TONINO (racconto storico}

Tonino era uno dei tanti ragazzetti che vivono nelle campagne di Gesualdo, o, per meglio dire, vivevano, perché oggi, dopo tanta emigrazione, ne sono rimasti pochi; gli altri sono andati tutti per il mondo a cercare fortuna insieme con le loro famiglie; e chissà poi se l'hanno trovata.

Mah: su questa terra, ad ognuno il suo destino!

Tonino andava alla fiera d'agosto con la mamma, come facevano tutti i suoi compagni. Aspettava la festa di S. Rocco e quella di S. Vincenzo per comprarsi il torrone ed il gelato più grande e l'anguria rossa come il fuoco. Alle feste c'erano gli spari e la banda suonava in piazza tra mille lampadine colorate che illuminavano i muri delle case e sembrava che le bruciassero di luce. . Allora sognava lui pure di conoscere il mondo un giorno, e diventare ricco per comprare una masseria più bella con un grande campo di viti e di olivi. . Ora per il mondo c'era suo padre Francesco, e non per diventare ricco, ma per combattere per la patria "il Cui nome benedetto si scrive tutto con lettere maiuscole!", come aveva detto il podestà in un discorso festivo; ed aveva aggiunto che essa \'e8 la terra su cui viviamo e che dev'essere degli italiani onesti e valorosi, non dello straniero invasore. . Questo straniero invasore Tonino se lo figurava come l'orco della favola di zia Domenica, con i denti gialli e le dita aperte stilla roba altrui, che sembravano le zampe della gallina quando raspa. . Tonino non ne aveva paura o, almeno, ripeteva a se stesso di non doverne avere; ma era contento che suo padre fosse andato a combatterlo questo straniero, come sapeva fare lui che, quando si arrabbiava, gridava forte e si togli eva la cinghia dei pantaloni per suonarle di santa ragione a chi se l'era meritate. . A suo padre vestito con la divisa grigioverde, come quando era venuto in licenza a Natale, Tonino pensava spesso, e guardava il fucile da caccia che egli aveva lasciato appeso al muro, vicino alla porta di casa, perché in guerra ne aveva un altro pi ù grande e preciso nel tiro. . A guardarlo quel fucile, a Tonino sembrava di rivedere il padre anche ora che non c'era, ed a tutto doveva pensare sua madre. Se ce ne fosse stato bisogno, lo avrebbe preso lui quel fucile, per fare ci\'f2 che avrebbe fatto papà. . Le donne sono sempre donne, si diceva; e ricordava compiaciuto le parole che ripeteva il suo}{\b\lang1040 }{\lang1040 maestro di quinta elementare quando in classe le compagne piagnucolavano indispettite od arrossivano per gli errori commessi. . Tuttavia a Tonino toccava ora di ubbidire alla mamma come avrebbe dovuto fare sua}{\b\lang1040 }{\lang1040 sorella Lucia, di cinque anni più piccola di lui, e che gli stava sempre tra i piedi, scocciatrice! Per poi correre da mamma a riferire delle cacce alle lucertole, che egli faceva, o delle scalate agli olmi per vedere gli uccelletti nei nidi, che c'era pericolo di rompersi l'osso del collo! . E lui invece non parlava mai. Non aveva detto alla mamma di quando lei aveva fatto la pip\'ec dietro la siepe, che tutti potevano vederla, e mamma non voleva. Non era passato nessuno quella volta, \'e8 vero; ma lei la pip\'ec l'aveva fitta. . - Lasciamo perdere - concludeva tra s\'e8 Tonino - ma se perdo la pazienza... Basta! . E dava un calcio al primo ciottolo che gli capitava tra i piedi. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Quel giorno di settembre 1943 le cicale cantavano forte, senza fine; pareva che si chiamassero da un punto all'altro dei campi assolati e riarsi. Non c'era un filo di vento. Se levavi la voce per gridare, le parole sparivano senza eco sotto il cielo infocato e polveroso. . L'estate impazziva lei pure, come gli uomini; faceva caldo a settembre più che a luglio ed agosto. . La casa di Tonino era a mezza strada fra Villamaina e Gesualdo, proprio sulla nuova rotabile grigia e serpeggiante e per un buon tratto in notevole pendenza. . I ragazzi ne approfittavano per corrervi con le loro carrozzelle: quattro ruote di legno e due tavole inchiodate alla buona, uno seduto e gli altri a spingere, rossi in volto e felici. Non si stancavano mai e le loro voci si inseguivano sotto i filari degli alberi che costeggiavano la via, echi sereni nell'aria calda e luminosa. . Davanti alla casa di Tonino, proprio in mezzo alla piccola aia, c\rquote era un pozzo. La carrucola arrugginita cigolava ogni volta che si tirava su un secchio d'acqua; e se ne dovevano tirare di secchi perché il sole no n bruciasse l'insalata, nell'orto h vicino! . