Avventure di supereroi

Avventure di supereroi

 

Creati durante la seconda guerra mondiale, questi personaggi ebbero negli Stati Uniti un grande successo, probabilmente per la loro funzione rassicuratoria. Thor, Superman, l’Uomo Ragno e gli altri approdarono in Italia negli anni sessanta ottenendo consensi soprattutto tra i bambini in fase di latenza, nonostante il caos grafico che non li rende facilmente digeribili.

In questo gruppo di albi le fantasie di onnipotenza raggiungono il loro grado più megalomanico. Si offre al lettore un’unica identificazione con eroi dotati di inverosimili superpoteri. Secondo Imbasciati e Castelli(1975) questi albi sarebbero preferiti da coloro che hanno disposto di un’eccessiva presenza parentale, i quali avrebbero un intenso bisogno di ricreare e rivivere un mondo megalomanico infantile dal quale si sono dovuti troppo dolorosamente distaccare: l’evasione nella lettura dei supereroi servirebbe dunque a tal scopo, e sarebbe indice di una difficoltà di adeguamento alla realtà.

Ancora più patologico è il quadro di Mongai(1983), del quale riportiamo un esilarante estratto: “I personaggi di questi fumetti hanno in comune lo spirito missionario, la lotta contro il “male” ed una doppia identità, ovvero una certa tendenza al travestitismo. Questi signori vivono prevalentemente di notte, indossando strani costumi attillatissimi, con stivali, borchie e strani aggeggi ai limti della legalità, e talvolta abbondantemente oltre; sia per l’uso di armi, sia per il fatto stesso di nascondere la propria identità. Dunque un connubio di comportamenti schizofrenetici (sdoppiamento della personalità) e paranoici (deliri di persecuzione, di grandezza, comportamenti violenti immotivati), su uno sfondo di problemi di identità sessuale irrisolta (travestimento).”

Se per Imbasciati e Castelli è un problema di maturazione (impossibilità di distaccarsi dall’onnipotenza infantile), per Mongai il quadro è ancora più grave (psicosi e sindromi schizofreniche).  

 

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