SUSANNA ROSSI

QUADRO:  "VELUM TEMPLI SCISSUM EST"

Scheda dell'opera

Titolo: "velum templi scissum est"

Tecnica: acrilico, pastelli ad olio, sabbia, oro foglia su tela

Anno: 2000
 
L'opera, espressamente realizzata per le Giornate Gesualdiane, trae il proprio titolo da un versetto dei responsori di Gesualdo da Venosa, ispirati alle "Lamentazioni" del profeta Geremia.

Il testo completo del versetto dice "Velum templi scissum est. Et omnis terra tremuit. Latro de cruce clamabat, dicens: Memento mei, Domine, dum vencris in regnum tuum."

La figura di Gesualdo campeggia, come un dormiente biblico, nella parte bassa del quadro; sopra di lui si apre uno spaccato di cielo notturno, tra bagliori del plenilunio e fuochi apocalittici che guizzano tra le nuvole, delineando in alto a destra, la sagoma scura del Castello di Gesualdo.

Una struttura architettonica formata da volte a ogiva, semicupole e pilastri, scandisce il grande spazio del dipinto, a simboleggiare il tempio celeste e quindi il superamento della tragicità dei fatti che così tanto segnarono l'esistenza del Compositore.

Il tema dell'opera è la Pietà divina, la Misericordia, rappresentata da un velo, quasi un sudario, che dal cielo-conformandosi a guisa di 8 giacente-scende verso il dormiente,(in matamentica è il simbolo dell'infinito),ne avvolge il volto livido, circoscrive il movimento elicoidale delle mani: la sinistra adagiata sul cuore, stringe la dorata rosa dell'amore, la destra, con il palmo rivolto verso il cielo, a lui restituisce i tormenti e le tragedie vissute, assorbendo contemporaneamente dallo stesso universo, le energie purificatrici per poter rinascere.

Il dipinto vuole essere, inoltre, una evidente citazione delle opere funerarie della tradizione italiana e spagnola, da Valasquez a El Greco, al Sammartino del "Cristo morto" nella Cappella San Severo a Napoli, ad evidenziare il forte pathos della morte, inevitabile passaggio per un ritorno alla Luce e al Fuoco dello Spirito.

Genzano di Roma, 7-8-2000

Susanna Rossi



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