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Tonino aiutava la}{\b\lang1040 }{\lang1040 mamma come}{\b\lang1040 }{\lang1040 poteva; ma}{\b\lang1040 }{\lang1040 certo lei era}{\b\lang1040 }{\lang1040 più forte, . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 più grande, e di secchi ne tirava sempre di più, per quanto lui si sforzasse di non sfigurare. . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Rosina era una madre premurosa ma dai modi spicci. L'affetto per i figli lei lo dimostrava non tanto con carezze e baci, quanto con lo sfacchinare come una m ula, giorno e notte, per loro, senza avere il tempo anche solo di farsi il segno della Croce! . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Doveva pensare a lui, Tonino, che il padre voleva che studiasse un giorno da avvocato; doveva pensare alla figlia che una ne pensava e cento ne faceva; doveva pensare alla casa, al r accolto, insomma a tutto. . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 E poi a sera, stanca morta, doveva pure ingegnarsi a scrivere al mar ito lontano che voleva sapere tutto, benedetto uomo, se no, moriva dannato. E se questo fosse successo, Dio ne scansi e liberi, che ne sarebbe stato di lei? E dei suoi figli? . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Cos\'ec, a sera, gli scriveva, sudando tutta perché la penna nera, troppo sottile fra le sue dita un po' tozze e callose, le sfuggiva spesso, che sembrava spiri tata, e macchiava il foglio di cento piccoli schizzi. . Ma non importava. Ciccillo non ci faceva caso, in Africa, sotto il sole bollente; e chissà pure se laggiù poteva trovare un poco d'ombra. . Rosina gli parlava di tutto: di Tonino, di Lucia, del compare d\rquote anello, Alfredo, l'autista, che, beato lui! non era partito per la guerra perché aveva fatto in tempo ad avere quattro figli; del podestà, don Vito Colamu nno, che voleva comprare le loro due pecore, "per alleviarle la fatica", diceva, ma poi voleva pagarle quattro soldi, il furbo! Con le chiacchiere credeva di far fessa la gente! . Francesco le rispondeva parlando dei sacrifici sopportati, delle bombe, del capitano che gli voleva bene; e, chissà poi perché, cancellava alcune cose che aveva scritto; forse se ne vergognava. . - Che vuoi farci? - si diceva Rosina - L'uomo \'e8 cacciatore! . E poi c'era la censura. Diceva zio Mattia che i soldati devono sempre scrivere che vincono, non che perdono; e quando disobbediscono, le loro parole vengono cancellate. Ma era proprio vero? Mah! . } .d\plain \s15\qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright \fs20\lang1040\cgrid {Ora Francesco non scriveva da tre mesi. In paese c'era chi diceva che la guerra era perduta; e chissà dov'era finito lui! Forse era pure morto! Ma a questo Rosina non voleva pensare. Ciccillo era sempre stato furbo; in un modo o nell'altro l'avrebbe fatta franca e sarebbe tornato, chissà, proprio in tempo forse per badare alla semina ed all'uva che l ' anno passato lei, povera donna, l'aveva dovuta vendere per quattro soldi ad uno strozzino di Napoli, perché da sola non ce la faceva a lavorarla tutta. . } .d\plain \qj\li720\nowidctlpar\widctlpar\adjustright \fs20\lang1024\cgrid {\lang1040 proprio vero: l\rquote uomo}{\b\lang1040 }{\lang1040 propone e Dio dispone! . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d\plain \s16\qj\fi432\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright \fs20\lang1040\cgrid {- Sia fatta la Sua volontà! Che devo dire? - ripeteva Rosina quanti venivano a consigliarla per il suo bene, dicevano; ma le avevano fatto vender e le patate per una miseria! Che vuoi fare? Mala cosa essere soli, soprattutto per una donna. . } .d\plain \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright \fs20\lang1024\cgrid {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Quel giorno di settembre, dunque, Rosina aveva incaricato lo zio Rocco che andava al paese, di vedere se c'era posta per lei; poi, tiratasi su le maniche della camicetta colorata a fiori, che tanto nessuno la vedeva e le braccia nude le tornavano comode per spicciarsi, aveva cominciato a tirare su acqua dal pozzo, con quanta forza aveva. . Aveva tanta buona insalata h vicino, nell'orto, e senza un poco di acqua sarebbe seccata tutta certamente; ed era proprio un peccato mortale sprecare la grazia di Dio, specialmente con i tempi che correvano. . Aveva provato a chiamare Lucia perché le desse una mano; ma quella delinquente preferiva giocare con Bianchino, 1'agnellino nato da meno di un mese, che già saltellava vispo vispo, e si muoveva tutto: sembrava che avesse il ballo di S. Vito! E ch e ci teneva in}{\b\lang1040 }{\lang1040 corpo, mannaggia a lui! . