Isidoro, figlio e discepolo di Basilide,
sostengono dunque che Mattia ha loro comunicato delle parole segrete da lui
imparate allorché fu istruito separatamente dal Salvatore. Vediamo ora come
Basilide e con lui Isidoro e tutta la loro schiera non solo calunniano
Mattia, ma lo stesso Salvatore (IPPOLITO, Philos., 7, 20, 1).
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