STORIA DEL TURISMO



STORIA DELLA NASCITA DEL TURISMO NELLA RIVIERA ADRIATICA

Il 30 luglio 1843 è la data di nascita ufficiale del turismo romagnolo. Bagni di mare, anche se in forma privata e non organizzata, si prendevano in effetti, tra Ravenna e Cattolica, già nel Settecento. L'industria balneare romagnola nasce sotto il governo pontifico. Dopo la messa e la visita al Duomo, il cardinal legato e il vescovo di Rimini inaugurano lo Stabilimento Bagni. Li attendono una folla festante e le autorità. L'ingresso dello stabilimento è decorato con festoni di fiori e drappi e c'è anche il concerto musicale. Il legato ha espressioni di compiacimento per l'iniziativa. Il merito della realizzazione è dei conti Alessandro e Ruggero Baldini e del medico Claudio Tintori, che l'anno precedente era andato sul litorale toscano a documentarsi. I tre avevano fondato una società di "cittadini animati da spirito di bene pubblico" e, grazie ai 2000 scudi di prestito della Cassa di Risparmio di Faenza, i lavori avevano avuto inizio: oltre a costruire l'edificio, si era dovuto dissodare e livellare l'arenile e trasformare il viottolo che correva in mezzo agli orti in un'ampia strada percorribile in carrozza.
Nel 1868 il Consiglio Comunale di Rimini vota l'acquisto dello Stabilimento Bagni. Nel 1870 viene demolita la vecchia costruzione e viene investito un milione tondo per la costruzione di un nuovo assai più ampio e lussuoso edificio la cui inaugurazione avverrà il 1° luglio del 1873. Il Kursaal, questa è l'esterofila denominazione del simbolo della nascita della nuova imprenditoria turistica romagnola.

Il Kursaal
Occupava un'area di 40.000 metri quadrati e sorgeva su due piani in mezzo a un magnifico parco. Un pontile lo collegava con una vasta piattaforma sul mare, al cui centro sorgeva un chiosco a forma di pagoda cinese oltre a due file di camerini. I camerini costavano una lira, una lezione di nuoto 60 centesimi, una gita in barca una lira e mezzo, una corsa in omnibus 15 centesimi, una birra 50 centesimi e un pranzo di sette portate 5 lire.


Fioriscono ville e villini
Nel 1871 nasce il Banco di sconto Riminese che concede prestiti a chi vuole costruirsi la residenza estiva. Due ani dopo si costituisce la Società anonima edificatrice che progetta, erige e arreda ville e villini. Per accogliere un pubblico sì elegante, ma meno esclusivo, vi sono gli alberghi. Vengono aperti anche numerosi ristoranti, caffè e posti d ristoro. Nel 1906 ha inizio la costruzione del Grand Hotel, il più ampio e prestigioso degli alberghi della città.

Nasce l'industria turistica
Rimini diventa così, in pochi decenni un centro turistico internazionale, luogo di convegno della buona società mitteleuropea. Spettacoli teatrali e balli, giochi e manifestazioni sportive, mostre e aste d'arte, feste e occasioni mondane d'ogni genere rallegrano il soggiorni degli ospiti. Il cinematografo si aggiunge alle altre attrattive nel 1897. Negli alberghi di Rimini scendono don Torlonia e il principe Strozzi, il principe Corsini e la principessa Colonna; e conti, marchesi, duchi, ministri, senatori, colonnelli e commendatori, deputati ungheresi, consiglieri di corte austriaci e agrari tedeschi.

La scoperta della costa
Se Rimini è già una delle capitali del turismo europeo, tappa obbligata per il bel mondo internazionale, un pubblico più amante della quiete scopre frattanto le spiagge più o meno "vergini" delle frazioni e dei comuni minori della costa romagnola. Negli anni a cavallo fra i due secoli, a Viserba e a Miramare, a Bellaria e a Riccione spuntano le prime solitarie villette per le vacanze; seguono, di lì a poco, gli alberghi. Caso a sé è quello di Cattolica. Antica e importante stazione di posta sulla via Flaminia, Cattolica ha tradizioni di osterie, locande e alberghi che risalgono al XIII secolo. Su questa veneranda vocazione si innesta un vivace e precoce spirito imprenditoriale. Gia alla fine dell'Ottocento Cattolica ha una sua fedele e non marginale clientela turistica.