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Lucia! Lucia! - aveva chiamato Rosina - Vieni qua, che ti do una bella cosa! . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Che cosa? - aveva chiesto la bambina fermandosi lontano sull'aia. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Una bella cosa. Su, vieni! Vieni, cuore di mamma tua, aiutami, che poi domenica ti compro il gelato da Luigi il pasticciere- il gelato di limone, che ti piace tanto. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Brava! Sempre cos\'ec dici; e poi al paese non ci andiamo mai. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Belle promesse le tue! E poi il gelato non lo voglio. Mi fa male ai denti! . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Rosina per un po' l'aveva chiamata ancora, l'aveva pregata, minacciato; ma tutto era stato inutile. E visto che giocava con quell'agnellino, che pure lui ci voleva a farle perdere la testa, aveva rinunziato al suo aiuto. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Lucia correva dietro a Bianchino e voleva afferrargli la coda. Se cadeva, pur graffiandosi u n po' le mani o i ginocchi, non piangeva. Rivolgendosi all'agnellino, esclamava: - Me la pagherai! . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Ma quando poi riusciva a fermarlo per un po', solo un bacio sapeva dargli, sul musino che profumava di latte. Poi lo lasciava di nuovo liber o, e riprendeva a corrergli dietro sull'aia, all'ombra degli olmi. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li144\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Per un po' si sentirono solo le risate argentine di Lucia, e quel cigolare della carrucola seguito invariabilmente dallo scroscio dell'acqua che dal secchio cadeva nel solco per correre p oi fino all'orto dove si perdeva in tanti rigagnoli sporchi. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - L'acqua fa bene alla terra, e fa crescere ogni specie di pianta - soleva dirle suo padre, quando non s'era ancora sposata; e Rosina non dimenticava i suoi insegnamenti perché quelli erano altri tempi ed altri uomini che di sale in testa ne avevano! . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Tonino, figlio benedetto, se n'era andato ora a pascolare le pecore vicino al ruscello, dove ci stava ancora un poco d'erba verde dopo tanto caldo; ma sarebbe tornato per mezzog iorno, e bisognava fargli da mangiare, povera anima di Dio! E pure a quell'altra, a quella scansafatiche, a Lucia, che era tanto piccola, per\'f2, che doveva aspettare ancora un anno per andare a scuola. . } .d \qj\li288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Rosina dopo un po' smise di tirare acqua su dal pozzo, si asciug\'f2 le mani col grembiule nero che portava sempre davanti alla gonna, e fece per avviarsi verso casa. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Solo allora sent\'ec Lucia che parlava cori qualcuno, vicino alla siepe che divideva l'aia dalla strada. Prima non se n'era accorta, per via di quella carrucola arrugginita che doveva ca mbiare da tanto tempo e mai l'aveva fatto. . - Lucia, chi \'e8? - chiese avvicinandosi al punto da dove venivano le voci. . } .d \fi-432\li1008\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 -\tab Sono io, commà (comare) . -\tab Chi? . } .d \nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \li576\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Lucia parlava con zia Teresa che portava poggiato sul capo un paniere colmo di pere. La bambina ne aveva accettata fina e se la veniva indugiando con gusto. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Alla mia comarella io voglio sempre bene - diceva ora zia Teresa - le voglio bene proprio come se fosse figlia mia. