A proposito del nuovo libro su Villanova del Battista.

Ogni volta che nasce un libro è come se sbocciasse una vita umana, se poi un libro racconta ai posteri la storia del proprio Paese, allora è veramente qualcosa che merita tutta la nostra stima e apprezzamento. Nella nostra comunità, il 04 giugno 2005, è stato presentato un libro particolarmente interessante e che certamente, diventerà nel futuro uno strumento di cui non si potrà farne a meno, se vogliamo "parlare" del GIGLIO di Villanova del Battista. Un libro nato e sostenuto dalla nostra amata Scuola che pazientemente e con tenacia tenta di trasmettere alle generazioni future il patrimonio che il nostro amato Paese possiede; patrimonio che va salvaguardato approfondito custodito gelosamente. La civiltà di un popolo, infatti, non s’inventa da un giorno all’altro, ma è il frutto di anni di meditazioni sulla propria storia fatta sugli errori e sugli eventi che hanno inciso profondamente sul suo territorio. I libri in fondo hanno questa capacità, ricordarci del passato per spingerci verso mete alte dove la giustizia e il convivere diventano obiettivi sempre da perseguire ricercare e raggiungere per il bene comune.

Sono lieto dunque, di accogliere su queste pagine, questa ulteriore fatica, che ci aiuterà ad apprezzare ed amare sempre più il nostro amato Paese. A tutti auguro, buona lettura. ( Don Tonino)

 

Da: Il GIGLIO di Villanova del Battista, Manuale e storia. Autrice Angiolina Di Cecilia. Delta 3 Edizioni. Grottaminarda (AV).

 

DALL'INTRODUZIONE

 

L'opera non vuole essere un ritorno nostalgico al passato dove tutto sembra più spontaneo, più caldo, più vivo perché filtrato dall'affettuosa lente dei ricordi. È invece la voglia di conoscere aspetti fondanti della civiltà contadina, substrato delle nostre piccole comunità e ricchezza valoriale indispensabile alla costruzione di un'identità forte, capace di aprirsi al nuovo, agli altri, al mondo in modo sereno e costruttivo.

         Come l'albero si sviluppa e protende i suoi rami rigogliosi al cielo se affonda le sue radici in un terreno fertile, così l'uomo si proietta nel futuro con tutta la sua forza propulsiva se rimane ben ancorato al suo paese natìo, in cui la tradizione è maestra di vita. Oggi soprattutto, quando tutto sembra trascinarci in un vortice gigantesco e solitario, si sente la necessità di riscoprire quelle tradizioni popolari che costituivano momenti di socialità, di gioiosa cooperazione, di creatività individuale e collettiva e che consentivano, peraltro, a chiunque di manifestare e rafforzare le proprie specificità in un contesto relazionale dinamico e propositivo.

         Il "giglio" è una di queste. Fin dal 1800 circa ha riunito in sé il sacro e il profano: - l'istanza religiosa dei villanovesi verso San Giovanni Battista, che con la realizzazione dell'obelisco di paglia intendevano e intendono rendergli onore; - l'esigenza più terrena di alternare, nel periodo abbastanza lungo della trebbiatura, ore di duro lavoro a momenti di allegro riposo, gareggiando nell'intrecciare la paglia per decorare il "giglio" con pannelli sempre più elaborati e artisticamente diversi.

         La tradizione, interrotta a seguito del disastroso terremoto del 1930, viene ripresa nel 1986, dopo il sisma irpino del 1980, per riprendere quel legame col passato, spezzato nei secoli da eventi catastrofici, e dare così alla comunità di Villa-nova quella identità e continuità storica che non è facilmente riscontrabile in atti o documenti, ne nell'assetto urbanistico.

         L'istituzione più idonea, oltre alla famiglia e alla municipalità, ad inculcare nelle nuove generazioni il "senso di appartenenza" e il desiderio di riallacciarsi alle proprie origini, come si sa, è la scuola, per cui nell'anno scolastico 2002/03 gli alunni della classe II A della scuola media nell'ambito dell'educazione ambientale, sono stati da me coinvolti nell'attività laboratoriale della paglia per il "giglio".

