SCUOLE
Le scuole di Bari versano in una
situazione penosa.Tra scuole costrette a turnare perchè senza
succursale , scuole con l'amianto,senza banchi e sedie , senza
laboratori,difficili da raggiungere per la scarsità di mezzi
pubblici,senza biblioteche,con classi i cui muri sono di
compensato,senza termosifoni in inverno,senza finestre d'estate. E
ancora presidi/banditi che ricottano su tutto , enti nazionali ,
regionali e comunali che regalano soldi alle scuole private , gite
di istruzione riservate solo agli studenti più ricchi , libri
costosissimi e spesso inutili ,quando non orrendamente schierati e
tesi verso un scandaloso revisionismo storico e culturale. Si può
andare avanti così ? A nostro modesto parere , no .
Crediamo che tutti gli studenti
abbiano diritto ad una scuola,se non sana,almeno non fatiscente e
pericolante, a cui si possa accedere in maniera libera e gratuita
per tutti.Dove gli amministratori non siano mafiosi e dove i libri
non costino quanto una macchina , dove ci sia posto per tutti ,
anche per chi non ha tanti soldi , e dove si insegni la cultura e
non il dogma . Una scuola dove si impari a pensare e a vivere ,
non ad eseguire e produrre .
Nella
tua scuola ci sono i ratti ? L'amianto ? Il preside e/o
l'amministrazione si fotte i soldi? Non vi danno le gite ? Ci sono
picchiatori esaltati ?Non funzionano i termosifoni e crepate dal
freddo?Non vi danno la giornata dell'arte? Vi obbligano a fare
cose che non volete e/o non potete fare?
Tu puoi far finta di niente e subire in silenzio , oppure
ribellarti e scrivere un articolo sul RINGHIO , l'unico giornale
gestito SOLO da studenti per AIUTARE e ORGANIZZARE gli studenti
che ne hanno pieni i maroni .
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AUTUNNO 2005 . ONDATA DI
OCCUPAZIONI NELLE SCUOLE
7
NOVEMBRE:CORTEO CONTRO LA REPRESSIONE&RIF.MORATTI
Gli studenti del liceo Democrito di Roma insieme a studenti medi
del Plauto, Enriquez,Don Bosco e altre scuole di Roma promuovono
un corteo cittadino contro la repressione studentesca relativi
alle cariche del 21 e del 25 Ottobre, ricordando anche del
violento sgombero del Democrito e dei 6 Fermi successivo ad esso.
Con questo corteo inoltre si vuole ribadire la contrarietà verso
la Riforma dell'istruzione che anche dopo la sua opprovazione non
vede il cessare delle lotte studentesche in tutta Italia.
documento sgombero del democrito
L’occupazione del liceo Democrito di Roma è avvenuta verso le ore
20.00 di venerdì 21 ottobre ’05 in risposta all’approvazione del
secondo decreto attuativo della riforma dell’istruzione. Si vada a
precisare che il giorno precedente c’era stato un primo tentativo
di occupare il proprio liceo da parte degli studenti dove si è
registrato un comportamento esemplare da parte delle forze
dell’ordine. In seguito alla presa del liceo, dopo circa un’ora,
vi è l’arrivo di una volante dei Carabinieri che si apposta
davanti al liceo. In quel frangente su richiamo del bidello,
residente in un immobile all’interno del perimetro della scuola,
gli occupanti si accorgono di averlo chiuso involontariamente
dentro il perimetro scolastico e successivamente tentano in
diversi modi di forzare la catena con cui avevano chiuso il
cancelletto d’entrata, non riuscendoci. La volante dei
Carabinieri, avvisata dal bidello (che avvertiva solamente
dell’occupazione da parte degli studenti), si accorge che lo
stesso era chiuso all’interno del perimetro scolastico e avverte
la Polizia dell’accaduto. Dopo vari tentativi gli studenti stessi
accompagnano il bidello all’interno dell’edificio occupato per
recuperare una rondella elettrica che sarebbe servita a rompere la
catena; durante quest’operazione si allontana la volante dei
Carabinieri. Preso il materiale, gli studenti rientrano
nell’edificio e il bidello va verso il cancelletto, in quel
momento arrivano due volanti della Polizia che aspettano la
rottura della catena da parte del bidello. Prego notare che gli
agenti non sono intervenuti per “liberare” il bidello, ma è stato
lui stesso a realizzare il taglio della catena e quindi la
conseguente riapertura del cancelletto. Accortosi dell’arrivo
della Polizia, due occupanti sono usciti dall’edificio e si sono
avvicinati al cancelletto per cercare una mediazione con le forze
dell’ordine. Appena entrate uno degli agenti, senza nemmeno
aspettare parola da parte dei due mediatori, pronuncia questa
frase “Andatevene via, che chi troviamo arrestiamo”. Sentita
questa frase i due sono corsi indietro fino a rientrare
all’interno del proprio liceo barricando anche l’ultimo accesso
all’edificio.
