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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Al via la riforma Tanta impresa nella nuova scuola

 

La Stampa - 19 febbraio 2003

LEGGE DELEGA APPROVATA ALLA CAMERA

le materne e a cinque e mezzo per le elementari. Obbligo fino a 18

ROMA

La legge delega di riforma della scuola è cosa fatta. O almeno quasi fatta. Ieri infatti è stata approvata alla Camera in seconda lettura, ma due accorgimenti tecnici richiesti dalla commissione bilancio (secondo i quali i decreti delegati devono essere emanati previo parere della commissione bilancio e relativa copertura finanziaria garantita da una legge) e inseriti proprio nel passaggio a Montecitorio, richiedono ora una terza lettura al Senato. Secondo la relatrice del provvedimento, Angela Napoli, di An, si dovrebbe trattare però solo di una lettura rapidissima, tant´è che governo e maggioranza contano di portare a casa il provvedimento, come preventivato, già la prossima settimana. Dopo si conteranno 24 mesi entro i quali il ministro dell´Istruzione Letizia Moratti dovrà emanare i decreti legislativi di applicazione, che non hanno bisogno di passaggi parlamentari, se non per un parere non vincolante. I termini della riforma sono noti: anticipo a due anni e mezzo per le materne, a cinque e mezzo per le elementari, scansione della scuola di base in bienni, introduzione da subito di una lingua straniera e di una seconda lingua alle medie, duplice canale istruzione-formazione professionale per le superiori, obbligo formativo fino a 18 anni per tutti. Il governo ha sostanzialmente blindato il testo Moratti, in quanto il timore era che, allungando la discussione, non ci fosse poi il tempo per produrre i decreti applicativi entro la legislatura, con la conseguenza, eventuale, di lasciare le cose a metà. Anche l´Udc ha votato compatta, ma presentando sette ordini del giorno vincolanti, il più importante delle quali - ha poi spiegato il ministro Rocco Buttiglione - riguarda la controversa materia dell´anticipo: «Va attuato con gradualità e intelligenza. Su questo punto - ha detto - abbiamo ancora qualche riserva e vedremo come il nostro ordine del giorno verrà attuato. Ad ogni modo, il ministro Moratti ha assicurato che ci verrà incontro per trovare un ragionevole compromesso». Le opposizioni, che già avevano dato forte battaglia al Senato, hanno presentato alla Camera circa 650 emendamenti. Un intervento del presidente Pierferdinando Casini ha poi fatto sì che venissero ridotti a 250, peraltro in gran parte respinti e in pochissime sedute. Ieri, quando la riforma stava per essere approvata, di emendamenti ne restavano una quindicina, più una quarantina di ordini del giorno, tra cui quello che ha fatto molto scalpore, proposto dalla leghista Giovanna Bianchi Clerici, relativo all'eccessiva femminilizzazione del corpo docente, per arginare la quale si impegnava il governo a prendere dei provvedimenti. «Oggi è stata approvata una riforma vuota nei contenuti - ha commentato il responsabile scuola dei ds Andrea Ranieri - che si caratterizza più per quello che toglie che per quello che propone di nuovo. Ci chiediamo se valeva la pena rifiutare ogni tipo di dialogo con l´opposizione e con il mondo della scuola per una riforma mediocre di questo tipo». «Con buona pace del ministro Buttiglione, oggi per la scuola è un giorno triste - ha commentato il responsabile scuola della Margherita, Giovanni Manzini -. Un esagerato desiderio di rottura con le riforme del centrosinistra ha ridotto il governo e la maggioranza a destrutturare l'esistente e a distruggere tutto ciò che di buono la scuola aveva saputo produrre in questi anni». Divisi gli studenti, secondo le appartenenze. «Ribadiamo l'assoluta contrarietà allo strumento della legge delega che consideriamo - afferma l'Unione degli studenti - un metodo autoritario per aggirare il dibattito parlamentare». Sull'altro fronte, invece, Alternativa studentesca, vicina a Forza Italia: «Il nostro - ha detto il leader, Simone Paini - è un giudizio favorevole alla riforma. La nostra attenzione, inoltre, va particolarmente sul coinvolgimento della componente studentesca nei contenuti. Vogliamo continuare ad essere informati e partecipi». I sindacati, già assai divisi sui contenuti della riforma, sono anche mal disposti dalla mancata chiusura del contratto e dalla vertenza dei precari. Oggi protesteranno davanti al ministero dell'Istruzione in una manifestazione organizzata per le 11 da Cgil, Cisl e Uil: la manifestazione è indirizzata contro «gli inammissibili ritardi nella promulgazione del decreto interministeriale per le immissioni in ruolo dei precari. I posti ci sono - dicono i sindacati - e tuttavia non vengono assegnati».

Raffaello Masci

LA MORATTI
"Così l´Europa si avvicina"

La Stampa - 19 febbraio 2003


Un risultato «molto positivo», una legge di riforma che «ci avvicina all'Europa». È il primo commento del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, dopo l'approvazione della legge delega di riforma scolastica alla Camera. «È un risultato molto positivo. Abbiamo cercato di lavorare - ha detto il ministro - su una riforma che ha come obiettivo quello di innalzare la qualità della scuola e di dare a tutti una scuola personalizzata e che garantisca a ciascuno opportunità di successo e la possibilità di avere un percorso formativo adatto alle proprie capacità e, quindi, coerente con le proprie vocazioni». È una riforma, ha proseguito la Moratti, che «ci auguriamo ci porti più vicino all'Europa». È una riforma «per tutti - ha aggiunto - cioè per i ragazzi, per le famiglie e per i docenti».

"Mancano risorse e idee"

La Stampa - 19 febbraio 2003


«Quella approvata dalla Camera è una delega incostituzionale, senza risorse, senza idee». Lo ha detto il segretario generale della Federazione Formazione Ricerca della Cgil, Dario Missaglia, sottolineando che si tratta di «una legge regressiva, che per la prima volta nella storia riduce di un anno l'obbligo scolastico, costringe i ragazzi di 13 anni a scegliere tra scuola e formazione, piega i diritti e i tempi dei bambini all'adultismo dei genitori». «La Cgil vede in questa legge - aggiunge Missaglia - il tentativo esplicito di rendere sempre più povera e marginale la scuola pubblica ed il suo ruolo sociale». Negativo anche il commento di Giovanna Grignaffini, capogruppo ds in Commissione Cultura: «L'approvazione della delega Moratti rappresenta un salto all'indietro per la scuola italiana. Alla luce della mancanza di copertura finanziaria e con la legge sulla devoluzione, che azzererà i margini di attuazione della riforma, l´unica certezza è che il provvedimento approvato sarà solo un mero manifesto propagandistico della Casa delle Libertà. La reintroduzione del famigerato voto di condotta è l'unico punto che sarà attuato concretamente e che farà ripiombare la scuola italiana in un passato che si sperava dimenticato»

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