Come raggiungere Dolcedo:

Uscendo dall'autostrada A10 ad Imperia Ovest, svoltare a destra, verso l'interno e raggiunto un incrocio svoltare a sinistra, segnali per Dolcedo e Vasia.

Và detto che partire già in sella dall'uscita dell'autostrada, consente un buon riscaldamento su un tratto piano di circa 7 km..

Difficoltà: BC/BC

Dislivello: 1200 m. ca.

Lunghezza: 42 Km.

Periodo consigliato: primavera ed autunno, la quota raggiunta sconsiglia i mesi più freddi, mentre il tratto sommitale privo di vegetazione di alto fusto, può dare problemi nei periodi estivi.

Nella parte alta del percorso, non è possibile approvvigionarsi di acqua, partire quindi forniti a sufficienza.

Cartografia:                   IGC-Torino n°14                              San Remo-Imperia-Monte Carlo.

 

 

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                                Il Monte Faudo

 

Monte dal quale si gode di una vista grandiosa a 360°, è posto alle spalle di Imperia Porto Maurizio, escursione impegnativa per le forti pendenze dell'ultima parte del percorso in salita, ha come  nota negativa il notevole numero di antenne, in parte smesse che ne deturpano la cima.

Arrivati in sella nell'abitato di Dolcedo, una strada a sinistra in salita ci fa compiere quasi un'inversione a U, un cartello ci segnala la direzione per il Faudo.

Subito prima di località Bellissimi, una nuova svolta a sinistra poco visibile con un cartello in legno ci indica la strada che dobbiamo seguire, sempre su asfalto la salita diventa un poco più impegnativa, in pochi Km si arriva alla chiesa di Santa Brigida, 457slm, dove finisce l'asfalto.

La strada, ora sterrata, sale senza particolari difficoltà anche se in qualche punto il dissesto del fondo, obbliga ad una certa attenzione.

Dopo alcuni Km. un tratto con una forte pendenza posto dopo un tornante a sinistra ci impegna, non nella guida, perché il breve tratto è nuovamente asfaltato.

Raggiungiamo in breve il passo di Vena (968m. slm), da cui possiamo vedere la zona delle Alpi che divide l'Italia dalla valle Roja, ora un lungo traverso quasi in piano ci porta ad un cambio di versante facendo una svolta a destra (962 m. slm.).

Nella curva vediamo una sterrata che scende e che per il momento trascuriamo, inizia ora un tratto con una pendenza da "addetti ai lavori", anche questa è asfaltata, ma le pendenze vicine al 30% non fanno rimpiangere fondi meno consistenti, comunque in meno di un km. siamo sulla cima del monte (1149 m. slm.).

Il panorama sia verso il mare che verso le Alpi, ci ripaga sicuramente della fatica fatta a salire.

Tornati alla curva prima citata, andiamo a destra lasciando la parte percorsa nella salita, iniziamo a scendere su sterrata a tratti tecnica e per la pendenza e per il dissesto idrogeologico.

In pochi minuti arriviamo ad un bivio nei pressi di alcuni prati in piano, svoltiamo a sinistra riprendendo a scendere, per una bella rotabile, dopo alcuni minuti ci troviamo su una pavimentazione a cemento con pendenze da toboga ed in breve raggiungiamo il paese di Pietrabruna, da dove rientriamo su asfalto.

Ora seguendo l'asfalto scendiamo verso la costa che raggiungiamo presso una stazione ferroviaria abbandonata per lo spostamento a monte della ferrovia, ci immettiamo sulla S.S. Aurelia e svoltando a sinistra, puntiamo verso Porto Maurizio che per la litoranea raggiungiamo in pochi Km. e da qui raggiungiamo il punto di partenza, svoltando in direzione del casello autostradale.