Come arrivare a Pieve di Teco:

Dall’autostrada A 10 Genova-XX Miglia, usciamo al casello di Albenga.

Fuori dal piazzale dell’autostrada, svoltiamo a sinistra in direzione Piemonte, in 500m. arriviamo ad una rotonda teniamo la sinistra seguendo i cartelli Pieve di Teco, entrando così in una superstrada.

Alla prima uscita, svoltiamo e allo stop andiamo a sinistra.

Ora dobbiamo solo tenere la strada principale che, superando gli abitati di : Ortovero e Borghetto d’Arroscia ci porta alla nostra meta.

Entrati nel paese, prendiamo una strada,che sale alla destra di una piccola chiesa, raggiungendo un vasto piazzale dove parcheggiamo.

 

Difficoltà: MCA/MC

Dislivello: 1000 m.

Km. Totali: 36

Periodo consigliato: da fine Aprile ad Ottobre inoltrato, nevicate permettendo.

 

Altezza massima raggiunta: poggio di    S. Bernardo d’Armo m.1200slm

 

Cartografia:

Carta dei sentieri e rifugi.  Edizioni Multigraphic-Firenze Cartina n°107 Alpi marittime e liguri

 

Anello del monte Richermo

Dalla piazza del paese di Pieve (220 slm),nei pressi della caserma chiusa, in sella alle bici, risaliamo la strada che porta all’ospedale (cartelli per Armo).

Ci aspetta un bel pezzo di asfalto, il quale ci servirà per scaldare la gamba, è comunque evitabile, potendo risalire la valle in auto, sino al bivio di Trovasta.

Presso il bivio svoltiamo a sinistra continuando in salita, fino a raggiungere il paese, lo attraversiamo passando a fianco della chiesa parrocchiale, presso la quale, vi è una fontana.

Continuando a salire dopo poco, la rotabile diventa sterrata, con buon fondo, senza strappi ed eccessive pendenze, attraversando boschi, prima di latifoglie, querce, carpini in prevalenza, poi più in alto di pino silvestre, ci fa sbucare in una zona di vasti prati.

La vista sul fondo valle spazia e la strada si spiana, alternando salite leggere a pezzi veloci e di lì a poco superiamo il forte Bellarasco ed attraversiamo il forte Centrale di Nava, costruzioni volute dai Savoia nella seconda metà dell’ottocento con altri tre forti, per sbarrare la strada ad un eventuale invasione francese.

All’uscita del forte, ci ritroviamo sul colle di Nava (994 slm), in un grande piazzale, andiamo a destra evitando la strada statale ed in breve, su asfalto, raggiungiamo un bivio ad Y.

Tenendo ancora una volta la destra, ci troviamo nuovamente su sterrata che ora sale decisa, a volte anche con pendenze discretamente impegnative, percorsi un paio di Km, presso un tornante a destra, seguiamo una strada minore che và dritta.

E’ questa la parte più impegnativa sotto il piano fisico, chi volesse evitarla, seguendo il tornante, raggiungerebbe il poggio di S: Bernardo d’Armo da dove, il ritorno alle auto è tutto in discesa, per la stessa via che faremo in seguito seguendo il percorso ora descritto.

Continuiamo a salire per sterrata più stretta ma sempre con fondo compatto fino a raggiungere il punto più alto della nostra escursione, una piccola piazzetta con una panchina posta a circa m. 1200 di altitudine.

Qui la strada finisce e vediamo una pista ben marcata, che scende dritta davanti a noi, essendo all’inizio molto ripida, è consigliabile, per alcuni metri scendere di sella.

Risaliti si attraversano praterie, stando sullo spartiacque che divide la valle di Armo e quella di Ormea e che ci regala un panorama impagabile sul Pizzo di Ormea e sul monte Antoroto.

In alcuni minuti, non senza essere scesi per sicurezza di sella, ancora una o due volte a seconda della propria padronanza del mezzo, arriviamo al Bocchino di Semola (1120 slm), dove rientriamo su sterrata.

Del trivio, scegliamo la strada più a destra e dopo un breve pezzo in piano, iniziamo a scendere, raggiungendo una grande strada, sempre sterrata.

Svoltiamo a sinistra e ad un nuovo bivio, andiamo a destra, una bella carrareccia lunga parecchi Km, con vista panoramica su Armo e Pieve di Teco, ci fa raggiungere il paese di Trastanello, da qui la strada ridiventa asfaltata.

La seguiamo in discesa, fino a raggiungere la strada principale e andando a destra in discesa, in breve raggiungiamo le auto.

 

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informazioni:

Paolo Viglietti

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