-la Polizia sostiene di essere venuta a liberare il bidello
intrappolato, per poi trovarsi sotto un fitto lancio di sedie che
a portato al ferimento di uno degli agenti. In seguito a questi
eventi hanno deciso di intervenire sugli occupanti tentando di
sgomberare l’edificio.
I primi contatti verbali tra gli occupanti e gli agenti si hanno
dalla porta d’accesso dell’atrio dove di solito si riuniscono gli
studenti per la ricreazione. In quel frangente le forze
dell’ordine erano sicuramente non minori a sei elementi, di cui
quattro in divisa e due in borghese. Dei signori in borghese uno
teneva in mano una videocamera per riprendere l’azione e uno degli
agenti in divisa teneva in mano un mitra d’ordinanza. Il fugace
dialogo è avvenuto dalla porta barricata, con il risultato di una
difficile comprensione da entrambi le parti. Uno dei due agenti in
divisa (non quello con la videocamera) parlando con uno degli
occupanti (uno dei due mediatori di prima), lo avvisava anche
gestualmente che gli occupanti dovevano abbandonare l’edificio
entro due minuti e aprire la porta barricata dalla quale si stava
effettuando il dialogo. In risposta all’agente c’è stata la
richiesta di spostare il dialogo in un altro punto della scuola
dove ci sarebbe stata più facile comprensione. Non c’è stata
risposta a questa richiesta da parte del mediatore e
successivamente gli agenti sono intervenuti provando ad entrare
nell’edificio da prima provando a sfondare una finestra con il
calcio del mitra per poi fare pressione sulla porta barricata
riuscendo dopo vari tentativi ad aprirla. Durante l’intervento
delle forze dell’ordine una parte degli studenti è fuggita dalle
porte del primo e del secondo piano (lato sinistro rispetto le
scale), una minoranza si è allontanata dalle finestre del piano
terra interne alle classi. In questo frangente di fuga generale
due occupanti, presi dal panico, si sono lanciati dalle finestre
del primo piano planando sulle serrande e rompendole ma
fortunatamente senza riportare lesioni. Nella fuga generale c’è
stata la rottura di alcuni suppellettili sia da parte degli
occupanti che delle forze dell’ordine che sono riuscite a fermare,
in maniera al quanto violenta, sei persone di cui uno maggiorenne.
-la Polizia sostiene di aver avuto un dialogo corretto con noi
prima di intervenire. Ricordiamoci inoltre la loro intenzione
iniziale di non intervenire contro gli occupanti, allora come
giustificano la presenza di una telecamera? Si parla di tre agenti
in prognosi, come hanno potuto fare le identificazioni se si erano
feriti? “le ferite” non hanno impedito alle forze dell’ordine di
agire tranquillamente nell’identificazione dei fermi e ricordiamo
che sono passate circa tre ore da quando avevano compiuto l’azione
(per circa 3 ore sono rimasti con lancinanti dolori?).
Quattro dei sei fermi sono stati identificati all’interno della
penultima classe del primo piano e gli altri due (se sono stati
identificati) all’interno del bagno del piano stesso. Durante la
perquisizione avvenuta tra le urla degli agenti, c’è stato
l’accanimento verso uno dei fermi (minorenne). Alla richiesta di
alzare le mani un agente scaglia uno schiaffo dietro la nuca del
fermato perché secondo lui non aveva alzato adeguatamente le mani.
Alla richiesta di presa visone dei documenti e per il mancato
possesso, lo stesso studente colpito precedentemente riceve un
altro schiaffo, stavolta sul volto. In seguito il minore è stato
fatto spogliare completamente e davanti agli altri fermi gli anno
fatto fare cinque flessioni. Nella stanza era presente anche
l’agente donna che è stata allontanata in ritardo. Successivamente
a questo è intervenuto un genitore e progressivamente sono giunti
anche gli altri famigliari dei fermati. Lo sgombero è avvenuto
circa alle 23.00 del giorno stesso e i fermati sono stati
progressivamente rilasciati di lì a due ore. Le accuse hai fermati
sono: Resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e lesioni.
Gli studenti del liceo Democrito sostengono che i sei fermi siano
solamente il capro espiatorio e che gli siano state imputate
accuse del quale non sono imputabili. Sostengono inoltre che una
parte dei danneggiamenti (Tra l’altro non ingenti) sia dovuta
all’intervento irruento da parte delle forze dell’ordine e che non
ci sia stato nessun attacco fisico finalizzato a ferire uno di
esse (lancio di sedie totalmente inventato). Ricordiamo ancora che
il bidello non è stato “liberato” dalle forze dell’ordine ma
inizialmente tramite il nostro aiuto è riuscito a munirsi di
frullino elettrico che si trovava all’interno dell’edificio
occupato (se avete dubbi chiedete a lui stesso), lui stesso è
testimone del fatto che non è avvenuto nessun lancio di sedie
all’arrivo degli agenti. “Chi prendiamo arrestiamo” frase detta
all’inizio dell’azione da parte di uno degli agenti ci deve far
riflettere sul reale tentativo da parte delle forze dell’ordine.
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