Ma quanto tira?

(Viaggio negli imprevisti di una serata pubblica)


L’ANTEFATTO

Una vecchia storia, datata Luglio 2000.

Partecipai col mio gruppo astronomico ad una serata pubblica che si tiene ogni anno nel giardino di una villa antica a Tradate.

Ancora mi ricordo il casino fatto per caricare il Meade sulla Clio… 

ARRIVO SUL POSTO

Si arriva di buon’ora, in modo da piazzare la strumentazione sfruttando il chiarore della sera, così da evitare di rompere le scatole con i fari spianati a quelli che stanno già osservando; e poi è molto più facile montare il telescopio con la luce! 

Il tempo di scaricare il treppiede e mi accorgo che ci sono già diversi strumenti sul campo: riconosco al primo colpo d’occhio il Meade 8” di Lorenzo, il C8 arancione del presidente, l’Apo 5” di Alberto, il Vixen 102 dell’altro Alberto, l’ottantino “vixenato” di Enrico, altri 2 Vixen e un paio di cannoni appena rubati dalla corazzata Wisconsin (sarebbe l’enorme binoculare di Franco). 

…monta il treppiede, la Polare?? Credo che sia da quelle parti… scarica lo scatolone, sfila il telescopio, monta il telescopio, attacca il cavo alla scatola delle batterie, “CLICK”… …bziiiii “evvai che funziona tutto!!”

Ma porca putt… quante zanzare!!! Evvai con l’Autan (adesso ci manca qualcuno mi fa le menate per la pubblicità occulta). 

Immancabile l’avvicinamento del pubblico ai telescopi ancora prima dell’inizio della serata, approfittando delle ultime luci della sera e della relativa calma attorno ad essi; chissà, magari qualcuno si avvicina convinto di poter scroccare qualche immagine esclusiva prima degli altri. 

LE DOMANDE

“Bel telescopio”, “Quanto costa?”, “Cosa serve quel cannocchialino di fianco?”… Sono le domande più gettonate che un astrofilo è chiamato a rispondere durante una serata pubblica, ma non ne mancano di più curiose, tipo: 

“Ma perché alcuni telescopi sono stretti e lunghi mentre altri sono grossi e compatti?”, “Perché in alcuni telescopi si guarda di fianco e in altri da dietro?” “Perché certi sostegni hanno il contrappeso e altri no?”… 

Ma soprattutto capiterà sempre che qualcuno vi dica… 

”Ma quanto tira?”   …”si, cioè, quanto lo avvicina un oggetto??” 

Una domanda banalissima alla quale si da una risposta più che legittima ma… conferma ancora una volta l’universalità di questa frase. 

“Ma quanto tira??” 

Si usa spesso per chiedere delucidazioni sulla velocità di un mezzo qualsivoglia, per conoscere il raggio di azione di una ricetrasmittente, di una torcia, di un puntatore laser, di un'arma da fuoco e altro ancora. Da non confondere assolutamente con “Ma quanto se la tira!” riferito a qualche esponente particolarmente altezzoso appartenente al gentil sesso… 

Morale: la serata si conclude la gente se ne va, chi soddisfatto "Ho visto Saturnoooo... Con gli anelliiiii..." (evvai, cresce il vivaio dei futuri astrofili…) e chi meno “Mi hanno fatto vedere una sferetta, un tipo mi ha detto che era Marte… Bah! Valli a capire…” ma soprattutto qualcuno avrà scoperto quanto “tira” un telescopio! 

IN EXTREMIS

Sabato scorso mi sono fatto un bel giretto sul passo del Penice, io e la mia fida 2 ruote; certo che ad allenamento sono proprio stracciato, tutte quelle curve e quei tornanti mi hanno stancato mica male! “Qk. Al ritorno prenderò l’autostrada”, “costa ma ci si riposa un po’…” “Bene, andrò a 130, così non dovrò temere i laser della Polizia”, “sarò a casa in meno di 1 ora”…

Finchè non sopraggiunge uno col Fireblade che… mi da appena il tempo di scorgere il suo faro nello specchietto ed è già 200 metri avanti… 

“Ma quanto tira quello!!!!”


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