Scuola,
i conti non tornano
Cifre
diverse sulle risorse per il contratto
Il Sole 24 Ore - 7 marzo
2003
ROMA - Guerra di cifre tra i ministri Moratti e
Tremonti sul contratto della scuola. Ieri si è
svolto un vertice Istruzione-Economia per definire
le nuove risorse disponibili. Le posizioni dei due
ministeri sono piuttosto distanti, ma non si può
escludere una soluzione rapida del conflitto. Il
punto di partenza riguarda i tagli fatti l'anno
scorso al personale docente. Per il ministro
Letizia Moratti sono 8.500 in meno, come chiedeva
la Finanziaria approvata alla fine del 2001. A
quella riduzione, la legge di bilancio collega un
risparmio di 240 milioni di euro da investire nel
contratto. E questi dati sono stati ribaditi ieri
dal ministro dell'Istruzione nella riunione con il
ragioniere generale dello Stato, Vittorio Grilli.
Il dicastero del l'Economia, invece, sostiene che
i tagli effettivi sono stati pari a 5mila unità.
Le somme di conseguenza disponibili ammonterebbero
a circa 140 milioni di euro. Si tratta, in ogni
caso, di cifre da aggiungere a quelle previste per
l'inflazione programmata. Un'altra questione
delicata riguarda le riduzioni del personale Ata
(amministrativo, tecnico e ausiliario): secondo
l'Istruzione sono state pari a 4mila in meno,
mentre per il Tesoro sarebbero soltanto poche
centinaia. A dispetto della distanza sulle cifre,
le posizioni in campo non sono del tutto
inconciliabili. A Letizia Moratti, infatti, è
stato riconosciuto di aver effettivamente ridotto,
da una parte, 8.500 posti di insegnamento.
Dall'altra parte, però, il Tesoro sostiene che su
diversi fronti il personale insegnante è
cresciuto, come nel caso dei docenti di sostegno.
Per questo, nel bilancio finale, l'ammontare
effettivo degli stipendi pagati in meno ammonta a
5mila unità. Il confronto tra i tecnici dei
ministeri prosegue nei prossimi giorni. Non si può
escludere che la questione finisca all'esame di
uno dei prossimi Consigli dei ministri. I
sindacati, intanto, sono in agitazione. «Finché
non arriva una convocazione dell'Aran e al tavolo
negoziale ci confermeranno che le risorse già
decise sono disponibili - osserva Daniela
Colturani (Cisl Scuola) - siamo solo alle
chiacchiere. E non abbiamo intenzione di fare
sconti». Per Fedele Ricciato (Snals) «i
contratti non si fanno con dichiarazioni di
intenti, ma con la disponibilità effettiva delle
risorse». Antonio Foccillo (Uil) sostiene che
«è necessario accelerare. È giunto il momento
di mettere la firma anche su questo contratto».
Gian Paolo Patta (Cgil) afferma invece che «con i
reiterati ritardi del Tesoro ci avviamo a una fase
di crisi nelle relazioni sindacali. Non sarà
evitabile lo sciopero del 24 marzo». In tema di
scuola, ieri al Senato è proseguita la
discussione sul disegno di legge per il riordino
degli ordinamenti scolastici. A causa della
mancanza del numero legale, l'iter del Ddl è
andato avanti a fatica. Si prosegue martedì, che
potrebbe essere il giorno della definitiva
trasformazione in legge della riforma Moratti.
MARCO LUDOVICO
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