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\li576\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Da dove venite? Dal paese? - le chiese Rosina. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - S\'ec. Sono andata dal nuovo farmacista, il figlio di don Pisqua1ino, quello che ha un nome straniero, che so io, tedesco o americano. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\li288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Dicono tutti che \'e8 bravo. Ci sono andata per quell'unghia incarnata. - E alzava il piede conte a farsela vedere. . } .d \qj\li576\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - E che ti ha detto? . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - E che mi ha detto... Che mi doveva dire? - Sospir\'f2 ed allarg\'f2 le braccia in atto di sconforto - Che l'unghia mi deve cadere. M'ha dato una pomata per far diminuire il dolore e m' ha detto di tornare domenica, fra tre giorni cio\'e8. . } .d \qj\li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Ma non era meglio che andavi dal dottore? . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\li288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Eh! Dottore e farmacista sono la stessa cosa. Sempre in farmacia poi sarei dovuta andare; perci\'f2, meglio cos\'ec. Ma sapete che dicono in paese? . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Che dicono? . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Zia Teresa alz\'f2 gli occhi al cielo, si pass\'f2 la lingua sulle labbra come}{\b\lang1040 }{\lang1040 faceva quando era in pensieri gravi; toss\'ec per sc hiarirsi la voce e poi, come se dovesse fare una confidenza grave e pericolosa, disse sottovoce: - i soldati passeranno di qua.}{\b\lang1040 }{\lang1040 E presto anche. . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - I nostri soldati? - e nella voce di Rosina tremava un filo di speranza. . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Macch\'e8! I tedeschi, i germanesi, gli alleati insomma. E siccome dicono che li abbiamo traditi, che poi non sono più i nostri alleati, quelli si vogliono vendicare. E rubano, uccidono, poveri noi! Quelli sono capaci di fucilarci tutti! Meno male che io sto lontano da questa via principale. Da me forse non vengono. Ma tu e queste povere creature! Perché non ve ne andate? . - Eh! Via e non via! Quando vogliono venire, quelli vengono! E poi, da me che vengono a fare? Qua, da me, povera cristiana, che trovano? - E come? Non avete pane, vino, insomma un poco di grazia di Dio? . - E se la pigliassero! Che devo fare? Dove vado con due bambini, senza sapere chi mi vuole bene e chi mi}{\b\lang1040 }{\lang1040 vuole male? Sia fatta la volontà di Dio! . } .d \qj\li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Zia Teresa sospir\'f2. . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Hai ragione - disse - ma sta attenta! - E chiese con premura: - Il compare ti scrive sempre? . } .d \qj\li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Non mi scrive da tre mesi! . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Ma non ti sconfortare. Dovrà tornare. Questa guerra mica pu\'f2 essere eterna. . } .d \qj\li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Speriamo. Che posso dire? . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Zia Teresa sospir\'f2 di nuovo. - Sia fatta la volontà di Dio! disse - Questa \'e8 la vita, che vuoi fare? Beh! Lasciami andare, che sono già le undici. . } .d \qj\li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Arrivederci, commà. Non ti stancare con questo caldo! . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Rosina le volse le spalle e l'altra riprese la sua via, dopo aver mandato con le mani un bacio a Lucia. . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Per un poco ancora si sent\'ec il risuonare dei suoi zoccoli;}{\b\lang1040 }{\lang1040 poi, più nulla. Nell'aria tremava soltanto il canto stridulo delle cicale. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Mangiarono all'aria aperta, sull'aia. Maccheroni con la salsa piccante di peperoni ed aglio. Una pasta fatta in casa, fusilli, proprio buoni! Un poco di pecorino complet\'f2 il pranzo, ed un }{\b\lang1040 }{\lang1040 bicchiere di vino. . - Il vino \'e8 la medicina per ogni malattia - disse Rosina. Tonino e Lucia ne bevvero volentieri e ne avrebbero ancora bevuto, che era bello fresco. . } .d\plain \s15\qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright \fs20\lang1040\cgrid {- Ma come tutte le medicine - aggiunse per\'f2 Rosina - va presa nella dovuta misura. . } .d\plain \li576\nowidctlpar\widctlpar\adjustright \fs20\lang1024\cgrid {\lang1040 Tonino ridacchi\'f2. . } .d \li576\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - E la frutta? - domand\'f2 Lucia. . } .d \qj\fi288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Sta sugli alberi! - rispose Rosina - Le pere vuoi? Valle a cogliere con Tonino, va. . } .d \qj\fi288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Tonino non si fece pregare. Si alz\'f2 e, presa per mano Lucia, corse felice nei campi. . - Non vi fate del male! - grid\'f2 loro Rosina, e pens\'f2: - Come sono belli i figli miei! Dio mio, aiutali tu! . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Bianchino segu\'ec i due fanciulli trotterellando come fosse un cagnolino, là tra le stoppie, sotto il sole. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 La camionetta si ferm\'f2 senza stridere di freni, come se all'improvviso il motore si fosse spento e le ruote si fossero incantate. . Il sole era ancora alto, ed il caldo afoso del primo pomeriggio non dava un minuto di riposo. Non si muoveva una foglia. Pure le pietre si spaccavano con un caldo simile. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Tonino e Lucia avevano sentito il rombo della macchina da lontano, ed ora erano l\'ec, dietro la siepe, a curiosare. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Dalla camionetta scesero due soldati. Uno di loro aveva dei segni ricamati sulle maniche della giacca ed intorno al berretto. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Sono i gradi - bisbigli\'f2 Tonino, e pareva che parlasse a se stesso. . } .d \qj\li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Che cosa sono i gradi? - gli chiese Lucia. . } .d \qj\li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 - Non lo so. Ma chi ce l\rquote ha, comanda. . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Rosina aveva smesso di lavare i piatti, ed era venuta lentamente incontro ai nuovi arrivati, rossa in viso ed impaurita. . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Ora tutti e tre parlavano; ma Tonino e Lucia non riuscivano a sentir bene che cosa dicevano. E pure la mamma e i soldati dovevano intendersi poco se gesticolavano tanto e parlavano a segni pi ù che a parole. . I soldati portavano le mani alla bocca, e Rosina diceva di no con il capo. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Ad un tratto il soldato coi ricami sul berretto si mise ad urlare e, fattala da parte con uno spintone, si diresse verso la casa, seguito dal compagno che impugnava il m itra e sorrideva come l'orco delle favole. . - Brutto schifoso! Adesso farai i conti con me! - disse Tonino, avvampando d'ira. . - Ma sta buono! Non mi lasciare! Ti prego! Ho paura! - piagnucol\'f2 Lucia; e tutta tremante gli stringeva un braccio. . La mamma non si era mossa e guardava verso casa come un'ubriaca. Si sentiva che i due soldati ora stavano mettendo tutto sottosopra, gridando e fracassando chissà che cosa. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Lungo la via non passava anima viva e pure per i campi non c'era nessuno. Il sole tramava di luce le pietre dell'aia, al tremolare lieve delle foglie. . Dopo alcuni minuti lunghi come ore, i due uscirono portando con sé una botticella di vino, quello moscato che si beve a Natale e a Pasqua; la caricarono sulla camionetta e tornarono a prendere il resto. . Una dopo l'altra furono sistemate sulla macchina, una damigiana d'olio, quella comprata alla fiera di Frigento; la coperta nuova, mai usata; le lenzuola ricamate, le più belle del corredo. . Poi fu la volta dei polli. Spararono a quelle povere bestie come si spara al tiro a bersaglio nella festa di S. Rocco od in quella di S. Vincenzo. Tra u no svolazzare alto di piume ed un battere d'ali i colpi sordi non avevano eco. Solo poche galline si salvarono, starnazzando atterrite oltre l'ultima siepe. . Il soldato senza ricami sul}{\b\lang1040 }{\lang1040 braccio and\'f2 qua e là a raccogliere i polli uccisi. Quando ne ebbe strette le zampe tra le mani, in due fasci, li soppes\'f2 sorridendo. Poi indic\'f2 al compagno