Il turismo di massa
Negli anni '20 si assiste ad una trasformazione della domanda turistica, che da élitaria sta assumendo un carattere d massa. Perché questo processo si compia, saranno però necessari ampi interventi e forti investimenti privati e, soprattutto, pubblici.
Nel 1926 è istituita l'Azienda Autonoma di Soggiorno. Le infrastrutture vengono potenziate: è ampliata la rete viaria, si iniziano i lavori per la costruzione del lungomare e la linea tramviaria viene estesa fino a Riccione. Il progetto è di far sorgere una vera e propria "città lungomare" che si estenda per 12 chilometri. Agli alberghi si aggiungono le più modeste pensioni, gli appartamenti e le camere in affitto.

Le colonie
Nel 1926 viene dato particolare impulso alla costruzione di colonie marine. Fin dal 1880 erano nate varie associazioni per inviare gratuitamente al mare, per un periodo di circa quaranta giorni, i bambini scrofolosi, cioè linfatici: lasciati all'aria aperta il più possibile, sottoposti a esercizi ginnici e soprattutto ben nutriti, i bambini riacquistavano peso e salute. Ma per il fascismo non si tratta di puro e semplice intervento sanitario: l'invio di bambini nelle colonie si inserisce da un lato nel complesso della politica sociale del regime; dall'altro rientra nell'azione pedagogica e formativa delle nuove generazioni.

Mussolini in Riviera
Il Duce dà il buon esempio. Anch'egli trascorre le sue vacanze sulla riviera romagnola, a Riccone, in compagnia della moglie Rachele e dei figli. "Nuotatore potente e veloce", Mussolini - assicura il mensile "Il Rubicone" - fa tutti i giorni quattro chilometri a nuoto. La presenza di Mussolini non è estranea alle fortune di Riccione, che si afferma come spiaggia elegante e che toccherà, nel 1937, la cifra record di 41.154 presenze.

La guerra e la ricostruzione
Alla fine del 1944, quando, dopo 396 bombardamenti, si tirano le somme, il bilancio è tragico. Solo due edifici su cento sono intatti. Il coefficiente di distruzione (82,02%) è il più alto d'Italia. Il mare e la spiaggia sono minati, i porti bloccati, le attrezzature turistiche spazzate via, le infrastrutture sconvolte, le attività economiche inesistenti. In queste condizioni, ulteriormente aggravate dall'inflazione galoppante, dalla disoccupazione e dal mercato nero, si dà inizio alla ricostruzione. L'arrivo dei primi bagnanti, nel 1945, è una sorpresa perfino per gli operatori turistici riminesi; è anche uno stimolo per una rapida risistemazione della zona mare e per la riedificazione degli alberghi e delle installazioni balneari. Le presenze nel 1947 sfiorano già i valori dell'anteguerra e rilevate è il numero degli stranieri.

Gli anni Cinquanta
Con gli anni Cinquanta si apre un periodo di grande dinamismo: dal 1950 al '62 le presenze turistiche sono in continua impetuosa espansione e passano da 1 a 6 milioni. Il decollo dell'industria balneare è assicurato dalla larga gamma di servizi alberghieri (che vanno dall'hotel di lusso ala modesta pensione a gestione familiare), dalla cordialità del trattamento, indipendentemente dalla categoria, e, soprattutto, dalla stabilità dei prezzi, vale a dire dalla competitività sul mercato internazionale.

I favolosi anni Sessanta
All'inizio dei "favolosi" anni Sessanta la costa romagnola vanta 3000 alberghi, 8000 ville, 210 colonie, 11 campeggi, 1000 cabine, 15.000 tende e altrettanti ombrelloni.
La riviera diventa meta preferita anche dei più importanti personaggi dello spettacolo che si esibiscono nei dancing più rinomati. Da Capri e da Forte dei Marmi, da Cortina e da Biarritz arrivano i playboy internazionali. La notte esplode negli oltre 60 locali notturni. Lo shake soppianta il twist e dilagano le follie della nuova moda pop, dai bikini di carta agli occhiali a scacchi bianchi e neri, alla minigonna, alle cravatte fiorite.

Il turismo del Duemila
Con le sue migliaia di alberghi, 400 ristoranti, 500 pizzerie, 1500 bar, 200 locali da ballo, 500 stabilimenti balneari, la riviera romagnola può tranquillamente definirsi la "capitale europea del turismo". Da Cesenatico a Cattolica: 40 chilometri di impianti turistici senza soluzione di continuità. La vitalità della riviera romagnola è stupefacente. E dopo tante difficoltà superate, tanta caparbietà nell'ottenere i risultati prefissati, resta ancora una battaglia da vincere, quella della salvaguardia del nostro bene più prezioso: il mare. La qualità delle acque dell'Adriatico è sicuramente l'investimento più importante che vedrà i romagnoli del terzo millennio rimboccarsi le maniche e lavorare sodo.

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