         Siccome l'interesse era alto, ho avvertito il dovere di imparare presso persone esperte i modi di intrecciarla e aiutata dall'alunna Iole Colantuono, addestrata dalla nonna, ho insegnato ai ragazzi le tecniche principali. Il lavoro accattivante ci ha preso la mano ed è venuta fuori l'idea di fotografare le sequenze di lavorazione, aspetto curato in forma gioiosa e dilettantistica dagli alunni Danilo Nuzzo e Michele Roberto. Da qui al desiderio di organizzare il manuale del "giglio" di Villanova, come volontà di tramandare nel tempo tale e tanta arte, il passo è stato breve. Pian piano mi sono innamorata dell'idea, e pur non essendo originaria del posto, ho iniziato un intenso lavoro di ricerca e di apprendistato per acquisire tutto l'iter operativo per la costruzione del "giglio" e relative notizie storiche, in modo da poter organizzare un manuale semplice, chiaro, accessibile a tutti per linguaggio ed immagini.

         Importante è stato l'impegno di mio figlio Lorenzo che, partendo dalle foto scattate dai ragazzi , ha ripreso le fasi lavorative «dalla raccolta della paglia al tiro del giglio», integrando quelle esistenti e rifacendo quelle risultate poco esplicative ad un impatto visivo immediato.

         Tutto questo lavoro, portato avanti per altri due anni e difficilmente realizzabile a scuola per tempi e mezzi, ha consentito la produzione di un testo, mi auguro, completo ed esauriente, funzionale alla realizzazione dell'obelisco anche quando la trasmissione diretta di generazione in generazione, per qualsiasi ragione, venga interrotta.

 

Ho ritenuto mio dovere, oltre che mio piacere, completare l'opera sia per i miei alunni che per tutte quelle persone, dagli anziani ai piccoli che ogni anno dedicano tanto del loro tempo per mantenere viva questa antica tradizione. Ringrazio viva-mente coloro che hanno reso possibile questo manuale fornendomi informazioni, materiale e assistenza tecnica.

 

 

DALLA PREFAZIONE

         Non c'è studioso attento ai valori inestimabili della propria identità storica, culturale e umana cui non sia capitato almeno in un'occasione di cimentarsi, in maniera entusiasta, nella ricerca di informazioni sul significato delle tradizioni del proprio paese. Non rappresenta un'eccezione la prof.ssa Angiolina Di Cecilia che, pur originaria di Sturno, vivendo ormai da sei lustri a Villanova del Battista, è riuscita con apprezzabile e sensibile spirito di ricerca a immedesimarsi e a essere sempre più partecipe delle tradizioni culturali e religiose di questo piccolo ma vitale centro della Valle dell'Ufìta.

         Così il suo manuale sulla lavorazione del "giglio" si rivolge sia al cultore di storia locale, sia al cittadino "comune" permettendogli di conoscere una parte importante della vita del paese. Ma l'autrice, nella sua ormai quarantennale attività educativa dedita all'insegnamento, ha cercato costantemente di trasmettere ed inculcare nei suoi alunni l'amore per le radici, spronandoli a essere sempre più orgogliosi e gelosi custodi delle proprie tradizioni.

         Quindi il manuale, di piacevole lettura e corredato da una serie di belle foto che rappresentano anche un tuffo nel passato, prende per mano il lettore e lo conduce passo passo alla costruzione del grande obelisco "composto di paglia intrecciata e/o di spighe di grano" realizzato a Villanova in onore del patrono San Giovanni Battista.

         Quello che abbiamo tra le mani è una sorta di prontuario per la creazione dell'imponente opera, destinato anche alle generazioni future che così potranno dare continuità alla tradizione.

         Raccolte del genere non hanno prezzo. E soprattutto sono uno strumento prezioso anche per gli insegnanti nel delicato quanto importante compito di motivare gli allievi alla ricerca appassionata del loro ambiente.

Aurelio Cangero

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