con un cenno del capo i due piccioni svolazzanti sul}{\b\lang1040 }{\lang1040 tetto; ma il compagno gli fece cenno di no. Erano troppo piccoli perché si sprecassero colpi per loro. . } .d\plain \s15\qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright \fs20\lang1040\cgrid {Altri animali non se ne vedevano nelle vicinanze. Le due pecore Tonino le aveva lasciate a brucare presso la sorgente; mucche, Rosina e Fr ancesco non ne avevano mai avute; e poi, si sa, \'e8 meglio prenderle a giornate quando si deve arare, perché a dar loro da mangiare e poi a pulirle e a menarle al pascolo ci vuole troppa fatica. il vecchio cane pastore era morto da qualche settima na ed il cucciolo promesso dallo zio Raffaele non era ancora nato. . } .d\plain \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright \fs20\lang1024\cgrid {\lang1040 Il graduato diede uno sguardo in giro, fece cenno all'altro di avviarsi a1la camionetta, e lo segu\'ec. Passando davanti a Rosina che sembrava diventata di pietra, ridendo le accenn\'f2 un saluto militare. Alla povera donna gli occhi si gonfiarono di lagrime. . Fu proprio allora che Bianchino, impaurito prima dagli spari ed ora dal rombo del motore che si avviava, sfugg\'ec alle mani di Lucia e corse sgambettando sull'aia. . I soldati lo videro. Si sorrisero felici. Spensero il motore e scesero dalla macchina. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Allora Lucia, atterrita, corse fuori della siepe, abbracci\'f2 Bianchino, il suo piccolo amico, e fece per condurlo via con sé. . Ma il soldato con i gradi le fu subito vicino, l'afferr\'f2 per un braccio e la schiaffeggi\'f2. Lucia gli diede un calcio sugli stinchi. L'altro soldato allora la sollev\'f2 e la butt\'f2 ai piedi della mam ma, come uno straccio. - No! Non voglio! Bianchino no! - strillava tra i singhiozzi Lucia. . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Rosina non si muoveva. il soldato trasse fuori la pistola. . } .d \nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Bianchino era corso di nuovo vicino alla siepe e belava smarrito. . } .d \fi288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Fu allora che Tonino comparve sulla soglia di casa. Pallido d'ira e di paura stringeva tra le mani il fucile di papà. . } .d \li432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Rosina lo vide. . - No! - grid\'f2 disperata. . Il soldato si volse di scatto e fece fuoco. . } .d \fi288\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 Tonino fece cadere il fucile e cadde senza dire una parola, come se fosse stato colpito alla testa da un sasso. . Ora stava immobile al suolo, con le braccia spalancate. Un filo di sangue gli usciva dalle labbra. Pure, pareva che sorridesse, con gli occhi aperti in uno stupore infinito. . I due soldati si guardarono in viso. Quello con i gradi url\'f2 qualcosa al compagno. Poi si girarono, raggiunsero la camionetta, andarono via. . Lucia non piangeva più. Guardava con gli occhi sbarrati Tonino che non si muoveva ed il fucile che gli era vicino come un giocattolo troppo grande per lui. . Rosina sembr\'f2 che si svegliasse solo allora da un terribile sogno. Cacci\'f2 un urlo come di bestia ferita a morte. Si port\'f2 le mani alla bocca e si stringeva le labbra e le premeva contro i denti. . Si avvicinarono entrambe a Tonino. La mamma faceva tante smorfie che Lucia non capiva se rideva o piangeva. . Lucia si chin\'f2 su Tonino e lo chiamava per nome mentre gli asciugava col fazzoletto il sangue che gli usciva dalla bocca. . - Non \'e8 niente, Tonino - gli veniva dicendo - Chiameremo il dottore e guarirai. Quando verrà papà sarai guarito. . Le cicale tutt'intorno strillavano impazzite. A tratti un soffio di vento muoveva le foglie. Il sole continuava a tramare di luci le pietre dell'aia. . E Bianchino, chissà perché, si diede a belare felice e, sgambettando, corse fino al vecchio olmo, laggiù, ai confini del prato. . . . Giuseppe d\rquote Errico . Manda le tue impressione all\rquote autore: clicca qui. . } .d \nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\fi432\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . } .d \qj\nowidctlpar\widctlpar\adjustright {\lang1040 . }}

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A cura dell'ing. Zarrella Michele
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