NATIVITA' DI MARIA: VERSIONE ARMENA INCOMPLETA |
Natività della santissima madre di Dio e
grandemente benedetta Vergine Maria dai suoi genitori Gioacchino ed Anna
dal racconto del libro di san Giacomo fratello del Signore. [1, 1] Gioacchino, uomo pio, timorato di
Dio e molto ricco, era del numero e della casa delle dodici tribù
d'Israele ed offriva a Dio oblazioni doppie. [2] Si avvicinò il gran
giorno del Signore e i figli d'Israele offrivano l'oblazione al Signore, e
con essi c'era anche Gioacchino. Il sommo sacerdote Ruben si pose contro
Gioacchino e disse: "Non spetta a te offrire per primo l'oblazione a
Dio, giacch‚ tu non hai discendenza in Israele". [3] Gioacchino ne
fu molto addolorato e si allontanò, triste, dal tempio del Signore; non
si fece vedere da Anna sua moglie, ma andò nel deserto e quivi innalzò
la sua tenda e digiunò quaranta giorni. Diceva tra s‚: non discenderò
a casa mia, non mangerò e non berrò fino a quando mi avrà visitato il
Signore mio Dio; mio cibo sarà la preghiera, bevanda le mie lacrime. [2, 1] Ma sua moglie Anna innalzava due
lamentazioni ed esprimeva due pianti, dicendo a se stessa: piangerò la
mia vedovanza. [2] Anna indossò un abito di lutto e all'ora nona del
giorno discese nel suo giardino, sedette sotto un albero d'alloro e pregò
Dio, dicendo: "Signore Dio dei padri miei, ricordati della mia
miseria e benedicimi come hai benedetto l'utero di Sara dandole una
discendenza con Isacco". [3, 1] Mentre guardava verso il cielo e
piangeva, vedendo due passeri in un albero di alloro, si doleva molto e
diceva: "Povera me! Chi mi ha generato e quale madre mi ha partorito?
Infatti sono nata in Israele nella maledizione, e fui oggetto di scherno e
disprezzo al tempio del Signore mio Dio. [2] Povera me! A chi assomiglio?
Non assomiglio agli uccelli del cielo, giacch‚ anche gli uccelli
generano dei piccoli davanti a te, Signore. Povera me! A chi assomiglio?
Non assomiglio agli animali irragionevoli, giacch‚ anch'essi sono
fecondi davanti a te, Signore. [3] Povera me! A chi assomiglio? Non
assomiglio alle acque, giacch‚ anche le acque portano davanti a te gli
acquatici. Povera me! A chi assomiglio? Non assomiglio alla terra, giacch‚
la terra, nel tempo opportuno, offre il suo frutto ai figli degli uomini,
i quali ti benedicono, Signore". [4, 1] In quella stessa ora un angelo del
Signore apparve ad Anna e disse: "Anna, Anna, il Signore ha udito le
tue preghiere! Ecco che concepirai e partorirai una fanciulla il cui nome
risuonerà per tutta la terra". Anna disse: "Viva il Signore mio
Dio! Sia che partorisca un maschio che una femmina, lo porterò in dono al
Signore Dio e sarà suo inserviente per tutta la sua vita". [2] Due
angeli apparvero ancora ad Anna e le dissero: "Ecco che sta venendo
Gioacchino, tuo marito, portando seco i suoi pastori". Un angelo del
Signore discese da lui e disse: "Gioacchino, il Signore ha udito le
tue preghiere. Discendi a casa tua, e tua moglie Anna concepirà".
[3] E chiese ai suoi pastori: "Su, (portatemi) dieci agnelli
immacolati e senza macchia: saranno per il Signore Dio mio". E disse:
"Su, (portatemi) dodici giovenchi teneri e belli: saranno per i
sacerdoti e gli anziani. Portatemi anche cento capri: saranno per tutto il
popolo". [4] Visto Gioacchino che veniva, Anna gli
corse incontro e gli disse: "Ora so che il Signore Dio mi ha usato
misericordia, mi ha benedetto grandemente e non sarò più vedova e
sola". E in quel giorno Gioacchino si riposò. [5, 1] Il giorno seguente offrì i suoi
doni, e disse: "Ora so veramente che il mio espiatore, il Signore, mi
ha purificato e ha perdonato ogni mia mancanza". Gioacchino discese
giustificato dalla casa del Signore in casa sua. Anna concepì e ne propagava la notizia
tra le figlie di Israele. [2] Quando si compirono i suoi giorni,
partorì e domandò alla ostetrica: "Che cosa è nato?". Le
rispose: "Una figlia". Ed Anna: "Il mio spirito è
esaltato, in questo giorno". Terminati i giorni secondo la
consuetudine, Anna si lavò, dette la mammella alla bambina e la chiamò
Maria. [6, 1] All'età di sei mesi Maria si drizzò
sui suoi piedi, fece sette passi e ritornò sul seno della madre. Anna
disse: "Viva il Signore Dio! Non calpesterà la terra prima ch'io la
conduca alla casa del Signore". Nella sua camera, Anna fece un
santuario; non introduceva nulla di comune o contaminato nella camera. E
chiamava le figlie degli Ebrei, immacolate e vergini, e le presentava a
Maria, nella (sua) camera. [2] Quando compì l'anno, Gioacchino diede un
grande ricevimento e invitò sacerdoti e scribi, anziani e tutto il popolo
di Israele. E, davanti a tutti, presentò la bambina nelle mani del sommo
sacerdote che la benedisse, dicendo: "Dio dei nostri padri, benedici
questa pargoletta e concedile che il suo nome diventi celebre in tutte le
generazioni dei secoli". [3] Tutto il popolo rispose: "Così
sia, così sia!". Presentarono pure la bambina ai sacerdoti i quali
la benedissero, dicendo: "Dio, che sei in alto, osserva questa
bambina e benedicila con la tua benedizione imperitura". Tutto il
popolo rispose: "Così sia!". [4] La madre, presala sul seno, la
portò nella sua linda cella e benedisse Dio, dicendo: "Canterò una
benedizione nuova al Signore mio Dio poich‚ mi ha visitato, ha tolto la
vergogna che mi era addossata dai miei nemici e mi ha dato un frutto di
giustizia, memorabile davanti a lui. Chi annunzierà ai figli di Ruben che
Anna è stata liberata dalla sterilità?".
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Fonte on-line : Intratext