Caro Pietro,
la presente per ringraziarti del gentilissimo pensiero
dell'invio del tuo
ultimo lavoro su Carlo Gesualdo.
Ti faccio i miei complimenti per il bellissimo libro che hai
scritto e che
ho letto con gran piacere. Sei stato bravo a distinguere
l'uomo
dall'artista, la vita dalle opere. Sì perché è proprio
così Carlo
Gesualdo
affascina per le sue opere ma anche per la sua eccezionale
esistenza
terrena.
All'estero (v. Stravinskij, Watkins, ecc. tutti e due sono
venuti a
Gesualdo),
dove hanno conosciuto più le opere che la vita, o meglio
prima la
sua eccelsa musica e poi l'uomo, lo apprezzano soprattutto
come artista, e
lo conoscono più che in Italia dove è successo l'inverso.
Ricordandomi di un'intervista de IL MATTINO al regista Herzog
quando stette
qui a Gesualdo
per girare il suo cortometraggio "Morte a 5 voci"
dove si
affermava:
"Capiremo la musica di Gesualdo solo tra duecento anni.
Non sono bastati
quattro secoli per comprendere fino in fondo l'esperienza
rivoluzionaria dei
suoi madrigali a 5 voci.
Lo dicono molti critici e registi contemporanei che sono
rimasti
letteralmente affascinati dalla musica del principe..."
posso affermare che il tuo libro ha tolto una buona fetta di
quei duecento
anni, facendoli diminuire di molto.
Grazie per il lavoro che hai svolto con professionalità e
passione.
